Angelo Comastri cittadino di Cingoli

"Sono affascinato dalle Marche perchè mantengono la tradizione della famiglia" ha detto il Cardinale nell'aula consiliare dove si sono concluse le celebrazioni per il 250° dalla nascita di Pio VII, il Papa cingolano

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di Maurizio Verdenelli

“Con la mia vita fedele al Vangelo spero di far onore alla vostra cittadina”.

Firmato: Angelo Comastri. Cingolano da questa mattina per voto unanime del consiglio comunale in seduta straordinaria. Si è espresso così sul Registro d’onore del comune maceratese il Vicario generale per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, al termine della breve, intensa cerimonia nell’aula consiliare che ha concluso le celebrazioni per Pio VIII° a 250  anni dalla nascita (a Cingoli il 20 novembre 1761). Dopo la solenne cerimonia in Vaticano mercoledì scorso con la messa officiata sulla Cattedra di San Pietro dal vescovo di Macerata, Claudio Giuliodori, il ricordo di Papa Castiglioni è stato suggellato nella  cittadina da lui profondamente amata, nel giorno stesso dei suoi natali, con il conferimento della cittadinanza onoraria al cardinal Angelo Comastri, già arcivescovo di Loreto.

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Angelo Comastri all’arrivo a Cingoli accolto anche dai suoi ex concittadini di Loreto

“Da oggi, ma forse da sempre -ha detto Comastri- mi sento più marchigiano che toscano. Perchè la vostra regione ha un’attenzione particolarissima per la Casa, simbolo della famiglia. E cos’è una casa senza un nucleo familiare forte, unito e saldo nella fede? A Loreto ho riflettuto naturalmente sul valore e sul simbolismo della Casa. Cos’è che la rende bella? I poveri muri di Loreto e la nuda Grotta di Nazareth sono bellissimi soltanto per un fatto: hanno ospitato la Famiglia più felice che ci sia stata sulla Terra”.

Il cardinale ha ricordato Giovanni XXIII°, il papa buono: “Una casa poverissima, 13 figli, uno zio celibe, i nonni: pane e companatico da dividere con i poveri che spesso si presentavano in quell’ambiente dove sembrava mancare tutto ed invece era pieno di Dio. In tal modo erano le nostre case. Io ho nostalgia di quelle case. Nell’abitazione di madre Teresa di Calcutta, figlia di un commerciante facoltoso, non mancava certo il pane. Tuttalia il padre ammoniva: ‘Vergognatevi se mangiate il pane che non avete sudato e se non lo dividete con chi ne ha bisogno”.

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L’ingresso nella sala consiliare salutato da un grande applauso

Ed ancora un elogio di Comastri alla regione da cui è stato idealmente ‘adottato’: “Io sono affascinato dalle Marche”. Ai cingolani: “Il sindaco ci ha indicato poco fa il vostro antico gonfalone, con la parte superiore raffigurante la Madonna e sotto una scritta in latino (tradotta: Ecco la vostra Cingoli ndr). Siate fedeli a quella ‘cintura’, alle tradizioni. Le Marche sono la cerniera d’Italia, un Paese attraversato da crisi e sbandamento. Siate fedeli ai vostri ideali, siate un punto di riferimento nazionale. Immanuel Kant ha scritto che il Vangelo è la culla della nostra civiltà. Eppure adesso si difendono più i cani che gli embrioni! L’Europa non ha più un volto senza il Cristianesimo!”.

Nel nome della venerata memoria della madre – che nel suo saluto il consigliere comunale/assessore provinciale Leonardo Lippi ha ricordato- il cardinale ha rivelato di aver terminato di scrivere da pochissimi giorni un  Diario della propria vita dal titolo: “Dio scrive dritto anche nelle righe storte” e di averlo “dedicato alla mamma cui, dopo Dio, devo tutto”.

