di Marco Ricci
Nella serata di ieri si sono abbattuti sul Partito Democratico gli ultimi colpi dello sciame bradisismico che – partito dalla verifica di maggioranza – è arrivato a interessare l’intero partito. Il presunto accordo tra ex-margherita e bersaniani del “Pd Nuovo Corso” – che ha condotto Narciso Ricotta in Giunta e che avrebbe dovuto affidare al bersaniano Renis il ruolo di capogruppo in Consiglio creando un tentativo di unità – non ha infatti raggiunto i risultati sperati.
I renziani, precedentemente in maggioranza nel partito assieme agli ex-margherita, non hanno affatto gradito né l’esito della verica da un punto di vista metodologico, si sono sentiti pressochè esclusi da tutto, né da quello programmatico. Ai fan del sindaco di Firenze, inoltre, non è neppure andata giù la scelta del Sindaco di far entrare in Giunta Narciso Ricotta. Avrebbero invece preferito una riduzione del numero di Assessori in un’ottica di risparmio e di presa d’atto del momento difficilissimo in cui versa il paese e versano i partiti.
E così ieri, quando si è riunito il gruppo dei Consiglieri Pd, le cose non sono andate come da programma. Come avevamo anticipato il ruolo di capogruppo è stato assegnato infatti, a larghissima maggioranza, ad Andrea Netti. Al bersaniano Renis è sfumato anche il ruolo di vice-capogruppo che è invece finito sulle spalle dell’ex-margherita Maurizio del Gobbo. Un brutto colpo sia per la nuova maggioranza all’interno del partito che evidentemente non ha retto tra i consiglieri alla prima prova dei fatti, sia per il Sindaco stesso. Renis è considerato da tutti come uno dei Consiglieri più vicini a Carancini.
C’è da sottolineare come la scelta del gruppo consiliare crei di fatto tra i consiglieri una maggioranza diversa rispetto a quella creatasi nell’organismo dirigente del PD di Macerata. Se in quest’ultimo caso gli ex-margherita vanno adesso a braccetto con i bersaniani dell’altro PD, nel gruppo consiliare gli ex-margherita hanno messo da parte “l’altro PD ” a tutto vantaggio dei Consiglieri renziani. Una situazione di confusione, anche piuttosto trasversale, che non ha certo beneficiato dall’uscita dal gruppo di Narciso Ricotta che, negli ultimi periodi, è sembrato l’unico in grado di tenere i consiglieri sul pezzo.
Se i bersaniani ritengono l’operazione avvenuta nel gruppo consiliare come l’ennesimo tentativo strumentale dei renziani per mettere in difficoltà il sindaco e per farlo cadere in fase di discussione del prossimo bilancio, i renziani dal canto loro rispediscono al mittente. Assicurano di non avere la minima intenzione di creare imboscate e si vantano piuttosto di aver fermato un’operazione non gradita non solo loro ma, a quanto parebbe, da quasi tutti i consiglieri. Verrebbe solo da chiedersi adesso chi controlla i Consiglieri. Il partito non è stato in grado di portarli su una scelta che sembrava già fatta e anche nelle ultime sedute di Consiglio il gruppo PD è sembrato procedere spesso a briglie sciolte, incurante anche degli umori dello stesso sindaco. Come dicevamo non è certo un buon augurio in vista del bilancio e i renziani non negano di portare in discussione emendamenti cospicui in caso le proposte dell’Assesore Blunno e della Giunta non fossero gradite.
Gli sciami bradisismici, come si sa terminano in due modi diversi. O con la pace o con un gran colpo di tuono. L’ipotesi più catastrofista all’interno del PD sembra al momento la più probabile visto che in uno degli ultimi direttivi il portavoce dei renziani Giovanni Scoccianti ha letto un documento fortemente critico nei confronti del Segretario Micozzi. Inoltre, sempre lo stesso documento, paventava l’uscita dalla maggioranza qualora fossero venuti meno – come di fatto sono venuti meno – i punti su cui la maggioranza si era formata nel momento del congresso. E’ dunque ipotizzabile che, durante il direttivo in programma per la serata di oggi, i renziani escano dalla maggioranza formalizzando il gesto con le dimissiono di Scoccianti dalla segreteria di Micozzi. Nonostante “l’altro PD” eviti di commentare quanto accaduto ieri per non chiudere definitivamente la porta all’intesa, nessuno dei renziani da un chiaro segnale di volersi infilare nel varco. Probabilmente dunque siamo solo all’inizio di un lungo scontro che, come sta avvenendo a livello nazionale, si spinge anche nella nostra città.
