di Marco Ricci
Nel 1966 Celentano sfornò una delle sue canzoni più celebri.
L’abbiamo tutti canticchiata migliaia di volte la storia della strada di periferia – la via Gluck – immersa nella campagna e improvvisamente invasa dal cemento. Campagna a parte, la vicenda di Valleverde ricorda qualcosa di un celebre film del 1967, il Laureato. Quello di Dustin Hoffman, di Mrs. Robinson e della canzone di Simon e Garfunkel. In una delle scene cult del film infatti, durante la sua festa di laurea, al neo dottore annoiato dai brindisi e mezzo alticcio si avvicina un corpulento uomo d’affari di mezza età che lo fissa con lo sguardo sagace, intenso e visionario.
“Il futuro è nella plastica, figliolo” – gli batte una mano sulla spalla – “Plastica, non scordarlo.”
Cosa ha a che fare Valleverde con la plastica?
La sua storia recente grosso modo è questa. La contrada si trova nel comune di Macerata a un tiro di schioppo dalla Pieve di San Claudio ed è salita all’onore delle cronache quando nel 2008 una ditta di iniettati plastici, la Giorgini di Montecosaro, ha avviato una procedura amministrativa (tecnicamente un SUAP) per edificare poco meno di 100.000 mc tra impianti e magazzini suddivisi in sette stabili. Tanti, a pensare che la ditta ha una ventina di dipendenti e che in caso di parere favorevole – per sua esplicita ammissione riportata negli atti – non ne assumerà uno di più, facendo venire oltretutto molti dubbi su quale ricchezza o vantaggio potrà ricadere sul territorio maceratese.
Un SUAP è comunque uno strumento di semplificazione per l’avvio di un’attività produttiva. Se qualcuno volesse aprire una ditta in un’area già inquadrata come produttiva avvia la procedura, presenta tutta la documentazione necessaria e il parere tecnico degli Uffici diventa vincolante. Favorevole, si fa. Contrario, non si fa. Se volesse però insediare la stessa ditta al Campo dei Pini – che area produttiva non è – beh, la procedura diventa più complessa e il Consiglio Comunale, anche davanti all’eventuale parere favorevole degli Uffici, potrebbe avere qualcosa da ridire. Il Piano Regolatore vigente non prevede infatti aziende a posto delle tribune e del campo di calcio.
L’insediamento è utile alla citta? Ci sono i requisiti di pubblico interesse?
Queste sono le domande da porsi quando c’è di mezzo anche una variante al Piano Regolatore e questo è il caso del SUAP Giorgini poiché l’azienda andrebbe ad insediarsi in un’area oggi agricola.
All’avvio della procedura molti residenti si sono allarmati, i coltivatori diretti se la sono presa a male, chi ha investito in un agriturismo pure, così in poco tempo molti cittadini si sono uniti a un comitato civico tanto battagliero quanto informato sui fatti, il Comitato tutela San Claudio, Piediripa e Valle. A questo comitato si sono aggiunte poi Legambiente Marche, il Coordinamento Regionale Salvaguardia Paesaggio Marche e altre associazioni contrarie a questa lottizzazione e favorevoli invece ad un utilizzo diverso del territorio. Durante la campagna elettorale, va precisato, sostanzialmente tutti i candidati sindaci si sono detti contrari all’approvazione finale. Oggi, dopo l’iter amministrativo conclusosi nelle prime settimane del 2010 con parere favorevole alla Giorgini nonostante molte osservazioni presentate dai comitati e alcune incongruenze, la questione è al centro del dibattito politico e il 21 di luglio sarà in discussione al Consiglio Comunale per il verdetto finale.
Plastica o non plastica, that is the question.
Fin qui grosso modo la storia, dunque parto per un giro esplorativo nella contrada per rendermi effettivamente conto di cosa si sta parlando e del perché la stragrande maggioranza dei valligiani è così arrabbiata (e non solo loro). La passeggiata a Valleverde comincia partendo dalla bellissima quanto poco valorizzata Pieve di San Claudio. Il cielo è nuvoloso ma i raggi del sole scaldano di giallo-oro i campi ricoperti da un mare di grano ondeggiante. Prendo la vecchia strada consortile e mi dirigo parallelamente alla statale in direzione di Piediripa tenendo sulla destra le colline verdeggianti che digradano sulla pianura. La stradina è stretta, assolutamente silenziosa e il paesaggio immacolato. La lottizzazione Valleverde – che sorgerà sulla sinistra oltre il fosso alberato ha volontariamente risparmiato questa fascia di territorio dalla vista degli insediamenti. Anzi, secondo il progetto approvato, un’ulteriore fascia alberata di dieci metri dovrà appositamente rinforzare la separazione con le zone produttive.
Bella idea in effetti, ma già così non sembra comunque di essere a un chilometro dalla statale quanto di passeggiare in un mondo agricolo completamente lontano dal traffico. Qua e là qualche casa colonica, qualche macchia di verde tra i campi coltivati, sullo sfondo la strada ferrata su cui passa poco o niente. Mi fermo e immagino che mille anni fa questa contrada non dovesse essere molto diversa da oggi. Sarà stata più alberata, sicuramente, e il Chienti doveva invadere i campi un giorno su due. Ma oggi come allora, voltandosi, si vedono le torri tondeggianti di San Claudio. Non so se sia Acquisgrana come dice don Carnevale, ma anche senza Carlo Magno a questo posto non manca nulla. Oltre alla Pieve la terra qui sotto è infatti piena di reperti romani testimoniati da un lungo scavo negli anni ottanta. Di sicuro, qualche mese fa, abbandonato ad un lato della strada, i Carabinieri hanno trovato un sarcofago in marmo con innesti di bronzo. Se sia il sepolcro dell’Imperatore ce lo dirà la Sovrintendenza. Personalmente ne dubito, ma io sono scettico di mio, lo sanno tutti.