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Il cardinale Angelo Comastri riceve la pergamena dalla consigliera Pina Salomoni

Poi lo scambio di doni. La pergamena ufficiale consegnata al ‘nuovo’ cingolano dalla consigliera Pina Salomoni; la medaglia di San Bonfilio, da parte del capogruppo di maggioranza, Monaldo Vignati; dal sindaco sen. Filippo Saltamartini, una litografia di Valeriano Trubbiani; un dono dalla ditta Lams di Recanati mentre Lippi ha portato il Registro d’Onore per la firma e il saluto del cardinale. “La mia grafia è abitualmente pessima, ma stavolta è ancora, se possibile, peggiore... a causa dell’emozione che sento per questo onore, non meritato, del quale vi sono profondamente grato” ha detto il Presidente della Fabbrica di San Pietro donando a sua volta la medaglia celebrativa dei 500 anni della Basilica. Poi una promessa ad una domanda del cronista, mentre mons. Giuliodori lo tira per la manica: “Tornerò senz’altro a Cingoli, la ‘mia’ nuova città”.

In poco più di mezz’ora si conclude una cerimonia non formale, fortemente sentita e partecipata. Dopo Lippi e Vignati (a ricordare il senso delle celebrazioni), il saluto del sindaco. Una panoramica ampia ed insieme sintetica del pensiero religioso e laico da Plinio il Vecchio,  Marco Terenzio Varrone al filosofo contemporaneo Dario Antiseri passando per Sant’Agostino, Traiano, Maometto,  Schopenhauer, Nietzsche (“Dio non esiste”),  Dostojewskj, Botero,  Ugo Grosz, Giovanni Reale, Don Sturzo (“l’umiltà nell’esercizio del potere”), Wojtyla e Ratzinger.

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Leonardo Lippi nella doppia veste di assessore provinciale e consigliere comunale

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Fillippo Saltamartini – Sindaco di Cingoli

In conclusione e centrale il dibattito di Benedetto XVI° con Habermas su Democrazia, Religione e Tradizione. “Da questa crisi -ha concluso il sen. Saltamartini- si può uscire solo facendo ricorso ai valori eterni della fede, della religione e della libertà”. In apertura il sindaco aveva parlato di ‘icone’ riferendosi ai due gonfaloni comunale presenti entrambi nella’aula consiliare. Quello storico -cui si è accennato- con l’effigie della Madonna e quello attuale (senza l’immagine della divinità) voluto dai  francesi di Bonaparte. “Che al posto della Madre di Dio vollero semplicemente lo stemma civico: due capretti”. E’ stato questo l’unico errore, se vogliamo, del sindaco: gli animali che campeggiano sul gonfalone cingolano sono cervi. Un lapsus peraltro comprensibile in un’atmosfera di partecipazione ma pure di  tensione ed emozione per la presenza del Vicario generale di Città del Vaticano. A conferirgli la cittadinanza un consiglio comunale non al completo (gli assenti, pochi, tutti giustificatissimi). In platea ad assistere, insieme con il vescovo Giuliodori -intervenuto per ricordare la messa in suffragio di Pio VIII a San Pietro- i consiglieri regionali Massi e Romagnoli; i sindaci di Macerata, Carancini e di Montecassiano, Capparucci; il viceprefetto vicario di Macerata, Tiziana Tombesi; il vicario di Loreto, mons. Decio Cipolloni, gli eredi Castiglioni e sopratutto tanti cingolani venuti a festeggiare il loro nuovo concittadino in Comune e poi, dirimpetto, per la ‘missa solennis’ in cattedrale. In quella stessa dove la bella facciata appare ricoperta solo a metà dai marmi con le due nicchie centrali vuote: dovevano ospitare i santi Pietro e Paolo (i cui modelli lignei sono conservati con cura all’interno) a testimonianza di un papato di appena 20 mesi del pontefice venuto da Cingoli. Ma oggi il Vaticano, non tardivamente, è tornato a rendere onore a Pio VIII.comastri-7-300x168     comastri-4-300x210   comastri-3-300x168

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Particolare dell’antico stemma municipale



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