di Filippo Ciccarelli
Il prossimo 25 novembre il popolo del centrosinistra è chiamato a scegliere il proprio leader, che sarà candidato premier alle prossime consultazioni politiche nazionali. Nonostante il gradimento del centrodestra sia ai minimi storici da quando esistono Lega e Pdl, dall’altra parte la situazione non è chiara: gran parte della base ma anche del gruppo dirigente dell’Idv ed Antonio Di Pietro sono alla resa dei conti, l’Udc intima al Pd di non allearsi con Sel, pena l’abbandono del partito centrista, analoghe minacce arrivano da Nichi Vendola. Ma la situazione è altrettanto caotica nel primo partito del centrosinistra, con la candidatura di Matteo Renzi (leggi l’articolo della sua visita a Macerata) in aperta sfida all’attuale leadership del partito, rappresentata dal segretario Pierluigi Bersani. I due colleghi di partito del Partito Democratico sono i più accreditati per la vittoria finale, ma hanno presentato la propria candidatura anche Laura Puppato, Bruno Tabacci e Nichi Vendola.
Domani, domenica 11 novembre, sarà possibile registrarsi al voto per le Primarie del centrosinistra iscrivendosi agli appositi banchetti presenti in Corso Cavour nella mattinata e in Corso Matteotti (all’angolo con Piazza Cesare Battisti) nel pomeriggio. Potranno essere chieste tutte le informazioni in merito alla partecipazione al voto ed eventualmente registrarsi sottoscrivendo l’appello “Italia. Bene Comune” , versando almeno due euro. Verrà rilasciato un certificato elettorale con cui presentarsi il giorno del voto. L’iniziativa dei banchetti verrà ripetuta domenica 18, mentre dal lunedì al venerdì, dalle ore 18 alle ore 20, la registrazione potrà essere compiuta nella sede del Partito Democratico maceratese, in via Spalato 6.
Anche nel capoluogo renziani e bersaniani si sfidano, in vista delle imminenti primarie: la netta maggioranza degli iscritti al Pd maceratese sostiene l’attuale segretario del partito. Tra gli altri, appoggiano la candidatura di Bersani il consigliere regionale Angelo Sciapichetti, il vicesindaco Irenze Manzi, l’assessore Alferio Canesin, il presidente del consiglio comunale Romano Mari e Renato Pasqualetti (leggi l’articolo). I renziani si sono compattati invece intorno ai giovani accocati Nicola Perfetti, proveniente dall’Udc, Alberto Binanti, ex Fli, ed Andrea Giuliodori, iscritto al Pd. Si tratta di una composizione molto più eterogenea rispetto al comitato per Bersani, a cui aderiscono tuttavia anche alcuni dirigenti del Pd come Graziano Pambianchi, gli ex assessori comunali Mauro Compagnucci e Stefano Di Pietro e i consiglieri comunali Ulderico Orazi e Maurizio Romoli (leggi l’articolo).
A Nicola Perfetti, coordinatore comunale del comitato per Renzi, e Ninfa Contigiani, componente del gruppo Macerata per Bersani, abbiamo chiesto di raccontare la sfida per le primarie che si sta vivendo a Macerata.
Da quanto tempo è in politica?
Perfetti: “Sono un novizio, per un periodo sono stato iscritto all’Udc, ma questa è la mia prima vera esperienza”.
Contigiani: “Nel senso della militanza volontaria da quando avevo 17 anni. Sono sempre rimasta nel centrosinistra, ho vissuto le esperienze del Pds, dei Ds ed ora del Pd”.
Perché ha scelto di sostenere la candidatura di Pierluigi Bersani?
Contigiani: “Ho scelto di sostenere Bersani perché ha già dato prova, essendo stato ministro, di avere competenze, doti di equilibrio e anche capacità fattive. Io credo che in questo momento di crisi in cui noi viviamo ci sia bisogno di capacità di questo tipo, di un’esperienza già dimostrata sul campo, oltre alle capacità di equilibrio e di ascolto, perché questo consente di aprire lo spazio ad idee nuove”.
Perché ha scelto di sostenere la candidatura di Matteo Renzi?