Abbandonando il medioevo e proseguendo per la stradina, si notano le vigne che cominciano a digradare verso la pianura. A fianco del vigneto invece c’è un fitto di ulivi. L’olio di quelle piante è prodotto con la certificazione di Prodotto Biologico. Una sequela di procedure per ottenerla e l’approvazione del SUAP la manderebbe immediatamente in fumo.
L’area della lottizazzione vera e propria si trova sul margine della stradina a uno, due chilometri da San Claudio. Sono sette o otto ettari ai piedi delle colline coperti di grano e limitati da un filare di alberi. Da qui si capisce bene perché nella questione ci sia di mezzo il paesaggio, bisogna venirci per comprenderlo.
Il lotto interessato dal SUAP non si trova infatti sulla sinistra della strada consortile, cioè verso la nuova zona produttiva già approvata, bensì verso destra, cioè verso le colline! I nuovi capannoni spezzerebbero completamente l’ambiente agricolo che è stato preservato fino ad oggi e chiuderebbero in una morsa l’unico passaggio da Piediripa a San Claudio. Alla destra la Giorgini, alla sinistra la lottizzazione Valleverde. Una sorta di diga, insomma.
E i filari alberati che dovevano così bene proteggere questa fascia sub-collinare addirittura dalla sola vista degli insediamenti? Serviranno a questo punto per fare ombra alle formiche, immagino.
Così addio valle incantata, addio piste ciclabili, passeggiate a piedi da Piediripa e sogni sparsi delle Associazioni.
Onestamente – questa è l’impressione che si ha vedendo – qui non è in gioco un quadratino di terra ma si sta commettendo un intervento urbanistico e paesaggistico disgraziato con una totale assenza di qualsivoglia pianificazione, un intervento che in seguito potrebbe aprire la strada a tanti altri insediamenti su questo lato incontaminato della valle, lotto per lotto su su sempre più vicini a San Claudio.
Per capire meglio faccio anche due chiacchiere con chi qui ci vive e mi incontro Orietta, una degli oltre 200 dei comitati e con suo cugino Luca. Sono agricoltori e possiedono un’azienda agricola con tanto di agriturismo e di eventuale vista sui capannoni del SUAP. A vederli così non hanno niente del rivoluzionario e neppure del no-global. Sono agricoltori e sembrano piuttosto incazzati, questo sì, ma suppongo possa capitare se minacciano di impiantarti un’azienda di iniettati plastici a duecento metri dal tuo agriturismo e dai tuoi filari di uva.
Sarà una questione di prospettive, questo si intende, ma c’è onestamente da capirli.
Da Orietta e Luca mi faccio un po’ spiegare la loro storia, quello che fanno le famiglie di qui e perchè si oppongo con tanta determinazione ai sette ettari di capannoni. Mi spiegano che vivono sulla cresta della collina da metà degli anni sessanta. Possiedono venti ettari di terra coltivata e dopo tanti sforzi – anche economici e di investimento – hanno aperto il loro agriturismo e un bed-and-breakfast, questo anche con l’aiuto delle leggi regionali.
Man mano che vanno avanti nei racconti mi accorgo che le loro parole si condiscono di frustrazione, di rabbia e soprattutto di angoscia. Vera angoscia. E vi assicuro che fa effetto – molto effetto – sentirsi dire da persone che qui ci lavorano e ci vivono da una vita che a loro non resterebbe che chiudere. Sono famiglie vere queste, non quelle della televisione e dei film, famiglie che vivono a meno di cinque chilometri da Piazza della Libertà e che andrebbero per aria se il SUAP venisse approvato.
“Soltanto da noi sette famiglie andrebbero a spasso perché con l’agricoltura e basta non si vive più” – mi precisa Orietta – “Ci vuole anche un agriturismo per andare avanti, e chi verrebbe più qui per aprire la finestra su un’azienda chimica?”
Onestamente non ci verrebbe nessuno, non le si può dare torto. Magari a questo punto si va tutti in Toscana dove queste cose non si fanno e dove il turismo sanno davvero cos’è.
Se Orietta parla con tantissima angoscia Luca non si aspetta più niente dalla politica e il suo racconto amareggia molto. E’ venuto a sapere che molti di quelli che sono passati di qui in campagna elettorale e dicevano di appoggiare la loro causa si trovano invece sulla sponda opposta.
Alle miserie umane, aimè, non c’è proprio limite.
Così Luca confida adesso solo sul Sindaco Carancini e su pochi altri Consiglieri che hanno mantenuto la parola.
“Sulla valle del Potenza ci sono tantissimi capannoni vuoti, perché non vanno lì dove ci sono già le zone industriali?”
