Gli svincoli, normalmente intesi, sono quel tratto di strada che consente l’accesso o l’uscita da un’autostrada o da una superstrada. Nel caso della superstrada della valle del Chienti, invece, almeno per quel pezzo che riguarda più da vicino la città di Macerata, essi sembrano aver subito una modificazione genetica, finendo per diventare tutt’altra cosa, cioè l’espressione viva e mutevole dei rapporti di forza tra i vari gruppi di pressione economica e politica.
Prendiamo, ad esempio, il mitico e sempre più favoleggiato svincolo di San Claudio, finalizzato, nelle originarie intenzioni, ad alleggerire di molto il traffico in entrata e in uscita dallo svincolo attuale Macerata-Corridonia, quello dinanzi al palazzo Zenit, ottenendo così una serie di altri risultati positivi per tutti gli attori pubblici e privati della vicenda, cittadini e automobilisti compresi: la fine delle code in superstrada, soprattutto nelle ore di punta e nei giorni festivi; la liberazione della zona industriale di Corridonia da un traffico di scorrimento pesantissimo; un più facile e veloce accesso a Macerata; il collegamento con il centro commerciale di Piediripa.
Difficile però negare il peso avuto nella scelta e nella collocazione di questo tracciato dalla lottizzazione industriale, artigianale, commerciale e direzionale realizzata proprio lì nei pressi, tra Piediripa e San Claudio, dal Consorzio Valleverde, con ogni probabilità suggeritore a tavolino dello svincolo stesso e del successivo percorso verso Macerata, grazie all’egemonia esercitata a livello di maggioranza cittadina dai suoi esponenti di maggior rilievo in tutte le più significative scelte urbanistiche.
Certo, a prescindere da questi interessi privati, collocati in verità anche sul primo tratto corridoniano dell’ipotizzato collegamento, sembrava scontato che dalla realizzazione di questo svincolo sarebbero sicuramente derivati vantaggi sia per la città di Macerata che per quella di Corridonia. Fu così che nel 2004 si pervenne ad un accordo di programma (o a un’intesa di massima, non è ben chiaro) tra l’allora Presidente della Provincia Pigliapoco e i sindaci dell’epoca delle due città in questione.
In seguito, diligentemente, entrambi i Comuni inserirono, per i tratti di rispettiva competenza, lo svincolo di San Claudio nelle previsioni di piano regolatore, nel mentre, come sempre accade in questi casi, nascevano o si risvegliavano ulteriori forti interessi di natura economica, anche da parte di gruppi industriali di primo piano a livello provinciale, nelle zone destinate ad essere attraversate o sfiorate dalla strada di collegamento che dalla superstrada sarebbe salita sino a Macerata città. Pure l’attuale Cityper iniziò subito dopo ad ipotizzare un proprio ampliamento. Senza dimenticare, ovviamente, il sopra citato Consorzio Valleverde, costituito nel 2003 e oggi in un certo senso rimasto con il cerino in mano, indubbiamente partito a suo tempo con la lottizzazione dando per scontato che l’intera area, e i fabbricati da edificare nei singoli lotti, avrebbero ricevuto una notevole valorizzazione dallo svincolo destinato ad essere realizzato di lì a poco e dalla strada che ne sarebbe derivata.
Per non rischiare diversivi rispetto alla scelta di San Claudio, la maggioranza di centro sinistra maceratese, con Meschini Sindaco, decise persino di buttare all’aria, in quanto proposta a livello nazionale dalla controparte politica, la strada Pieve-via Mattei, che sarebbe stata realizzata con il contributo determinante della Quadrilatero, avrebbe collegato le valli del Chienti e del Potenza e avrebbe comportato la realizzazione dello svincolo di accesso alla superstrada a metà della strada “carrareccia”, in località Campogiano, con sicuri positivi riflessi anche sul traffico delle frazioni di Piediripa e Sforzacosta. Un peccato mortale, questo, di cui ancora la città paga le conseguenze.
