Il grande bluff
della democrazia
rappresentativa

Il commento

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CARANCINI-PISTARELLI-finale

di Roberto Scorcella

Il risultato elettorale scaturito dalle elezioni amministrative a Macerata è lo specchio del fallimento della democrazia rappresentativa.

Leggendo l’ultimo articolo di Mauro Montali, mi è balzato all’occhio il passaggio dove si afferma che il nuovo Sindaco è l’espressione del 29 per cento degli aventi diritto al voto a Macerata (quindi, in percentuale ancora minore dell’intera città), mentre il candidato del centrodestra rappresenta il 28 per cento degli aventi diritto al voto. I due candidati più votati contano insieme poco più della metà della metà dell’intera Città.

E’ l’ennesima conferma del grande bluff della democrazia rappresentativa.

Attualmente in Italia il sistema elettorale costituito dalla democrazia rappresentativa è indecente e truffaldino.

L’amico Massimo Fini durante il VDay di tre anni fa disse in maniera molto brutale ma efficace che questo era un sistema per metterlo in quel posto agli italiani attraverso il falso consenso.

Ora, è assodato che in democrazia esistono due elementi essenziali: il voto uguale e libero.

Con l’attuale sistema politico in Italia il voto non è uguale e il consenso è taroccato per il semplice fatto che, come affermavano gli esponenti della scuola elitista come Mosca, Pareto e Michels, una minoranza di cento persone che agisce di concerto e d’accordo prevarrà su mille che agiscano liberamente.

Questo ha fatto sì che la democrazia in Italia sia un’oligarchia che nega ogni diritto al cittadino libero che non vuole far parte delle categorie imposte da questa oligarchia. Con questo sistema non si possono valorizzare i meriti, le capacità e le potenzialità dell’individuo che in una democrazia ideale potrebbe emergere mentre nella democrazia italiana viene schiacciato e umiliato.

In questa situazione l’individuo è un suddito, né più né meno che in altri regimi, come quello monarchico ad esempio. Le oligarchie politiche, ovvero i partiti, fanno quello che vogliono. Ciò che avviene nei luoghi dove la democrazia dovrebbe essere esercitata è semplicemente la facciata, la superficie. In realtà le vere decisioni vengono prese dietro le quinte. Il cittadino crede di scegliere, e invece è una truffa. Sono i partiti a scegliere per noi. Noi cittadini non scegliamo nemmeno più i candidati. Sono gli apparati a scegliere, non certo i cittadini.

Curioso che ci si sia scandalizzati di fronte alla decisione di Anna Menghi di invitare i suoi a non andare a votare. Perché avrebbero dovuto farlo se nessuno in realtà li rappresentava? Forse proprio questa è stata la scelta meno farisea e più coraggiosa del secondo turno delle Comunali. Bobbio, al quale non può certo essere affibbiato l’appellativo di antidemocratico, scriveva che “l’unica vera opinione è quella di coloro che non votano perché hanno capito che le elezioni sono un rito cui ci si può sottrarre senza danni”.

La verità è che oggi si vota con la stessa razionalità con cui si tifa Juventus, Milan o Inter, cioè in base a fattori emotivi e identitari più che valutativi e razionali.

Oggi noi cittadini siamo semplicemente spettatori paganti di una partita in cui a giocare sono sempre le oligarchie.

Ma questo è quello che oggi passa il convento. Anche se sappiamo perfettamente che un sistema politico che non rispetta nessuno alla fine è destinato a implodere. E arriverà il giorno in cui questa truffa che in Italia si chiama democrazia rappresentativa verrà eliminata.



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