Questa obiezione si sente spesso quando si parla del SUAP Giorgini. Ma Luca non sa che un’industria classificata insalubre non può insediarsi in un’area urbanizzata per motivi di sicurezza. Sa però sulla sua pelle che nessuna legge impedisce esplicitamente di farlo a ridosso delle sue viti e sotto il suo agriturismo. Misteri del diritto.
“Qui intorno” – continuano comunque a raccontarmi – “sono tutti agricoltori e tutti contrari.”
Molti valligiani hanno anche ristrutturato le vecchie case coloniche che inevitabilmente perderebbero valore e nessuno avrebbe più l’impressione di vivere in un luogo ameno dove far crescere figli e nipoti. Fare agricoltura biologica inoltre sarebbe impossibile e quando si parla di industrie chimiche – a torto o a ragione – si ha sempre un po’ di timore.
Prima di salurarci Luca si fa sfuggire un’idea che mi incuriosisce molto.
L’ho già sentita e da qualche mese non è l’unico ad avanzarla.
“Non si può proteggere tutto anche qui a San Claudio come è stato fatto per l’Abbadia di Fiastra?”
Ve la ricordate l’Abbadia vent’anni fa?
Era uno schifo. Da un lato della statale il bar con il cartellone dei gelati sempre arrugginito. Uscivi dalla chiesa e rischiavi di finire direttamente sotto un tir, ma questo almeno dopo esserti preso un’ultima benedizione. Dal lato opposto, dove oggi ci sono il ristorante e l’albergo, ci sguazzavano le galline a caccia di vermi.
Oggi invece l’Abbadia fa decine di migliaia di visitatori l’anno. Ci vengono da tutte le Marche ed è uno dei luoghi di pregio della nostra Regione. I fotografi di calendari ci sguazzano e ogni genitore che si rispetti conosce le passeggiate e i prati a memoria. Qui si gioca, lì no perchè ci si inzuppa.
Chi l’avrebbe mai detto quando la selva era buona solo per andarci a cogliere gli asparagi in primavera o a fotografare le libellule allo stagno?
E come per l’Abbadia di Fiastra, se tutto questo capitasse anche a Valleverde, visto che questo lato della valle è del tutto incontaminato e la Pieve di San Claudio ha un’enorme potenzialità turistica?
Non lo dicono esplicitamente, ma in fin dei conti chiedono anche questo quelli dei Comitati.
Immaginiamo allora che Macerata e Corridonia volessero insieme qualificare tutta l’area e farci un collegamento pedonale e ciclabile con Piediripa dando ai bambini della nostra frazione un posto meraviglioso dove giocare. E un domani magari, quando ci saranno i fondi, immaginiamo di allungare il collegamento ciclabile congiungendo la foce del Chienti all’Abbadia di Fiastra passando proprio qui, per Valleverde e San Claudio. E immaginiamo al posto dei capannoni qualche piccola struttura ricettiva, dagli agriturismi ai bed-and-breakfast, e impianti sportivi all’aperto, un maneggio, e scavi archeologici visitabili, e il wi-fi diffuso, e punti vendita dove i coltivatori diretti possano finalmente accorciare questa benedetta filiera sopravvivendo loro e facendo tirare una boccata d’aria alle famiglie in piena crisi euro. Esageriamo addirittura!, anche un bel negozio di armature, lance e spade in perfetto stile carolingio per far felici i Carlo Magno nostrani. E se mai verrà alla luce la Metropolitana di Superficie – con la stazioncina a due passi e la strada ferrata che l’attraversa, qui a Valleverde ci si arriverebbe da mezza provincia in un attimo. Luca sarebbe felicissimo perché dice che “farebbe giro”, ma io vado più in là e suppongo che farebbe giro anche ai commercianti del centro.
Non sarebbe anche questo sviluppo?
E non avrebbe una ricaduta positiva per l’occupazione senza ledere i diritti di coloro che qui ci vivono e ci lavorano da una vita e senza infischiarsene come sempre della tutela del territorio e del paesaggio?
E suggerisco agli amministratori – non avendo ovviamente a priori nulla contro una ditta che lavora, che produce e che sono certo non avveleni bambini per mestiere – non sarebbe decisamente più intelligente trovare un luogo più consono e meno invasivo del territorio dove far impiantare un’industria chimica?
E oltretutto oggi – nel 2010 – dov’è davvero il nostro futuro e il nostro sviluppo?
E’ nel nostro paesaggio, nel turismo, nell’offerta ambientale e culturale o come nel 1967 nella plastica?
Ai nostri Consiglieri Comunali – confidando che vengano anche loro qui a parlare con i valligiani e a vedere come stanno veramente le cose – il 21 di luglio l’ardua sentenza.
And here’s to you, Mrs Robinson…
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Ringrazio l’autore dell’articolo perché pone il problema nella PROSPETTIVA ESATTA: non si tratta di una discussione tecnica ma di un UN PROBLEMA di MODELLO DI SVILUPPO, qundi di ALTA POLITICA e di essa è competente solo l’organismo eletto che per legge e per statuto ha il governo del territorio. IL CONSIGLIO COMUNALE; PERCIò SALTANO TUTTE LE OBIEZIONI DI LEGITTIMITA’ A DIRE UN NO ALLA FINE DI UN ITER TECNICAMENTE CORRETTO; SALTANO ANCHE LE OBIEZIONI CIRCA LA LEGITTIMITA’ A DIRE UN NO DOPO I CONSENSI IMPLICITI DEL SINDACO PRECEDENTE (che peraltro non ha mai affrontato il problema con i consiglieri neppure informalmente) : LA NUOVA AMMINISTRAZIONE ha presentato UN PROGRAMMA (votato dai cittadini) CON FORTI VINCOLI AMBIENTALI E HA ESPLICITAMENTE DETTO NO ALLA SUAP GIORGINI DAVANTI AI CITTADINI ED I CONSIGLIERI HANNO il programma nella prima seduta consiliare. GRAZIE RICCI PERCHE’ HAI PRECISATO ESATTAMENTE LE ALTERNATIVE FRA PLASTICA E AMBIENTE-TURISMO-SVILUPPO SOSTENIBILE.
bellissimo articolo.
