di Mauro Montali
Il bello e il brutto a Macerata. Questione intrigante. A parte le tapparelle della Prefettura, che sono davvero brutte ma sono lì dal 1905, e quindi lasciamole stare per almeno altri vent’anni, in città non c’è altro che declini in questa direzione. Io parlo della città dentro le mura, ovviamente. Certo, via Trento, con il suo ecomostro, è un cazzotto in un occhio. A destra, andando verso via dei Velini, c’è l’ultramoderno e il supertecnologico, a sinistra c’è il medioevo, appena ritoccato da ottocento. Ma a forza di passarci, lo scempio urbanistico è diventato quasi uno spettacolo. Da portarci i turisti e fargli pagare il biglietto. Un’attrattiva. Assolta, dunque, anche via Trento e la sua società di trasformazione urbana. Vedere assieme Manhattan e Addis Abeba non è cosa di tutti i giorni. Evviva.
Dico via Trento, tanto per cominciare, non per caso. Perchè dall’altra parte, sempre a sinistra, c’è la cornice buona della civitas Mariae e cioè corso Cavour. Un paradigma tutto maceratese: da un lato la city finanziaria, con le sue banche, le assicurazioni, la camminata veloce e distratta, il traffico compulsivo, lo smog, un atelier di quadri, appartamenti per studenti, e dall’altro lato, gli stessi palazzi offrono quella vista, antropologicamente eccezionale, che si può godere, per l’appunto, da via Trento. Città bifronte, da ipocrisia collettiva, cresciuta sicuramente per caso da un borgo in cui il peccato e il pentimento vanno a braccetto. Sennò che cattolici professionisti sarebbero i maceratesi? E pensare che a poche decine di metri di distanza c’è il tesoro: Ficana, viale Carradori, lo stadio della Vittoria, il trionfo dell’architettura povera (Ficana) e del migliore liberty marchigiano. Un’altra contraddizione in termini. Ma si sa l’armonia uccide l’intelligenza che viene forgiata solo dall’esplosione della diversità. Spettacolo magnifico.
Spostiamoci su corso Cairoli. E’ l’altra grande direttrice per entrare in città. Qui il clima cambia totalmente. Chi viene da Civitanova e dal mare e magari per la prima volta entra a Macerata scopre una città che scoppia di vita. In quelle poche centinaia di metri trovi di tutto: corso Cairoli è la metafora della vita. L’ospedale è lì dietro: dalle casse da morto alle culle per neonati, dai cibi ai gioielli, dagli occhiali alle librerie, dalle bische storiche della casbah allo spaccio, corso Cairoli è una città a sè stante. Un microcosmo assolutamente autonomo. Leggenda metropolitana vuole, poi, che il popolo di corso Cairoli faccia apposta a passare sulle strisce pedonali, quelle subito dopo la svolta a sinistra per il direzionale e viale don Bosco, per impedire il più possibile l’accesso alle auto e ai visitatori alla “città alta”. Leggenda sia chiaro… Non ne siamo del tutto sicuri. Del resto l’identità dei “cassettà”, i casettari, è molto forte. Hanno le loro ritualità, le loro feste rionali, forse parlano un altro dialetto o forse, nel segreto delle loro case, professano un’altra religione, come i “marrani” in Spagna, gli ebrei convertiti. Cinquecento anni fa, i casettari, venivano di là dal mare e chissà che non abbiano preservato le loro tradizioni. Al di là dello scherzo: corso Cairoli e dintorni rappresentano un che di eccezionale. Da ricerca sociologica. E da tesi di laurea.
I cancelli: un altro pezzo di città non comunicante con il centro. I giovani, tutti un pò border line, guardano più a Corridonia che non a piazza della Libertà: di notte popolano via Garibaldi con schiamazzi e birre in mano mentre l’unico night, lì a pochi metri, offre la sua mercanzia. A metà via, però, c’è la mitica facoltà di Filosofia dove grandi professori, da Sandor Petofi, Filippo Mignini e Roberto Mancini in giù, hanno creato un’istituzione di tutto rilievo nel panorama culturale italiano.
