I consiglieri di minoranza Silvia Squadroni, Lavinia Bianchi, Letizia Murri, Mirella Paglialunga, Roberto Mancini, Piero Gismondi, Francesco Micucci
di Laura Boccanera
Mozione di sfiducia e revoca di Fausto Troiani da presidente del consiglio comunale. A depositarla questa mattina sono stati i consiglieri di minoranza Francesco Micucci, Mirella Paglialunga, Silvia Squadroni, Roberto Mancini, Letizia Murri, Piero Gismondi, Lidia Iezzi, Lavinia Bianchi e Yuri Rosati. Una richiesta che arriva a qualche giorno di distanza dalla richesta dell’opposizione al presidente di autosospendersi dopo la chiusura dell’indagine a suo carico per i reati di lesioni e violenza privata nei confronti di una donna e dopo la condanna per diffamazione ai danni dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini.
Letizia Murri, Mirella Paglialunga, Roberto Mancini
«Non è un attacco giustizialista alla persona Faustro Troiani come si vuol far credere, ma è il suo ruolo di rappresentanza che va salvaguardato. Non è neanche un problema di moralismo, ma esiste un’etica nella politica».
Con queste parole questa mattina i consiglieri sono intervenuti a motivare la richiesta di revoca. Un atto che come spiega Piero Gismondi a livello procedurale prevede la discussione della mozione e il voto aperto dei consiglieri, mentre per la revoca il voto è segreto da parte dell’assise. E in questo senso arriva la richiesta di una scossa morale anche da parte della maggioranza: «Troiani per primo dovrebbe farsi carico del ruolo di rappresentanza che ha e in questo momento c’è innegabilmente un problema che crea al consiglio comunale tutto e lui da presidente se tenesse alla carica e al ruolo dovrebbe fare un passo indietro. Abbiamo aspettato proprio qualche giorno prima di presentare la mozione perché speravamo in un suo passo indietro» ha esordito Francesco Micucci del Pd. «Il ruolo di garanzia è fondamentale – aggiunge Roberto Mancini di Dipende da Noi – di fronte alla situazione che si è creata la tutela dei ruoli di garanzia dovrebbe essere il primo interesse dell’amministrazione. Qui invece si confonde il governo con padronanza. Chi vince non è padrone della città. Al di là della persona nella tutela del suo ruolo chiediamo la sospensione rispetto al ruolo che ricopre in questa fase, l’etica pubblica esiste».
La presa di posizione della minoranza arriva anche come reazione alla condanna a 600 euro per diffamazione di Fausto Troiani dopo le offese via social all’ex presidente della Camera Laura Boldrini. E su questo aspetto insiste anche Mirella Paglialunga: «Ha già avuto una condanna e la nostra presa di posizione è sì relativa alle ultime notizie, ma agganciata anche alla condanna in primo grado. Chiediamo la revoca del presidente, affinchè il consiglio sia rappresentato da una persona libera da intralci di carattere giudiziario».
Lavinia Bianchi
Si lancia un brutto segnale e messaggio ai giovani e alle donne secondo Lavinia Bianchi di Siamo Civitanova, consigliera “giovane” che proprio su questo aspetto insiste: «Troiani non può più rappresentare il consiglio – afferma – lo dico come donna e come giovane, è un fatto culturale e una questione di onorabilità ed etica. L’aria deve cambiare. Noto come ad esempio il vice Pollastrelli favorisca invece il corretto dialogo che viene calpestato da Troiani con atteggiamenti non adatti». «Non è un processo pubblico – fa eco Letizia Murri di Ascoltiamo la città – a prescindere dalle vicende giudiziarie sarebbe in linea con un principio etico l’autosospensione, ma un atto di responsabilità importante dovrebbe venire anche dalla maggioranza votando la mozione di sfiducia. Vedo invece che le voci della maggioranza sminuiscono il tutto come “fatti personali”. Ma non esiste il personale in chi rappresenta le istituzioni».
