Crisi Mercatone Uno
Chiesto il concordato preventivo
Coinvolto il punto vendita di Civitanova

Proclamato lo stato di agitazione dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. La società Mercatone Business ha presentato istanza in bianco. «Situazione gravissima» denunciano le tre sigle. Nelle strutture era già partito il contratto di solidarietà. Per ora tutti i negozi e i servizi resteranno aperti garantendo consumatori e posti di lavoro. Si parla già di possibili investitori

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Il Mercatone Uno di Civitanova

Il Mercatone Uno di Civitanova

di Laura Boccanera

Mercatone Business in concordato preventivo, 3.500 lavoratori in difficoltà, coinvolto anche il punto vendita di Civitanova in via Einaudi. A renderlo noto sono la Cgil, Cisl e Uil Marche preoccupate per i dipendenti di tutti i tre punti vendita presenti in regione con il nome Mercatone Uno. Nel dettaglio i lavoratori a rischio nelle Marche sono 100. Tutti impegnati nell’azienda storica della distribuzione organizzata del mobile, complementi di arredo e casalinghi, e che conta 79 punti vendita in tutta Italia con circa 3.500 dipendenti. La società ha presentato al Tribunale di Bologna (la sede centrale è a Imola) domanda prenotativa di ammissione alla procedura di concordato preventivo. «Si tratta di una scelta imposta dal perdurare della crisi e dal continuo calo dei consumi particolarmente grave nel settore dei beni durevoli, che ha determinato, a partire dalla ripresa autunnale dell’attività, una costante riduzione del fatturato – fanno sapere dall’ufficio stampa – questa situazione ha ostacolato l’originario piano di rilancio del Gruppo, che negli ultimi 24 mesi aveva comportato il rinnovamento di 26 punti vendita». Tra questi punti vendita c’è appunto anche quello di Civitanova, inaugurato e completamente rinnovato lo scorso 6 aprile, in concomitanza con l’apertura del Cuore Adriatico. Un rilancio e un investimento costato 4 milioni di euro per gli 8.000 metri quadrati dello stabile e che lasciava ben sperare tutti i 50 lavoratori del punto vendita civitanovese. Il Gruppo confida ora che l’apertura tempestiva di una procedura concordataria consenta al Tribunale di Bologna la miglior valorizzazione degli asset aziendali. Per ora tutti i negozi e i servizi resteranno aperti garantendo consumatori e posti di lavoro. La domanda prenotativa ed il successivo piano concordatario sono stati affidati ad Alessandro Servadei, dottore commercialista di Bologna in collaborazione con l’avvocato Diego Rufini. Si parla già di possibili investitori. Oltre Civitanona i negozi Mercatone Business sono presenti a Pesaro e a Monsano (in provincia di Ancona). In tutte e tre le strutture si stanno utilizzando i contratti di solidarietà. «Si tratta di una situazione gravissima», scrivono le tre sigle sindacali Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Proclamato lo stato di agitazione. Valutate iniziative da mettere in campo.

mercatoneuno civitanova«Purtroppo la notizia non ci ha sorpreso – continuano i sindacati – poiché avevamo già compreso negli ultimi mesi che la situazione aziendale stava rapidamente degenerando. Negli ultimi tre anni abbiamo sottoscritto accordi sindacali per l’utilizzo dei contratti di solidarietà che dovevano avere lo scopo di consentire un processo di riorganizzazione dei punti vendita, tale da rilanciare l’azienda e renderla competitiva e contenere, al contempo, il costo del lavoro per salvaguardare l’occupazione». Al momento, fanno sapere i sindacati, non si hanno informazioni sul piano industriale che dovrà essere presentato nè delle ricadute che l’istanza di concordato preventivo potrà avere sui dipendenti di Mercatone Business. Il prossimo 5 febbraio è previsto un incontro per definire la situazione di quanti lavoratori sono a rischio. «Per questo – sostengono i sindacati – riteniamo necessaria l’apertura di un tavolo sia con l’azienda che con le massime istituzioni, a cui chiederemo di farsi garanti della salvaguardia di lavoratrici e lavoratori».

(Servizio aggiornato alle 18,20)



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