di Marco Ribechi
Macerata riavrà il suo cinema grazie al progetto di Nicola Verolini, imprenditore cinematografico pronto a riaprire il cinema Don Bosco per offrire una sala vicino al centro storico della città. Da anni ormai i cittadini di Macerata non hanno a disposizione una sala in centro con una programmazione fissa. Molti cinema della città sono solamente dei grandi contenitori vuoti e tristi come il Corso o il Tiffany, oppure vivono una lenta agonia da cui appare difficile riprendersi. Ne è un esempio il cinema Italia da mesi al centro di una contenzioso fra il comune che non è più disposto a finanziare un’attività in perdita, e i gestori che invece ne sottolineano l’importanza culturale per la collettività (leggi l’articolo). Anche il Cairoli, altro ambiente storico, è stato ormai da anni smantellato per far posto ad una palazzina i cui lavori sono stati interrotti da anni e non si sa quando termineranno. L’unico che sembra riprendere un po’ di respiro è l’Excelsior, anch’esso fresco di riapertura ma che rappresenta ancora un’incognita.
In questo desolante panorama si inserisce il progetto di Nicola Verolini: «Ho preso la gestione del Teatro Don Bosco perchè sono interessato alla parte relativa al cinema – afferma l’imprenditore – lo spazio è vicino al centro, si trova parcheggio facilmente, credo sia necessario restituire alla città un servizio come questo. L’idea è creare una programmazione vasta, che spazi tra i generi e i pubblici. Il prodotto deve essere di qualità ma allo stesso tempo deve essere in grado di attrarre spettatori senza creare una nicchia chiusa in sé stessa». La sala del Don Bosco ha circa 380 posti e ad ogni proiezione sarà aperta anche una caffetteria che però resterà in gestione dei Salesiani. Verolini ha già acquistato un proiettore digitale che sta per arrivare, imminente è l’apertura. «Sarà un cinema a 360° dove i maceratesi potranno andare senza dover per forza arrivare in macchina a Piediripa. Sono molto sereno per quest’apertura soprattutto perchè è l’inizio di un nuovo progetto per andare a riempire un vuoto che si è creato. Poi durante le ore di non programmazione sarò felice di vedere lo spazio utilizzato per tutte le attività portate avanti dall’istituto». Nicola Verolini è un volto noto al cinema maceratese infatti ha già gestito con successo per vari anni un altro spazio culturale che vive un momento di grande difficoltà, il cineteatro Italia, in seguito perso a causa di un’asta che lo ha assegnato alla gestione corrente.
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Complimenti una bella idea di impresa nel settore cinema degna di lode, ma IL TEATRO… che fine fà, .Quel cinema è stato rstaurato con i soldi pubblici perche ci venisse fatto anche il TEATRO… ed ora… un altro spazio perso… quante serate restano a disposizione dei cittadini e dei Teatranti nn beneficiati dall’attuale AMM:NE………………. Al CINEMA ITALIA che fine hanno fatto le associazioni che avrebbero dovuto garantire la pluralità di proposte nel settore dello spettacolo… Scandalo…. dovrebbero perdere l’appalto. Solo progetti protetti delle Istituzioni ormai vivono e con i nostri soldi … questa è cultura di stato… si vergognino quelli che una volta urlavano nelle piazze …. ma ora hanno ruoli rilevanti consegnati dalla politica… un giorno tutto questo avrà fine… speriamo avvenga molto presto.
Bella notizia. Collegata all’iniziativa dell’Apm, di concerto con il comune, dell’ampiamento dell’orario di apertura del parcheggio sotto corso cairoli, sarà una sala ben servita anche sotto il profilo dei parcheggi.
Eppur si muove diceva Galilei…. ed anche Macerata si sta muovendo.
…mi sta a cuore perkè sono cresciuto ai Salesiani …oratorio cineforum bigliardino ginnasio saggi dell teatro con gli studenti universitari sempre pieno e sempre accolti con affetto vederlo così fa … horrore con il palazzo della previdenza sociale in preda ai Fantasmi… che i MOSTRI vadano a trrovare durante la notte i responsabili.
Iniziativa sicuramente da condividere
mi fa piacere
Una bellissima notizia!
Finalmente una buona notizia. Tantii buoni fim passano inosservati a Macetata tanto che vado a Cupramarittima, al cinema Margherita a vederli.
Se poi le proiezioni avvenissero anche al pomeriggio, molte anziane signore , come me, tornerebbero a frequentare gli spettacoli.
Non vorrei inoltre che fosse freddo come al cinema Italia….
Bella iniziativa, Grazie!!!
Il mio auspicio è che trovino spazio anche le proiezioni in lingua originale, come succedeva infrasettimanalmente, credo al Tiffany, negli anni 80
Una bella notizia. Speriamo che l’iniziativa riesca davvero a concretizzarsi. Non sarà facile perché il cinema cittadino non è messo in difficoltà solo dalle mega strutture di periferia che non mi sembrano se la passino bene pure loro, ma anche dalla proliferazione delle modalità di fruizione dei film (internet, tv a pagamento e quant’altro). Il Trovare spazio per una proposta del genere può riuscire , credo, se si collega una “esperienza” unica sia per la qualità della fruizione del film che per quello che può essere vissuto prima e dopo (un facile accesso pedonale, la relazione con gli altri spettatori, del buon cibo e non so che altro) . insomma l’idea di poter passare una serata o un pomeriggio diverso dal solito . Se si trova la strada giusto può essere un altro tassello per rilanciare un modo diverso di vivere la città. I migliori auguri
Iesari, come dice il suo uomo solo al comando? Non faccia il gufo, please.
con la differenza che a piediripa il posto macchina lo trovi —
Pierangeli non mi sembrava di gufare , a me il cinema piace molto e sarei davvero contento di ritrovare una possibilità di scelta in città . Essere consapevoli dei problemi da affrontare non significa gufare. Qualsiasi cosa ne pensi l’uomo al comando ! Buona domenica
Finalmente una bellissima notizia!!!! ancor piu’ perche’ ricordo con piacere le proiezioni che mi gustavo da bambino al Don Bosco….e poi sono a cento metri da casa…perfetto!!!
Ottima notizia. Resta da vedere se la programmazione sarà un semplice clone dell’offerta mainstream (per capirci: una selezione da Multisala in centro) oppure se prevederà anche spazi per altri tipi di cinema. E’ giustissimo guardare all’incasso (a maggior ragione se la gestione è di un imprenditore), ma la diffusione della cultura spesso passa anche per prodotti più discutibili o più “ostici” al grande pubblico. Una sala d’essai è comunque un patrimonio a cui una città che si fregia di essere “culturale” non dovrebbe rinunciare, e questo tipo di “bene comune” non può essere garantito dai soli privati (per ragioni meramente economiche di assenza di un adeguato ritorno commerciale immediato). Vedremo anche se la programmazione sarà soltanto “per famiglie” o se “oserà” proporre anche pellicole più controverse, magari con la formula del cineforum: il dibattito culturale si alimenta solo in questo modo.