Matteo Ricci a Civitanova (foto di Federico De Marco)
«L’economia marchigiana è ferma, non va come non va l’industria. Confindustria dice che c’è un calo del 2% nell’ultimo trimestre ai quali ora si dovranno aggiungere i dazi che stanno arrivando. Tutto questo nonostante la mole di investimenti straordinari arrivati nelle Marche: 14 miliardi per il terremoto, miliardi di euro del Pnrr al quale loro hanno votato contro in Europa», così Matteo Ricci, candidato presidente Pd della Regione alle prossime elezioni, commenta i dati di Confindustria sulle Marche.
«I dazi possono essere la botta mortale per tante imprese marchigiane, per questo voglio proporre un fondo di 10 milioni di euro per aiutare le imprese a cercare nuovi mercati – dice Ricci –. Abbiamo bisogno di scommettere su una nuova internazionalizzazione. Con i dazi in arrivo la Regione deve aiutare le imprese marchigiane a trovare nuovi mercati».
Il candidato del centrosinistra chiama in causa direttamente il governatore uscente Francesco Acquaroli: «Su questo vorrei confrontarmi con lui, non è possibile che i due candidati, a un mese e mezzo dalle elezioni, ancora non abbiano fatto un confronto. Voglio confrontarmi sulle ricette economiche per la regione, siccome l’economia non va e siamo costretti a inseguire una Zes fatta di pura finzione, che ancora non c’è e che non prevede soldi per le Marche».
Ricci ribadisce la richiesta di un dibattito pubblico: «Sui temi economici si gioca il futuro lavorativo e le speranze dei marchigiani. Io sto facendo le mie proposte. Vorrei sentire quelle dei miei avversari, ma soprattutto chiedo un confronto pubblico perché è incredibile che si scappi dal confrontarsi su temi fondamentali come l’economia, il lavoro e la sanità. Acquaroli accetti il confronto e la smetta di scappare».
Ricci vuole il confronto.. Acquaroli venga a riferire al mercato de citano!!
Secondo me ha visto troppi film di Albanese
Con 5/6 appalti senza gare si risolve tutto...
Le prova tutte!
Questo pure lo vedi ora è poi chi si è visto si è visto dite a quelli di PesRo oppure a quei paesi pSsati alla Romzgna se lo votano
Oh Ricci si dia pazienza, il confronto lei lo deve fare con Santini col Gip e caso mai dopo, ma dopo se ne riparla. La regione è una cosa seria mica un palio dei bracieri qualsiasi!
Carlo Cambi è arrivato il tutore di Agguaroli non bastava la badante di Palazzo Chigi. Allora il confronto va fatto anche con Putzu e il fenomeno sismico ascolano ...
Claudio Stura di dia pazienza anche lei Putzu risponderà per proprio conto Acquaroli non centra nulla Ricci a quanto pare centra assai. Vuole un consiglio? Si compri popcorn e veda come prosegue linchiesta. A Ricci gli va male perché non ci sono più i Greganti di una volta; ora vanno di moda i Santini. E sa come dice il proverbio? Pd avvisato meno votato. Ossequi!
Carlo Cambi c'entra , c'entra eccome , rosichi pure . Si figuri se prendo lezioni da lei mi faccia il piacere
Carlo Cambi Sarà di mascerata ma non sta a rete4
Non sono per il PD, ma sono per il migliore che potrebbe anche essere del PD.
Se scappi ti sposo
Quelli come Ricci sono la prova vivente del perché per fare politica a certi livelli, l'unico requisito necessario sia avere la faccia di tolla.
Manco li parenti tua te vota a busciardo
Ma come ci pensi, Acquaroli non scappa.
Patacca
Il fondo per cercati altri mercati lascia perdere. Non ne sparare ancora.
Almeno così 5 milioni te li intaschia tu
Mario Pierpiero poi va a spasso per Visso a fa lù fintu tuntu
Chi è che scappa
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Per il confronto ormai aspettate che abbiano fatto Trump e Putin in Alaska sennò gli oscurate l’evento.
L’economia è ferma qui sta andando tutto a scatafascio ringraziando i nostri governanti quindi vince Acquaroli o Ricci per noi saranno sempre vacche magre.
Per vincere sia alle Regionali che per governare l’Italia e dare una seria svolta all’economia i politici debbono cambiare passo!
Cambiare passo significa puntare sull’equita’ fiscale; cioè a dire:
1) eliminazione graduale dell’Iva, poiché questa imposta aumenta la disoccupazione e l’evasione fiscale;
– la tassazione del nucleo famigliare deve essere simile a quella dell’impresa; cioè a dire ricavi provenienti da reddito di lavoro, pensioni e quant’altro, tolte, in base a scaglioni prederminati, tutte le spese occorrenti per vivere, nessuna esclusa, compreso il divertimento;
– su quello che rimane in portafoglio, cioè a dire utile unica tassazione IRPEF a scaglioni.
Chi avra’ un reddito o meglio ancora un presunto utile inferiore ad una determinata somma paghera’ quattro acconti IRPEF e un saldo ad utile accertato;gli altri pagheranno n. 12 acconti mensili di IRPEF ed un saldo ad utile accertato.
Solo cosi’si elimina l’evasione fiscale e i ricavi provenienti da traffici illeciti!
L’operato di Ricci non lo riconosco, ma quello di Acquaroli PURTROPPO sì.
