di Marco Ribechi (foto Falcioni)
Rassegna esplicita di Letture Maceratesi, più noia che pericoli per la democrazia. E’ filata via liscia e quasi inosservata anche la seconda e ultima giornata del festival che, negli ultimi giorni, aveva creato molte polemiche a Macerata per la sua vicinanza ad ambienti di estrema destra.
Nonostante un esiguo dispiegamento di forze dell’ordine, un controfestival e un presidio antifascista, ciò che rimarrà più nella memoria di questa prima edizione sarà la pochezza dei contenuti dei due ospiti più attesi: il direttore del quotidiano Libero Pietro Senaldi, arrivato per presentare il libro Sveglia!, e il giornalista Gianluigi Paragone, anche lui con un libro, uscito quasi un anno e mezzo fa, dal titolo “Maledetta Europa”.
I due appuntamenti, in programma alle 19 e alle 21 nella sala Cesanelli dello Sferisterio, entrambi seguiti da circa 40 persone, non solo non hanno messo sul piatto nessun tipo di contenuto capace di turbare le coscienze ma, e questo è forse ancor più grave, sono andati pochissimo oltre le classiche chiacchiere da bar sui temi più disparati, analizzati un po’ alla rinfusa e senza una vera tesi da dimostrare.
Così, uno dopo l’altro, sono stati gettati nel calderone gli argomenti più disparati, a volte trattati anche un po’ alla spicciola attraverso affermazioni della cui verificabilità è tutto da indagare. Per Senaldi a tenere banco è il salario minimo, lo sviluppo turistico dell’Italia, il costo del lavoro, le politiche green e tutto quello che si può utilizzare per cercare invano di accendere un po’ gli animi.
Paragone invece, partendo dal 1989 e dalla caduta del Muro di Berlino, insiste più sulle radici dell’Europa e sul perché L’Unione Europea, essendo nata senza il consenso dei popoli, è colpita da una sorta di maledizione e destinata a restare un meccanismo inceppato. «Peccato che non siano venuti quelli che hanno protestato – dice Paragone ad inizio del suo intervento – potevano ascoltare un punto di vista differente». Punto di vista che, però, sa più di segreto di Pulcinella piuttosto che di verità rivelata.
A parlare di Europa è anche l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, presente durante l’esposizione di Pietro Senaldi e da lui coinvolto sul podio. Ciccioli, a sua volta in un’esposizione un po’ confusionaria e arrabattata, spiega come l’istituzione europea non funzioni a dovere perché non fa gli interessi dei popoli ma piuttosto dei mercati e delle regolamentazioni. Punto di vista in parte accettabile e condivisibile ma quantomeno curioso se pronunciato da un Parlamentare Europeo, il cui incarico è esattamente quello di portare le istanze del suo paese in Europa. Se l’Europa non funziona evidentemente la responsabilità sarà anche di chi siede tra quegli scranni.
Così, inevitabilmente, il momento più alto e davvero interessante di tutto il pomeriggio, è stata l’esposizione su Giuseppe Tucci ad opera di Adolfo Morganti e Roberto Lorenzini. I due studiosi della vita dell’esploratore-scrittore, che hanno l’assoluto merito di salvare la sua produzione intellettuale, hanno fatto un ritratto del grande maceratese viaggiatore mostrandone la sua pionieristica visione postmoderna dell’Asia e dell’Oriente. Tucci parlava addirittura di Eurasia come unico continente animato nei secoli da scambi e relazioni continue. Un punto di vista opposto a quello di Paragone che, invece, condanna l’Europa e l’Occidente per aver fatto guadagnare troppo spazio alla Cina.