Del centro inutile parlarne: non c’è una pietra fuori posto. Certo, è desolantemente deserto. Per la gioia dei turisti che si possono godere la città in tutta libertà. Colpa di scellerate scelte amministrative e politiche: fino a che il parcheggio a nord non sarà realizzato rimarrà sempre così. Eppure palazzo Buonaccorsi, palazzo Ricci e così via avrebbero bisogno di ben altre folle.
Una città piccola, Macerata, dove convivono diversi borghi isolati l’uno dall’altro. Questo è il suo grande fascino e la sua unicità. Forse Ascoli è più bella. Ma c’è un particolare: non ha l’università. E quando non c’è cultura di fondo non c’è neanche la bellezza. Bisognerebbe arrivare, rimanendo sulla costa adriatiaca, fino a Trani, ma qui vale lo stesso discorso fatto per Ascoli. Lecce, ecco. Qui il confronto si perde. Ma di strada bisogna farne tanta.
(Foto di Guido Picchio)
***
Siamo tornati su questo argomento dopo la conferenza sull’estetica tenuta dal professor Zecchi che ha acceso un lungo dibattito nel nostro giornale sul bello e il brutto di Macerata:
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Complimenti, mooooolto pittoresco! da Premio Pulitzer . ho visto Macerata con altri occhi. eppure il mio ramo materno era nativo di Ficana.
solo un’aggiunta al suo magnifico affresco.
il nome di Giorgio Agamben tra i grandi Professori della Facoltà di Filosofia. nome che Macerata ha avuto il prestigio di annoverare nella sua Università.
…giusto si riprende qui a parlare di Estetica.
grazie
Mauro, se fosse stato possibile, appena letto l’articolo, sarei venuto a stringerti la mano. E’ da un pezzo che siamo in sintonia. Ti ringrazio per questo articolo e per la tua splendida scrittura.
A questa “bellezza” si deve aggiungere, poi, la “presenza” di chi non è più, da pittori a grandi medici,a scienziati, ad economisti. E poi una trafila interminabile di docenti che sono passati nella nostra Macerata, dal grande numismatico Panvini Rosati, al filologo Garzia, ad italianisti importanti Garboli ad esempio e tanti, tantissimi altri, per finire con un ricordo personale di Francesco Voltaggio ( Filosofia della Scienza), mio professore e poi amico. Le “Urne dei forti” battono qualsiasi gioco posticcio ed inventato, producono una sedimentazione fertile. La politica ( di qualsiasi segno) non può che partire da questo “bello” di cui parla Montali. Non c’è altra via. O meglio questa è la via, più che quella di qualche studio che attende le commesse.
Complimenti per l’articolo. Dissento solo sul fatto che la ‘desertificazione’ del centro sia colpa dell’assenza del parcheggio a Nord. Credo che le cause siano ben altre.
Inoltre mancano accenni sul verde pubblico, a cominciare dalle rotatorie, che sono il biglietto da visita per la città. Se guardiamo ad alcune città della Romagna o del Trentino, notiamo che le rotatorie sono arredate a verde in maniera accattivante, proprio per rendere bello l’accesso ed il percorso.
A Macerata alcune di esse sono carine, tipo quella dello Sferisterio, ma molte lasciano a desiderare o sono completamente incolte, come quella di Fontescodella, di fronte al palazzetto.
Altro discorso da fare è quello dei parchi urbani, sullo stile del Nord Europa, con grandi spazi aperti per le famiglie e per i bambini. Sarebbe bello trovare lo spazio per farne uno anche da noi, magari nell’area delle ‘Casermette’, se fosse possibile, e magari inserito in un quartiere moderno eco-compatibile.
Caro Mauro, un ottimo affresco “impressionista” della città contemporanea che, tuttavia, non trascura gli aspetti più antropologici e ancestrali della sua formazione storica avvenuta per somma di borghi. Forse il segreto dei suoi caratteri estetici e del suo fascino è tutto qui. In ogni caso, non userei la definizione di “città piccola” ma pittosto quella di “città rimpicciolita”. Si perchè Macerata, prima di diventare piccola è stata grande, anche dal punto di vista dimensionale. Ci sono voluti secoli di distruzione delle decine di “Vici” e “Pagus” diffusi nel lungo crinale collinare -da S.Croce alle Vergini- prima di rimpicciolirla e rinchiderla dentro l’attuale fortezza delle mura urbiche.
