Nuova casa di riposo,
appello all’Arcivescovo
«No all’area vicino la chiesa»

I GRUPPI di opposizione Mogliano 313 e SiamoMogliano contestano il progetto dell'amministrazione che ha individuato una zona dietro il Santuario del Santissimo Crocifisso per la struttura e hanno inviato una relazione a monsignor Pennacchio per chiedere un intervento
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Il rendering del progetto della nuova casa di riposo, per la cui realizzazione l’amministrazione ha individuato l’area verde dietro la chiesa del Santissimo Crocifisso

 

Nuova casa di riposo nell’area verde degli ex Sacramentini, le opposizioni scrivono all’arcivescovo di Fermo per chiedere un intervento. I gruppi di minoranza Mogliano 313 e SiamoMogliano, rappresentati in Consiglio da Marco Petrelli, Corrado Nardi, Matteo Zazzaretta e Marianna Matricardi, hanno inviato una lettera a monsignor Rocco Pennacchio con una relazione completa riguardo la situazione urbanistica dell’area verde ex Sacramentini, dietro alla chiesa del Santissimo Crocifisso, dove oltre al terreno di proprietà comunale ce n’è anche uno di proprietà della stessa Diocesi di circa 4000 mq. «Tale particolare comunicazione – spiegano le opposizioni – si è resa necessaria a fronte all’insensata ed ostinata volontà della giunta Cesetti di voler costruire in quell’area – già prevista dal vigente Piano Regolatore come zona verde ed attrezzata per lo sport – una nuova casa di riposo da 40 posti, successivamente ampliabili con nuove costruzioni. Siamo fermamente convinti che l’area verde attigua al Santuario rappresenti un unicum insostituibile per Mogliano, frutto di donazioni secolari dei fedeli e come tale, a nostro avviso, va preservata e riqualificata per le generazioni future ed anche a vantaggio del Santuario, senza scopi edificatori di nessun tipo». I quattro consiglieri ricordano alcune scelte fatte dalla maggioranza in tema di ricostruzione post sisma: «Ha bocciato la proposta di istituire una Commissione di studio formata da tecnici – aggiungono – non ha voluto considerare l’opzione di un Polo Scolastico unico; all’ultimo consiglio comunale ha liquidato l’affaire “Nuova Casa di Riposo” indicando l’Area Verde ex Sacramentini come l’unico sito possibile tramite delle semplici comunicazioni senza possibilità di replica, né tantomeno di dibattito, liquidando il sito alternativo proposto da Siamo Mogliano perché “ventoso e non adatto agli ospiti della casa di riposo”.  Conosciamo bene Mogliano – sottolineano i due gruppi – per affermare che per un’eventuale nuova casa di riposo esistono molteplici alternative a partire dalla Madonna della Neve, alle altre aree vicine al Santuario in zona Santa Vittoria e già edificabili, ovvero il recupero di strutture esistenti quali una parte delle scuole inutilizzate. Infine, rispetto alle perizie effettuate e pubblicate dal Comune nel proprio sito, malgrado le fuorvianti dichiarazioni de sindaco: non emerge in nessun elaborato che la struttura di Santa Colomba (la vecchia casa di riposo danneggiata dal sisma, ndr) non sia adeguabile sismicamente ai parametri di legge; non risulta alcun documento della Sovrintendenza che neghi la possibilità di un adeguamento della struttura per fini socio-sanitari, come avvenuto ed autorizzato a Loro Piceno, San Ginesio e Monte San Giusto; addirittura il terreno di Santa Colomba, da un punto di vista geologico ed ai fini edificatori, è migliore rispetto a quello dell’area ex Sacramentini». Insomma, i consiglieri d’opposizione considerano una scelta sbagliata quella dell’amministrazione di voler realizzare la nuova casa di riposo agli ex Sacramentini, ritenendo più idonei altri siti, da qui l’appello all’Arcivescovo.  «Abbiamo fatto appello all’Arcivescovo non tanto e non solo quale “proprietario” di parte dell’area verde in questione – concludono – ma quale riconosciuta autorità morale e spirituale della nostra terra. Talune scelte epocali come la ricostruzione post sisma dovrebbero essere condivise e non imposte, motivate e non semplicemente “comunicate” da chi, in ambito civile, ha il diritto e dovere di amministrare la Polis non in modo autoreferenziale, ma al servizio della comunità e del bene comune».



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