Un momento della Festa dell’Unità a Macerata. A sinistra Ninfa Contigiani
di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)
Una giornata maceratese, quella di ieri, per la Festa dell’Unità itinerante edizione 2023. Appuntamento al Sasso d’Italia con la musica dal vivo di Alessandra Machella, la “cena insieme” a cura del bar “Il Sasso” ed ovviamente il momento della discussione, protagonista Franco Patrignani, già referente provinciale Cisl nei primi anni Duemila ed ora impegnato in Brasile, che ha parlato de “il valore sociale del lavoro” anche rispondendo alle domande della segretaria del circolo dem di Macerata Ninfa Contigiani. Una settantina i presenti, tra gli altri il segretario regionale della Cisl Marco Ferracuti, la deputata Irene Manzi, il segretario provinciale Dem Angelo Sciapichetti, il capogruppo comunale Dem Narciso Ricotta e l’assessora comunale alla cultura di Recanati Rita Soccio.
Franco Patrignani
Ha detto Ninfa Contigiani nel prologo «Le parole chiave scelte da Patrignani nel suo libro sono democrazia necessaria, partecipazione e lavoro che è il modo per dare soluzione alle patologie del mondo». Franco Patrignani parte dal tema della democrazia: «Nessuno più osa dire che possiamo aspirare a governi autoritari dove vengono compresse le libertà. Tutti parlano di cambiamento, dobbiamo catturare la volontà di cambiamento della gente… non tutti aspirano allo stesso cambiamento. Lo sforzo che dobbiamo fare è decodificare quello che sta accadendo e cercare i capire i punti comuni».
Contigiani osserva come la parola partecipazione non si coniughi bene con l’astensionismo dilagante. La riflessione di Patrignani: «Ci sono situazioni contigenti che creano momenti sensibili alle varie realtà sociali. In Brasile si sta vivendo una fase di entusiasmo con Lula dopo i quattro anni di Bolsonaro e il precedente impeachment della ex presidente della Repubblica. Tra i cambiamenti c’è stato quello legato ai sistemi di comunicazione e di informazione.
Possiamo accedere a un volume straordinario di informazioni che stanno rompendo i monopoli tradizionali ma manca il filtro. Più che avere progetti completi di cambiamento sarebbe interessante trovare dei punti focali di azione. Le disuguaglianze sono un problema? La carenza di informazione è un problema? l’indifferenza è un problema? Ecco, queste sono tre questioni principali dalle quali discendono le altre patologie della società civile. Si tratta di cominciare a discutere su come vanno affrontate… Ora la politica è fatta di annunci, se va bene di programmi ma non c’è mai la verifica».
Riprende il filo della conversazione Ninfa Contigiani e propone una riflessione sulla rivoluzione digitale e sul valore sociale del lavoro. Argomenta Patrignani: «Ci sono mille spunti che rischiano di disorientare. Quando arrivo al lavoro, ho una specie di ritegno, parlo delle persone al lavoro, mi interessa ripensare alla tante figure che oggi si accostano al lavoro con mansioni totalmente nuove rispetto a quelle che abbiamo conosciuto. La dimensione di sindacalista è stata per me è stata significativa, ci si guarda negli occhi e si fanno le cose. L’esperienza sindacale italiana è ricca, la si legge ancora meglio guardandola anche dall’estero.
Narciso Ricotta e Irene Manzi
I brasiliani vivono in un Paese in cui tutti parlano la stessa lingua ma sono espressione di razze e di etnie diverse, questa diversità li fa essere aperti. Storie distanti che si incrociano, viviamo in un mondo sempre più interlegato per storia e strategie politiche. E’ possibile lavorare insieme su qualcosa? Sullo scacchiere internazionale l’Italia come si pone? C’è profonda necessità che la nostra esperienza sociale sia commestibile anche per gli altri. Il Brasile ci offre uno specchio in relazione alla nostra presenza, confrontarsi con l’esperienza brasiliana è utile per noi, per capire da dove veniamo e dove potremmo andare a finire. Non ho capito se siamo noi ad insegnare ai brasiliani o viceversa». Innovazione e buona politica. «Sono partito con delle domande: molti dicevano che sono i governi a proporre il cambiamento, altri dicevano che era l’assetto economico, uno o due mi hanno risposto che era la società civile a proporre il cambiamenti e tra questi due ci sono io, forse come speranza… Se Lula dice che bisogna rispettare le sue promesse elettorale e garantire le borse famiglie a famiglie numerose, il giorno dopo si legge che “le politiche di Lula stanno irritando il mercato, il mercato è nervoso”.
Mi piacerebbe sapere chi è questo mercato che è incriticabile e al quale si dovrebbe sacrificare tutto. Un esempio per tutti, lo spread. Ma chi è che deve decidere quali sono le politiche economiche e le compatibilità? In questo scontro tra titani oggi ci sono delle organizzazioni internazionali i cui accordi condizionano le politiche dei vari Paesi. In questa lotta c’è un Davide, la società civile, che sta a guardare». Il messaggio finale di Patrignani: «L’alternativa al disinteresse è la partecipazione: con il metodo della concertazione o del confronto è possibile cominciare a individuare percorsi condivisi, il partito politico ha un ruolo determinante».
In primo piano Angelo Sciapichetti
L’assessora alla cultura di Recanati Rita Soccio
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Dite quello che vi pare ma la storia del salario minimo è una grossa castroneria perché al netto quanto sarà? Se invece si parla di 9 euro al netto il discorso cambia signori bisogna svegliarsi che con le cavolate questi ci accendono il fuoco.
Meno mercati potrebbe voler dire oligarchia invece della concorrenza perfetta. Non va bene. Per il salario minimo la domanda è: quale è questo minimo? 9 euro lordi, 10 euro lordi? Altro?
Non ci resta che piangere…
No, sono 7 Euro scarsi netti, ci prendono in giro…
Se venisse approvato il salario minimo a 9 euro lordi all’ora, lo stipendio minimo sarebbe di 1120 euro netti al mese, considerando 8 ore di lavoro giornaliere per 5 giorni alla settimana. È sempre poco come per i tanti pensionati che prendono molto meno. Troppo però per questo governo visto che i poveri mangiano meglio dei ricchi. Sarebbe un lusso e loro si stanno battendo anche su questo, amano le lotte che permettono di saziare solo la loro di fame. Comunque c’è chi vorrebbe cacciare tutti i renziani dal partito, aiutata da tutti quelli che se ne vanno per conto loro e che vorrebbe riportare tutti i delusi,i traditi, gli umiliati e chi più ne ha più ne metta a rivotare per un partito completamente rinnovato e che vuole rimettere al centro la persona con tutti i suoi diritti. Non è da sola, altre forze la pensano alla stessa maniera. Chi la pensa come lei, l’aiuti , per gli altri non aspettate che sia direttamente lei a sputtanarvi davanti a tutti.
A leggere certi commenti pare che siano tutti economisti e magari anche imprenditori…