Altri secoli sono occorsi per modellarla intenzionalmente, sia nella forma sia nella funzione, in modo da trasformarla in quella che sino all’unità d’Italia era una “città-stato”. La vicenda costruttiva dello Sferisterio segna in qualche modo l’ultimo episodio di quella lunga storia. Ma anche dopo lo stato unitario, Macerata a saputo svolgere un ruolo-guida continuando la ricerca civile dello sviluppo di una forma urbana e architettonica da darsi in vista della modernità. Si pensi alla stazione ferroviaria con il suo viale e annesso piano di sviluppo di tutta l’area adiacente l’ex distretto -oggi centro direzionale-; p.zza Pizzarello, il fondale scenico del monumento ai caduti ecc..
Probabilmente oggi, la questione del decoro urbano, della qualità architettonica e urbanistica, non sarà la questione centrale del conflitto culturale, politico ed economico in atto, ma sicuramente è una questione che si impone naturalmente come dato assente nel dibattito sulla città.
Non prendiamoci in giro, la disertificazione del centro e di Macerata tutta è dovuta al fatto che è isolata dal punto di vista viario, per cui pochi hanno interesse ad investirci. C’è un’unica soluzione impegnarsi a realizzare il collegamento da Villa Potenza a Piediripa, altre alternative non ci sono
@ Placido Munafo
salve, visto che apprezza le domande, ne faccio una che non so se è impropria, ma leggendo del collegamento Villa-Potenza Piediripa, mi chiedevo se il tratto da realizzare interessa solo il Comune di Macerata oppure convolge anche quello di Corridonia e in questo caso sapere quindi in che rapporti sono i due comuni in vista della collaborazione necessaria e infine se la Provincia o altri Enti hanno in qualche modo un ruolo su questo fronte.
non ho esperienza amministrativa…mi perdonerà!
“Del centro inutile parlarne: non c’è una pietra fuori posto.”
Ho l’impressione che Montali non sia un frequentatore abituale del centro; altrimenti si sarebbe accorto (e, dato che non ha peli sulla lingua, ne avrebbe scritto) che di pietre fuori posto ce n’è in abbondanza. Parlo dei sampietrini che foderano molte vie del centro, dissestate a tal punto che si rischiano le caviglie a camminarci. Un’opera che questa amministrazione si è impegnata a realizzare (con successo) lasciando che veicoli di ogni tipo la attraversassero in lungo e in largo.
Chissà perché, quando si fanno i confronti con altre città, non si ricorda mai che Macerata si distingue (in negativo) perché il suo centro storico lo preferisce affollato di auto anziché di persone.
E sempre a proposito del centro e del suo (scarso?) affollamento.
Ogni volta che c’è qualche iniziativa in centro, quale che sia la sua natura, le sue strade e le sue piazze si popolano, talvolta in maniera davvero massiccia. Questo strano assembramento di persone avviene a dispetto del fatto che non esiste il famigerato parcheggio a nord, come non esiste la famosa bretella intervalliva.
O tutte queste persone che si precipitano in centro alla prima occasione sono dei temerari che non sanno a quali avventure vanno incontro, avvicinandosi ad una città così povera di infrastrutture, oppure questa storia secondo cui strade e parcheggi sono essenziali per riportare la vita nel centro storico è una bufala.
Parlare dello svuotamento del centro storico non avendo ben presente quali siano state le trasformazioni sociali/economiche, degli ultimi 20 anni, è come fare un bisognino dentro il proprio cappello e poi metterselo in testa: non c’è nessuna legge che te lo vieta, si può anche fare, ma è da imbecilli.
20-25 anni fa Macerata era il “centro” sociale/economico di una vasta area che comprendeva anche molti piccoli Comuni vicini.
Non esitevano quasi per nulla i centri commerciali ed era normale andare a Macerata per lo struscio o l’uscita del sabato pomeriggio.
Sono tantissimi gli ex ragazzi di 35-45 anni che, pur avendo casa nel circondario maceratese (Appignano, Montecassiano, Treia, Pollenza), di fatto hanno trascorso la loro giovinezza per “il Corso della Repubblica” maceratese.
