di Gianluca Ginella
Un’indagine relativa allo chalet Calamaretto di Civitanova si è chiusa con cinque persone indagate tra cui due amministratori (per appropriazione indebita) e un assessore (per rivelazione di segreti d’ufficio).
L’ingresso del Calamaretto, sul lungomare sud di Civitanova
In questi giorni stanno arrivando gli avvisi di chiusura delle indagini alle cinque persone indagate a vario titolo. L’idea è che l’indagine della Guardia di finanza della Compagnia di Civitanova sia corsa su tre distinti binari, tutti partiti dalla medesima fonte: lo chalet Calamaretto. A due persone che sono state amministratori, in periodi distinti, del locale sul lungomare sud, viene contestato di essersi appropriati di soldi della società per spese non legate all’attività di questa.
La procura contesta 88.915 mila euro. Le indagini riguardano un periodo che va dal luglio 2020 al dicembre 2021. La Guardia di finanza parla di un presunto abituale ricorso ai conti societari per l’effettuazione di spese personali come prenotare diversi soggiorni in hotel di lusso durante le festività natalizie, di frequenti prelevamenti di denaro contante che secondo gli inquirenti non avevano una giustificazione nella gestione dell’impresa. E ancora, sempre secondo gli inquirenti a fronte delle uscite di cassa, sono state utilizzate causali correlate all’erogazione di compensi per l’attività di amministrazione che secondo le Fiamme gialle non hanno trovato corrispondenza con i bilanci d’esercizio, né sono risultate oggetto di delibera assembleare.
Gli indagati sono l’attuale amministratore Valerio Merolla, originario di Nola, e Mauro Raschia, civitanovese, che è stato nella società fino all’inizio del 2021. A quest’ultimo viene contestato di essersi appropriato di somme inferiori a 10mila euro. Lo screening patrimoniale dei finanzieri ha consentito di rilevare la sottoscrizione, da parte di uno dei due amministratori, di una polizza vita dal controvalore attuale di oltre 280mila euro, che è stata sequestrata.
L’assessore Giuseppe Cognigni
Nei guai sono finiti anche un assessore del Comune di Civitanova, Giuseppe Cognigni. Gli viene contestata la rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Il motivo è legato al fatto che avrebbe detto di togliere l’immondizia dello chalet perché c’erano dei controlli e altrimenti avrebbero dovuto fare la multa.
Indagati anche tre funzionari della Capitaneria per falsità ideologica e abuso d’ufficio. Nel corso di un controllo sarebbe stato trovato un trancio di tonno sottovuoto scaduto. Avrebbero omesso di contestare la sanzione. Per questa vicenda sono stati indagati il sottufficiale Pasquale Catapano e gli ispettori Michele Bottoni e Sharon Iuliano.
L’avvocato Riccardo Sacchi
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Alessia Pepi, Francesco De Minicis, Riccardo Sacchi, Paolo Giustozzi, Giovanni Bora, Marco Romagnoli.
***
Aggiornamento delle 17,30 – Il legale di Cognigni, l’avvocato Riccardo Sacchi: «Siamo in attesa di leggere gli atti di indagine, oggi non è stato possibile, e di fare tutte le valutazioni per poter decidere col cliente la strategia più idonea. Ma siamo certi che questo procedimento sarà l’ennesima occasione, anche se non ce n’era bisogno, per dimostrare una volta di più la correttezza dell’operato dell’assessore Cognigni, la dedizione, operatività e abnegazione con cui egli si dedica alle deleghe del suo assessorato con una presenza assidua sul territorio».
