«Stop a ogni collaborazione con Israele»
Il corteo pro Palestina
finisce con l’occupazione di Filosofia (Foto/Video)

MACERATA - La manifestazione organizzata dal collettivo studentesco di Unimc Depangher, con la partecipazione di alcune centinaia di persone, si è conclusa con l'atto dimostrativo in facoltà: «Secondo quali criteri l’università sceglie cosa è accettabile e cosa no? Si continua a collaborare come niente fosse con un ateneo che sostiene attivamente l’apartheid dei palestinesi»

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Il corteo pro Palestina sale da piazza Vittorio Veneto

di Marco Pagliariccio (foto Fabio Falcioni)

«Perché con la Russia si sono interrotti tutti i rapporti, mentre si continua a collaborare come niente fosse con un ateneo che sostiene attivamente l’apartheid dei palestinesi?». Una posizione ferma e dura quella del collettivo studentesco Depangher, che nel tardo pomeriggio odierno ha sfilato per le vie del centro storico per schierarsi al fianco della Palestina e spingere l’Università di Macerata a rompere gli accordi di collaborazione con l’Ono Academic College, università israeliana con la quale l’ateneo è in relazione da un paio d’anni. E dopo il corteo è stata occupata la facoltà di Filosofia.

Palestina_Corteo_FF-1-325x217Ha partecipato qualche centinaio di persone, in larga parte studenti universitari, ma anche persone che hanno deciso di aderire alla causa del gruppo. Sono partiti alla spicciolata intorno alle 18 da piazza Vittorio Veneto, punto di partenza come lo era stato per la manifestazione di tre settimane fa: un lungo striscione con su scritto “Free Palestine” (che è stato anche il motto ripetuto ossessivamente nel corso della marcia), tanti altri messaggi su teloni e cartoni e poi ovviamente le bandiere della Palestina. «Ciò che possiamo dimostrare di fronte al mondo è che esiste un pensiero antagonista e coerente che è unito contro la barbarie sionista – ha così attaccato un giovane prendendo a sorpresa la testa del corteo al momento della partenza – siamo qui per dare un segno più forte di quello che si sta perpetrando nel resto dell’Occidente».

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Il corteo davanti all’ufficio postale e alla biblioteca universitaria

La marcia è salita lungo via Domenico Ricci immettendosi così in via Gramsci per raggiungere, dopo alcuni stop, piazza Cesare Battisti. Qui è stata data lettura del discorso redatto dal collettivo insieme a uno studente palestinese. «Negli ultimi 75 anni Israele ha occupato il territorio palestinese, cacciando la popolazione dalle proprie terre e dalle proprie case – ha tuonato la giovane portavoce degli studenti – vietando alle persone di stare nella loro patria, cancellando il concetto di Palestina come Stato e terra. Israele non ce l’avrebbe fatta senza un sostegno illimitato da parte dei media, delle università e dell’establishment politico occidentali. Si è creato un moderno apartheid. Le università israeliane costituiscono una parte complice del sistema, legittimando la pulizia etnica dei palestinesi e dando loro una giustificazione morale. Gli accademici israeliani sono alle dipendenze del Ministero della Difesa, alcune sono parte dell’occupazione sorgendo su territori occupati, per non parlare del ruolo fondamentale nell’implementare le tecnologie a sostegno della distruzione perpetrata in Cisgiordania. Questa non è complicità? Come studenti universitari, come dovremmo giudicare un sistema che impedisce a migliaia di persone come noi di avere un’eduzione, di studiare? La nostra risposta è il boicottaggio. Nel 2021 Unimc ha avviato il progetto “Trust” con diversi atenei, tra cui l’Ono Academic College, istituto privato di Tel Aviv. Si presenta come un college multiculturale, ma in realtà è un’istituzione razzista, basta controllare le loro pagine ufficiali. Difendono e giustificano apertamente i crimini di guerra e i genocidi. Studenti e lavoratori di questa università sono arruolati nell’esercito israeliano, che sta commettendo crimini a Gaza ormai da 30 giorni. Stanno pubblicando post di sostegno agli omicidi e agli attacchi di scuole e ospedali da parte degli israeliani. È questa l’idea di multiculturalità dell’Occidente? Lo scorso anno l’Università decise subito di interrompere ogni rapporto con la Russia: secondo quali criteri l’università sceglie cosa è accettabile e cosa no? Si fermi ogni collaborazione con Israele».

Il corteo è proseguito lungo corso Matteotti, via Lauri e corso Garibaldi per trovare il suo atto finale in piazza Annessione, ai cancelli.

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