Rieccolo il Ricci Corsaro Rosso che veleggia nei nostri mari predicando il vangelo del buon governo, detto anche Cetto La Qualunque oppure il Conducator della nuovo gioiosa macchina da guerra in salsa marchigiana. Oppure anche detto Anatra Zoppa, per gli esiti sempre più inquietanti dell’inchiesta su Affidopoli, ormai dilagante su tutti i media e del tutto sfuggita alla gestione consociativa del PD pesarese.
Per non sbagliare, il buon Ricci, in veste di Cetto La Qualunque, intanto promette a tutti, senza lasciare indietro nessuno: agli operai il salario minimo, agli industriali un fondo di 10 milioni di euro, naturalmente senza dire come, con quali fondi, con quali tempistiche.
Ve lo ricordate Cetto La Qualunque? Diceva nei comizi, con una bella faccia tosta: vuoi un contributo da 100 milioni, io te ne dò 200, e così via promettendo sfacciatamente e a sproposito. E Ricci sta seguendo bellamente questa strada, come se i marchigiani avessero tutti l’anello al naso.
Intanto a Pesaro emergono ogni giorno particolari sempre più gravi dell’inchiesta su Ricci, che contrastano nettamente con la sua vigliacchetta versione dei fatti (proprio quella delle tre scimmiette: non so niente, non ho visto niente, non ho detto niente; la colpa è tutta dei miei collaboratori), versione dei fatti ridicola, che però ha tanto rassicurato (???) i 5 Stelle e li ha indotti a procedere nell’alleanza marchigiana, nonostante le proteste della base del movimento, che pare essere in gran fermento ogni giorno di più.
Ridicola l’arma segreta di Ricci, tirata fuori in questi giorni e citata in una dichiarazione in cui con la consueta arroganza (un suo tratto distintivo) parla, con il disgusto dipinto in faccia, di bugie, fango e di falsità sul suo conto: un audio del Santini, il suo principale collaboratore e a breve il suo principale accusatore, inviatogli dopo che l’inchiesta cominciò ad emergere sulla stampa. Santini, nell’audio, lo rassicura e gli dice che tutto è a posto. Frase del tutto irrilevante e generica a fini difensivi, chiaramente mirata a rassicurare, che non sposta nulla e semmai aggrava la posizione del Ricci
Mi viene infatti da pensare, visto che queste rassicurazioni del Santini contrastavano nettamente con le prime risultanze dell’inchiesta (all’epoca solo giornalistica): non sarebbe stata proprio questa discrasia a dover indurre l’ex Sindaco a verificare immediatamente, a controllare l’operato dei suoi uomini più fidati, a mettere il naso su questi 600.000 euro usciti dalla casse comunali non si sa come e in parte finiti proprio nelle tasche di due dei suoi collaboratori? Eppure lui seguitò a fare l’Alice del paese delle meraviglie, evidenziando una mancata vigilanza, sintomo allarmante di incapacità a governare, ancora più grave.
Insomma, si rafforza sempre di più l’impressione di una scelta gravemente sbagliata del gruppo dirigente regionale – quella di assecondare il desiderio di protagonismo a tutti i costi del Ricci, e quindi di candidarlo alla guida delle Regione Marche -, avallata dal gruppo dirigente nazionale. Tutti questi scienziati della politica invero sapevano perfettamente dell’avviso di garanzia in arrivo e della rilevanza dello scandalo che si stava abbattendo sull’ex sindaco pesarese, ma andarono avanti incuranti di tutto e di tutti. Eppure c’erano altre valide alternative, ad esempio Fabrizio Cesetti, politico di lungo corso e di grande esperienza, sempre uscito con le mani pulite da decenni di esperienza politica e istituzionale. Oppure Valeria Mancinelli, già sindaca di Ancona, certo, un po’ meno brillante di cinque anni fa (quando, se fosse stata candidata, avrebbe vinto a meni basse), ma sempre forte e competente.
Insomma il gruppo dirigente del PD, con delle entusiasmanti scelte tattiche e strategiche, cinque anni fa ha imposto agli elettori marchigiani del suo campo un candidato praticamente inesistente (Mangialardi), che ha aperto un’autostrada ad Acquaroli, ed ora un candidato che è già lesso alle prime batture della campagna elettorale.
Mirabili scelte di autolesionismo politico, che passeranno alla storia.
Bommarito …Ricci ha chiesto il confronto con Acquaroli non con lei…A leggere il commento sembra che Acquaroli lo abbia nominato difensore di fiducia..
allora alziamo le mani…
Dopo Ceriscioli sarebbe stato impossibile per un politico del Pd vincere anche le elezioni del ” Mezzo e mezzo sa la spuma Club”. Con Ricci, anche se fosse stato in prigione a Kamiti, Nairobi (Kenya) una delle peggiori del mondo fino al giorno delle elezioni, la possibilità di festeggiare la liberazione in concomitanza con la vittoria su Acquaroli sarebbe stata del 50%. Do l’impressione di aver perso un po’ del lume della ragione? Leggendo qua e là, mi sa che non sono il solo. In fondo si tratta di elezioni, chi volete che vinca, il prossimo salvatore anzi addirittura il Salvatore? Ci sono dei personaggi veramente innominabili, con un curriculum che continuano giorno dopo giorno a peggiorare con sacchi di spazzatura e senza il minimo senso del pudore e ci stiamo a preoccupare di fannulloni o al massimo di ladri di galline?
Ceriscioli ha lasciato macerie troppo grosse,Acquaroli non ha ripulito le macerie del predecessore, adesso il Pd presenta Ricci un europarlamentare che a Pesaro in 10 anni ha combinato più di un guaio. A vincere sarà l’astensionismo anche stavolta, a perdere saranno i cittadini marchigiani.