“Tifosi della Maceratese trattati come bestie”
La Tardella e il Cda si dimettono

Clamorosa decisione della dirigenza biancorossa. La presidentessa è furiosa con il sindaco: "Oggi abbiamo superato il limite, i nostri sostenitori vengono allontanati dallo stadio non potendo parcheggiare nelle vicinanze, mentri a quelli della Lube è consentito tutto. Aspettiamo da mesi la convocazione della commissione provinciale per aprire la gradinata. Carancini se ne frega dei problemi della Maceratese? Bene, adesso sono problemi suoi"

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Tardella-in-tribuna

La presidentessa Maria Francesca Tardella allo stadio

 

di Filippo Ciccarelli

“Io, Francesco Launo e Paola Piangiarelli ci siamo dimessi dal consiglio di amministrazione della Maceratese, in quanto incapaci di avere risposte dall’Amministrazione comunale e dalla Questura. Che sia il sindaco ad assumersi la responsabilità della squadra. Io mi tiro indietro” . E’ furente Maria Francesca Tardella, a poche ore di distanza dalla netta vittoria che i suoi ragazzi hanno ottenuto contro il San Nicolò (leggi l’articolo). Sul tavolo ballano tante piccole questioni mai risolte che hanno via via assunto un peso sempre maggiore, fino a rompere il giocattolo biancorosso, con tutte le conseguenze del caso.
“Sono 6 mesi che aspettiamo la commissione provinciale per l’apertura della gradinata. Questa commissione non si riunisce mai. Ci hanno fatto togliere il divisorio per la zincatura, doveva durare tre giorni, è fuori da tre settimane” spiega la presidente dimissionaria.

“Oggi abbiamo superato il limite. I nostri tifosi devono passare da via Panfilo, non possono parcheggiare davanti allo stadio, quando quelli del San Nicolò sono stati fatti entrare in tribuna. Noi non abbiamo preso mai multe per intemperanze comportamentali, ma veniamo trattati come bestie. A chi va a vedere la Lube è consentito parcheggiare pure in galleria: a questo gioco io non ci sto più”.

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Il sindaco Carancini con Francesco Launo la scorsa estate durante la presentazione della Maceratese

E’ soprattutto il sindaco Carancini l’oggetto degli strali di Mariella, come la chiamano i tifosi, che si dice “esasperata” dai continui silenzi e rinvii della politica maceratese, in particolare di quelli del primo cittadino, latitante nel mantenere i rapporti tra la (ex?) dirigenza e l’amministrazione.

“Ho rapporti con i sindaci di tantissime città, ma a quello di Macerata non interessiamo. L’unica volta che è venuto allo stadio è stato per parlare della vicenda piscine con l’ex presidente della Maceratese, non ha degnato di uno sguardo nessuno componente del nostro cda. Carancini se ne frega dei problemi della Maceratese? Bene, adesso sono problemi suoi. Da stasera io sono fuori dai giochi”.

Parcheggi e questione sicurezza che, insieme alla lentezza delle commissioni che dovrebbero decidere, pesano sulla Maceratese, seguita comunque da un pubblico che fa registrare presenze da serie B. “I nostri tifosi sono straordinari, hanno capito il momento e i bisogni della società, sono sempre corretti. Forse qualcuno vuole farci pagare il fatto che su internet sono stati messi video e foto del derby con la Civitanovese, ma non siamo noi a dover pagare se vengono dati dei Daspo per eccesso di festeggiamenti.  Da mesi piove negli spogliatoi, non abbiamo detto niente. Ma almeno non ci mettessero i bastoni tra le ruote, se la Maceratese è un problema io smetto di buttare via i soldi: Carancini ha il mio telefono, se vuole può chiamarmi, ma io sono davvero stufa di tutto questo”.

A Macerata le misure di sicurezza sono spesso finite nell’occhio del ciclone, anche da parte di quei tifosi meno “festosi” che, sedendo in tribuna, hanno accolto con rabbia la decisione odierna di chiudere il parcheggio per la partita col San Nicolò, o la chiusura dei cancelli dopo la partita contro l’Isernia per far defluire la ventina di supporter ospiti.

“Io quello che dovevo fare l’ho fatto, avrei continuato a farlo, perché questi tifosi se lo meritano, perché sono splendidi e il signor sindaco si deve ricordare che sono cittadini di Macerata. Sono cittadini – votanti – di Macerata. Siccome lui è il primo cittadino questa cosa lo deve preoccupare – conclude la Tardella – oggi hanno passato tre ore sotto l’acqua senza aver creato problemi, sono splendidi. Domenica scorsa a Recanati tra noi e i tifosi avversari c’era un metro di distanza e non c’erano barriere. Non è volato un foglio di carta. Se il sindaco pensa che i
suoi cittadini siano incivili, barbari e somari è libero di farlo, io sono libera di non accettare questo modo di fare”.

Le dimissioni a sorpresa del cda biancorosso rimettono in discussione il cammino della Maceratese nel campionato di serie D: un cammino straordinario da quando è iniziata la gestione Tardella, che affidandosi a Claudio Cicchi, Guido Di Fabio e al suo staff di collaboratori ha preso una realtà uscita dai playout di Calcinelli e l’ha portata (al momento) seconda in serie D, a una manciata di punti dal professionismo, davanti a piazze come Ancona  e San Benedetto. La dirigenza biancorossa ha dimostrato e sta dimostrando con i fatti di poter riavvicinare i maceratesi alla squadra, di poter far sognare una città e di portare calcio di qualità dopo un decennio di latitanza, dove i biancorossi hanno calcato campi di periferia sconosciuti anche agli atlanti geografici. Ora sta alle istituzioni dimostrare che i valori dello sport, dell’aggregazione, del tifo non sono solamente spot elettorali o belle parole.



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