di Giuseppe Bommarito
A dirigere e a controllare l’operato del Cosmari ci sono il consiglio di amministrazione, il collegio sindacale ed ora anche il comitato per l’attuazione del cosiddetto “controllo analogo”, istituito di recente. La normativa vigente infatti prevede che le società di capitali, con partecipazione totalitaria di capitale pubblico, debbano consentire ai soci – cioè ai singoli comuni che ne fanno parte, nel caso del Cosmari – una possibilità di controllo analoga a quella esercitata direttamente sui propri servizi, e quindi stringente a livello gestionale e finanziario, sia sugli indirizzi strategici che sulle decisioni aziendali più impoprtanti.
Eppure nessuno di questi organismi ha fatto sentire la propria voce per contestare le vere e proprie “meraviglie” che da diversi mesi si stanno verificando ai vertici del Cosmari, uno dei più importanti enti consortili della regione. Avvengono cose dell’altro mondo, e tutto tace, salvo qualche lettera anonima circolata nei mesi scorsi. Così come latita totalmente, al riguardo, l’azione di indirizzo, di controllo e di scelta dei due comuni più importanti della provincia, Civitanova e Macerata.
Tanto per cominciare, forti dubbi sussistono sulla legittimità della nomina, avvenuta nella scorsa estate, del presidente del Cosmari, Giuseppe Pezzanesi e del vice presidente, Giuseppe Giampaoli, direttore ormai quasi a vita dell’ente consortile.
Per Pezzanesi, sindaco di Tolentino ancora per pochi mesi, dovrebbe valere l’art. 7 del D. Lgs. n. 39/2003, che esclude la possibilità di conferire incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale (e il Cosmari rientra in questa categoria) a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio di una provincia o di un comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti (Tolentino ha oltre 18.000 abitanti). Ma oltre a ciò, a meno che non siano stati chiusi nel frattempo, dovrebbero valere come causa di incompatibilità, o quanto meno di inopportunità, due contenziosi giudiziari in piedi al tribunale di Macerata tra il Cosmari e il comune di Tolentino (se ne parla anche a pag. 18 del bilancio 2020 del Cosmari stesso), per importi che superano un milione e mezzo di euro, riguardanti la “ricomposizione ambientale” della discarica di Tolentino e altre spese connesse.
Per Giuseppe Giampaoli, neo vicepresidente, la situazione di incompatibilità è ancora più clamorosa. Dipendente da decenni con funzioni di direttore dell’ente consortile, società a controllo pubblico, per lui dovrebbe valere, senza scomodare precise norme di legge, il buon senso, visto che il consiglio d’amministrazione ha tra le sue principali funzioni quella di controllare e verificare l’operato del suo dirigente apicale, il direttore, cioè Giampaoli stesso.
Quest’ultimo, qundi, da qualche mese si viene a trovare nella insostenibile situazione di controllante e di controllato, e quindi può autorizzare gare da lui stesso proposte anche per centinaia di migliaia di euro, scegliere le relative commissioni, si può nominare Rup (responsabile unico del procedimento), e altre assurdità del genere.
Tra l’altro, ad aggravare la situazione e la confusione, Giampaoli, nell’esercizio delle sue funzioni di direttore, è stato in più occasioni rinviato a giudizio per reati che vedono proprio il Cosmari come parte lesa, che potrebbe quindi decidere di costituirsi parte civile nei suoi confronti. Ad esempio, solo per rimanere alle ultime vicende, per l’accusa di frazionamento illecito degli appalti sotto soglia, detto “spezzatino”, più volte denunziato nei mesi scorsi proprio su questo giornale.
Da notare, sempre a proposito dell’intramontabile Giampaoli, che il precedente consiglio di amministrazione del Cosmari, eletto nel 2018 con riconferma dell’allora presidente Ciurlanti, si era dato quattro obiettivi strategici, consacrati anche dall’assemblea dei soci, tra i quali la sostituzione del direttore, già all’epoca definito a fine carriera. Eppure il buon Giampaoli, vero e proprio Ercolino sempre in piedi, non solo è tuttora direttore, prorogato sino a giugno 2022 benchè ormai arrivato all’età pensionabile, ma è andato anche oltre, riuscendo addirittura a diventare vicepresidente dell’ente.
E qui entriamo in pieno nell’altra recente perla della nuova gestione, il concorso per direttore che nello scorso mese di dicembre, dopo circa un anno di selezioni e valutazione dei curriculum, è stato clamorosamente annullato.
La sede del Cosmari
L’annullamento è stato stabilito dopo aver formato la relativa graduatoria, nei cui ambito, alla fine, tutti i migliori classificati sono risultati, a detta dell’ente, privi dei titoli giusti. Lo stesso Giampaoli si è preso la briga di giustificare questo colossale passo falso, scaturito dall’aver previsto nel bando, secondo le indicazioni dell’assemblea dei soci, che la laurea richiesta non fosse solo quella in ingegneria, ma potesse riguardare anche competenze manageriali amministrative e contabili.