Ed anche ex ragazzi delle frazioni (Villa Potenza, Piediripa e Sforzacosta) venivano “su” a Macerata.
Poi sono nati i centri commerciali, le Multisala cinematrografiche, è aumentato il benessere (cioè prima i giovani avevano l’auto -dei grandi- talvolta oggi quasi tutti hannol’auto propria) e le persone, rispetto a 20-25 anni fa, hanno cominciato a spostarsi di più, molto di più….
……Basti pensare a quanto il traffico sia aumentato facendo sei semplicissimi raffronti: 20 anni fa le auto erano così tante DI MENO che via Manzoni (Liceo Scientifico) era a doppio senso di marcia.
…. E non c’era difficoltà a parcheggiare nemmeno in Piazza, il sabato sera dopo cena.
…..Ala fine degli anni ’80 del secolos corso le auto posteggiate davanti a Ragioneria (via Cioci) erano 15-20, cioè solo quele dei Professori che arrivavano da fuori Macerata, oggi via Cioci è piena dall’inizio alla fine.
……..
…….Cioè prima il viaggio di tantissimi “finiva” a Macerata.
Prima gli stuenti universitari RESIDENTI erano il triplo di oggi.
Prima c’erano 3/4 pub in Provincia.
Prima, se non volevi aspettare 3 mesi per vedere una prima visione nella tua piccola città, andavi a Macerata
Prima per ogni negozietto che c’era nella tua piccola città ce ne erano 10 a Macerata
Adesso ci sono così tanti posti dove andare: cinema, pizzerie, centri commerciali, pub….
Così tanti posti dove andare….Che Macerata non è più il centro di una vasta area ma è diventato solo il centro di una modesta città di 40.000 abitanti….Anzi anche di meno di quarantamila, visto che non ci sono più le frotte di giovani che, tutti i giorni, salivano dalle frazioni.
Poi ci sarà stato anche l’UPIM che ha chiuso, il Parcheggio sotto Rampa Zara che non si è fatto che hanno aumentato lo spopolamento…. Ma hanno solo accelerato un trend che era inevitabile.
Ed oggi tutti i tentativi che si ipotizzano (sempre nella gara a chi la spara più grossa, senza mai parlare di quanto costerebbero tali fantascientifiche iniziative e dove reperire i fondi) solo solo elettoralistici
Quello che dici Gianfranco è tutto vero. Però…
Però quando c’è un’iniziativa, di qualunque genere, il centro si popola; quindi quello che tu dici è vero ma forse non è tutto.
Però l’amministrazione comunale può intervenire anche sui fattori socio-economici e non limitarsi a subirli. Di sicuro, da che mi ricordi io, le amministrazioni cittadine non hanno fatto granché in questo senso, quindi magari è ora di cambiare rotta.
In questo c’è chi le spara grosse (ma senza metterci a fianco le cifre) e chi, come noi, pensa che si possa incidere positivamente anche con iniziative a costo zero o quasi.
Vorrei segnalare che Ieri , (Domenica 14 Marzo) prima giornata di sole ,alle ore 16 in Piazza Mazzini ,quattro BAR e una pasticceria CHIUSI !!
COMPLIMENTIAMOCI per l’accoglienza.
Approfito per chiedere se qualcuno sa rispondermi ; perchè PIAZZA MAZZINI la più bella delle nostre piazze , non è stata liberata dalle AUTO, come promesso da MESCHINI ,dopo l’apertura del parcheggio (che segnalo SEMPRE VUOTO!! ) di via Severini ??
Salve a tutti,
mi permetto di intervenire per quanto concerne la questione della desertificazione del centro e di altre zone di Macerata in determinate ore del giorno ed in particolare la sera. A mio avviso la questione dei parcheggi è una questione secondaria, da risolvere in un secondo momento, in quanto Macerata è una città universitaria, in cui vivono moltissimi ragazzi, che non possiedono l’auto, e che il giovedì sera, per esempio, popolano le vie del centro. Parto da un dato di fatto: tranne per il giovedì sera, le strade del centro dopo le 20.00 sono un deserto. Dove sono i ragazzi?Il fine settimana sono rinchiusi tutti dentro casa? Non penso…e tale situazione è tanto più evidente d’estate (ad eccezione di alcune sparute occasioni) quando alcuni locali sono costretti a chiudere perchè sono deserti.