Con l’annullamento della seconda conferenza maceratese, quella su Ivo Pannaggi che doveva essere tenuta da Roberto Cresti e Paola Ballesi, finiscono anche le speranze degli ascoltatori. I due docenti, che hanno preso le distanze dall’organizzazione della Rassegna, avrebbero potuto arricchire il grigio pomeriggio con la trattazione dell’opera dell’artista futurista ma hanno preferito una posizione politica più comoda e sicura. Resta da capire con quale criterio siano stati assegnati ad un’associazione extraregionale vicina a Casa Pound ben 15mila euro per organizzare un appuntamento che al suo massimo ha visto la partecipazione di 50 ascoltatori, senza contenuti innovativi e soprattutto con ospiti che o sono intervenuti gratuitamente oppure sono arrivati per presentare e vendere i loro stessi libri.
Visto che non è nemmeno stato usato il Lauro Rossi, dai costi estremamente più elevati ma che almeno permette un’ampia partecipazione cittadina, la cifra elargita generosamente dalla Regione – con il patrocinio di Comune e Provincia – appare un po’ fuori misura, soprattutto considerando che associazioni con una storia radicata e dimostrata nel territorio sono costrette ad annullare o ridurre le proprie attività per mancanza di fondi.
Da piazza Vittorio Veneto intanto arrivano le parole degli oppositori: “A chiusura del presidio ci siamo scattati una foto insieme – spiegano i partecipanti – C’è una Macerata antifascista e veracemente, orgogliosamente democratica che sa resistere e vincere i magheggi delle destre, al foraggiamento del fascismo, alla sua legittimazione spudorata. Lo vedete, è una Macerata giovane, variegata e ribelle, ma non velleitaria: con noi c’erano “vecchie guardie”, gruppi studenteschi, femministi, lavoratori e lavoratrici che hanno convintamente sentito l’urgenza di sentirsi dissidenti (e non solo dissenzienti) con questo spreco scellerato dei fondi alla cultura, delle nostre tasse, della gestione proprietaria e reazionaria della nostra città. Di questo passo, il fermento continuerà a crescere, perché c’è un’altra idea di Macerata che vuole esprimersi, progettare, costruire l’avvenire».
Forse è proprio questo il punto più condivisibile del presidio antifascista di Piazza Vittorio Veneto che punta il dito sullo spreco dei fondi destinati alla cultura. La rassegna, spuntata come un fungo, non ha avuto infatti la capacità di offrire quel valore sociale necessario per tutto ciò che viene finanziato con i soldi dei cittadini.
«Non ci sono equivoci o sensibilità: si richiama consapevolmente la propaganda del regime fascista»
Sferisterio, arriva la “Rassegna esplicita” con Paragone e Senaldi
Hanno toppato alla grande....e io pago
Patetici buffoni nostalgici
Paragone, cosa può accendere paragone. Un grillino che poi è riuscito anche a fare peggio nonostante sembra impossibile fare peggio
Massimo Raparo e mi saprebbe dire chi avrebbe fatto meglio dei grillini?
Noris Secchiaroli diranno sicuramente piddi! Lo dico da non elettore del M5S, hanno fatto più loro che altri partiti, perché è meglio investire soldi sul.sociale fosse anche il RDC, che nelle armi per l'Ucraina.
Massimo Raparo Paragone è un vicino di casa di Bossi, studia la geografia
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Sancio Panza lo sapeva:
https://www.youtube.com/watch?v=nE3uU54Pos8
Gent.mo Sig Ribechi, la apprezzo molto per le sue recensioni in ambito musicale che leggo regolarmente, ma come lei sa le recensioni appartengono al giudizio di chi le scrive e come tale lei ha scritto. Ma lasci che a giudicare sia chi ha seguito la due giorni della rassegna, la cui voce in queste colonne non compare. Quanto alla partecipazione, potrebbe venirle in mente che magari il clima di intimidazione che si era creato già da due settimane e che ha portato al forfait di un paio di relatori, per cui chi avesse voluto partecipare temeva di essere etichettato come fascista, non abbia certo favorito l’affluenza. Magari da giornalista potrebbe anche chiedersi perchè per parlare di letteratura del 900, di futurismo marchigiano ed assistere alla presentazione di un libro, sotto lo sferisterio si doveva passare davanti ai furgoni e auto di carabinieri e polizia. Peraltro era un rassegna aperta a tutti e dove chiunque avesse voluto avrebbe avuto la possibilità per interloquire o fare domande ai relatori. Comunque le consiglio una buona lettura di cui la mostra sui profeti inascoltati del 900 nel corridoio innocenziano: un libro con 67 monografie di autori che spazia da Hanna Arendt a Ingmar Bergam, da Bernanos a Pasolini e tanti altri. La prefazione è di Vittorio Sgarbi. Buona lettura
C’era 4 gatti! Molto rumore per nulla!