NO SUAP GIORGINI
http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=104973889550677
Complimenti all’autore. Dopo aver letto l’articolo come si fa ad essere ancora favorevoli? Anche un bambino saprebbe scegliere. Un bambino si, qualche nostro amministratore invece no. Questi signori, che sembra avere tutto a cuore tranne il bene ed il futuro del nostro territorio, vorranno mai spiegarci le ragioni del loro atteggiamento? Se hanno argomenti validi li tirino fuori e li facciano conoscere alla cittadinanza e partecipino al confronto. O sono motivazioni “inconfessabili”? Sicuramente no, ma in mancanza di chiarimento qualche dubbio potrebbe legittimamente sorgere.
Bellissimo articolo, davvero complimenti
Davvero un bellissimo articolo che mi ha toccato profondamente anche perchè a San Claudio ci ho passato metà della mia vita, la mia giovinezza, la mia spensieratezza, le prime cotte, il giorno del mio matrimonio…
La cosa più toccante è che, ogni volta che torno in quella zona, la vedo sempre più bella e incantata che sarebbe davvero un peccato rovinarla anche di poco.
Vi assicuro, come dice il Sig. Ricci che ci sono davvero meravigliose coltivazioni sane e famiglie serie non solo verso Piediripa ma anche dalla parte opposta.
Qualunque cosa si faccia per rovinarla e non per migliorarla è davvero una bestemmia contro la natura e le persone.
Che il sindaco e i consiglieri abbiano davvero il coraggio di mantenere quanto ci hanno promesso in campagna elettorale perchè quelli che nell’articolo si possono chiamare “sogni” non sono altro che sogni perfettamente realizzabili.
La questione è molto semplice, direi elementare….
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NO alla Giorgini, senza “se” e senza “ma”
Ovviamente, come già fatto altre volte non solo in questa sede, per quel che può contare il mio parere, anche io sono TOTALMENTE CONTRARIO ALLA GIORGINI in quella sede.
E rilancio la domanda già posta su queste schermate alcuni giorni fa: cui prodest?
CONSUMO E STRAZIO DEL TERRITORIO?
Il nostro territorio viene sempre più saccheggiato dalle speculazioni finanziarie, un territorio con migliaia di ettari tolti alla loro vocazione, alle colture agricole e al loro naturale sviluppo rurale per fare spazio a cemento e speculazioni edilizie, non bastavano le oramai faraoniche costruzioni industriali insalubri e i grandi centri commerciali, oramai anche centinaia di ettari vengono ingoiati da ingenti costruzioni che ne stravolgono l’assetto naturale.
Siamo in presenza di uno sviluppo dissennato senza un progetto organico di crescita, ne è esempio la “Giorgini” a Macerata, (Valle verde zona San Claudio), la “EuroInga” a Morrovalle, i “Centri commerciali” (zona Aurora) e i “progetti” (Ceccotti) a Civitanova Marche. Ora altre enormi distese di bel territorio sono invasi da impianti Fotovoltaici di enormi dimensioni (Recanati, Pollenza, Corridonia).
Sul territorio del comune di Corridonia (zona Sarrocciano) a confine con il comune di Morrovalle (Trodica) stanno per iniziare i lavori per la realizzazione di un enorme impianto Fotovoltaico di 6.039,00 KWp, 12 ettari (120mila mq) di terreno pianeggiante e fertile sarà tolto alla coltura agricola.
Una distesa di 120mila metri quadrati di pannelli alti circa 4 METRI (quattro metri) determinano un grave impatto che deforma la bellezza naturale del territorio.
Gli abitanti della zona stanno costituendo in un “comitato”, per opporsi alla realizzazione dell’impianto, con una raccolta di firme si sta predisponendo un ricorso al TAR.
La materia deve essere affrontata urgentemente dagli organi politici, le amministrazioni devono stabilire i criteri attuativi e regolarizzare la materia con criteri bei chiari e precisi; la distanza dalle abitazioni, l’altezza max dei pannelli e l’estensione max degli impianti.
L’esigenza di produzione di energia è importante per l’economia nazionale, ma in nome dello sviluppo non si può sacrificare e travolgere un territorio martoriato già da grossi problemi ambientali e di cementificazione selvaggia.
La gente non si oppone al Fotovoltaico, sa che è il più economico, salutare ed ecologicamente compatibile, ma bisogna dare regole certe per impedire grossi ed enormi “cattedrali” speculative.