Nel frattempo, mentre iniziava la ricerca dei fondi statali e locali per realizzare lo svincolo di San Claudio, successero però alcune cose nuove sia sul versante maceratese che su quello corridoniano, e tutte si misero di traverso, ostacolando i disegni dei grandi manovratori del capoluogo.
A Macerata, appena eletto nel 2010 il sindaco Carancini, il PD (partito che da anni in città tiene ben stretto nelle sue mani il potere locale a livello urbanistico, senza farsi sfuggire nemmeno una foglia), riunitosi con fatica nella fase elettorale intorno al nome di Romano all’esito di primarie all’ultimo sangue, andò subito dopo incontro ad una pesantissima spaccatura interna sulla questione del SUAP Giorgini, per un insediamento produttivo insalubre destinato a collocarsi proprio nella zona di Piediripa limitrofa a San Claudio. In questa vicenda una parte consistente e ben rappresentativa del PD sino all’ultimo sostenne a spada tratta, contro la vasta, spontanea e aperta ribellione di associazioni di residenti, gruppi ambientalisti, semplici cittadini, quella che in maniera palese emerse come una pura e semplice operazione speculativa, chiaramente ideata anch’essa in previsione dello svincolo da realizzarsi nei pressi. Niente di nuovo rispetto ai disastri della sinistra del mattone posti in essere in città negli ultimi quindici anni, salvo il fatto che Carancini, questa volta, memore della promessa della “nuova storia” con cui (grazie anche ad innumerevoli errori nel campo avverso) aveva vinto contro ogni previsione le primarie e poi le elezioni comunali, si impuntò e, forte di un credito politico che in seguito si sarebbe di molto ridimensionato, riuscì a piegare, non senza pesanti ruvidezze, l’ala avversa del suo stesso partito.
Il SUAP fu quindi respinto nell’autunno del 2010. Un buon risultato, che però, ovviamente, complicò ogni cosa anche per lo svincolo di San Claudio, nonostante il fatto che nel frattempo la Provincia, con Franco Capponi divenuto presidente, in un’ottica sovracomunale e sulla scia delle precedenti prese di posizione dell’ente, continuasse a sostenere la scelta di San Claudio e avesse stanziato a tal fine una somma importante (cinque milioni e ottocentomila euro), ottenendo anche la disponibilità del Comune di Macerata a versare, grazie alla lottizzazione Simonetti a Piediripa, altri due milioni di euro e pure un mezzo impegno della Quadrilatero a tirare fuori altri tre milioni di euro. Il resto (non molto, in verità) presumibilmente sarebbe dovuto venire dall’ANAS.
Le difficoltà del PD, colto in un certo senso con le mani nella marmellata proprio in quella zona ancora verde compresa tra Piediripa e l’area agricola intorno all’Abbazia di San Claudio, con i cittadini e i residenti imbufaliti e con le antenne ormai ben dritte per quel maldestro appoggio ad una speculazione bloccata solo dalla mobilitazione popolare, resero infatti impossibile, almeno nell’immediato, ogni iniziativa a livello comunale tesa a portare avanti proprio in quell’area, con la dovuta energia, quanto necessario per lo svincolo e la conseguente strada di collegamento con la città di Macerata.
Più o meno contestuale alla vicenda Giorgini fu la caduta della giunta provinciale a direzione Capponi per il pasticciaccio della LAM, ed anche questo fatto inatteso (seguito da un commissariamento durato quasi un anno) indubbiamente remò contro lo svincolo di San Claudio, sempre più relegato nel libro dei sogni. Sicchè, con la Provincia decapitata e il Comune di Macerata di fatto impossibilitato a muoversi in quella zona, nessuno riparlò più apertamente di questa benedetta uscita.