Perfetti: “Perché mi ritrovo in quelle che sono le sue idee e del suo programma. Nonostante quello che alcuni dicono, ha un programma ben strutturato. Serve un ricambio della politica, che non passa necessariamente per traumi ma attraverso idee nuove, che possono essere cavalcate e dette anche da chi è in politica da molto tempo, ma sarebbe meglio che sia condotto da facce nuove”.
E’ vero che Renzi piace anche a destra perché assomiglia a Berlusconi?
Contigiani: “Io penso che sia una brutta semplificazione. Penso che Renzi piaccia anche a destra perché sta facendo una campagna per le primarie che comunica in modo molto semplificato e che punta a dare un’immagine di soluzione semplice ai problemi, anche se a volte mi pare che giri intorno alle soluzioni concrete. In questo senso è in comunicazione con una cultura di destra che da sempre privilegia una lettura un po’ più di superficie delle cose, utilizzando un linguaggio funzionale al campo del centrodestra”.
Perfetti: “No assolutamente. E’ ovvio che sia stato fatto questo giochino secondo cui Renzi è quello che va a cena da Berlusconi, in realtà era un sindaco che andava a conferire col Presidente del Consiglio per parlare della città che amministrava. Si può discutere sulla scelta della sede non istituzionale, ma mi sembra che ci sia stata solo strumentalizzazione. Renzi non assomiglia a Berlusconi e non capisco perché debba essere paragonato a lui, forse per via della personalizzazione della politica, ma la questione del leader il centrosinistra la conosce da decenni. Chiedo anzi, a chi sostiene questa somiglianza, di spiegarla punto per punto”.
E’ vero che Bersani rappresenta la classe dirigente ingessata del Pd che ha contribuito al declino politico dell’Italia?
Perfetti: “Bersani mi sembra sia una persona rispettabilissima, umanamente parlando. Sicuramente è un uomo della nomenclatura che, nel bene o nel male, è al governo di un partito da diversi anni, da decenni direi. E’ un uomo di apparato, sicuramente non il nuovo che avanza”.
Contigiani: “I renziani propongono la rottamazione tout-court e “aggrediscono” una classe dirigente senza però distinguere. Non penso che Bersani sia parte di quella classe ingessata: Bersani sta dando una buona prova di equilibrio e di grande generosità come segretario del Pd, avrebbe potuto portare immediatamente il partito alle elezioni dopo la caduta del governo Berlusconi, invece si è assunto una responsabilità, sapendo benissimo che questo avrebbe significato farsi indietro rispetto ad una sua potenziale elezione. A mio modo di vedere non è assolutamente il più rappresentativo di quella classe ingessata di cui i renziani parlano”.
Anche a Macerata la maggior parte dei giovani del Pd sostengono Renzi?
Contigiani: “Per quanto mi risulta no. I giovani che conosco e con cui mi capita di parlare non mi sembrano particolarmente affascinati da Renzi. I nomi pubblici che ho visto tra i coordinatori del comitato Renzi mi sembrano invece candidati all’autorottamazione: io faccio politica per passione da quando avevo 17 anni, ma non ho mai ricoperto incarichi di nessun tipo che non fossero quello di puro volontariato, non ho mai avuto incarichi istituzionali. Non mi sento particolarmente vecchia della politica, mi sento di aver maturato esperienza e penso ci sia bisogno anche di esperienza in politica. Perfetti? sono stupita nel vederlo in uno schieramento che non era culturalmente il suo, vedremo se durerà o se questa sarà per lui un’esperienza passeggera”.
Perfetti: “Direi di no, ho avuto contatti con diversi giovani che sostengono Bersani. Probabilmente i giovani all’interno del partito sono pro-bersaniani, invece noi siamo più trasversali, ci riferiamo sia a chi è interno al Pd sia a chi è disamorato dalla politica proposta da altri. Mi pare che i bersaniani si rivolgano a chi è già nel partito o in orbita del centrosinistra, noi invece parliamo anche ai delusi di centro e centrodestra, basta che siano democratici e che si possano riconoscere nel nostro dna”.
Come giudica l’elezione di Paolo Micozzi a segretario del Pd maceratese?
Contigiani: “E’ il risultato democratico di un congresso che è stato un momento, appunto, di democrazia. C’era bisogno di un dibattito aperto e franco come quello che c’è stato. Micozzi ha preso una buona maggioranza e quindi spero che la sua candidatura serva affinché il Pd a Macerata venga rinnovato”.
