Casa di riposo, no al referendum
«Uno schiaffo alla democrazia,
un atto di prepotenza senza pari»

LA DURA ACCUSA dei gruppi di opposizione Siamo Mogliano e Mogliano 313 dopo l'ultimo Consiglio in cui la maggioranza ha bocciato la proposta di modifica dello Statuto comunale. L'appello bipartisan a far esprimere i cittadini sulla collocazione della nuova struttura era arrivata da 40 ex amministratori

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L’area verde dove si vorrebbe costruire la nuova casa di riposo

 

«Uno schiaffo alla democrazia». «Un atto di prepotenza senza pari». Sono alcune delle parole con cui i gruppi d’opposizione Siamo Mogliano e Mogliano 313, rappresentanti in Consiglio da Matteo Zazzaretta, Marianna Matricardi, Marco Petrelli e Corrado Nardi, commentano la decisione dell’amministrazione di non adeguare lo Statuto comunale per effettuare referendum consultivi.

A presentare la proposta erano stati proprio i due gruppi di minoranza, dopo l’appello che era arrivato da una quarantina di ex amministratori, di schieramento politico diverso, sulla questione della nuova casa di riposo. Nell’appello si chiedeva alla giunta di prendere in considerazione l’ipotesi di indire un referendum per far scegliere ai cittadini il luogo dove realizzare la struttura, visto che quello scelto dall’amministrazione (l’area verde del santuario del Santissimo Crocifisso) è stato e continua ad essere al centro di aspre polemiche. C’è infatti una parte di cittadinanza che considera quell’area verde un luogo da tutelare e preferirebbe che la casa di riposo sia costruita altrove.

Per questo Siamo Mogliano e Mogliano 313 nell’ultimo Consiglio di mercoledì hanno presentato una proposta di modifica dello Statuto comunale, propedeutica ad un eventuale referendum. Ma la proposta è stata bocciata dalla maggioranza.

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Il modellino della nuova casa di riposo

«Il rifiuto della maggioranza capitanata dal trio Cecilia Cesetti, Flavio Zura con il capogruppo Benedetto Perroni, di adeguare lo Statuto – – tuonano i consiglieri di opposizione – è uno schiaffo alla democrazia che denota ancora di più la chiusura, l’opportunismo e la mancanza di senso istituzionale di chi, invece, avrebbe il dovere di amministrare una comunità ascoltando tutti e programmando le scelte del domani in modo disinteressato   Sentiamo il dovere di condannare questo atto di prepotenza senza pari che umilia il lavoro fatto dai precedenti amministratori e che avevano previsto proprio l’istituto del referendum comunale. L’iniziativa dell’adeguamento dello Statuto era stata sollecitata da ben 3 ex sindaci e da 37 ex consiglieri ed assessori di tutti gli schieramenti politici e l’attuale maggioranza, sempre prodiga di comunicazioni talvolta fatue ed effimere, in due mesi non si è degnata neanche di un cenno di riscontro a quella che resta un’iniziativa senza precedenti e di altissimo valore civico. Le polemiche e le scaramucce passano, ma il valore degli uomini resta, va riconosciuto e soprattutto si comprende nelle piccole cose. Continueremo – concludono Siamo Mogliano e Mogliano 313 – a batterci per il rispetto delle regole democratiche e per la loro applicazione, coscienti che amministrare una comunità richiede un ascolto ed un confronto oggi più che mai negati».

 

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