Tonino Quattrini
Coordinatore regionale
Fronte Verde
La vera PIANIFICAZIONE territoriale va fatta a 360 gradi tenendo conto di tutti i fattori. Questa di cosa tiene conto? ………..Una valle questa emblematica , ma che purtroppo non é un caso isolato. Tutte le colline marchigiane sono sotto il rischio speculativo da diversi fronti…… discariche, fotovoltaici selvaggi, elettrodotti, centrali etc… tutti episodi miopi e speculativi che alla lunga tolgono “vita” alle nostre uniche colline. Pianificazione é anche riflessione e progettazione a lungo termine. Il nostro patrimonio rurale non merita questo scempio………..terra rubata alla Terra http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=293&Itemid=90
veramente un bellissimo articolo quello di Marco Ricci, scaturito dalla penna di chi ha avuto la sensibilità di “assaporare” quel pezzo di paesaggio oggi a rischio di estinzione… un articolo che contiene anche un accorato e quasi drammatico appello a chi tra pochi giorni avrà l’enorme responsabilità di decidere del futuro di tante famiglie che vivono in quei luoghi ameni così ricchi di fascino ma anche depositari di storia e forieri di prospettive di uno sviluppo finalmente sostenibile.
Ma anche un futuro che non riguarda soltanto poche famiglie di Valleverde e Piediripa; un futuro che deve interessare l’intera comunità maceratese ed oltre proprio perchè continuare a sostenere, o solo ad accettare, progetti che comportano un grave depauperamento della ormai limitatissima, e per questo preziosissima, risorsa suolo, a fronte di investimenti in attività che potrebbero essere localizzate in ambiti meno sensibili e pregiati, significa sostenere un modello di sviluppo ormai obsoleto, destinato nel breve periodo ad essere sostituito dlla “green economy”.
Mi auguro che a partire da questo SUAP, vero e proprio “caso spartiacque” tra due modelli di sviluppo, l’amministrazione comunale di Macerata abbia il coraggio e la lucidità per scegliere con lo sguardo rivolto lontano, verso un orizzonte ancora pulito…
Più chiaro di così…..? Ma c’è qualcuno che è favorevole? soprattutto qualche politico o ex? dica qualcosa per favore, tanto per poter meglio giudicare….altrimenti come dice Filippo: cui prodest?
P.s: i terreni interessati ai progetti in questione di chi sono o di chi erano?
@Giovanni
Lei fa troppe domande.
Poi si capisce che pensa.
E chi ragiona di suo è sempre pericoloso per il potere….
Giovanni:
Occhio che se interviene Garufi, sarà solo per dire che ‘legalmente’ la Giorgini non ha tutti i torti, anzi….. nonostante i vertici del suo partito abbiano detto un NO NETTO.
Sarà il caso che questi intervengano? O che Garufi finalmente esca dal partito?
Per la cronaca, il risultato del sondaggio del Carlino online sui favorevoli e contrari alla Giorgini è più che palese.
Chi dei consiglieri voterà a favore, avrà contro il 95% circa dei maceratesi, ma se per costoro il parere dell’opinione pubblica non conta, CHI RAPPRESENTANO?????
http://sondaggi.quotidiano.net/
posso solo dire che dopo aver letto l’ottimo servizio di Ricci…mi viene da piangere! sentirsi nel giusto ed essere impotenti è una frustrazione indicibile. Ma, siamo davvero così impotenti noi cittadini di fronte a tali sopraffazioni? Questa sarebbe una vera e propria sopraffazione di interesse privato sotto tutti i punti di vista: ambientale, agricola, culturale, amministrativa e via dicendo. Se passerà in Consiglio, il nostro stato sappiamolo tutti, non sarà più quello di cittadini ma sudditi. Invoco perciò per i nostri consiglieri che ne daranno approvazione, l’esilio a vita per avere procurato nocumento alla loro città. In alternativa, una misera residenza senza comfort nelle vicinanze della Giorgini, dove trascorrere il resto della loro vita a meditare sulla loro scelleratezza, nutrendosi di quell’uva quegli ortaggi e quelle carni, appestate dagli effluvi chimici vicini.
Fosse per me, non passerebbe neanche coi carriarmati.
@Tamara : hai fatto una domanda che merita una risposta… non credo che noi cittadini siamo davvero così impotenti di fronte alle sopraffazioni. Intanto concordo con te sul fatto che l’eventuale approvazione del SUAP Giorgini costituirebbe una vera e propria “sopraffazione” (dal latino “super facere”) sotto i diversi profili che tu hai indicato ma direi anche sotto il profilo POLITICO laddove mi risulta che l’attuale maggioranza è stata eletta sulla base di un programma assai chiaro nei confronti della tutela del territorio e del risparmio di suolo (o mi sbaglio?)
ma voglio ostinatamente credere che ancora vi siano ampi margini per evitare che il “misfatto” si compia e ciò alla luce dell’ampia partecipazione che ha suscitato la questione a Macerata.. se davvero il consiglio comunale dovesse approvare questo progetto credo che tutti coloro che in questi anni e in questi giorni si sono in qualche modo dichiarati contrari dovrebbero reagire con forza, sempre secondo i canoni della convivenza civile e delle regole della democrazia, per non lasciare nulla di intentato rispetto alla tutela di un territorio che di tutto ha bisogno meno che di un ulteriore ferita irreparabile..
La questione è molto semplice, direi elementare….
