Il presidente Alberto Crocioni
di Mauro Giustozzi
Una stagione che si è aperta con tanto entusiasmo in città e proclami di vittoria del campionato da parte della società e che si è chiusa domenica nella contestazione della Curva Just verso la dirigenza della Maceratese. Acuita dal successo e dalla promozione in serie D dei ‘cugini’ rossoblù che ha amplificato ancor più la delusione nella tifoseria. Diciamo pure che gli eccessi ci sono stati, sia all’inizio che alla fine del campionato, e che il calcio conferma come a parlare sia sempre e unicamente quanto accade dentro il rettangolo di gioco. E come puntare unicamente sui nomi e la fama di troppi calciatori affermati non sia spesso la scelta migliore.
Sul banco degli imputati è finito quindi il presidente del club Alberto Crocioni, che sicuramente ha commesso degli errori nella gestione dell’annata che definire fallimentare è il minimo, ma al quale allo stesso tempo va dato atto di averci messo impegno e profusione di risorse economiche anche oltre quello che è lecito attendersi per un livello di campionato regionale qual è l’Eccellenza. Certamente la scelta dei collaboratori non è stata felice, questo è sotto gli occhi di tutti, da parte del patron biancorosso che dovrà fare tesoro di questa esperienza per cercare di non ripetere in futuro gli errori che hanno disseminato questa annata. Ma la sua pervicacia e la sua volontà di andare avanti viene confermata dall’attivismo di queste giornate che lo vedono già all’opera per ricostruire la nuova Maceratese che sarà, per ovvii motivi, molto diversa dall’attuale.
I giocatori della Rata sotto la curva al termine della gara di domenica scorsa
Il presidente della Rata, nonostante le forti contestazioni arrivate dalla parte più calda del tifo biancorosso, è al lavoro per il futuro ma, come peraltro avvenuto già qualche anno addietro all’epoca dell’approdo, poi sfumato, dell’imprenditore Mauro Canil a Macerata, non ha mai fatto mistero di mettersi da parte nel momento in cui arrivasse in città un imprenditore noto, serio, affidabile, magari anche con maggiori capacità economiche delle sue per il bene della Maceratese. E la sua posizione resta sempre questa. Ma all’orizzonte, al momento attuale, non pare palesarsi qualcuno che abbia quelle caratteristiche e che sia disposto anche solo ad incontrare e parlare con l’attuale proprietà della Rata. Del resto in Eccellenza sono più gli oneri che gli onori per chi è alla guida di una società calcistica, lontano dai riflettori del calcio che conta.
Stefano Serangeli,
In attesa che qualche imprenditore cittadino o dell’hinterland si faccia avanti, l’attuale proprietà assicura quella continuità che parte dalla costruzione di una nuova squadra, con la prima mossa di una nuova organizzazione tecnica che parte dall’individuazione del direttore sportivo. Come anticipato domenica scorsa da Cronache (leggi l’articolo), tra i candidati più papabili a ricoprire questo ruolo c’è il nome di Stefano Serangeli, 40enne, ex dirigente di Tolentino e Matelica in passato. Già negli anni scorsi c’erano stati abboccamenti tra le parti che però non avevano portato ad un accordo per motivi esclusivamente extracalcistici. Stavolta il contatto, informale, c’è stato, e la porta resta aperta. Con lui potrebbe arrivare in biancorosso anche Danilo Stefani, un calciatore ex Rata, che con Serangeli ha già lavorato al Matelica come scouting giovanile. E’ chiaro che la pista è appena tracciata e non è l’unica che la società sta battendo prima di scegliere il nominativo cui affidare la ricostruzione della squadra. Di sicuro c’è l’intenzione di Crocioni, una volta stabilito il budget a disposizione e gli obiettivi da raggiungere, di affidare risorse e decisioni tecniche unicamente al direttore sportivo che sarà scelto, che dovrà decidere anche sull’allenatore e sui calciatori da ingaggiare, senza alcuna interferenza sul suo operato.
Così come, l’esperienza di quest’annata ha insegnato, sarà importante poi individuare da subito quali saranno i giocatori titolari della nuova Maceratese e chi invece dovrà ricoprire sin dall’inizio il ruolo di alternativa, evitando la presenza di troppi calciatori affermati che sono doppioni nei ruoli, che non accettano di stare in panchina o di essere sostituiti quando necessario, poi difficili da gestire in spogliatoio, come accaduto con i casi Napolano prima e Perri poi nel finale di stagione. Insomma una rosa che diventi soprattutto squadra e non singoli giocatori, magari anche di ottima qualità, che però non fanno gruppo.
La contestazione di domenica all’Helvia Recina
Infine la questione comunicazione, non affatto secondaria rispetto alle scelte tecniche. Un club che vuole crescere e migliorare lo deve fare anche sotto questo aspetto, avendo una sua comunicazione efficace e puntuale durante la settimana ed in occasione delle partite. Passa anche tramite questo avere un filo diretto continuo con la città e la tifoseria, sia nei momenti in cui le cose vanno bene ma anche quando invece vanno male. In un mondo dove le notizie si succedono a ritmi incalzanti, restare in silenzio è sempre perdente, qualsiasi posizione si abbia. Per carità, non siamo in tornei professionistici, però un’attenzione particolare a questo aspetto è essenziale per far sentire la voce della società e della squadra con una certa continuità, accettando la dialettica e le opinioni magari diverse, sempre nel rispetto dei ruoli e delle persone. Questo crediamo faciliterebbe anche la conoscenza di dinamiche che altrimenti vengono veicolate in maniera non corretta, provocando un effetto boomerang nei confronti della Maceratese e delle sue componenti.
Sorvolando sul progetto "tecnico", di preciso, aprirebbe alla cessione di che cosa? Quanto sono stati pagati da questo personaggio i marchi della S.S. Maceratese?
Andrea Andrenelli nulla.
Pietro Giulianelli ah ok! E cosa venderebbe quindi di preciso?
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Speriamo che sia la verita’ che se ne vada veramente oppure un’altra cazzata di CROCIONI come quella dell’estate scorsa quando aveva detto che eravamo i favoriti alla vittoria finale.
Il problema non è vendere la Maceratese ma trovare un compratore serio con risorse economiche adeguate signori.