Gentile Paolo Spalletti, riguardo la mostra sui profeti inascoltati (che non si può definire politicizzata perché erano presenti anche Huxley, Borges, Orwell, Tolkien ecc.) bisogna dire che è stata trattata dagli stessi organizzatori in modo molto marginale durante la rassegna (almeno nella seconda giornata quando non è mai stata nemmeno nominata), tanto che il libro non è neppure stato presentato. E infatti mi chiedevo perché fare una mostra senza presentare il catalogo, senza neppure dire chi l’ha fatta… poi ho visto la data di pubblicazione che riportava 2022. Si tratta di un libro di quasi 4 anni fa che non può più costituire materiale di attualità. E’ stata inserita per di più, solo per arricchire l’offerta e dare qualche motivazione aggiuntiva a un finanziamento da capogiro per l’effetto sortito. Sul clima di tensione che avrebbe tenuto lontano i partecipanti non sono d’accordo, c’erano solo due agenti, l’entrata era liberissima, se i relatori hanno dato forfait è una questione di chiarezza tra loro e gli organizzatori. Al massimo il clamore può aver fatto pubblicità alla rassegna altrimenti non sarebbero venute nemmeno quelle 40 persone. Ma, al di là di tutto, ciò che ha colpito è stata la pochezza degli interventi ascoltati, se lei li ha trovati interessanti me ne compiaccio, per me non solo sono stati aria fritta ma anche la qualità dell’esposizione ha lasciato alquanto a desiderare (su questo punto Paragone è stato senza dubbio meglio di Senaldi)
Ben già hanno etichettato,
anche chi vuol sol seguire,
e pur chi non invitato,
atre voci va a sentire;
grande bel antifascismo,
ch’esso vieta di ascoltare,
pur con tanto vittimismo,
e a chi altro vuol pensare;
e che dirsi antifascista,
sia qui poi grande onore,
forse pur proceder a lista,
libertà di certo muore… m.g.
…meditate, compagni, meditate…
I profeti inascoltati mica bisogna farli ascoltare troppo.
Sig Ribechi, la ringrazio della risposta, denota apertura al dialogo che soprattutto di questi tempi le fa onore. Ciò che scrive mi conferma che il giudizio qualitativo è personale, ma un appunto glielo devo fare. Il pensiero di giganti della letteratura del cinema e dell’arte al contrario è assolutamente attinente all’attualità tanto da essere materia di studio lettura ed insegnamento anche oggi; Orwell per esempio e la sua “polizia del pensiero” è molto illuminante nel caso specifico. Quanto al libro, è vero che non è stato presentato, ma la mostra i cui contenuti scaturivano da questo è stata oggetto di due visite guidate ed illustrata dall’autore stesso. Infine la presenza di forze dell’ordine: io ho contato due agenti sempre nel foyer e da due a quattro vicini l’arco. Un cellulare della polizia e un auto ciascuno polizia e carabinieri(c’è anche una foto sull’articolo di CM “rassegna e controrassegna” malcontati almeno 10) . Poi domenica sera, forse per la presenza di un eurodeputato, ne ho contati sei dentro, due fuori più il questore.
Se questo è considerato normale, mi arrendo.