Altra questione: prendiamo sempre il giovedì sera che è l’unica sera movimentata a Macerata…c’è un conflitto tra i residenti del centro che hanno diritto di dormire e non vogliono sentire schiamazzi, da una parte, e i gestori dei locali e i ragazzi dall’altra che hanno il diritto di vivere la notte…come si pensa di risolvere tale questione?
Come diceva Sandro è possibile che la domenica spesso il locali siano chiusi…poi ci si chiede come mai la gente preferisca andare a Civitanova a fare la passeggiata (ieri i negozi erano aperti a Civitanova).
Finchè le istituzioni non si interessino di queste tematiche, potremmo pure pensare di avere la più bella piazza del mondo…ma rimarrà sempre vuota.
Con tutta onestà molti dei discorsi che sento, seppure ineccepibili dal punto di vista estetico, sono spesso fuori dal mondo, fuori dalla realtà concreta che caratterizza la nostra città. Purtroppo in queste righe ho toccato l’argomento in modo molto marginale…la tematica è molto complessa e la desertificazione non riguarda solo il centro, ma tutta Macerata.
Su facebook ho creato un gruppo a proposito dove le persone stanno esponendo la propria opinione. http://www.facebook.com/group.php?gid=377875211263&ref=ts
Dateci un’occhiata se vi almeno vi fate un’idea di quello che pensano alcuni giovani…
@Cerasi e altri.
Non voglio essere noioso con l-inghilterra come mi e` stato detto ma debbo contraddirti.
Se si va fuori londra a nord o sud o qualsiasi altra direzione si trovano anche qui citta` piccole come macerata,ma molto diverse nell`organizzazione.
I centri commerciali qui sono ovunque (in percentuali superiori alle a quelle di macerata) anche in paesi come piti eppure i centri storici sono sempre pieni 365 giorni all`anno dalle 9 di mattino alle 5 di pomeriggio 7 giorni su 7.
I locali aperti 7 giorni su 7 orario continuato (bar ristoranti pub supermercati mercato giornaliero botteghe e altro potrei fare una lista infinita) forse la cultura e` diversa ma qui i centri storici sono sempre pieni di gente e vuoti di auto.
Ciao David,
vieni a vivere per un po’ a casa mia. Con la tua macchina, le tue cose da fare, il tuo diritto non solo di dormire, ma di non trovarti il vomito sul portone di casa, il tuo mezzo di trasporto senza uno specchietto o con le fiancate rigate, le mura di casa tua imbrattate con lo spray. Io pago 66 euro circa di permesso l’anno (in altre città d’Italia è gratis) per NON poter manco parcheggiare in centro, il più delle volte. Questo senza contare i cestini dell’immondizia divelti, insieme ai cartelli stradali, e i cocci di bottiglia che si trovano la mattina. Ho 22 anni e non sono un pensionato rompicogloni, faccio vita universitaria fuori sede ma non mi sono mai permesso di devastare la città che mi ospita.
Il centro si desertifica? Ci saranno per caso anche altre responsabilità? Corso della Repubblica, Piazza e annessi; 180 € per una camicia nella maggioranza dei negozi. Macerata sembra via montenapoleone, su 30 negozi 18 sono gioiellerie (parlo del centro), altri vendono capi d’abbigliamento a prezzi che difficilmente l’italiano medio (dal giovane universitario senza una lira al magari non giovanissimo pensionato con poco più) potranno permettersi. E poi ci si lamenta che non si vende…
Per la cronaca: ho visto prezzi più bassi in VIA CONDOTTI a Roma che a Macerata centro. Quando c’erano Standa e Upim non c’era questa desertificazione. Chissà perché?
Salve Filippo,
aspetta forse mi sono spiegato male…io sono completamente in accordo con te. I residenti del centro hanno il sacrosanto diritto di riposare e di vedere le proprie macchine come le hanno lasciate la sera…conosco ragazzi come te vivono la stessa situazione, che vedono il giovedì sera come un incubo e anche loro non sono pensionati che alle 22.00 sono a letto (con tutto il rispetto perchè Macerata è anche, e soprattutto la loro, visto il numero elevato).
