di Alessandra Pierini
e Roberto Scorcella
C’è la Eco Service di San Claudio di Corridonia al centro dell’ operazione “Ragnatela” condotta dai carabinieri del Noe di Ancona e coordinata dalla Procura di Napoli: centomila tonnellate di rifiuti pericolosi, compresi scarti della raffineria di Gela, smaltiti illegalmente fra il 2005 e il 2009 in discariche italiane ed europee, con la copertura di un ufficiale di polizia giudiziaria in servizio presso la procura della Repubblica di Macerata, sospettato di intascare tangenti per insabbiare i controlli.
Le indagini, che hanno visti impegnati oltre cento carabinieri del Noe e dei Comandi provinciali di Macerata, Ascoli, Chieti e Brescia, hanno consentito di sgominare un’organizzazione criminale con base nelle Marche, appunto presso la Eco service srl di Corridonia, un gruppo industriale attivo nella gestione integrata dei rifiuti, e diramazioni in Campania, Lombardia, Puglia, Abruzzo, Lazio e Sicilia.
Trenta gli indagati, di cui cinque finiti in carcere e quattro agli arresti domiciliari su ordine del gip di Napoli, mentre per due gestori di discarica è stato fissato l’obbligo di dimora. Sotto sequestro la Eco Service e tutti i suoi impianti e mezzi di trasporto, insieme a 90 mila euro di tributi non versati alle Regioni Marche e Puglia per il pagamento dell’ecotassa. Il valore complessivo dei beni sequestrati si aggira intorno ai venti milioni di euro. L’indagine ha svelato tutte le fasi del business, coordinate dalla dirigenza dell’Eco service, che ha ideato le operazioni illecite realizzate con la complicità di produttori, trasportatori, laboratori di analisi, impianti di gestione rifiuti e discariche compiacenti dislocate in diverse regioni.
Nell’ambito dell’attività investigativa i carabinieri hanno accertato che il titolare della Eco Service, Pietro Palmieri, si avvaleva di un ufficiale di polizia giudiziaria in servizio presso la Procura di Macerata, il tenente della Polizia Provinciale Marcello Cioppettini, che forniva all’imprenditore notizie coperte da segreto utili per sviare le indagini e assicurandogli la copertura dell’attività criminosa che stava svolgendo. Questa “copertura” veniva remunerata da Palmieri attraverso versamenti di denaro e altri beni. Così, a loro carico gli inquirenti hanno anche ipotizzato il reato di corruzione.
Tutto è partito da un controllo del Noe nella discarica di Casoria, in Campania. Da lì, gli investigatori del Nucleo per la tutela dell’ambiente hanno ricostruito l’intero percorso dei flussi illegali di rifiuti: un business da 5 milioni di euro per l’organizzazione malavitosa. Accompagnati da formulari, certificati e registri di carico e scarico falsificati, gli scarti, provenienti in genere dal Centro-Sud (anche dall’azienda multiservizi di Roma e da un sito dismesso di Colleferro) erano diretti a Macerata, o in discariche della Puglia, dell’Abruzzo, della Lombardia e della Germania, per essere smaltiti dopo essere transitati nell’impianto di Corridonia per un trattamento specializzato fittizzio. Scarti del petrolchimico siciliano, melme, terre e rocce da scavo, miscele di rifiuti pericolosi, fanghi industriali, filtri, ceneri pesanti, fanghi di perforazione, polveri di caldaia e altre sostanze tossico-nocive, contaminate da arsenico, cromo, rame, piombo, zinco e idrocarburi, avrebbero dovuto essere trattati come rifiuti speciali pericolosi. Invece, venivano ‘ripulitì solo sulla carta, per risparmiare sui costi di gestione di macchinari e procedure, e avviati a discariche pubbliche, come normali rifiuti.
Gli impianti, fra questi la discarica Senesi di Morrovalle, accettavano i carichi sapendo che erano incompatibili con le proprie autorizzazioni, e che avrebbero messo a rischio la salute dei cittadini. Proprio a Morrovalle c’è stata anche la violazione dei sigilli di un cassone di rifiuti sequestrato, il cui carico veniva illecitamente sostituito da altri rifiuti idonei allo smaltimento traendo così in inganno l’autorità giudiziaria e gli organi di controllo. Le altre discariche coinvolte sono la Bleu di Canosa di Puglia e la WEV di Dresda in Germania.
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Carlo Magno e Aquisgrana, la Suap Giorgini, incidenti, fotovoltaico e ora lo scandalo rifiuti; succede tutto nella zona di San Claudio?
Piuttosto che riversare ricchezza sul territorio qui si riversano rifiuti pericolosi! Chissà se l’associazione di industrie di cui fa parte la Eco Service esprimerà orrore.
(modalità ironica: ON) ecco come far conoscere la provincia in Italia!!! ((modalità ironica: OFF)
Complimenti ai Carabinieri ed alla Magistratura !! (prima che qualche politico dica che è merito del governo)
Ora i signori di Confindustria che si strappano le vesti per difendere la Giorgini e le aziende che lavorano, ci faranno sapere cosa ne pensano? In fondo anche questa era un’azienda che dava lavoro a qualcuno.