E ora veniamo alle vicende di Corridonia, che pure hanno avuto un notevole peso nel lasciare da parte il nuovo svincolo e nel concentrare ogni energia nella sistemazione dello svincolo attuale dinanzi al palazzo Zenit. Nella città di Filippo Corridoni arriva nel 2007 una nuova Amministrazione Comunale, guidata da un Sindaco molto battagliero, Nelia Calvigioni, espressione di una lista civica politicamente abbastanza trasversale, almeno nella sua fase di avvio, anche se sin dall’inizio di fatto con predominanza PD.
Il nuovo Sindaco dapprima inserisce lo svincolo di San Claudio nelle previsioni del piano regolatore, ma poco dopo, sostenendo che su questo fronte poco o niente si era mosso da anni in termini di progettazione e reperimento fondi, prende decisamente un’altra strada, quella del miglioramento dell’attuale svincolo Zenit, che a questo punto, volenti o nolenti, di fatto finirebbe per risultare ancora più necessario anche per l’ulteriore scelta del Comune di Corridonia di dare le necessarie autorizzazioni all’ennesimo centro commerciale, situato, venendo da Macerata, subito dopo il Chienti, proprio a confine con il letto del fiume.
Quanto all’accordo di programma del 2004, il Sindaco Calvigioni semplicemente lo disdice, qualificandolo – così almeno sembra di capire – come una mera intesa di massima tra enti locali, e quindi giuridicamente non vincolante.
Alle critiche mosse sia dal Comune di Macerata che dalla Provincia, relative non solo al venir meno della precedente intesa, ma anche alla licenza per quell’ulteriore centro commerciale, concessa indubbiamente senza una visione che andasse oltre gli stretti confini del territorio di Corridonia, la Calvigioni reagisce in base al noto principio che la miglior difesa è l’attacco.
Sui giornali e in convegni pubblici la Calvigioni, infatti, non si limita a criticare le estenuanti lungaggini del progetto riguardante lo svincolo di San Claudio (utile, a suo dire, quasi esclusivamente a Macerata, che pertanto, se proprio lo vuole, a questo punto dovrebbe pagarselo) e a sostenere che, per motivi di realismo, ormai non si potrebbe fare altro che migliorare lo svincolo già esistente, anche per non perdere il finanziamento ANAS. Il Sindaco in realtà, non senza forzature, rivendica a spada tratta anche la scelta di autorizzare il nuovo centro commerciale, utilizzando l’argomento strettamente municipalistico della reciprocità: se il Comune di Macerata, con sottovalutazione dei riflessi sulla viabilità della zona, ha potenzialmente incrementato sul proprio versante di Piediripa la superficie commerciale autorizzata per circa 30.000 metri quadri (il riferimento è alla famosa lottizzazione Simonetti, quella di cui sopra, tramite la quale Macerata avrebbe reperito due milioni di euro da destinare allo svincolo di San Claudio), perché non potrebbe fare altrettanto il Comune di Corridonia?
Si tratta, indubbiamente, di valutazioni di tipo politico-amministrativo che ogni Sindaco è libero di assumere, rispondendone poi ai propri cittadini, anche se, a monte, dovrebbe essere scontato che, soprattutto tra enti pubblici, non possa non valere un principio di lealtà, tale, ad esempio, da non consentire ad un Comune di sfilarsi sostanzialmente da una intesa comunque in precedenza sottoscritta.
Sta di fatto, però, che sulla base di queste valutazioni prende così consistenza il famoso svincolo a otto ultimato proprio in questi giorni, che almeno per il momento ha sollevato diverse perplessità circa la sua effettiva capacità di evitare le lunghissime code in entrata e soprattutto in uscita.
E comincia pure a prendere consistenza, subito prima delle ferie, il nuovo centro commerciale, inizialmente prospettato dagli ideatori con l’immaginifica idea di un grande parco naturale e tematico (e con la fantasmagorica promessa pubblica della messa a disposizione di ben 12 milioni di euro per lo svincolo di San Claudio, il miglioramento dello svincolo Zenit, e addirittura un nuovo ponte sul Chienti!!!), e in seguito delineatosi più terra terra per quello che effettivamente è, cioè un ulteriore centro commerciale, proprio attaccato al fiume Chienti, reso decisamente più appetibile dalla sua collocazione a circa duecentro metri dall’uscita e dall’ingresso preesistenti della superstrada (e con lo svincolo di San Claudio a questo punto disinnescato).
