Il materiale sequestrato
di Laura Boccanera
C’è anche un grossista cinese di Civitanova finito all’interno della maglia dei controlli della guardia di finanza di Pescara nell’ambito dell’operazione “Stop fake” finalizzata al sequestro di capi di abbigliamento contraffatti.
A finire nei guai un rivenditore abruzzese e due grossisti cinesi, di cui uno operante a Civitanova con ampi depositi e magazzini destinati allo stoccaggio e alla vendita di articoli di vario genere. Sono stati sequestrati centinaia tra capi d’abbigliamento, smartwatch, tablet, cuffie bluetooth, decoder e led natalizi falsi e non sicuri.
L’indagine è partita dalla scoperta di uno degli empori del falso, operante sul mercato dell’entroterra pescarese dal 2018. A gestirlo, una cinquantenne cinese impegnata nella vendita di vestiti di una nota griffe internazionale.
I militari, insospettiti dai prezzi stracciati al banco, hanno svolto, anche con l’ausilio di periti del marchio, un’analisi della merce che ha permesso di scoprire l’inautenticità dei capi esposti, e non solo. Infatti, un esame approfondito della rendicontazione contabile dell’esercizio commerciale, ha acceso i riflettori su altri hotspot della rete nazionale di approvvigionamento di merce falsa e non sicura, presumibilmente di importazione cinese.
Uno di questi era il centro di stoccaggio per grossisti di Civitanova usato come rimessa di prodotti elettronici privi di istruzioni in lingua italiana, nonché di avvertenze sui limiti della tensione elettrica per il loro corretto utilizzo. Stessi illeciti contestati anche ad un’altra attività commerciale dell’area del pescarese, utilizzata per piazzare articoli digitali e luci natalizie senza marchio Ce. I soggetti cinesi, già noti al fisco per inadempimenti tributari, sono stati denunciati per contraffazione e ricettazione.
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Ormai tutti li conoscono, ma continuano a stare aperti da anni.
Perché non mettete nomi e cognomi?? Mettete sempre solo chi vi fa comodo ma non toccate la via della seta cara a una certa politica.
Alcuni soggetti cinesi erano noti al fisco. E il ‘fisco’ non ha fatto niente?
E se i cinesi, così come avviene in Italia dove vengono contraffatti prodotti di grandi firme indigene, rigorosamente Made in Italy e venduti come autentici, contrafattano..contraffittano.. contraffanno prodotti famosi cinesi venduti poi come originali? L’altro giorno ho acquistato un sacchetto di arance e prima di buttarlo via ne ho per forza provata una. Così per curiosità sono andato a leggere la provenienza. Certo non potevano essere siciliane ma che venissero da una zona prossima all’Antartide mi ha spiacevolmente sorpreso. Non erano contraffatte ma avrei sicuramente preferito che lo fossero.
Sullo stesso argomento leggo sui due quotidiani locali di carta stampata che il danno per l’economia nazionale, con conseguenze altrettanto negative per l’occupazione, ammonta a ben 42 MILIARDI OGNI ANNO. Questo è il risultato del grande inganno che porta il nome di VIA DELLA SETA, anche con la complicità di politici nostrani sprovveduti dai 5 stelle ai sinistrati, come se non bastasse già la pericolosità della CINA COMUNISTA che usa qualsiasi mezzo, oltre alla contraffazione di vari prodotti, per muovere una guerra economica all’OCCIDENTE.
I consumatori dovrebbero essere più accorti e consapevoli delle conseguenze negative che derivano evitando di acquistare prodotti contraffatti.
Ti dicono Via della Seta ma è rayon.