L’assessore Giuseppe Cognigni e il sindaco Fabrizio Ciarapica
AGGIORNAMENTO DELLE 16,30 – Dopo l’affondo dei consiglieri di opposizione sul caso dell’assessore Giuseppe Cognigni, indagato nell’ambito dell’inchiesta sul Calamaretto, arriva la risposta del sindaco Fabrizio Ciarapica. «Essendo stato sollecitato da una parte dei consiglieri di minoranza del nostro Consiglio comunale – dice il primo cittadino – respingo con fermezza la richiesta di sospensione del collega di giunta – risponde il sindaco Fabrizio Ciarapica – Nel farlo stigmatizzo l’ipocrisia giustizialista degli autori, una nuova, palese dimostrazione della spregiudicata distorsione politica di cui sono capaci i nostri oppositori, doppiopesisti del garantismo».
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L’assessore Giuseppe Cognigni
«Indagato l’assessore alla legalità Giuseppe Cognigni, è un problema politico, chiediamo al sindaco di sospendere le deleghe».
A chiederlo sono i consiglieri comunali di centrosinistra Piero Gismondi (La Nuova Città), Lidia Iezzi, Francesco Micucci e Yuri Rosati (Partito Democratico), Roberto Mancini (Dipende da Noi), Letizia Murri (Ascoltiamo la città), Mirella Paglialunga (Mirella Paglialunga Per Civitanova Marche). La minoranza, alla luce dell’indagine partita dalla Guardia di finanza sullo chalet Calamaretto, in cui risulta indagato per rivelazione di segreti d’ufficio anche l’assessore in quota Lega Giuseppe Cognigni. Dalle intercettazioni delle Fiamme gialle emerge infatti una telefonata con il gestore del locale in cui Cognigni lo avviserebbe di un controllo della polizia municipale per i bidoni dell’immondizia a seguito di proteste e segnalazioni.
Mirella Paglialunga e il banco dell’opposizione in consiglio comunale
La vicenda, al di là del percorso giudiziario è secondo l’opposizione grave dal punto di vista politico: «Fermo restando il legittimo principio della presunzione d’innocenza fino alla sentenza definitiva -dicono i consiglieri – non si può però fin da subito non stigmatizzare politicamente il comportamento del sindaco Ciarapica. Fino ad ora non ha affrontato pubblicamente la questione che non può non rappresentare un problema per la sua giunta e per la città stessa. Non dobbiamo infatti dimenticare che l’assessore in questione, fra le altre deleghe, ha anche quelle della “sicurezza” e della “cultura della legalità”. L’assessore indagato non può più garantire la neutralità necessaria ad un uomo di governo della “cosa pubblica”. In questa ottica ed in questo senso, considerato anche che lo stesso Cognigni non ha nel frattempo ritenuto opportuno fare un passo di lato, chiediamo al sindaco Ciarapica di sospendere immediatamente e temporaneamente l’assessore Cognigni da qualsiasi incarico e di ritirargli di conseguenza tutte le deleghe fino al necessario chiarimento processuale. Ciò darà modo all’assessore di far valere le sue ragioni senza condizionamenti ed alla città di avere un assessore nel pieno delle sue funzioni, su tematica delicate come ambiente e sicurezza».
Appropriazione indebita per 88mila euro, denunciati gli amministratori di uno chalet
Ma come....non era tutto apposto?
Addirittura!! Ma pensate alle cose serie e veramente importanti..accusare una persona che ha sempre fatto il suo lavoro degnamente..solo perché è scomodo per voi..ridicoli che le serie regole non vi piace in una città!!! Pensate hai reati che succedono ben più gravi. .di questo....è più comodo fare del male?? Ovviamente si
Maura Stortini ma questo non e il rappresentante della Nice?
Già giustiziato senza processo bravi!
sarebbe il minimo....
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Cari sinistri chiedete il licenziamento di quasi tutto il corpo dei vigili urbani, che avvisano chi è in divieto di sosta sui carrabili e disabili per non fare la contravvenzione, che lo ritengo un reato molto grave.
AGGIORNAMENTO DELLE 16,30 – Dopo l’affondo dei consiglieri di opposizione sul caso dell’assessore Giuseppe Cognigni, indagato nell’ambito dell’inchiesta sul Calamaretto, arriva la risposta del sindaco Fabrizio Ciarapica. «Essendo stato sollecitato da una parte dei consiglieri di minoranza del nostro Consiglio comunale – dice il primo cittadino – respingo con fermezza la richiesta di sospensione del collega di giunta – risponde il sindaco Fabrizio Ciarapica – Nel farlo stigmatizzo l’ipocrisia giustizialista degli autori, una nuova, palese dimostrazione della spregiudicata distorsione politica di cui sono capaci i nostri oppositori, doppiopesisti del garantismo».
Chiedere le dimissioni si può, anche se tutta sta gravità, considerando che gli scambi di semplice amicizia tra pubblici rappresentanti e gestori di ristoranti c’è stato sempre. Casomai bisognerebbe informarsi se al Calamaretto si mangia bene, il costo ho sentito dire che è salato ma se non paghi che ti frega. Anzi se hanno una bella bottiglia di Amarone della Valpolicella, prendetelo anche se è un rosso e se lì, puta caso che di qualsiasi cosa si mangi se ne possa tranquillamente farne a meno, l’Amarone vi salva la cena anche senza toccare cibo. Non cercate altro, se non c’è che venga pure consegnato l’assessore al Tribunale dell’Inquisizione poi donato al braccio secolare per l’effettuazione della pena. Però, entrando nel merito della questione, l’art.26, comma 3 del Codice dell’Arroganza nei servizi pubblici, proibisce al superiore , se bue, di non dire cornuto all’asino. Naturalmente in senso metaforico. Tradotto sarebbe: ” Tu, oh eccellentissimo Cesare, se proprio ci fosse qualcuno che possa estromettermi da questo conciliabolo non puoi essere tu in quanto se io asino, non potrei essere bue”. E questo chiaramente se il bue avesse a sua volta commesso qualcosa di cui l’errore dell’asino in confronto a quello del bue fosse di gran lunga inferiore. Insomma se non capite , siete già su internet, collegatevi ad uno dei tanti siti giurisprudenziali on-line e chiedete spiegazioni. Pertanto penso che la maschia risposta del sindaco sia l’unica che poteva dare alla minoranza in consiglio anche dalle forse insormontabili difficoltà che si presenterebbero nel cercarne una seconda considerando che oggi è festa e magari quelli del suo staff siano già partiti per la montagna naturalmente lasciando telefonino a casa e recapito segretissimo.
Conciliabolo: può esserlo una qualsiasi Giunta comunale dove ci si riunisce anche per questioni avvolte nella massima segretezza in maniera che gli eventuali amministrati, sempre se, siano gli ultimi a sapere quel che succede o si vorrebbe succedesse ed è qui che casca l’asino ma non quello di prima, casomai il bue che nell’eventualità della divisione delle carriere, pardon dei ruoli diventasse asino.