Solo a giochi fatti, però, dopo un discreto spreco di soldi e di tempo, al Cosmari si sono accorti che serve un direttore tecnico, per cui era inevitabile annullare l’intero procedimento e ripartire daccapo: “Abbiamo sbagliato tutto – ha dichiarato Giampaoli alla stampa – non abbiamo fatto una bella figura, ma è meglio fare una brutta figura che andare avanti con un bando così”. In effetti, una figuraccia veramente colossale, che, oltre a ritardare il sempre più urgente rinnovamento gestionale, potrebbe portare a richieste di risarcimento danni sia nei riguardi dell’ente che, a cascata, nei confronti del comuni soci.
E poi, in questa collezione di “perle”, c’è il recente via libera del Cosmari all’accordo con Cingoli per utilizzare in regime di proroga, sino al settembre 2023, la discarica di Fosso Marbiglia. Un affarone colossale per il comune cingolano: la proroga porterà nelle sue casse un indennizzo di 3 milioni e 650mila euro, una somma enorme, tale da integrare un aumento di circa il 400 per cento dell’indennizzo che il Cosmari versa ai Comuni che ospitano la discarica. Qui il problema non sta tanto nella proroga resa indispensabile dal mancato reperimento di un altro sito idoneo, quanto nella cifra riconosciuta a Cingoli, che a questo punto costiturà un precedente al quale si appellerà qualsiasi altro comune che in futuro sarà individuato come sede della nuova discarica del maceratese, un precedente dal quale d’ora in poi sarà difficile discostarsi.
Ora che sta per aprirsi la partita del biodigestore, un megaimpianto inizialmente stimato in 17 milioni di euro e schizzato a 40 milioni nelle ultime dichiarazioni del presidente Pezzanesi (che ha parlato anche di un fantomatico termovalorizzatore, di cui nei provvedimenti regionali non vi è traccia), non sarà giunto il momento che almeno i comuni capofila, Macerata e Civitanova, comincino veramente a far sentire la loro voce?
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Grazie Bommarito, sempre preciso e puntuale, peccato nessuno, o pochi, colgano la gravità di certe scelte, fatti e nomine.
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Io personalmente lo dico da 20 anni, quando un qualsiasi dipendente pubblico o dipendente di società pubblico/private raggiunge l’età pensionabile deve lasciare ogni incarico poi se ha voglia di fare qualcosa lo farà in proprio ma senza più ricoprire incaricho e, secondo me, tale regola dovrebbe valere soprattutto in politica.
Un accenno merita anche la selezione per l’assunzione di un dirigente area amministrativa del COSMARI: altre particolari stranezze in periodo di Covid-19!
Ritengo che sia giunto oramai il momento di collegare tutte queste anomalie – Errare humanum est, perseverare autem diabolicum – costituenti indizi gravi, precisi e concordanti di una condotta perlomeno “disinvolta”, ovviamente non conciliabile con una figura dirigenziale caratterizzata da una solida preparazione ed esperienza giuridica/economica.
Anche all’ANAC e all’Autorità giudiziaria e/o contabile l’arduo compito.
•Responsabile Regionale Marche della DIRPUBBLICA (Federazione del Pubblico Impiego),
candidato ammesso alla prova scritta e non convocato alle relative prove della selezione pubblica per l’assunzione di un dirigente area amministrativa del COSMARI,
candidato idoneo alla selezione pubblica (poi annullata) per l’assunzione del Direttore Generale del COSMARI
Egregio avvocato Bommarito, da anni ci racconta di vicende legate a questa azienda….!? Pubblica, con 560 dipendenti, che esercitano un servizio essenziale per la collettività,
la quale, secondo Lei è gestita in modo catastrofico, tanto da incitare spesso la Procura a intervenire (come se avesse bisogno dei suoi slogan!!?? ).
Mi viene da chiederLe..perché non partecipa Lei alla buona gestione dell’azienda???
Si metta in gioco..così i cittadini capiranno la differenza.
Buon lavoro!!
A Recanati un addetto della Cosmari qualche mese fa mi raccontò che la raccolta dei materiali elettrici, fili di rame, computer, elettrodomestici , insomma tutto questo mondo viene fatta dalla Cosmari ma poi lo smaltimento ed il riciclo degli stessi è affidata ad una azienda terza, che ogni tanto passa in zona Squartabue, raccoglie tutto e porta a casa.
Qual’è la convenienza della Cosmari a non gestire direttamente una ricchezza di materie prime così importante ?
Se consideriamo poi che tutti ci impegnano a differenziare e praticamente regalare altre materie prime preziose quali, alluminiò, carta , plastica e vetro, ( NB. oltre a regalare paghiamo pure una cospicua tassa sui rifiuti ) , la domanda sorge spontanea : come può questa azienda portare da anni bilanci in perdita ?
