
I cittadini riuniti davanti l’ingresso dei Giardini Diaz
di Marco Ribechi (Foto di Fabio Falcioni)
Riapertura dei Giardini Diaz a Macerata, da fuori i cancelli si cerca di capire la qualità dei lavori. Si sono riuniti questo pomeriggio davanti l’ingresso principale del parco circa 50 persone, desiderose di sottolinearne le criticità a una settimana dalla riapertura. Il fatidico giorno X infatti, dopo mesi di ritardi che ne hanno causato la chiusura per l’intero periodo estivo, di fatto privando i cittadini di una delle aree di relax più gettonate durante il caldo, è fissato per il 22 novembre alle 16. Una scelta particolare quella di riaprirli proprio sul calar del sole, forse per dar dimostrazione della rinnovata illuminazione. In quell’occasione saranno spiegati alla cittadinanza i lavori svolti che fino ad oggi non sono mai stati illustrati in Consiglio comunale.

Alberto Cicaré
A far storcere il naso a molti è, soprattutto, la pavimentazione dei vialetti con elementi non naturali con moltissimi spazi del giardino storico che sono stati pavimentati o cementificati. «La premessa all’incontro di oggi – spiega il consigliere comunale Alberto Cicaré – è che non sarebbe stato necessario se l’amministrazione avesse accolto la nostra legittima richiesta di esporre il progetto in Consiglio. A metà ottobre abbiamo fatto una mozione per chiedere chiarezza ma non ci è mai stato concesso». Un verde pubblico molto trascurato quello di Macerata, secondo i consiglieri di opposizione, che denoterebbe una scarsa cura della città: «Negli ultimi anni la qualità degli spazi verdi è nettamente peggiorata – prosegue Cicaré – per questo sono necessari i soldi del Pnrr che intervengono a tappare i buchi. In questo caso si tratta di circa un milione e 700mila euro che a nostro avviso potevano essere impiegati meglio. Invece sono stati interessati solo quattro parchi (Fontescodella, Sasso d’Italia, Vergini e Diaz) con progettazioni per nulla innovative».

Stefania Monteverde
Secondo i partecipanti all’assemblea pubblica i giardini risulterebbero, più spogli, meno accoglienti e con molte aree cementificate. «Nel 1998 i Giardini Diaz avevano vinto il premio del concorso nazionale di architettura e paesaggio – spiega la consigliera Stefania Monteverde – ciò denotava una scelta, una volontà di creare un luogo bello e funzionale. Questo è quello che manca soprattutto a questa progettazione che sa di occasione sprecata».

Piergiorgio Ciarlantini
Più tecniche le parole di Piergiorgio Ciarlantini, dottore forestale di Macerata: «Non possiamo dire che le cose siano sbagliate in assoluto – spiega Ciarlantini – piuttosto che fanno parte di un pensiero non al passo con i tempi». La prima mancanza rilevata è quella dell’assenza di un sistema per riciclare le acque piovane: «Non è obbligatorio ma, anche in tema di risparmio di risorse – prosegue Ciarlantini – oggi si cerca di salvare le acque piovane, magari per riutilizzarle per l’irrigazione. Qui non c’è stata questa sensibilità così come sono state completamente eliminate le siepi e gli arbusti di media altezza. Ora il parco è solamente su due livelli, prato o fogliame degli alberi».

Sotto la lente di ingrandimento anche l’area per bambini che risulta totalmente pavimentata: «La motivazione è quella dell’inclusione – continua Ciarlantini – però i giochi installati sono solo per bambini da 6 a 10 anni. Molti alberi sono stati abbattuti ma, come per altre aree di Macerata, si è creata una lunga lista di piantumazioni sostitutive che non sappiamo quando e come sarà espletata. Invece che lasciare un problema per le prossime amministrazioni si poteva pensare anche a questo, visto che i soldi sono moltissimi».

Non piace nemmeno il laghetto che in ogni caso non dovrebbe essere pronto per la riapertura. Allo stesso modo le panchine senza schienale sono considerate scomode, fredde e pericolose. «Il punto principale è che, visto il capitale investito, si poteva fare un progetto più organico e moderno – conclude Ciarlantini – non solo motivato dalla sicurezza e dal rendere tutto visibile. Questo è un giardino storico, non è solo un’area verde per lo svago. Ne andava preservata l’identità invece l’unica motivazione ai lavori è stata la possibilità di guardare dentro senza ostacoli visivi. Ma è questo il verde che vogliamo? Possibile che sia solo una questione di sicurezza?».




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…praticamente a loro non piace nulla…mah!!! gv
Manca una visione innovativa…da che pulpito ventanni di Amministrazione di centrosinistra non avete mosso paglia i giardini erano un covo per le risorse tante troppe portate da voi e in pratica inaccessibile per i cittadini per la poca sicurezza e credetemi poter guardare dentro senza ostacoli visivi e’ tanta roba per i Maceratesi che finalmente si potranno godere quel luogo in assoluta sicurezza e tran quillita’ !!!
Et voilà
Ecco pronta la facoltà di urbanistica e botanica.
Chiarissimi ed emeriti docenti.
Dovrei sistemare i vasi sulla mia terrazza.
Chissà se sono disponibili per una consulenza qualificata
Mio caro Bartoloni le sue affermazioni non sono assolutamente da buon senso! La mancanza di sicurezza ai giardini pubblici mai stato un problema da 30 anni a questa parte. Lo posso dire, a differenza di chi sta a casa dietro una tastiera,perché dal 1993 vado a correre lì e mai avuto, né riscontrato un problema di ordine pubblico. Sempre visto mamme e bambini, mai nessuno straniero ad importunare loro. Forse si confondono i giardini con lo slargo Macallè dove si spacciava anni fa. Ora godere di questo piattume di cemento, sarà dura. Prima si poteva correre sulla terra battuta ora sul grigio cemento!
La qualità architettonica di questo intervento è imbarazzante. Togliere verde, spianare, non innovare, non individuare percorsi confortevoli di integrazione città e natura.
Imbarazzante una ciclabile che non collega i punti d’interesse della città, della vita vera dei cittadini.
Imbarazzante è il concetto che i pedoni in piazza Garibaldi debbano andare sotto terra e transitare in una sorta di corridoio degno di un film horror girato in un ospedale psichiatrico.La città è per i pedoni e per mobilità dolce, dicono nell’Europa del 2025, hanno recepito?
Imbarazzante il parcheggio in piazza della libertà, che non porta affatto persone in centro.
Tutto imbarazzante per l’oggi. Questi hanno in mente una città degli anni ’70-’80. Ma un giretto a Roma nei cantieri del Giubileo lo potevano fare eh, ascoltare le parole di un paio di architetti un po’ più di ampie vedute, non so…
No, propongono progetti già superati, niente altro da dire. Triste e imbarazzante.