Perfetti: “Ne sono contentissimo, Paolo è un collega, un amico e lo stimo dal punto di vista umano e professionale”.
Quale politico del Pd locale vorrebbe “rottamare” ?
Perfetti: “La rottamazione non è nei confronti del politico. E’ nei confronti di una categoria politica, di un modo di fare politica. Il nostro non è un movimento giovanilista, volgiamo un modo di fare politica che sia meno farraginoso, meno da sinedrio. Cerchiamo un modo di fare politica più aperto e che sappia coniugare concetti come solidarietà e merito, memoria storica e sapienza con la gioventù”.
Contigiani: “Penso che non siano i singoli individui a dover essere rottamati. Il partito dovrebbe prendere però delle posizioni che facciano del ricambio generazionale un fatto vero e non solamente uno slogan. Vanno rottamati alcuni modi e concezioni di fare politica, che non riavvicina la gente normale ai partiti, non credo che le singole persone siano il male da combattere”.
Cosa pensa del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo?
Contigiani: “Penso che sia assolutamente populista. Ne capisco la nascita e lo sviluppo, la politica tradizionale è oggettivamente inadeguata, ma ritengo che il Movimento sia l’ennesimo tentativo di affidarsi all’uomo solo al comando, che non penso risolva i problemi. Mi pare che pensi solo a distruggere, senza avere una pars costruens che per uscire dalla crisi è necessaria. Mi sembra che sia rappresentativo di uno dei difetti tipici degli italiani, il voler scaricare addosso le responsabilità a qualcun altro e nel cercare la personalità del momento senza guardare un po’ più in là”.
Perfetti: “E’ un movimento che è accreditato del 20% e che non si può ignorare. Va compreso, studiato e capito, non si possono dare giudizi affrettati verso un movimento su piazza da pochissimo tempo. Ma è anche simbolo della disaffezione che gli italiani hanno verso i partiti politici: secondo me si sta riproponendo lo stesso fenomeno politico del dopo tangentopoli, quando la Lega prese una valanga di voti approfittando del malcontento della gente, raccogliendo preferenze trasversali. Ovviamente non si possono paragonare il Movimento 5 Stelle e Lega, ma il malcontento e la disaffezione mi sembrano le stesse. Noi cerchiamo di rinnovare il Pd per intercettare questa sfiducia della gente nei confronti della politica”.
***
L’APPUNTAMENTO – I Democratici di Macerata volgono lo sguardo verso l’Europa e pongono al centro del dibattito, in vista delle primarie, le ricette messe in campo dai progressisti europei per affrontare la crisi, condensate nella cosiddetta Carta di Parigi, che insieme alla Carta d’ Intenti del Pd costituiscono le bussole programmatiche per battere la recessione.
Lunedì 12 novembre arriverà in città l’europarlamentare Roberto Gualtieri per partecipare all’incontro pubblico “Il coraggio dell’Europa: la crisi e l’agenda dei progressisti europei”, che si terrà alla Sala della Biblioteca Mozzi Borgetti alle 17.30. Accolto dai saluti del primo cittadino Romano Carancini, Gualtieri si confronterà con l’assessore regionale Pietro Marcolini, il consigliere provinciale Daniele Salvi, il consigliere regionale Angelo Sciapichetti e Caterina Rogante, esponente dei Giovani Democratici e tra i coordinatori del comitato cittadino a sostegno di Pier Luigi Bersani.
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Bersani mi è estremamente simpatico e certamente è una brava persona.
Pero’ preferisco puntare su Renzi per lo spirito di rinnovamento che esprime. Non un cambio solamente generazionale, sarebbe sbagliato. Semplicemente sostituire a chi non ha piu’ l’entusiasmo di fare e di costruire una società migliore chi questo entusiasmo lo ha e lo esprime.
Sarebbe sbagliato certamente buttare a mare tante ottime e sane esperienze, quelle vanno conservate, pero’ c’è certamente tanto da buttare a mare.
Buon lavoro a Matteo Renzi.
Ammazza che rinnovamento!!! se la foto non è taroccata Pambianchi sta con Renzi!!!
ahahahahahah Pambianchi che cerca il rinnovamento.