Oppure se ne resteranno zitti e buoni come quando è uscita la lista degli im-prenditori che portavano i soldi a San Marino?
Sig. Germano Ercoli e C. volete dirci qualcosa in proposito? Ci direte che ognuno deve essere libero di fare impresa come più gli aggrada perchè il profitto è il profitto? Che avete “orrore” di chi fa rispettare la legge?
MA STATE SCHERZANDO? FRA DUE GIORNI SI PARLERA’ DI MAGISTRATURA CHE PERSEGUITA DEGLI ONESTI IMPRENDITORI! E COMUNQUE SONO SICURA CHE NESSUNO PAGHERA’ NE IN SOLDI NE IN GIORNI DI GALERA.
@Dantini….
Ma S. Marino non si dice sempre che è un pò l’Italia?
Quindi (presumo per la Confindustria) che i nostri imprenditori non sapevano che stavano portando illegalmente denaro all’estero 🙂
Aaaaaaaaah, ho capito!
I soldi a San Marino ce li hanno portati “a loro insaputa”.
Sai quando ti scappano dalle tasche può anche capitare, senza alcuna tua colpa, che un pò ne perdi -distrattamente- per strada.
Mica colpa loro se, quando li hanno persi, erano casualmente dentro una banca di San Marino: per la cauualità della vita avrebbero potuto benissimo perderli al bar, al supermercato o addirittura nelle dichiarazioni delle tasse….
E pensa un pò quant osono onesti e gentili i banchieri di San Marino: in attesa che tornassero a riprenderli li hanno tenuti con cura….
@ michele
Hai ragione, prima che qualcuno si appropri del merito dicendo che è merito del governo meglio dire subito che è solo grazie a carabinieri e magistratura che si è scoperto il tutto… si, ma a quella di Napoli.
E’ infatti solo grazie alle indagini della magistratura di Napoli che le forze di polizia presenti hanno trovato questa organizzazione da anni operante sotto i loro occhi.
@ mamo
il mio è un grazie senza confini all’Arma e alla Magistratura….e proprio la sconfinata affidabilità dei Carabinieri (delle forze dell’ordine e dei Pubblici Ministeri) che spesso conduce a simili ….scoperchiamenti!!!!!!
Chi comanda a Morrovalle… ?
sig. Germano Ercoli e schiera al seguito stiamo aspettando…
sù, coraggio, esprimete la vostra opinione
grazie
@ michele
è esattamente su questo che obiettavo. Il grazie è NEI confini, nelle piccole e sparute realtà che (per voglia di promozione, di avanzamento, di pubblicità o di trasferimento come dicono i più o per la vera voglia di cambiare vivendo in un contesto particolare come penso io) riescono a far avviare e gestire un indagine scoprendo questi siparietti tutti italici.
Qui da noi, di indagini vere ne partono ben poche, e quelle poche investono piccoli problemi. Qui lapreoccupazione maggiore è il verbale, la multa, l’extracomunitario sotto il sottopassaggio…
“La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile” (Corrado Alvaro) e nelle terre di conquista come in questi anni è divenuta Macerata, per molti non è solo un dubbio ma un’amara certezza.
Ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione
cari signori, ma cosa hanno scoperto i carabbinieri…
che la eco service hanno trattato i rifiuti di napoli…. invece di lasciarli in mano alla vera mafia.
mi sembra una grande montatura, ed è venuto fuori tutto adesso dopo 2 anni che è chiusa la discarica.
grande manovra politica, per mettere ancora di più in difficolta la provincia di capponi, voi che commentate non vivete questo mondo, che è un mondo fatto di politici di merda che non capiscono un cavolo e che sono incollati alla loro sedia come koala, e a nopi quello che ci mette in difficolta non sono i 10 camion che dicono che sono stati smaltiti a macerat, ma è la puzza che tutti i giorni emette il COSMARI, e il fatto che portiamo i rifiuti a fermo che se ci chiude le porte diventiamo come NAPOLI, e non per i rifiuti tossici che sono arriivati, ma per quelli che noi tutti i giorni produciamo, INFORMATEVI, i nostri concittadini in questo giro non c’entrano nulla. ve lo immagitate voi un noto professionista cambiare un cassone per far un favore ad uno che non gli da un a lira, hanno mpontato un castello per distruggere chi vuole far crescere delle azinede maceratesi.
gianfranco prima di parlare informati, anche da chi nei rifiuti ci vive e conosce questo mondo in tutta italia
Chissà cosa è avvenuto subito dopo la decadenza per sentenza del Consiglio di Stato (notifica a mano 22 giugno), in merito alla delibera della Provincia di Macerata che ha negato l’autorizzazione ad aumentare gli abbancamenti a Morrovalle e nei confronti della quale delibera Morrovalle ha presentato ricorso al Tar !!!!!!!!!!
……ore 12….??????mah,