***
L’avvocato Paolo Giustozzi
Aggiornamento delle 20,20 – Sulla vicenda interviene anche il legale di Merolla, l’avvocato Paolo Giustozzi. «Sento il dovere di precisare – dice il legale – che le sole condotte contestate a Merolla, (dal 2021 a socio unico) riguardano l’ammontare dei compensi erogati dalla società, perché ritenuti, soltanto dagli inquirenti, eccessivi. In realtà tutti i compensi cui l’accusa si riferisce sono stati regolarmente indicati nella contabilità, e sono andati a remunerare il notevole lavoro svolto continuativamente da Merolla, il quale, anche con cospicui apporti di capitale personale, ha consentito al Calamaretto di essere riconosciuto come un locale di assoluta qualità nella costa maceratese». L’avvocato Giustozzi aggiunge inoltre: «le indagini, che abbiamo appreso essere state lunghe e complesse, hanno potuto escludere con riferimento alla gestione del Merolla, la mancanza di illeciti di alcun genere di cui pure si è riferito, considerato anche che le vicende che vedono coinvolti pubblici ufficiali non hanno alcun collegamento con Merolla. Si confida nell’operato della magistratura affinché vengano presto chiariti i fatti e restituita piena dignità al mio assistito».
Appropriazione indebita per 88mila euro, denunciati gli amministratori di uno chalet
Citanò comanna
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
il lerciume che regolarmente ricopriva il marciapiede dopo le “serate” era veramente schifoso, al punto di rimanere attaccati con le scarpe al pavimento. Ma come si fa a permettere questo schifo
Alla prossima riunione dei soci, all’ordine del giorno ci sarà quella di cambiare il nome del Calamaretto in ” Il Talpone”? Sembra impossibile che un assessore all’ambiente così serio l’espressione nella foto è al limite del luttuoso) possa aver tradito la fiducia riposta in lui dalla Fata Confetto. E poi una cosa così, valutando lo standard dei suoi colleghi di partito, fa veramente ridere. Adesso non so quale qui pro quo possa aver innestato una così funesta rappresaglia contro l’amato Sciampo, ma mi sembra proprio che qui si esageri. Che venga immediatamente perdonato e spedito senza indugi a ramazzare la piazza tutte le mattine come barbaro esempio per altri amministratori che tendano ad imitarlo. Che sia da avviso a tutti coloro che tramavano, tramano e trameranno convinti di essere più furbi del poveretto così disgraziatamente caduto nella polvere che sarà costretto ad ingoiare durante l’espiazione.
Articolo aggiornato con le dichiarazioni degli avvocati Riccardo Sacchi e Paolo Giustozzi che difendono rispettivamente Giuseppe Cogniggni e Valerio Merolla
Dunque sono da indagare anche tutti o quasi quelli della polizia municipale, che avvisano fischiettando chi è in divieto di sosta per farli spostare è evitare la contravvenzione, aspetto anche per loro la giusta scure della giustizia.
Per CM. Cogniggni?
citanò pacca lo c..o a tutti…
.
Toh, guarda che coincidenza, sarà proprio il Principe Schiaccianoci, che ricordiamo ai fianchi della Fata Confetto quando voleva danzare alla Regione, ad assumersi l’onore di dimostrare il torto subito da Sciampo. Però che la fatina avrebbe abbandonando con la massima disinvoltura quella magione per la quale migliaia di civitanovesi l’avevano invitata a far la padrona di casa già una prima volta… beh lasciamo perdere. Comunque fu uno dei suoi soliti sogni spezzati e visto il patatrac anche di questo fu poi costretta a tirar su un’armata di gnomi, elfi, folletti e fate di scorta al cui confronto quella del Brancaleone da Norcia, sembrava composta da gentiluomini in gessato con tanto di fiore all’occhiello. A proposito di fiori all’occhiello non è che ultimamente se ne vedono molti al castello. È un vero peccato anche perché motivo di orgoglio per chi lo porta. Possiamo dire fata fatona che sarà Schiaccia l’eventuale valoroso difensore di tutta la Corte se , putacaso qualcosa andasse per istorto anche agli altri cavalieri e le delicate ancelle?
Me pa de vede, che la corruzzioo, la fa da padrona !! La plata: l’oggetto del desiderio. Ce po sta anche cristo, verrebbe corrotto anche lui.
36.000 letture….il Calamaretto ha una clientela davvero impressionante .