Che ci spiegassero che fine farà Valleverde, Piazza Pizzarello massacrata ed in fallimento, tutte le costruzioni iniziate che non finiranno mai.
Se volete davvero il rinnovamento abbiate la delicatezza di non tirar fuori ancora Ciaffi e Pambianchi!!
In realta’ Renzi e’ soltanto la reazione alla scomparsa di Berlusconi. Senza Berlusconi e’ venuta a mancare al partito la tensione, quella mobilitazione inutile e perpetua che tuttavia ha fatto da volano e macchina da voti per il PD.
Privi di qualcosa CONTRO cui mobilitarsi, gli elettori PD non saprebbero riconoscersi in un mondo di politica ove si debbono confrontare i programmi e si deve convincere l’elettore, ed oggi come oggi ad essere onesti pochissimi elettori del PD sanno spiegarvi per quale ragione il PD governera’ bene e che cosa fara’ di preciso che non avrebbe fatto anche Monti.
Questa base va al voto come si va alla guerra,questa base fa politica solo se si mobilita contro qualcosa, ma sfortunatamente gli unici avversari contro cui scagliarsi sono Grillo ed il vuoto spinto lasciato dall’uscita di Berlusconi dalla scena. Entrambi non sono semplicemente affrontabili.
Cosi’ si sono inventati una mobilitazione generale per i giovani, il cambiamento, le donne, e tutte le solite parole d’ordine, ma contro IL PD STESSO. Lo scopo e’ quello di far arenare Renzi, nello specifico modo con cui Renzi dira’ di fidarsi del partito e di seguire le regole. E lo faranno: una volta svegliati e radicalizzati, andranno a votare come sempre e voteranno come sempre per le persone di sempre.
E’ la bandiera per cui mobilitarsi, e’ la cosa che fa discutere, che fa credere agli elettori che il partito esista, che abbia delle regole e delle istituzioni, che non sia un fantasma che vivacchia all’ombra di Berlusconi ma una cosa con una politica interna per la quale valga la pena di appassionarsi.
E una volta appassionato, si sa, l’elettore va a votare.
( da Google )
Concordo pienamente con il commento del Sig. Roberto Cherubini. Ma, visti i personaggi che si riciclano intorno alla figura di Matteo Renzi, penso che Macerata sprofondera’ ancora di piu’ nella sua decadenza !!!
Con questo sistema elettorale non vincerà nessuno e finiremo nel caos, caos in cui opportunisti e demogoghi come Grillo sguazzeranno beatamente. Finiremo come la Grecia, senza governo, falliti, umiliati e ridotti a fare l’elemosina in giro per l’Europa per pagare pensioni e stipendi.
Alla classe politica di tutto questo, naturalmente, non importa perchè comunque si sono garantiti contro rischi e infortuni vitalizi per loro, i loro familiari, amici e amanti. Il problema sarà delle persone comuni senza paracaduti politici. Abbiamo ammirato l’America con la campagna presidenziale e per il rinnovamento di una parte delle Camere. Una campagna chiara, limpida, senza insulti e bassezze, dove i candidati ci hanno messo la faccia, hanno detto quello che pensavano e si sono rimessi infine alla volontà degli elettori, i quali si sono precipitati in massa alle urne (file anche di 5 ore per votare).
Situazione politica italiana: un porcile dove sguazzano i maiali più disparati, delinquenti, pu…eri, pro…te, ecc… potrei continuare ore e ore a trovare aggettivi. I nomi ormai, purtroppo, li sapete tutti.
Se si vuole cambiare questo schifo che è la politica italiana occorre un nuovo sistema elettorale. Il sistema elettorale maggioritario uninominale a turno unico per es. come esiste in America o Gran Bretagna favorisce il BIPARTITISMO o TRIPARTITISMO. Secondo voi sarà meglio o peggio per l’Italia? Informatevi, fate i confronti con altri sstemi elettorali e poi valutate voi. Questa politica si può cambiare!
Matteo Renzi è il “miciopardo” del PD che vuole cambiare perché nulla cambi.
