di Alessandra Pierini
«Non ho ricevuto dall’amministrazione comunale di Civitanova nessuna proposta e comunque non ci sarebbe, da parte mia, nessuna disponibilità ad accettare incarichi in tal senso»: è quanto dichiara Cesare Spuri, dirigenti del settore Urbanistica che comunque non smentisce la sua dipartita dal Comune di Macerata, come annunciato ieri da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo) . Il suo contratto, infatti, scadrà a fine anno. Vista la precedente esperienza fatta in Provincia come dirigente del Genio Civile durante la presidenza di Giulio Silenzi (attuale vice sindaco dell’Amministrazione Corvatta) e considerato il pensionamento di Roberto Giannoni dell’Edilizia di Civitanova, molti hanno parlato di un possibile avvicinamento tra l’ingegnere e l’amministrazione Corvatta che secondo Spuri, però, è totalmente infondato.
La partenza di Cesare Spuri da Macerata, anche se non ancora ufficializzata, ha del clamoroso visto che il sindaco Carancini aveva puntato tutto su di lui per la “nuova storia” della politica urbanistica maceratese. Sarà ora interessante capire gli sviluppi della vicenda e, più in generale, il delinearsi della situazione dirigenziale da qui ai prossimi mesi.
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In città si mormora che forse è un gioco di gambe (finta, doppio passo, dribbling, veronica e via pallonando), cercando di andare in goal, per un nuovo contratto…
Basterà comunque vedere a scadenza contratto cosa succede…
Quanta dietrologia……
Di fatto un professionista e’ stato tirato in mezzo in un gossip senza capo ne’ coda….e bene ha fatto a smentire le chiacchiere da caffè!
Che poi abbia voglia di chiudere con un Comune dove regna il …..”disordine”, ….come dargli torto?
… e soprattutto con quel casino di “Valleverde”, meglio andarsene.
In un comune dove regna il disordine c’è “appunto” bisogno di qualcuno per rimettere ordine.
Mi auguro vivamente che resti.
L’ing. Spuri Cesare è un professionista serio ed affidabile.
Siamo fortunati di vederlo a Macerata impegnato in un compito così delicato.
Come sempre tanto cicaleccio inutile.
Poi, se fosse vera la sua “dipartita”, libero di disporre della sua vita lavorativa a piacimento.