di Maurizio Boldrini*
Facevo la terza elementare proprio di fronte al mattatoio. Quotidianamente noi bimbi eravamo obbligati e involontari testimoni della mattanza delle bestie che arrivavano con camion e ci arrivavano all’orecchio i tonfi dei pesanti corpi dei bovini dopo che una pistola li “fulminava” alla testa. Un giorno capitò che un manzo riuscì a evadere, a scappare dal mattatoio. Immaginabile la reazione di noi bambini, incominciammo a fare il tifo per la bestia, con urla e gesti d’incoraggiamento per l’animale, vano il persistente richiamo all’ordine della maestra. Gli operai del mattatoio impiegarono non poco tempo per catturare di nuovo il manzo che finì come le altre bestie, ma ci lasciò una forte lezione sulla ribellione e libertà. In memoria e in nome del manzo ribelle intervengo sulla questione dell’utilizzo dell’ex mattatoio sollevata da Massimiliano Sport Bianchini (leggi l’articolo). Da una parte c’è il Sindaco che vorrebbe destinare gli spazi all’Accademia di Belle Arti, mentre Bianchini è favorevole a un concorso di idee culturali per le associazioni. L’idea che un ente locale consegni spazi a una istituzione non mi entusiasma, che è ciò di più scontato e normalizzante si possa fare, rafforza lo stato delle cose, non le rinnova, non le inventa. All’idea di Bianchini (che dà la possibilità di generare il nuovo) invece mi piace contribuire rendendola molto pratica e diretta: visto che all’ex mattatoio ci sono spazi strutturalmente importanti ma vuoti, si faccia avanti chi, tra coloro che fanno cultura a Macerata, è in grado di rendere un singolo locale idoneo tecnicamente per svolgervi stabilmente un’attività culturale, che le proposte avanzino, e che esprimano competenza organizzativa. Per quanto mi riguarda, teatralmente potrei dire come e cosa, ma non è quello che importa in questa sede. Sono certo che in città ci sono competenze professionali e artistiche per fare di ogni singolo spazio dell’ex mattatoio una fucina autonoma di produzione culturale, senza alcuna necessità di omogeneizzare la tipologia delle proposte. Un esempio di culture eterogenee, addirittura dissonanti, che comunque coesisterebbero in un’unica collocazione spaziale. Si potrebbero attivare convenzioni pubblico-privato per l’utilizzo di ogni singolo locale, cosicché il privato che si giova dello spazio possa contraccambiare, non solo con la propria attività a beneficio della collettività, ma anche riservando giornate d’utilizzo al Comune. In sostanza il Comune, senza spendere un euro, godrebbe di un complesso culturale tecnicamente attrezzato e funzionante per molteplici attività, i privati avrebbero uno spazio ideale per progettare e realizzare con maggiore tranquillità poiché alleggeriti dai grandi costi d’affitto. Opero a Macerata da più di 30 anni, so che l’effervescenza culturale in questa città è dovuta specialmente all’estro, al coraggio, all’immaginazione di singoli artisti. Non sempre gli amministratori sono agili a cogliere e riconoscere le invenzioni organizzative e tendono a normalizzare in base a schemi già collaudati. L’ex mattatoio è un’occasione perché Macerata possa diventare indicativa anche in ambito nazionale. Molti anni fa, quando si riaprì il “Lauro Rossi”, la città perse un’occasione, quella di fare del Teatro Comunale una struttura produttiva, sull’esempio di alcuni nuovi tentativi che stavano sorgendo con coraggio in Italia e che oggi sono i migliori sia dal punto di vista organizzativo che artistico. In quel caso gli amministratori decisero di scegliere “il quieto vivere”, normalizzando il “Lauro Rossi” con le stagioni dell’Amat. Auspico che la storia non si ripeta con l’ex mattatoio, perché ci sarà almeno una bestia che si ribellerà, e stavolta non sarà macellata.
*Maurizio Boldrini, direttore Minimo Teatro
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Caro Maurizio,
te l’appoggio tutta intera.
Complimeti Maurizio, queste sono le idee da portare avanti!!!
Integro la mia precedente nota con un esempio di convenzione tra Comune ed ente privato (per ciò che più direttamente mi compete: il teatro), per mostrare come si possa attuare la gestione di ogni singolo spazio dell’ex mattatoio. È una bozza indicativa, facilmente adattabile anche ad altre realtà artistiche, impostata secondo un criterio di impegno reciproco rispettando l’importanza dell’ex mattatoio come bene comune.
Maurizio Boldrini, Minimo Teatro
Tra il Comune di Macerata e il Minimo Teatro si conviene e si stipula quanto segue:
1) Il Comune di Macerata concede in uso al Minimo Teatro il locale X presso il complesso denominato ex mattatoio, in via Panfilo.