Possono succedere diverse cose:
Renzi vince le primarie. In tal caso, si va al congresso straordinario per confermare la carica di presidente, e puf, Renzi non ottiene la maggioranza. Ma e’ sportivo e dice che le regole sono regole e lui non vuole fare scissioni. Quindi, i suoi fans voteranno il PD perche’ le regole sono regole.
Renzi perde le primarie. In tal caso, Renzi e’ sportivo, e come ha detto dopodiche’ si rema tutti dalla stessa parte, perche’ le regole sono regole e lui non vuole fare scissioni. Quindi, i suoi fans voteranno il PD perche’ le regole sono regole.
Renzi vince le primarie. Lo accettano come segretario de facto. Il congresso si fa DOPO le elezioni. Prima o poi si fa, del resto. Il Congresso abbatte Renzi e mette qualcun altro, tra i soliti, al suo posto. Ma ormai hanno votato e le poltrone sono al sicuro per 5 anni.
Sono daccordo con pigi78: qualunque persona diventerà primo ministro con questa legge o con un’altra farà la stessa fine dei governanti in Europa che hanno vinto le elezioni quest’anno:
Spagna: c’erta una colazione socialista, ha vinto il PPS, si continua con tagli e tasse e continua l’impoverimento della popolazione perché glielo ha ordinato l’Europa (ossia la Germania).
Francia: ha vinto la coalizione di sinistra, facendo tante promesse in campagna elettorale; il Presidente Francese ha dovuto aumentare le tasse e a fine anno il pil francese sarà negativo!!!!!!! (come si dice era meglio quando era peggio!!!!!!!!!!!)
Per l’Italia sarà la stessa cosa. Come si potrà fare ? Usciamo dall’euro!!!!!!!!!!! No perché altrimenti si sta peggio di adesso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Siamo in un punto di non ritorno!!!!!!!!!!!!!!
Ma che vi volete contendere, se questo rapporto della Citigroup è vero, come io non ho motivo di non credere sia vero ? I lettori del Fatto Quotidiano, Unità, Manifesto e Repubblica si astengano dallo screditare i contenuti, cortesemente, solo perchè a firma Franco Bechis.
Un rapporto di Citigroup: il governo non ha avuto il coraggio di riforme incisive. E sul debito pubblico ha fallito
Prima condizione: via il Porcellum, perché non deve essere possibile che gli attuali partiti italiani così frammentati possano contare su un premio di maggioranza così alto. Seconda condizione: voto anticipato a febbraio, perché così il nuovo governo verrà nominato da Giorgio Napolitano. Terza condizione: l’Italia dovrà chiedere aiuto finanziario all’Eurogruppo, in modo che la Trojka possa porre condizioni che determino il prossimo programma del governo italiano. Quarta condizione: l’Italia dovrà avere una nuova grande coalizione fra le principali forze politiche, guidata da personalità tecniche di prestigio. Quinta condizione: a capo di questo governo non dovrà essere Mario Monti, perché la sua personalità è più utile al Quirinale, il cui peso è cresciuto molto in questi anni, e da lì sarà in grado di offrire maggiori garanzie agli essenziali partner europei.
Le cinque condizioni (ma ce ne sono molte altre di dettaglio) sono contenute in un corposo rapporto di circa un mese fa di Citigroup, il colosso della finanza americana, che in 132 pagine vorrebbe spiegare ai propri clienti se puntare o meno (e dove) le proprie finanze sull’Italia. La scaletta sul futuro politico di Roma è contenuta a pagina 19 del rapporto (compilato a più mani, con firme americane e italiane), sotto il titolo “Our favoured scenario”, vale a dire lo scenario più gradito agli americani. Poche pagine prima viene descritto con toni da tregenda il quadro politico, economico ed istituzionale dell’Italia. Si tessono grandi elogi a Monti e al suo governo, soprattutto per la capacità mostrata come pr dell’Italia nelle relazioni internazionali. Ma il giudizio non è poi così sostanziale, perché secondo Citigroup il premier ha fallito in obiettivi fondamentali come «ripristinare la fiducia negli italiani dopo avere spiegato le ragioni della crisi», «modificare le cattive abitudini e le mentalità degli italiani», «ridurre il debito pubblico» e dare una squadra di governo di livello almeno comparabile alle qualità di Monti: «la performance di molti ministri tecnici è stata assai modesta».