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NO alla Giorgini, senza “se” e senza “ma”
Che i vari Consiglieri ed Assessori (che lo ricordo, casomai loro se lo dimenticassero, rappresentano la volontà popolare e non i lorointeressi) che sono intervenuti -più volte- su C.M. ci facciamo gentilmente sapere….
Non facciano i bambini intimiditi: che dicano chiaramente loro da che parte stanno.
@rpiccia : non ti sbagli. Chi è ora al governo di Macerata, ha fatto precise promesse elettorali e non credo che sottrarsi gli convenga. Dovranno ripresentarsi , anche se non tutti, alle prossime elezioni, no? Questa specie di rivincita non ci ripagherebbe comunque mai dal danno fatto , ma si rendessero conto però, di dover pur dire addio alla loro carriera politica se ciò avverrà. Sarebbero men che meno credibili e affidabili coloro che oggi ” cincischiano ” . Si esprimano con chiarezza tutti perciò , come hanno fatto appello Cerasi o Davoli più volte. Almeno su questo…un po’ di trasparenza: o sono per la Giorgini o non sono per la Giorgini , senza addurre altro. Anche da qui, misureremo la loro onestà intellettuale e il loro disinteresse di parte.
Risparmio del suolo??? Ora si capisce perchè in campagna elettorale battevo chiodo sul piano casa, quando dicevo che erano degli ipocriti tacendo su qualcosa che non può essere svicolato. Ma in campagna elettorale, se ben ricordate, nessuno dei candidati ne ha fatto mai cenno. E la questione Giorgini oggi, è ben più scottante del piano casa che tutti hanno scaricato sulle spalle della vecchia amministrazione, dove quantomeno dal mio punto di vista, si salvavano quei 99 alloggi popolari da costruire. Quindi, via il vecchio, torna il vecchio rivestito a nuovo, con la stessa forma mentis politica di raffazzare dove può.
Non ci siamo!
Caro Axel, iscriviti all’IDV se ti fa piacere. Se poi sei interessato al mio voto e a quello del mio collega Meschini ( sappi che la pensiamo ugualmente) e più di ogni altra cosa ( da quanto leggo) sei anche interessato a sapere o conoscere le direttive che hai letto sulla Giorgini. Iscriviti e, se vuoi, presentati alle prossime elezioni. Non sarebbe male.Quanto all’IDV sappi, esorbito dalla Giorgini, che la linea del Partito a livello raionale è cosdtituita dall’asse IDV\PD. Alla regione dall’alleanza IDV\PD\UDC. Può andar bene?
@tamara: tu credi veramente che i politicanti voltagabbana se ne torneranno a casa anche in presenza di mancato mantenimento delle promesse elettorali? Guarda il governo nazionale: da anni promette mari e monti, non mantiene niente, e la gente seguita a votarlo. Macerata, con il suo immobilsmo intellettuale, è come il Toto di Proietti: “ma chi telo fa fare, lascia perdere, non ti impicciare”. Solo pochissime voci, a parte noi di questo blog, si sono levate contro la scellerata possibilità dell’insediamento Giorgini. Sarebbe il caso che i vari Comitati si riunissero tutti sotto il comune durante il consiglio comunale in cui si deciderà il futuro di Valleverde (quello che ne resta). Informiamo la cittadinanza a partecipare in massa affinchè chi deve esprimersi si renderà conto che la gente non è con loro.
Detto questo, sto sempre aspettando i pro Giorgini ad esprimersi pubblicamente sulle loro ragioni. Ma sembra che si stiano sottraendo al confronto.
@umbertoro : no no, non credo che se ne torneranno a casa…credo che ce li manderemo noi! E’ vero che la gente continua a votare da anni lo stesso governo nazionale che fa solo proclami – magari solo quelli, fa anche danni – però è anche vero che le cose possono cambiare e chi oggi sta su, domani scende dall’altalena…o a spinta o perchè è ora, prima o poi il giro finisce.
Nella “Valle incantata” Marco Ricci ha scritto un ottimo componimento cui un professore di lettere attribuirebbe di certo il 10 e lode.
Voglio subito dire che non ci si può limitare a sognare che Macerata e Corridonia “volessero insieme qualificare tutta l’area”-E’ urgente che ciò venga fatto: Macerata e Corridonia sono ormai (purtroppo) in forza della loro forzata congiunzione sul Chienti a Piediripa una nuova entità urbana.
Auspico anch’io un collegamento pedonale e ciclabile che dia ai bambini posti meravigliosi dove giocare, allungato non solo dalla Abbadia di San Claudio a quella di Fiastra, ma anche da quella di San Claudio a quella di Santa Maria a pié del Chienti ed al mare adriatico. Mi piace anche che si sognino sul percorso piccole strutture ricettive, dagli agriturismi ai bed-and-breakfast, e impianti sportivi all’aperto, un maneggio, e scavi archeologici visitabili, e il wi-fi diffuso, e punti vendita dove i coltivatori diretti possano finalmente accorciare la benedetta filiera, oltre anche al bel negozio di armature, lance e spade in perfetto stile carolingio per far felici i Carlo Magno nostrani con l’aggiunta di una Metropolitana di Superficie che vi porta mezza provincia in un attimo, con la gioia (improbabile) anche dei commercianti del centro.
Dove nascono la mie perplessità e gli interrogativi che pongo ai combattenti del Suap Giorgini?