Sicchè anche in tal caso sembra difficile sfuggire alla sensazione che gli interessi economici sottesi a questo centro commerciale abbiano avuto il loro notevole peso nell’orientare le scelte dell’amministrazione comunale di Corridonia nella guerra degli svincoli.
Il fatto è che probabilmente il Sindaco Calvigioni, sin dall’inizio titolare anche della delega all’urbanistica e forte sulla vicenda di una intesa ferrea con l’assessore ai lavori pubblici (nonché Presidente del Consiglio Provinciale), ha visto nell’iniziativa degli ideatori di questo centro commerciale, una società denominata Alba s.r.l. e costituita da imprenditori siciliani venuti a investire in provincia di Macerata, una buona fonte di sicure entrate per il Comune e di potenziali posti di lavoro (tutti da verificare). Sicchè, in vista di questi risultati evidentemente ritenuti primari, ha consentito all’iniziativa in questione, con il sostegno della sua intera maggioranza e degli ottimi appoggi a livello provinciale, una corsia decisamente preferenziale, facendo passare in secondo piano, come se nemmeno esistessero, tutte le fortissime perplessità sorte per molteplici motivi: gli aspetti urbanistici e quelli commerciali della vicenda (entrambi oggetto di impugnativa al TAR), la viabilità (con una rotatoria di accesso che sembra proprio priva di senso, se non addirittura pericolosa), l’ulteriore incremento di traffico in una zona già ingolfata e con il tappo del ponte sul Chienti, l’ennesimo attacco ai pochi commercianti del centro storico ancora rimasti faticosamente in attività.
E così, mentre molti si interrogano sull’utilità di questo ennesimo centro commerciale e sulla provenienza dei fondi utilizzati dagli imprenditori siciliani per dar vita ai capannoni che stanno velocemente sorgendo accanto al Chienti, si possono dare i primi risultati di questa assurda guerra degli svincoli: Corridonia batte Macerata uno a zero, e palla al centro; il PD di Corridonia, corrente sinistra immobiliare, sbaraglia il PD maceratese; l’Alba s.r.l., forte di una iniziativa già di fatto avviata, sta mettendo in grande difficoltà il Consorzio Valleverde; i cittadini di Macerata e quelli di Corridonia restano relegati entrambi nell’ultima posizione della classifica. Attenzione, però, perché il campionato non è del tutto finito e grosse sorprese possono ancora arrivare.
* Avv. Giuseppe Bommarito,
Presidente onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
La solita guerra di potere politico ed edilizio, con i cittadini posti all’ultimo gradino della scala, con le code per il nuovo svincolo, per i lavori di questo, per un ennesimo centro commerciale (come se in zona non ce ne fossero già abbastanza)…
” il Sindaco Calvigioni, sin dall’inizio titolare anche della delega all’urbanistica e forte sulla vicenda di una intesa ferrea con l’assessore ai lavori pubblici (nonché Presidente del Consiglio Provinciale), ha visto nell’iniziativa degli ideatori di questo centro commerciale, una società denominata Alba s.r.l. e costituita da imprenditori siciliani venuti a investire in provincia di Macerata, una buona fonte di sicure entrate per il Comune e di potenziali posti di lavoro”…
Chissà se sono state verificate anche le origini di questa impresa Alba proveniente dalla Sicilia per investire nelle Marche… Le imprese locali non sono abbastanza abili? non conoscono abbastanza il territorio? Mi chiedo come mai a vincere gli appalti siano sempre imprese Campane, Siciliane, Calabresi tra l’altro con nomi che spesso nessuno ha mai sentito. Anche in Polonia a costruire palazzi, strade, a fare lottizzazioni e centri commerciali sono sempre imprese che provengono da questa parte d’Italia. Una volta l’Italia era il paese dei “santi, poeti e navigatori” oggi aggiungerei anche costruttori.