Altro passaggio, non lo riporto tutto.
“Per descrivere l’umore dell’elettorato la banca americana conia uno slogan molto efficace: gli elettori hanno messo al centro del loro desiderio più «absolute bread» che «spread». Bread e non spread. Pane e non tassi di interessi, è per questo che ora andranno a votare gli italiani. Così la principale missione che Monti aveva agli occhi della finanza internazionale, è andata a farsi benedire. Secondo Citigroup per fortuna è vero che Monti più volte ha detto di non avere bisogno dell’aiuto finanziario degli altri Paesi europei, ma questa era solo una bugia comprensibile: l’Italia chiederà quell’aiuto, perché la sua situazione economica e finanziaria non può permettersi alternative. È una fortuna che consente ai capitali stranieri di stare ancora a guardare, invece di battere in ritirata nel caso in cui possano vincere e ottenere la premiership formazioni politiche populiste come il Movimento 5 stelle. Se infatti sarà la Trojka a comandare, l’Italia avrà un menù obbligato e «light» rispetto alla versione imposta ai greci, che renderà meno rischioso il passaggio elettorale.
Intervista utile e interventi a volte interessanti. Chi sa comunichi. Chissà che non ne venga qualcosa di buono e costruttivo.
@Paoolo. L’antiberlusconismo ha nuociuto al PD e alla Sinistra in genere, quindi la teoria che abbia bisogno di inventarsi chissà quale conflitto per raccogliere voti è ridicola.
Gianpaolo
quanto riportato da Paoolo però ,è anche quanto è scritto nel rapporto della Citigroup nelle parti che ho omesso. E infatti così seguita e conclude l’articolo di Bechis.
” Il rischio potrebbe essere mitigato anche dall’approdo di Monti al Quirinale e non a Palazzo Chigi, perché secondo Citigroup quello «è un ruolo probabilmente molto più importante di quello da primo ministro per garantire il futuro delle relazioni fra l’Italia e i partner europei». Al governo può andare chiunque, sorretto da una grande coalizione di molti partiti il più frammentati possibile. La banca americana che considera ancora in gioco anche nel futuro Silvio Berlusconi, ma con numeri che non potranno consentirgli di andare al governo («però potrà proteggere ancora le sue aziende») sembra non fidarsi molto nemmeno della coalizione Pd-Sel: «Il Pd», spiegano, «è un partito che è stato creato fondendo insieme laici comunisti e cattolici. Fino a quando il loro obiettivo è stato combattere Berlusconi, le varie anime e i vari leader di quel partito sono riusciti a stare insieme. Ora che quel problema non c’è più e che il Pd è il primo partito, l’insostenibile leggerezza della sua visione di lungo termine è venuta in superficie. La loro agenda varia da un sostegno acritico alle politiche di Monti al loro totale ripudio. Saremmo molto sorpresi che il Pd possa raggiungere le prossime elezioni nella sua attuale forma, con questa leadership e con questo perimetro».
E’ talmente evidente che i gruppi di potere, specie quelli finanziari, vogliono continuare ad esercitare il loro potere. Mancando la destra lo vorrebbero fare con sinistra di Renzi.
Le due anime del PD, ex comunisti ed ex democristiani, non so per quanto tempo potranno ancora convivere venendo a mancare il nemico comune Berlusconi.
Pur non condividendo al 100% le sue idee ma riconoscendogli l’onestà intellettuale io tifo per Vendola.
Questi signori tutti che si scervellano per rendere ingovernabile l’Italia penso che avranno delle brutte sorprese.
……… il “solito” Vendola che fara’ cadere il governo se governasse la sinistra……..
@Tamara. Come non condividere? Nulla di più evanescente del PD. Lo dice il nome stesso, Partito Democratico. Non c’è stata la possibilità di aggiungere altro ad un nome così generico. Ma io contestavo la questione dei voti. L’antiberlusconismo in termini di voti non ha giovato a nessun Partito della Sinistra.
ah ho capito Gianpaolo, sì giusto.