E’ proprio vero che l’iniziativa Giorgini sia incompatibile con l’agriturismo esistente a monte e con tutta la progettualità turistica ed anbientalistica di cui sopra? Il mio dubbio è qui.
Dalla planimetria allegata constato che la variante proposta e la lottizzazione Valleverde (quest’ultima molto più inquietante ed inquinante della prima) sono in immediato prolungamento della zona edificata. che ha davvero inferto una ferita all’ambiente e che è oggi, con un profilo anonimo e piatto, uno urlato squallore di periferia. Se si scherma opportunamente questa realtà non può venirne che un vantaggio da chi guarda il panorama a monte.
Marco Ricci dice di “non avere ovviamente a priori nulla contro una ditta che lavora, che produce e che é certo non avveleni bambini per mestiere.”
E’ dunque forse l’azienda di iniettati plastici quella che modella e fa i giocattoli per i bambini ed anche i tanti elementi di arredo della nostra vita quotidiana, usati anche negli agriturismi?
Non è allora logico che si collochi nel punto in cui Macerata ha predisposto il suo sviluppo industriale cercando le sinergie nella zona, e non è forse necessario che la Città, sede di una storica scuola dell’arte, una scuola che cioè tende a dare forma e contenuto alla materia, abbia a confrontarsi con questa moderna frontiere dell’artigianato e dell’industria?
Quello che non mi convince del tema di Ricci è l’astratta filosofia di fondo, l‘ “aut aut” del fondamentalismo ambientalista. Il “mors tua vita mea”.
Il vivere civile si sviluppa superando questi conflitti. La logica del futuro è quella del “et-et”, quella del reciproco rispetto, non della reciproca delegittimazione.
Rispondo volentieri al cortese intervento del signor Domenella, approfittandone per chiarire alcuni concetti che probabilmente non ho espresso nel modo più chiaro.
Mi perdoni signor Domenella se vado rapidamente per punti:
1) Dalla planimetria è estremamente chiaro che la lottizzazione prevista dal SUAP vada a serrare l’ingresso alla valle, compromettendo l’accesso da Piediripa. Inoltre l’insediamento va chiaramente ad interessare la fascia subcollinare che la lottizzazione antistante ha esplicitamente previsto di proteggere. Compromette uno sviluppo alternativo? Di certo non l’agevola. Crea danni all’agriturismo sovrastante? Considerando che dalle finestre si vedrebbero i capannoni a circa duecentometri, lascio a lei ogni considerazione. Anche il PTC prevedeva l’espressa valorizzazione come territorio agricolo. Questa variante mi sembra andare in direzione opposta.
2) Non sono entrato in merito alla lottizazione Valleverde sia perchè da tempo approvata (e dunque è nel caso specifico inutile) sia perchè non ne ho una conoscenza così approfondita. Non so dunque dirle se possa essere inquinante o meno. So soltanto che al suo interno non contiene ditte classificate come insalubri di prima classe, a differenza invece della Giorgini.
3) Nel mio intervento, in ogni caso, non ho mai affermato che la Giorgini inquini o renda arancione l’uva. Detto questo, il punto è un altro e ha a che vedere con i possibili utilizzi alternativi dell’area che di fatto verrebbero compromessi. Da quanto ne so io, non esistono nel comune di Macerata altre Pievi di San Claudio o altri territori pianeggianti facilmente accessibili e qualificabili. Vale la pena compromettere l’unico che si ha?
4) Sempre da quanto ne so io, la Ditta Giorgini produce attualmente pozzetti per tombini e immagino lo faccia benissimo se in tempi di crisi decide di accollarsi un investimento che suppongo essere di svariati milioni di euro. Mi permetta la battuta, davvero ritmi di crescita cinesi che però non avranno ricadute sulla manodopera! Ma anche se si parlasse di superconduttori o di nanotecnologie il punto non cambierebbe di niente. Questo interessato è l’unico luogo nella Provincia di Macerata o nel nostro comune dove fare l’insediamento? A questo proposito – stante al DPR del 1998 – la Conferenza dei servizi avrebbe dovuto accertarsi dell’esistenza di altri eventuali luoghi idonei. Personalmente, ma posso sbagliare, dubito che questo sia avvenuto.
5) Riguardo invece ad un’utilizzo turistico dell’area è ovviamente una questione di valutazioni personali e di volontà politica. Mi conforta che, se non erro, anche la Camera di Commercio avesse espresso in precedenza attenzione ad una proposta del genere.
6) Riguardo l’astratta filosofia di fondo e l'”aut-aut” fondamentalista, è una sua personale visione che non condivido. Non credo troverà nessun aut-aut in quanto da me scritto, nè tanto meno un “mors tua vita mea”. Anzi, mi sembra lei sottostimare con facilità i problemi di chi lì già ci vive e ci lavora. Oltretutto mi sembra evidente che al termine del mio intervento si incoraggia l’amministrazione a trovare un’area alternativa per la Giorgini, un’area meno impattante sul piano territoriale e paesaggistico.
E mi permetta di concludere – proprio perchè come afferma lei stesso abbiamo una scuola d’arte (a cui io aggiungo le mille risorse culturali e paesaggistiche della nostra città) – forse Macerata dovrebbe avere maggior cura del suo territorio e di un gioiello come la Pieve di San Claudio.
E le lascio una domanda di fondo: quali sono i vantaggi per la città nel lottizzare proprio quest’area a fronte di numerosi problemi che creerebbe?