Se dunque la verifica doveva avere come scopo anche il raggiungimento all’interno del Pd di una situazione più serena e di un’unità che avrebbe permesso di guidare meglio il gruppo consiliare durante gli ultimi due anni di mandato di Carancini, è evidente come questa strategia non sia riuscita. Al contrario la verifica sembra aver unito quei consiglieri proprio più critici nei confronti dell’operato della Giunta, mettendo in un angolo Romeo Renis e il neo-consigliere Marco Morresi. E questa non è certo una buona notizia per l’Amministrazione, già sotto il tiro dei Comunisti Italiani e del Centro Democratico di Guido Garufi. Il direttivo di stasera, come detto, sarà cruciale per sapere come andrà a finire all’interno del PD. Per la maggioranza comunale saranno invece cruciali le lunghe giornate del bilancio.
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Spaccatura!!! Ancora??? Ed ora che si fa???? reggerà la giunta???
No, cioè io propongo subito una nuova verifica…
A proposito di confusione, sarò scarso in italiano ma un tratto dell’articolo (quello a fianco della foto di Micozzi e Renis) non l’ho proprio capito!
In effetti ho scritto male e cmq prima c’era un refuso.
In sintesi: se R=reziani M=ex-margherita, B=bersaniani grossomodo ho inteso dire che:
1) In direttivo comunale M+B 2) in consiglio M+R
In realtà le cose sono più sfumate perché, per quanto riguarda il consiglio, i gruppi sono più eterogenei. Ad esempio, oltre alla diversa sensibilità politica, c’è anche una diversa valutazione sul Sindaco che va a complicare le cose… 🙂
Caro Marco, per amor di verità e per quanto possa interessare ai lettori (o non interessare, probabilmente) la notizia, devo correggere almeno parzialmente la tua ricostruzione. Preliminarmente perchè, da sempre, il partito non è abilitato a decidere della designazione del capogruppo (competenza esclusiva del gruppo consiliare) e se quindi qualcuno (ma non saprei chi) ha pensato di poter indirizzare l’espressione di voto ha sbagliato; nel merito perchè l’elezione di Andrea Netti è conseguente ad un’ampia discussione al termine della quale altri consiglieri che pur si erano dichiarati disponibili per assumere l’incarico (non facile, convengo) hanno preso atto che la grande maggioranza del gruppo era favorevole ad una linea per così dire, naturale, di successione nell’incarico da parte del già vice capogruppo, giovane, preparato e disponibile ad assumere questo ruolo. Tutto qui, per quel che mi riguarda, essendo stato presente alla riunione. Che poi ci possano essere o ci siano discussioni aperte nel PD è altra questione, a tutti nota, dal livello nazionale a quello locale ed è anche bene che ci siano. Che poi sulle cose ci si ricami è pur possibile, chi potrebbe negarlo. Ma sul capogruppo è andata così, su come andrà la discussione nel partito lo si vedrà nel prossimo futuro, questioni aperte ce ne sono e, in un modo o nell’altro, dovranno essere affrontate e risolte (almeno così spero). Un caro saluto.
Povero PD!!!!!!!!!!!
Confesso di non essere riuscito ad arrivare in fondo, nonostante abbia preso la rincorsa 2 o 3 volte. Altro che politichese, questo è arabo e temo che lo sia, non nella forma, ma nel contenuto.
Caro pd, metti fine a questa vergogna! Se avete i numeri e la forza governate la città che avete distrutto negli ultimi 15 anni, altrimenti andatevene a casa e non ammorbateci più con le vostre inutili elucubrazioni, divisioni ed elucubrazioni vuote e senza alcuna attenzione si veri problemi dei maceratesi! Basta, abbiate almeno un sussulto di dignità’ e pudore!
E se uno che sta per suicidarsi non si suicidasse più?
Ai politici di Macerata concederei l’invalidità totale per completa cecità e sordità. Sono sicuro che nessuno avrebbe nulla da ridire.
Ma i residenti della “CIttà della Pace” e di “Maria”, che aspettano ad allearsi con il Diavolo e ribellarsi?