La concessione è fatta a titolo gratuito fatto salvo quanto specificato negli articoli seguenti della presente convenzione.
2) Il Minimo Teatro si impegna a rendere tecnicamente idoneo il locale concesso per effettuarvi attività formativa, culturale, spettacolare.
3) Il Minimo Teatro utilizzerà il locale in concessione per svolgervi:
Attività previste nel programma annuale che sarà elaborato entro il 30 ottobre di ogni anno d’intesa fra l’assessorato alla cultura del Comune di Macerata e il Minimo Teatro.
Attività non rientranti in tale programma organizzate e gestite a totale cura e rischio del Minimo Teatro che dovrà comunque darne avviso alla civica amministrazione.
Attività di produzione di propri spettacoli o in coproduzione con altre organizzazioni di attività di formazione teatrale.
4) Il Minimo Teatro impiegherà nella organizzazione delle attività comprese nel programma gli eventuali fondi provenienti da contributi elargiti da Enti locali nonché da qualunque altro ente o organizzazione pubblica o privata.
5) Il Comune di Macerata utilizza il locale X, compatibilmente con le attività rientranti nel programma concordato, per un numero massimo di 50 giornate annue per lo svolgimento di attività culturali, in particolare di attività proposte da associazioni, circoli culturali, istituzioni scolastiche, gruppi spontanei, singoli artisti, ecc.
6) I lavori di piccola manutenzione del locale concesso in uso sono a carico del Minimo Teatro. La decisione e l’esecuzione dei lavori di straordinaria manutenzione restano riservati e a carico del comune di Macerata.
7) I miglioramenti e le addizioni che dovessero essere apportati al locale in concessione, dopo la stipula della presente convenzione, dovranno essere autorizzati dal Comune di Macerata e restano acquisiti gratuitamente alla civica amministrazione alla scadenza della convenzione.
8) Il Comune di Macerata, in considerazione del fatto che le attività svolte dal Minimo Teatro in esecuzione del programma integrano i programmi culturali della civica amministrazione, contribuisce alle spese inerenti alla illuminazione, al riscaldamento e alla erogazione dell’acqua potabile nel locale in concessione.
9) Il Minimo Teatro si impegna a lavorare in armonia con tutte le forze culturali del territorio e a ricercare rapporti e collaborazioni con i centri culturali nazionali ed internazionali oltre che a sviluppare quelli esistenti.
È altresì impegnato a praticare, in accordo con l’amministrazione comunale, una politica dei prezzi che consenta la fruizione delle iniziative e delle attività culturali a tutti i ceti sociali con riguardo particolare alle categorie più bisognose e meno protette.
10) La presente convenzione ha validità per un periodo di anni 9 e dovrà intendersi rinnovata tacitamente per un uguale periodo nella ipotesi in cui nessuna delle parti abbia provveduto a comunicare all’altra parte formale disdetta per mezzo di lettera raccomandata almeno tre mesi prima della scadenza.
11) Il Comune di Macerata si riserva la facoltà di recedere la convenzione in tutti i casi di inadempimento da parte del Minimo Teatro degli impegni assunti con la presente convenzione e segnatamente nella ipotesi di inosservanza da parte del Minimo Teatro del programma di attività annuale concordato con l’assessorato alla cultura.
Bellissimo pezzo, Maurizio. Intanto ti informo che in maggioranza non è stato affrontato il problema, ovvero se ne è parlato, ma in coda. Al sottoscritto mancano dati certi e sicuri per prendere una decisione. Intanto: quanti sono i metri quadrati a disposizione? ( Alcuni dicono oltre 4.000). Quali sono le opere di manutenzione? Quali sono i costi gestionali? Se ci sono, l’Accademia affronterebbe tali costi? Nel caso inverso ( entrata delle associazioni) chi sopporterebbe tali costi? E poi ancora altre domande. Appare ovvio che tu offri una alternativa, in qualche modo “sfidando” con proposte concrete l’eventuale accesso. Le altre associazioni dovrebbero fare la stessa cosa. La tesi di Bianchini, dunque, mi sembra “aperta” a tale indirizzo. Ma, come ripeto, sto discutendo sine materia ( e non è la prima volta).
ottima la proposta e bellissimo il ricordo d’infanzia a cui, parlando di spazi-teatro-mattatoio, ne associo uno mio: nel 1985, in un mattatoio romagnolo, la compagnia magazzini criminali aprì una sua rappresentazione teatrale con la macellazione di un cavallo
Speriamo che si dia ascolto allo spirito degli artisti , come dice Maurizio ce ne sono molti! Ma poco curati, ne ascoltati, cosi spero di cuore che prevalga questo spirito e non sempre lo spirito economico o dei propri interessi, o dei raccomandati che la spuntano sempre sopra a tutti sopra tutto soffocando l’arte, “ dallo spirito libero! “
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