Perchè qui?
Cordialmente,
Marco Ricci.
@Domenella: alle giuste e condivisibili osservazioni di Marco Ricci aggiungerei anche questa: lei in sostanza dice che lo scempio ormai c’è stato con la lottizzazione Valleverde (e questo è indiscutibile) quindi, una fabbrica in più o una in meno, cosa cambia? Cambia che si verrebbe ad intaccare quella lingua rimasta integra tra la strada e la ferrovia. Edificata la Giorgini, chi potrebbe impedire un altro insediamento analogo alla sua destra (verso San Claudio)? E poi magari un altro ancora, e così via. Di SUAP in SUAP ci giochiamo tutto il territorio. E’ questo che si vuole? Basta dirlo!
Per Ricci: mi congratulo per il testo, di stile e contemporaneamente informato. Il testo, nella sua valenza “poetica”, a mio avviso, riesce a fotografare “anche” la dimensione umana e antropologica di quell’ habitat, ed in questo senso è anche una sorta di suggestivo reportage. Nel dibattito con Domenella leggo, finalmente, quello che è il “nodo” ( a mio avviso ) della questione: trovare un luogo deputato alle indistrie insalubri ( cercando anche di fare informazione sul tema della “insalubrità”). Perchè io sostengo, pur prendendomi qualche sberleffo, che la questione è legale? E che voglio leggere le carte, tutte? Perchè sono convinto che quando la Giorgini fece la domanda il Comune non avesse nel suo PRG destinato aree disponibili per una richiesta legittima di quel tipo. Quindi la mia “resistenza” è semplicemente quella di chi vorrebbe che il Comune si dotasse di una “sito” pre\destinato. Insomma vorrei “approfittare” della questine Giorgini per spingere l’Amministrazione in questa direzione. Ancora complimenti, e anche a Giovanni Domenella.
Nota: credo che ne gioirebbe l’amico Professor Giovanni Carnevale e probabilmente il suo amico Carlo ( Magno).
La cosa più interessante dell’articolo di Ricci è la foto aerea allegata. Una immagine che da sola spiega tutto; la storia secolare, i caratteri dell’ambiente naturale e il caos dello sviluppo urbanistico degli ultimi 40 anni. Ma, in particolare con la previsione del nuovo insediamento “Giorgini”, mostra il futuro sviluppo della “valle degli imperatori”. Un futuro inquietante per Macerata perchè insostenibile, come la politica urbanistica condotta da Corridonia ha già ampiamente dimostrato, quando ha consentito, senza soluzione di continutà, la congiunzione tra centro storico e fondo valle. La collocazione strategica della variante indica chiaramente la volontà di spostare verso nord-est, a ridosso della ferrovia, il limite del futuro sviluppo avvicinandosi sempre di più alle vergini e alla città.
certo che la giunta Meschini ha lasciato una bella polpetta avvelenata, al successore! Meglio: al successore e ai concittadini. Un decennio che si prolunga come un’ombra sinistra anche dopo la propria fine. Un incubo, un’ossessione.
E l’operazione attuale appare micidiale: tutti gli incartamenti approvati prima delle elezioni, tranne la decisione consiliare finale. Con la mannaia di un ricorso plurimilionario da parte della fabbrica nel caso vi fosse esito politico negativo (quando invece i documenti sono tutti regolarmente a posto).
E’ avvilente.
@Davòli: Il consiglio comunale ha tutto il diritto di accogliere o meno la richiesta di SUAP. Non è assolutamente vincolato dal parere (è solo un parere) tecnico. Il consiglio DEVE fare una valutazione politica tra costi e benefici (economici, sociali, ambientali, ecc) e poi trarre la conclusione.
Scusa, umbertoro, fammi capire. Vuoi dirmi che se il Consiglio vota una risoluzione politica contraria alla richiesta della SUAP, quest’ultima non ha diritto di rivalersi presso il TAR o chi per lui?
xFilippo: Però il TAR non può entrare troppo nel merito se la scelta è di politica territoriale. Esempio: se dici no motivando che la Giorgini inquina, il TAR annulla perchè gli Uffici hanno dato parere favorevole. Se però dici che l’insediamento pregiudica l’ambiente agricolo, i futuri sviluppi dell’area, che non ha insomma quel “requisito di pubblico interesse” necessario nelle varianti, etc. etc. il TAR non può annullare perchè in questo campo il Consiglio Comunale è sovrano.
Come era stato detto, in un’altro intervento, mal si comprende come una piccola società, con un piccolo capitale, in questo periodo di magra andrebbe ad indebitarsi con una struttura 3-4 volte più grande, di dove è adesso (senza prevedere aumento di maestranze), senza neanche avere la sicurezza che, nei prossimi anni, arriverano montagne di ordini (ordini che potrebbero giustificare tutta l’operazione)…
ma chi ci guadagna con la Giorgini di Montecosaro?
di solito rispondendo a tali tipi di domande in Italia si risolvono gli enigmi.
alla conferenza stampa di martedì 6 luglio alle ore 12.30 in Piazza Cesare Battisti…scoprirete tante cose nuove!!
@Brandelli
Dovrebbe essere un pò più semplice rispondere alla domanda piuttosto che arrivare a fare luce su Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus, Strage di Bologna, Ustica….
@Cherubini
Spero che saremo in tanti