Partendo dal presupposto che gli studenti dell’ateneo maceratese non siano vandali (anzi è grazie a loro che l’economia del centro va avanti), ma siano uguali agli studenti di tutti gli altri atenei del mondo, affrontiamo il problema in questo senso:
1. decentriamo la movida dal centro storico a zone di Macerata meno residenziali, allo scopo di rivitalizzare le zone d’ombra (es giardini diaz, sasso d’italia o altri…), spalmando le serate in tutta la settimana, soprattutto dal martedì al venerdì, perchè poi molti studenti tornano a casa per il week end. Facendo così eviteremmo di far utilizzare la macchina ai maceratesi (evitando ritiro di patenti, incidenti, etc) e offrendo una valida alternativa agli studenti fuori sede senza macchina.
2. in centro, invece, bisognerebbe realizzare delle iniziative come cinema d’essai, teatro, aperitivi culturali, mostre, etc etc…insomma destinate ad un target differente.
Per quanto riguarda i negozi sono d’accordo con te: è inconcepibile che una città come la nostra non abbia…Zara, H&M, un Mac Donald solo per citare alcune delle catene più famose…sarebbero un forte richiamo e conferirebbero alla nostra provincia una dimensione più internazionale…la Feltrinelli realizzata da poco sembra un buon inizio…
Questo è quello che si fa in moltissime città d’italia e all’estero…
lancio un’iniziativa sul turismo: A MACERATA IN CARROZZA
premesso che come ho scritto altrove, non si può fare una politica se non ne attui un’altra a sotegno della prima e così via, pena il fallimento, riguardo la rivitalizzazione del centro storico che risente della sua pedonalzzazione, si potrebbero avviare per esempio due strategie incrociate , a costo assai ridotto, per favorire sia il primo obiettivo, creare attrazione per la piazza e le vie del centro, sia la promozione turistica ad ampio raggio, passando per le risorse e il patrimonio culturale di Macerata.
In centro oltre le bellezze architettoniche civili e religiose, cè il Museo d’arte Contemporanea, Palazzo Buonaccorsi e il Museo della carrozza che come sopra evidenziato dal nick – macerata granne- è semisconosciuto. Il museo della carrozza potrebbe fare da volano invece a tutto il resto. come?
Si pensi che nel 2007, nel centenario dello storico Raid Pechino-Parigi in cui trionfò l’equipaggio italiano a bordo della mitica Isotta Fraschini battezzata per l’occasione” Italia”, l’auto originale attraverso l’iniziativa di Overland, è uscita dal Museo di Torino per ripercorrere sulle strade moderne per cui non era stata certo progettata., la stessa avventura..
Non è dunque ipotizzabile creare un circuito di interesse generale per i Muesei e i Palazzi proponendo un giro in carrozza festivo e domenicale per il centro, supportato da eventi collaterali come mostre fotografiche, artistiche , mercatini, spettacoli e quant’altro? per ovvie ragioni si dovrebbe fare nei festivi, per non intralciare le normali attività quotidiane. Però intanto creerebbe curiosità e interesse per Macerata. Se poi si volessero tenere aperte alcune attività commerciali, meglio. Che io sappia, non c’è altro centro qui vicino che faccia una cosa analoga. Se poi , durante la stagione lirica si vorrà farne godere anche gli spettatori che vengono da lontano….
Ma ci sarebbe nel caso una carrozza disponibile e il personale entusiasta di tenere aperti i musei nei festivi o per ripulire le vie del centro da altro …genere di rifuti sui sanpietrini?
‘
p.s a Macerata fino agli anni ’30 circa, mi rifaccio alla memoria di mia nonna, la carrozza era il modo abituale per spostarsi anche per lunghi tragitti: a questa tipologia pensavo nel lanciare l’ idea.
@Marcelli
Non sei, almeno per me, assolutamente noioso con l’Inghilterra.
Ed hai perfettamente ragione, sarà un modello di vita diverso, una diversa cultura ma ache nella più disgraziata landa desolata inglese la vita del centro cittadino è attiva 7 giorni su 7.
Forse invece di stare a scervelarci su come “rivitalizzare” il nostro centro storico basterebbe andare a vedere come è strutturato e come funziona un centro storico inglese…. L’unico dubbio che mi assale è che chi mandiamo?
