L’assessore regionale Andrea Maria Antonini
di Luca Patrassi
Il tempo di registrare l’uscita di scena del cingolano Filippo Saltamartini dal ponte di comando della sanità della Regione ed ecco immediata la prima indiscrezione sui possibili prossimi assetti dell’Acquaroli bis.
Il consigliere leghista ascolano Andrea Maria Antonini potrebbe essere il prossimo titolare dell’assessorato alla Sanità: in questo senso avrebbe già mosso alcuni passi la segretaria regionale dei salviniani Giorgia Latini, ascolana e deputata eletta nel collegio di Macerata, vale a dire nella circoscrizione che ha visto impegnato anche quel Saltamartini di cui la stessa esponente leghista aveva chiesto tempo fa la defenestrazione.
Ora che Saltamartini non è stato rieletto, riparte la voce sul candidato ascolano per la sanità: appunto Antonini. Peraltro giusto oggi sui social campeggiano le foto di Giorgia Latini che brinda all’elezione di Antonini ad Ascoli: come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si indovina anche.
Giacomo Bugaro (Fdi)
Insomma la Lega fa la prima mossa e la gioca in salsa ascolana, operazione che non sembra condivisa dagli altri territori che pure hanno e hanno avuto un ruolo chiave per la Lega. L’ex assessore all’agricoltura Andrea Maria Antonini punta insomma a una riconferma in giunta regionale e a raccogliere l’eredità di Filippo Saltamartini.
Opinione appunto non condivisa nella stessa Lega extra Ascoli mentre il ruolo di assessore alla Sanità è oggetto del desiderio degli stessi Fratelli d’Italia – un nome ricorrente è quello dell’anconetano Giacomo Bugaro – e di Forza Italia in virtù del fatto di essere diventata la seconda forza della coalizione di centrodestra dopo il tracollo dei salviniani. Insomma contro il duo Latini-Antonini giocano il pessimo risultato della Lega e gli interessi di diversi altri candidati al ruolo.
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Come dimostrare che la sanità è solo un bancomat da usare. Tutti la vogliono
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50% e più di astensione significa che la classe dirigente è stata interamente sfiduciata e, se non fossero quel che sono, si dovrebbero dimettere alla prima seduta.