Gent.mo Avvocato Bommarito, ho letto con attenzione tutta la sua ricostruzione e se non tutto, molto di quello che descrive e’ rintracciabile in pubblici atti ed e’ comunque il riassunto più veritiero che un osservatore attento avrebbe redatto per dare un senso a quanto accaduto in questo inizio del terzo millennio Maceratese….”anche se forse tutto questo un senso non ce l’ha” come intonava una notissima canzone di Vasco.
Sono piu’ volte intervenuto sull’argomento in passato e ho più di una volta espresso contrarietà alla realizzazione di grandi strutture di vendita proprio perche’ queste non sottendono ad una seria programmazione, della viabilità in primis ma soprattutto delle modificazioni sociali e culturali che apportano e che debbono eventualmente essere compensate (Il centro storico che si svuota di servizi come lo rivitalizziamo e con quali risorse; le produzioni nazionali e locali che non entrano nella GDO come possiamo promuoverle per tenere alto l’appeal turistico ed enogastronomico del territorio; i cambiamenti culturali leagti al consumismo come incidono sulla qualità della via e cosi via molto altro ancora). Mi sono sgolato nel far rilevare che in questa Regione abbiamo una legge, la L.R. 27/2009 che regola la programmazione dello sviluppo di nuove strutture di vendita della Gdo ed anche delle aggregazioni di Medie strutture di vendita (e’ il caso di Tolentino e Corridonia) attraverso la realizzazione di uno specifico allegato al PTC tenendo conto delle indicazione del regolamento regionale. Purtroppo questo regolamento deve uscire da piu’ di due anni e la Regione ancora non riesce ad emanarlo, forse perche prima debbono essere soddisfatti tutti gli interessi di coloro che pensano di continuare a realizzare qualcosa come a Corridonia………… Qualcosa che un senso non ce l’ha per la comunità provinciale….ma forse ce l’ha solo per qualcuno!!
Il regolamento e’ stato concordato con i sindacati di categoria e reca addirittura l’impossibilità di autorizzare quanto sta per essere autorizzato a Corridonia e cioe’ non un centro commerciale ma una struttura plurima di medie strutture di vendita coordinate. Insomma un impatto simile alle grandi strutture di vendita. Ma come detto il regolamento non c’e’ e tutti possono fare quel che vogliono e forse se qualcuno anche in questa Regione cominciasse ad indagare potrebbe avere delle belle sorprese. Non si puo’ piu’ pensare in termini comunali o di interessi di qualcuno ma comprensoriali e tenendo conto soprattutto degli effetti in ambito sovracomunale sia sulle altre attività commerciali insediate (medie e piccole strutture commerciali, soprattutto centri storici, che rischiano di essere pesantemente penalizzate) nonchè, fondamentale, attraverso una attenta valutazione dell’impatto dei volumi di traffico sulla rete viaria esistente, sull’accessibilità alle reti e sulle possibili alternative..
Ribadisco infine che la volontà della Provincia da noi governata dal giugno 2009 al giugno 2010 era quella di arrivare alla realizzazione dell’adeguamento del PTC nel piu’ breve tempo possibile sia per l’aspetto delle grandi strutture di vendita ma anche per moltissimi altri aspetti trascurati in questi anni (Pianificazione d’area vasta, piano territoriale delle aree da destinare allo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili, piani di recupero territoriali, rurali e molto altro ancora) e per dimostrare tutto cio’ il bilancio 2010 e il PEG contenevano le indicazioni per la costituzione dell’Ufficio di piano (PTC) e metter cosi mano ad una nuova programmazione dello sviluppo territoriale di questa provincia. Spero che la nuova amministrazione di sinistra mantenga questo impegno subito e non quando tutti i buoi saranno scappati dalla stalla.