Spiega l’iter che avrà la mozione Piero Gismondi: «abbiamo chiesto dapprima l’autosospensione momentanea che aavrebbe portato un vicepresidente a ricoprire il ruolo in questa fase, ma non è stata recepita quindi la nostra mozione si articola in due punti, una è la mozione di sfiducia e una la revoca. La mozione si vota a scrutinio palese quindi probabilmente la maggioranza non la voterà, ma dopo la mozione c’è la revoca che va a votazione a scrutinio segreto e tutto può succedere». Infine Silvia Squadroni di Siamo Civitanova: «nel 2018 di fronte ad un vicesindaco che ammette di aver detto frasi sessiste e contro il Santo Padre la maggioranza di allora che è la stessa di oggi disse che era una goliardata. Arriva la condanna e nessuno dice nulla. Di questa ultima vicenda nessuno dice niente. Quale messaggio sta dando l’amministrazione? Che a Civitanova si può dire tutto, che si può fare tutto e chi dice fermatevi e riflettete sul vostro ruolo viene minacciato. Riportiamo senso etico e civico. Il loro silenzio anche oggi è gravissimo, non sono chiacchiere da bar, la giustizia si è espressa con una condanna».
Troiani: «La vittima sono io, quella donna si è inventata tutto Non l’ho mai picchiata»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
E’ il contrario: non va salvaguardato il ‘suo’ ruolo (di rappresentanza), va salvaguardato ciò che rappresenta, ossia il Consiglio.
Questa minoranza fa tanto pena !!!
Attaccarsi al voto segreto.
Troiani in realtà non può dimettersi, perchè è il grande demiurgo di tutte le principali operazioni urbanistiche di Civitanova.
Dovevate sostituire il sindaco che così non si sarebbe trascinato tutta una pletora di personaggi da dove qualsiasi scelta porterebbe sempre alle gabbie di partenza,quelle dei cavalli da dove è sempre possibile scappare. Il penultimo presidente del consiglio, denunciato per il famoso ” Il misterioso caso dell’infiocchettamento e della mancanza di risposte” ha fatto persino carriera diventando ex sindaco. Lo volete sostituire, avete per caso uno di questi in mente, magari per riconosciuti meriti vaganti da qualche parte? Comunque io metterei Cencetto, non mi piace e poi il posto che occupa è troppo vicino alla strada e gli asfalti… è giusto che aspettino a tutti.
…mah, nel segreto dell’urna, che ci scappino pure le corna!!? Sto scherzando, ovviamente!!! gv
GENTILE ANDREA: SEI TU CHE FAI PENA, SORDI CIECHI E MUTI SIETE. E UN GRAZIE PER L’ASSIST AD ALDO: SE VOLETE SALVAGUARDARE IL CONSIGLIO ALLORA MANDATELO A CASA. COSA DICI “RAPPRESENTANZA”? MA QUELLO NON E’ UN PUPAZZO, E’ IL CAPO DEL CONSIGLIO DI UNA CITTA’ DI 42K DI CITTADINI. RAPPRESENTA TE, ME E TUTTI GLI ALTRI… MA CHE SIAMO DIVENTATI!?!?
Capisco tutto e tutti,ma cercare di mandare all’aria una amministrazione comunale,per una questione personale,tutta da dimostrare,mi sembra una pochezza dal punto di vista politico,le minoranze evidentemente non hanno altri argomenti.
E’ davvero curioso (pacato eufemismo) che la sinistra, sempre pronta a stracciarsi le vesti ogni qual volta teme che i suoi avversari violino la Costituzione, ritenga invece di godere di un particolare salvacondotto per infischiarsene. L’art. 27 della carta costituzionale (sul cui portato, peraltro, sono allineate sia la CEDU – art. 6 – sia la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – art. 48) va, invece, tassativamente rispettato riconoscendo all’imputato, viepiù al semplice indagato, le relative e inviolabili garanzie. La presunzione di innocenza, infatti, è un diritto intangibile e non un optional, rango al quale non può essere machiavellicamente ridotto.