Movida a Macerata?
Dove? Mai vista mai vissuta.
Poi con un Mac Donald tutti verrebbero solo per auello,
Anzi MacDonald e Sferisterio binomio vincente.
………qualcuno ci salvi al piu presto.
ALTRA INIZIATIVA CHE COINVOLGE REGIONE PROVINCIA E COMUNI
un esempio di politica di integrazione a quella sopra lanciata.
in altrro post, citavo l’antica ” VIA DEL PELLEGRINO” dove Macerata veniva a trovarsi come tappa del viaggio che portava il credente da Loreto a San Pietro, passando per tutti quei comuni che ancora oggi si situano lungo la strada che porta a Roma passando per Foligno
Perchè non pensare a un progetto che convolga tutti gli Enti del territorio, dove protagonisti sarebbero i Comuni interessati (ognuno per valorizzare il proprio patrimonio artistico, culturale, tradizionale), per una promozione del turismo culturale della nostra Regione che includa un percorso ispirato a quello antico ?
Il cosiddetto ” treno di mezzanotte” col quale fino alla metà del novecento, i nostri commercianti e contadini, partivano con le ceste cariche di prodotti della nostra terra per venderli l’indomani sul mercato romano, lo prendo come spunto per dire a tutti i candidati sindaci, che bisogna attivarsi per trovare soluzioni ai problemi che rilevano nella città,
Ci andrei personalmente a presentare questo progetto al Presidente Capponi, ma forse …non è il momento !.
Salve Fabio,
ma lei legge quello che scrivo?ho la vaga impressione che la sua sia una lettura frettolosa…ho scritto i nomi citati erano da considerare degli esempi…e poi chissà perchè solo a Milano ho contato più di 20 Mac…e Londra più del triplo?Senza contare le altre catene come Starbucks, Burger King, le catene di sushi, per fare riferimento al cibo o le catene di vestiti o accessori come Zara, H&M etc etc…senza andare a Londra o Milano se prova ad andare in Ancona qualcosina la trova…
e poi che male ci sarebbe se i ragazzi si trovassero al Mac anzichè al sasso d’Italia dove c’è uno spaccio di stupefacenti a cielo aperto…???Personalmente non ci vado mai al Mc ma. osservando il parcheggio di quello di Civitanova, capisco come possa rappresentare un centro di aggregazione. E si tratta solo di un esempio!!!
e infine…l’insieme dei ragazzi che il giovedì sera (solo il giovedì leggi bene!!!) si muovono tra il Quattro Porte, il Venanzetti e il Tartaruga…lei come lo chiama? Io movida…o per lo meno le assomiglia vagamente…
ps: alla penultima riga mi sono fatto prendere dalla fretta e ho scritto “leggi”…volevo dire “legga”…sorry…
@David del Bianco.Si io leggo sempre di fretta e vado sempre di fretta e comunque puo darmi del tu non c`e` problema. Volevo solo d
ire che bisogna rivoluzionare tutto e cambiare propio la mentalita` di chi ci amministra (anche se io ora vivo a londra)
Io sono un provocatore.Nel senso buono anche grezzo mi piace stuzzicare i commentatori per smuovere le loro anime in modo che reagiscano e creino e purtroppo a volte scrivo dal pub sotto casa…………..pint pint pint……ma tutto per amore della nostra citta` che vedo morta e fatta di sola e vecchia politica che non produce non tanto reddito ma neppure la felicita` della gente.La gente vive lavora e merita di essere felice di vivere la sua citta` cosa che non accade a macerata.
Adesso vado che ho un meeting con un`altra pinta ci sentiamo dopo….
Comunque proporrei alle amministrazioni comunali di spedire in missioni i propi sindaci per un mese due tre volte all`anno all`estero in modo che possano verificare diverse culture e magari prendere qualche spunto come un pittore usa diversi colori per fare un bel quadro…se fossi qui berremmo una pinta insieme. ciao e scusa per il mio frettoloso e sgrammaticato italiano
Salve Fabio,
allora mi permetto di darti del tu..grazie per l’invito della birra. Sono in accordo con te sulla provocazione, sulla mentalità e sul fatto che i maceratesi si meritano, come tutti d’altra parte, di essere felici e di fruire di quei servizi che sono presenti in altre città. Sistemare la desertificazione del centro, risolvere il problema dei ragazzi che non hanno alternative significa sporcarsi le mani, ascoltare la gente e fare scelte difficili e forse anche impopolari…tutte parole sconosciute fino a questo momento per i politici maceratesi…
@david del bianco:
Ti aggiungo tra le persone che meritano considerazione nel mio modo di pensare.Secondo solo a Cerasi.