Il momento che stiamo vivendo non consente più, a mio avviso a nessuno, di dare cattivo esempio ed e’ quindi il momento di ragionare con ben chiari gli obiettivi che vogliamo raggiungere come società civile e non piu’ come ristretto gruppo di interesse ed sempre piu’ saggio oggi parlare di scelte da fare in modo bipartisan soprattutto per le grandi scelte (lo sono sicuramente le opere infrastrutturali) che normalmente debbono contare su tempi lunghi e non rischiare che il cambiare delle stagioni politiche ne blocchi l’esecuzione. Le scelte condivise sono spesso anche quelle che hanno maggior valenza strategica e restano valide nel tempo.
Ho detto in altro occasione che siamo d’accordo sul fatto che bisogna scegliere poche priorità e per Macerata – in un’ottica provinciale – noi ne vediamo soprattutto tre: la realizzazione o completamento della Mattei-Pieve-Valdichienti; la nuova uscita della Superstrada a San Claudio e il completamento dello snodo di Villa Potenza.
– Variante Mattei-Pieve e successivo allaccio alla superstarda Valdichienti in loc. Campogiano: Oggi l’amministrazione di Macerata annuncia che non potra’ essere realizzata per motivi economici ma senza dire che tale infrastruttura ha un’architettura istituzionale e finanziaria complessa che coinvolge anche finanziariamente lo Stato, la Regione Marche e la Provincia di Macerata. Infatti tale opera viene concepita a seguito degli eventi sismici del 1997 che colpirono la Regione Marche, fu siglata, ai sensi della legge 662 del 1996 e s.m.i., l’Intesa Istituzionale di Programma (IIP) tra il Governo e la Regione. Tale intesa – approvata dal CIPE il 21.04.1999 e sottoscritta il 07.05.1999 – risulta all’interno dell’Accordo di Programma Quadro (APQ) per il Trasporto ferroviario sottoscritto il 19.11.1999 tra la Regione Marche, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e le Ferrovie dello Stato S.p.A.. Con deliberazione n. 394 del 08.08.2003 la Provincia di Macerata ha approvato lo schema di Accordo di Programma tra la Regione Marche, il Comune di Macerata e la Provincia stessa per la soppressione del passaggio a livello posto al km 30+294 e la realizzazione di una variante alla ex S.S. 77.
Successivamente con atti conseguenziali nel 1999 e’ stato approvato il 1° Accordo Integrativo comprende al codice ST03 l’intervento denominato Variante S.S. 77 tratto Pieve – Via Mattei, per un costo complessivo di € 4.788.615,60, così ripartito: € 708.615,60 a carico della delibera CIPE 70/1998; € 1.549.000,00 a carico della Provincia di Macerata; € 2.531.000,00 a carico del Comune di Macerata. Dopo 10 anni il Comune di Macerata, con deliberazione n. 44 del 02.03.2009 ha approvato (proprio prima delle elezioni), per un importo pari a € 11.000.000,00, il progetto preliminare dell’intervento sopra citato, ai fini dell’inclusione dello stesso nell’elenco annuale delle OO.PP. 2009 di cui al programma triennale OO.PP. 2009-2011, il quale a sua volta è stato approvato, unitamente al bilancio di competenza e a quello triennale 2009/2011, con l’atto consiliare n. 20/2009 e si è assunto l’impegno della copertura finanziaria del maggior costo del progetto di € 6.211.384,40. L’intervento oggetto del progetto preliminare approvato prevede la realizzazione di un tronco stradale di tipo extraurbano – ad unica carreggiata con due corsie – della lunghezza di circa 1.900 metri, che dalla strada di scorrimento Sud – Via Mattei, precisamente dalla attuale intersezione con Via Tucci, si collega alla ex Statale 77 “Val di Chienti”, precisamente al bivio della Pieve, il quale migliorerà, in quanto collegamento viario in variante alla S.S. 77, la capacità di smaltimento dei flussi veicolari sulla direttrice sud-ovest in direzione Sforzacosta, pur