L’altra sera ascoltavo Verdone a Otto e Mezzo e diceva che come comico e regista di film commedia è in crisi, sempre più difficile far ridere perchè la realtà ha superato di gran lunga la fantasia. Il suo personaggio politico in Gallo Cedrone del ’99 che voleva asfaltare il Tevere per farne una strada a tre corsie ed eliminare il traffico ( se score, se score…) è stato superato dalla politica in carne ed ossa che ha reso possibile cementificare anche i letti di fiumi ( vedi alluvione in Liguria), e allora su questo argomento mi è tornato in mente lo spezzone del film The International sul controllo del debito da parte delle banche…e già!
http://youtu.be/sjEmyOUfrGk
Caro Matteo (Renzi), mi avevi convinto a darti la mia adesione, nonostante la mia avversita’ alla sinistra italiana. Purtroppo, visti alcuni personaggi che ti sponsorizzano davanti ai banchetti per la racccolta delle firme, saro’ costretto a restarmene a casa, sperando che una buona volta qualche personaggio di Grillo si faccia avanti.
Purtroppo certe persone sono tanto ricche di amor proprio e così povere di amore per i valori e le idee che dovrebbero sostenere da far finta di non rendersi conto quando è ora di fare un passo indietro.
personalmente parto dal principio che tutti i partiti presenti nei parlamenti e/o consigli hanno approfittato della buona fede dei loro cittadini depauperandoli, creando un buco nero, il famoso DEBITO PUBBLICO. Questo buco nero non è stato usato per migliorare i servizi o fare degli investimenti ma bensì per cercare di accaparrarsi voti (in alcuni casi pagandoli) per potersi mantenere al potere. Si sono ingrassati a spese nostre, hanno fatto investimenti assurdi che in molti casi giacciono incompiuti.
Improvvisamente salta fuori un Renzi, guarda caso sponsorizzato dalla finanza, quella finanza che con lo spread ci sta mettendo definitivamente a KO.
Noi, i nostri figli ed i nostri nipoti dovremo lavorare come schiavi con l’unico obiettivo di pagare gli interessi del nostro debito pubblico. Un fervido ringraziamento a tutti i politici. Grazie.
@ Cherubini
Secondo te, nuovo per nuovo, dal momento che Sciapichetti sta con Bersani, Ciaffi con chi sta?
Trovatevi un lavoro onesto, ladri!
La ghigliottina, altro che il voto!
il popolo del centrosinistra è chiamato a “scegliere” il proprio leader.
Hahaha, come se cambiasse qualcosa se è uno o l’altro…è chiaro che non cambia nulla, seguono entrambi la stessa agenda, che logicamente non è quella di aiutare i cittadini…ci danno solo l’illusione della scelta, in entrambi i casi ce lo metteranno dove non batte il sole, in un modo o l’altro, svegliatevi…
Ecco i risultati dei primi sondaggi online. Per i lettori di Corriere.it la vittoria del sindaco di Firenze è clamorosa: il 44 per cento dei votanti sono per lui, contro il 28,1 di Bersani, il 15,3 di Vendola e i residuali 6,8 e 5,8 di Puppato e Tabacci. Per l’Huffington Post Italia la sfida è più dura, ma il rottamatore è ancora in volata: Renzi primo col 26,41 per cento dei gradimenti, il segretario Pd alle calcagna con il 25,35, Vendola a rimorchio col 20,42, tallonato però dalla Puppato al 19, mentre Tabacci chiude malinconico all’8,8 per cento. L’unico sondaggio che fa sorridere Bersani, invece, è quello di Repubblica.it: il duo di testa è in volata con il segretario primo con il 33 per cento dei voti e Renzi secondo al 31; staccato di venti punti segue Vendola al 12 (anche se il vero terzo classificato è la voce “non so” al 15), mentre in coda ci sono i soliti Tabacci e Puppato, rispettivamente 5 e 4 per cento.
c’è chi si pone delle domande come Filippo e chi cerca di condizionare il prossimo voto attraverso i soliti inutili sondaggi come gabor, ma a che pro?
c’è valerio che conosce l’agenda dei contendenti e sa come andrà a finire.
la teoria secondo la quale chi si vota si vota, tanto ce la metteranno comunque nel posteriore è sconvolgente e soprattutto nuova.
mi rimane da capire se almeno da qualche parte c’è, secondo valerio, chi può essere degno di fare quel lavoro e di non finire sulla forca.