Hai centrato il punto dicendo sporcarsi le mani ascoltare la gente FARE SCELTE DIFFICILI E IMPOPOLARI………..anche Ferretti era impopolare a macerata ora che e` FERRETTI e` popolarissimo. VAn GOGH era un pazzo e allora anche noi abbiamo bisogno di un pazzo.
Salve Fabio,
grazie mille per la considerazione…vorrei ricordare che la campagna elettorale va fatta negli anni precedenti le elezioni e non in questi giorni precedenti il voto…le parole stanno a zero…e come diceva il comico di zelig, cari politici maceratesi: “Fatti, non pugnette”!…scusate il francesismo…:-)
In Italia ho imparato l`italiano qui in UK l`inglese cosi oggi cerchero` di imparare anche un po` di francese grazie a te.
Il comico di zelig aveva ragione. Ora capisco cosa fa la gente pur di non uscire.
s`emmazza de saws.
Cerasi: quanto alla panoramica che l’amico Cerasi illustra,non si può non convenire. Non è paragonabile la Macerata di oggi a quella di venti o trenta anni or sono.Cerasi, poi, dimentica una cosa. la superstrada. Questa non c’era prima e lasua costruzione andava a rilento. Forse dieci anni e più, fui invitato ad un Convegno regionale sulla Immagine della Marche. Ero abbastanza controcorrente ( troppi architetti e lottizzatori insistevano sulla viabilità ) perchè sostenevo, anzi lamia relazione aveva come titolo Elogio della Lentezza. La ” Lentezza” come “mezzo” peer farci conoscere. A partire dalla antropologia del Pellegrinaggio ( i fedeli, lentamente, si “avvicinano” al Santuario e tale “cammino”, ibant in nocte securi, cobnsente l’attivazione di una Attesa). Eppure la Madonna è fissa, immobile, in un punto, in una Chiesa. Ebbene, l’assenza di Velocità, non è un danno collaterale. Tutti desiderano o vogliono “guardare”, persino da punti imprevedibili e scomodi, tutti, salgono su un Sicomoro, come Zaccheo.Ora passo a Macerata. Noi non sappiamo “vendere” noi stessi, già Leopardi, in una lettera al padre Mopnaldo,lo informava che i vini bolognesi erano pessimi ma gli “agricultori” di Bologna, nonostante il vino- seguita a scrivere Giacomo- sia pessimo rispetto ai nostri e ” sconsigliati dai medici”, sanno mettersi insieme ( oggi si dice ” in rete” ). Trovo, a tal proposito l’idea di Tamara Moroni affatto peregrina. Occorre ben poco per rendere “attraente” la propria città, e le Carrozze e quant’altro, se il “politico” ha una sua ” cultura”, se, cioè, Inventa. Inventare viene da invenio, che significa “trovare”. Non bisogna trovare molte cose fuori, ma “attivare” quelle dentro. Ho sempre parlato bene di Tutto in gioco, ma cosa è mai stato questo Evento, se non “anche” ( e soprattutto? ) un Pellegrinaggio verso Icone Televisive, diciamo una TV all’aperto? E lo dico in senso positivo. Chi è in TV è “già” Icona ( Carmelo Bene scrive Sono apparso alla Madonna ), una Icona che ha una sua sedimentazione “religiosa”. UN tempo c’era il focloare, con la sua luce e la famiglia intorno,magari per discutere o per il Rosario. Oggi quel Focolare è sostituito dalla TV. Noi abbiamo una Città piccol ma non sappiamo accendere la nostra TV. Indiopendentemente da dove parcheggiamo.
@Garufi.
WHAT?
niente paura è uno stream of consciousness…poi passa…:-)…scherzo dott.Garufi…