confermando Via Mattei quale principale asse di scorrimento del traffico di attraversamento trasversale. La realizzazione della variante alla S.S. 77 si delinea come adeguata soluzione al traffico gravitante nella zona anche in relazione al previsto intervento di soppressione del passaggio a livello di Via Roma al km 30+294 della linea ferroviaria Civitanova-Albacina e di realizzazione, in sostituzione, di un sottopasso, di competenza della RFI S.p.A.. Il Comune di Macerata, con atto consiliare n. 60 del 07.07.2009, ha disposto di approvare, ai soli fini dell’adozione della variante urbanistica al PRG per la reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio, il progetto preliminaredell’intervento finalizzato alla realizzazione della strada da via Mattei alla ex S.S. 77, presso il bivio della Pieve, nell’importo complessivo di € 11.000.000,00 e che le fonti relative alla copertura finanziaria, per un importo totale di € 11.000.000,00 a valere sulle seguenti risorse: 708.615,60 a carico della Regione (delibera CIPE 70/1998); €. 1.549.000,00 a carico della Provincia di Macerata (DGP 490 del 14.10.2003); Euro 8.742.384,40 a carico del Comune di Macerata.
Ho riportato tutti i dati perche’ tutti debbono sapere che il Comune di Macerata rinuncerebbe ad un’opera cofinanziata dallo Stato e dalla Provincia dopo aver addirittura redatto un progetto preliminare.
– Nuova uscita della Superstrada a San Claudio: Nel nostro programma di governo e’ l’opera piu’ urgente da realizzare nella Provincia di Macerata unitamente all’Uscita della Superstrada Val di Chienti a Civitanova. Oltre a risolvere definitivamente i nodi del traffico a Piediripa e su alcuni tratti e rotatorie della strada Maceratese (ex Statale 485 e Prov.le 63). Consentirebbe inoltre di valorizzare l’area produttiva di Valle Verde che, a parte le pregresse polemiche, ora deve avere la sua funzionalità e la sua valorizzazione sancita tra l’altro con un accordo di programma.
Il Comune di Macerata deve solo rispettare questo Accordo e la Provincia da me guidata aveva avviato l’iter progettuale (spero ormai sia completato il preliminare) e accantonato le risorse che hai ricordato ( 5,8 milioni di Euro).
– Completamento dello snodo viario di Villa Potenza: Il primo stralcio dell’opera dovrebbe essere gia’ ultimato da tempo ma pensiamo che la variante di Villa Potenza possa prima di Natale vedere la luce. Il completamento del primo stralcio dovrebbe liberare delle risorse a seguito dei consistenti ribassi d’asta e puo’ essere possibile a mio avviso completare la variate a segure che a Nord collegherà la rotatoria sulla 77 con la 361 (proveniente da Jesi-Montecasiano), la 362 da Appignano, la Sp 25 (Cingolana) e di nuovo la 361 verso Treia e San Severino. Macerata potrebbe fare da pungolo e stimolo per eventuali carenze finanziarie proprio ponendole a carico del soggetto privato che potra’ valorizzare – non nel modo eccessivamente speculativo che precedentemente aveva deciso di fare il Comune di Macerata (il basta ai Nuovi Centri Commerciali vale per tutti).
– Destinazione Centro Fiere di Villa Potenza: Lo spazio e’ unico e non puo’ essere sprecato. Sono d’accordo per la creazione di un polo ricreativo espositivo delle eccellenze della nostra Provincia (Artigianato, PMI, Agricoltura, Enogastronomia, Turismo, Centro ricreativo, Polo delle eccellenze, valorizzazione del Fiume Potenza, verde attrezzato, Museo archeologico Helvia Recina e Palazzetto dello Sport con centro di ricavo solo per garantirne la gestione nonchè spazi scambiatori per decongestionare la città di Macerata).
-E poi ricordiamoci del grandissimo valore del Centro Storico, dell’Università, delle Qualità della Città e le vocazioni al Turismo e alla Cultura.
