Focus sui Giardini Diaz:
«Soldi usati per un progetto antico,
manca una visione innovativa»

MACERATA - Un gruppo di cittadini guidati dai consiglieri Alberto Cicaré e Stefania Monteverde si sono riuniti davanti al cancello. Non piacciono i vialetti pavimentati, l'area giochi, le panchine. L'esponente di Strada comune: «Negli ultimi anni la qualità degli spazi verdi è nettamente peggiorata. Ora si tappano i buchi. Qui i soldi potevano essere usati meglio». Piergiorgio Ciarlantini, dottore forestale: «Sparite le siepi e gli arbusti di media altezza. Andava preservata l’identità del parco, l’unica motivazione ai lavori è stata la possibilità di guardare dentro senza ostacoli visivi. Possibile che sia solo una questione di sicurezza?»

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I cittadini riuniti davanti l’ingresso dei Giardini Diaz

di Marco Ribechi (Foto di Fabio Falcioni)

Riapertura dei Giardini Diaz a Macerata, da fuori i cancelli si cerca di capire la qualità dei lavori. Si sono riuniti questo pomeriggio davanti l’ingresso principale del parco circa 50 persone, desiderose di sottolinearne le criticità a una settimana dalla riapertura. Il fatidico giorno X infatti, dopo mesi di ritardi che ne hanno causato la chiusura per l’intero periodo estivo, di fatto privando i cittadini di una delle aree di relax più gettonate durante il caldo, è fissato per il 22 novembre alle 16. Una scelta particolare quella di riaprirli proprio sul calar del sole, forse per dar dimostrazione della rinnovata illuminazione. In quell’occasione saranno spiegati alla cittadinanza i lavori svolti che fino ad oggi non sono mai stati illustrati in Consiglio comunale.

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Alberto Cicaré

A far storcere il naso a molti è, soprattutto, la pavimentazione dei vialetti con elementi non naturali con moltissimi spazi del giardino storico che sono stati pavimentati o cementificati. «La premessa all’incontro di oggi – spiega il consigliere comunale Alberto Cicaré – è che non sarebbe stato necessario se l’amministrazione avesse accolto la nostra legittima richiesta di esporre il progetto in Consiglio. A metà ottobre abbiamo fatto una mozione per chiedere chiarezza ma non ci è mai stato concesso». Un verde pubblico molto trascurato quello di Macerata, secondo i consiglieri di opposizione, che denoterebbe una scarsa cura della città: «Negli ultimi anni la qualità degli spazi verdi è nettamente peggiorata – prosegue Cicaré – per questo sono necessari i soldi del Pnrr che intervengono a tappare i buchi. In questo caso si tratta di circa un milione e 700mila euro che a nostro avviso potevano essere impiegati meglio. Invece sono stati interessati solo quattro parchi (Fontescodella, Sasso d’Italia, Vergini e Diaz) con progettazioni per nulla innovative».

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Stefania Monteverde

Secondo i partecipanti all’assemblea pubblica i giardini risulterebbero, più spogli, meno accoglienti e con molte aree cementificate. «Nel 1998 i Giardini Diaz avevano vinto il premio del concorso nazionale di architettura e paesaggio – spiega la consigliera Stefania Monteverde – ciò denotava una scelta, una volontà di creare un luogo bello e funzionale. Questo è quello che manca soprattutto a questa progettazione che sa di occasione sprecata».

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Piergiorgio Ciarlantini

Più tecniche le parole di Piergiorgio Ciarlantini, dottore forestale di Macerata: «Non possiamo dire che le cose siano sbagliate in assoluto – spiega Ciarlantini – piuttosto che fanno parte di un pensiero non al passo con i tempi». La prima mancanza rilevata è quella dell’assenza di un sistema per riciclare le acque piovane: «Non è obbligatorio ma, anche in tema di risparmio di risorse – prosegue Ciarlantini – oggi si cerca di salvare le acque piovane, magari per riutilizzarle per l’irrigazione. Qui non c’è stata questa sensibilità così come sono state completamente eliminate le siepi e gli arbusti di media altezza. Ora il parco è solamente su due livelli, prato o fogliame degli alberi».

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Sotto la lente di ingrandimento anche l’area per bambini che risulta totalmente pavimentata: «La motivazione è quella dell’inclusione – continua Ciarlantini – però i giochi installati sono solo per bambini da 6 a 10 anni. Molti alberi sono stati abbattuti ma, come per altre aree di Macerata, si è creata una lunga lista di piantumazioni sostitutive che non sappiamo quando e come sarà espletata. Invece che lasciare un problema per le prossime amministrazioni si poteva pensare anche a questo, visto che i soldi sono moltissimi».

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Non piace nemmeno il laghetto che in ogni caso non dovrebbe essere pronto per la riapertura. Allo stesso modo le panchine senza schienale sono considerate scomode, fredde e pericolose. «Il punto principale è che, visto il capitale investito, si poteva fare un progetto più organico e moderno – conclude Ciarlantini – non solo motivato dalla sicurezza e dal rendere tutto visibile. Questo è un giardino storico, non è solo un’area verde per lo svago. Ne andava preservata l’identità invece l’unica motivazione ai lavori è stata la possibilità di guardare dentro senza ostacoli visivi. Ma è questo il verde che vogliamo? Possibile che sia solo una questione di sicurezza?».

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