Inoltre Macerata in ogni strategia dimentica sempre l’Università, questa resta pero’ la vera chiave di volta. Bisogna investire per valorizzarla, per sostenere la residenzialità dei giovani studenti, valorizzare l’accordo di programma con Il MIUR e l’Università di Camerino e le collaborazioni con il Centro Sud delle Marche (svilupperemo un’altra volta il concetto di macro-provincia Macerata Picena).
La ringrazio “Giuseppe” per la ricostruzione “Tristemente Genetitcamente modificata” che hai fatto sulla storia legata agli svincoli di Macerata e speriamo che ora nessuno svicoli ancora!!
Ps. chiedo scusa per gli errori e le omissioni..
* Franco Capponi, già presidente della Provincia, attualmente capogruppo in Consiglio provinciale del Ppe- Modello Macerata
L’argomento aperto dal Dott.Bommarito è di certo molto importante; fra i più importanti di quelli che possono essere affrontati su scala locale (ma come abiamo visto non cosi locale da lasciare la gestione del territorio in mano ad interessi troppo particolari e scarsamente avveduti) è già il suo intervento era stato approfondito e dettagliato . Poi è arrivato il post (ma non saprei se definirlo cosi ) di Capponi che ci ha “sommerso” sotto una quantità di dati, informazioni e considerazioni a cui è difficile “resistere”. Per carità certo l’intendimento è sincero e legittimo e su alcuni punti non c’è neppure nulla da obiettare ma come dire ogni media ha le sue regole e francamente credo che questo debba chiederci il il pregio della sintesi . Va beh passo quindi velocemente dal metodo ai contenuti. Storia davvero esemplare questa degli svincoli della superstrada e degli annessi centri commerciali. Una storia che racconta come nel nostro paese, in difficolta a produrre innovazione e qualità,si sia passati alla produzione di cemento e lasciatemolo dire di “bruttezza”. Una storia che racconta di politici con la vista miope che scambiano il territorio che hanno avuto inconsapevolmente ed ingiustamente in dote per interessi effimeri di breve se non brevissiomo periodo . Una storia che racconta putroppo l’incultura e l’ignoranza in cui siamo caduti in questo nostro paese (ma quando è successo ?) . Io credo che davvero da qui dalla difesa del nostro paesaggio, dal recupero della capacità di coniugare sviluppo ed ambiente, dalla esigenza insopprimibile di riscoprire attorno a noi la bellezza del territorio e delle nostre realizzazioni (prendete la supestrada che so da tolentino a civitanova e guardatevi attorno quale è la sensazione estetica che ricevete ?) che passa necessariamente il nostro riscattosociale ed economico. Non è solo un problema di terreni fertili che scompaiono, di biodiversità distrutta, di potenziali disastri ambientali (dove scaricherà le sue acque il fiume ?) è proprio un problema di cultura, di civiltà di capacità . Se non riusciamo a far belli i luoghi in cui viviamo, perchè mai dovremmo riuscire a far buoni prodotti o servizi da proporre in giro per il mondo ? Mi sa che sono stato un pò lungo anche io. Mi scusi Sig.Capponi
Se fossi il destinatario del pezzo di Bommarito mi affretterei a prendere una posizione; certamente farei presente di rispettare il diritto di critica politica ma non farei passare la sensazione di essere coinvolto in affari … fumosi.
Ed invece, nonostante 1.500 letture ed una ricostruzione particolareggiata della vicenda, nessuna presa di posizione dai diretti ed indiretti interessati. Eppure su argomenti molto più soft si tende sempre a puntualizzare la mancanza di interessi personali da parte dei governanti …qui il silenzio … che nella P.A. e’ fonte di assenso.
Tra qualche ora il pezzo uscirà dalla homepage, le questioni sollevate non avranno avuto risposta e gli interessati potranno tirare un sospiro di sollievo …a meno che la memoria dei lettori rimanga impressa.