SARA’ FORSE CHE I VERTICI , NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI, SIANO DEI TOTALI INCAPACI .
Nella migliore delle ipotesi !!!
Poveri noi
Ancora col biodigestore ulteriore spreco in vista……..perche’ non copiamo l’Austria la Germania la Svezia la Danimarca la Cina…chi non sa fare copia.
Per Luciano Pescolloni
Non serve che io vada a dirigere il Cosmari, ci sono già ottimi amministratori che lo gestiscono, sempre che non vogliano mettersi le bende sugli occhi per non vedere.
Ad esempio, Franco Capponi, ottimo ed esperto amministratore, persona che stimo ed apprezzo, sindaco di Treia, al contempo presidente del Comitato per il Controllo Analogo in seno al Cosmari, consentirebbe che nella sua giunta comunale sedesse anche il dirigente apicale del Comuine di Treia? Eppure questa è la situazione assurda e illegittima che si è creata con la nomina di Giampaoli in senso al CdA del Cosmari. Che aspetta Franco ad intervenire?
E il Comitato di Vigilanza? Possibile che intervenga solo dopo gli articoli su questo giornale?
Della serie: perché “pubblico” è meglio!!!
Credo che l’attuale situazione del Cosmari debba essere valutata senza perdere di vista i risultati complessiva della sua attività nel lungo periodo ed il valore che rappresenta per la comunità territoriale. Stiamo parlando di una azienda di proprietà pubblica che realizza con buoni, per un certo periodo ottimi risultati, la sua missione che è quella di svolgere il servizio di raccolta dei rifiuti urbani e di igiene urbana della nostra provincia. Per alcuni anni, in parte credo tutt’ora, la nostra provincia ed il Cosmari sono state considerate un riferimento per i risultati ottenuti in termini di % di raccolta riciclata, diffusione del porta a porta e non ultimo, i bassi costi operativi che permettono di praticare basse tariffe della Tari. Questa è una realtà incontestabile. Vero è che negli ultimi anni Cosmari ha perso o quantomeno significativamente ridotta questa sua capacità operativa e di innovazione. Un piccolo esempio è quello della realizzazione del sistema della tariffa puntuale che si è perso nei meandri di una interminabile sperimentazione. Le cause sono diverse a mio parere. Certamente ha pesato la incapacità di realizzare il ricambio al vertice della struttura con il necessario e conseguente rafforzamento del management. Come pure il ritardo da parte delle Amministrazioni Regionali e Provinciali nel definire le politiche di riferimento necessarie a valutare gli investimenti sulle infrastrutture. Infine va pure presa in considerazione l’affievolirsi del ruolo di leadership svolto dai sindaci, progressivamente sempre meno capaci di prendere le scelte importanti come avveniva invece nel passato più o meno recente. Un altro esempio, significativo questa volta, è quello della nuova discarica che ha visto prevalere i veti incrociati dopo un lungo processo di valutazione e che ha poi portato all’assai discutibile e certamente costoso accordo di cui si parla nell’articolo qui sopra. Questa è solo una sintesi e molto altro si potrebbe dire ma rimane il fatto che Cosmari rappresenta un valore aggiunto della nostra comunità non solo per quello che ha ottenuto in passato ma anche per le prospettive che vedono ad esempio gli investimenti del PNRR sull’economia circolare (e qui non so come siamo messi in termini progettuali). Una realtà che dovrebbe essere rapidamente tratta dalla situazione attuale che mi sembra ne paralizzi la progettualità. E questo aspetta in primis alla politica e alla amministrazioni del nostro territorio.
Una curiosità, in quale occasione il direttore-vicepresidente del Cda ha autorizzato gare da lui stesso proposte, nominando commissione e rup?
“Una voce poco fa” (Barbiere di Siviglia). Che letta transitivamente, con il “fa” in funzione verbale, acquista tutt’altro significato. Speriamo che la “voce di uno che grida nel deserto” (sia il Battista di evangelica memoria, sia l’amico carissimo Peppe Bommarito) convinca i comuni maggiori della nostra provincia che “una voce poco fa” e dunque sarebbe ora di ascoltarle entrambe. Ma nel caso ne fosse disponibile una sola, per quanto poco possa fare sarebbe carino ascoltarla.
Per Monia Orazi
Con delibera n. 170 del 22.11.2021 del C.d.A. del Cosmari (presente Giuseppe Giampaoli, quale vice presidente e membro del C.d.A.) il Cosmari, su proposta del direttore Giuseppe Giampaoli, decide di indire una gara per la fornitura di sacchetti per raccolta rifiuti (ben 4.350.000 sacchetti annui), per l’importo di € 756.250,00.
Con la stessa delibera Giuseppe Giampaoli viene nominato presidente della commissione di gara, di assistenza al Responsabile del procedimento (RUP) Giuseppe Giampaoli.
Sembra impossibile, ma è tutto vero, e la delibera è rintracciabile, insieme al relativo accordo quadro, sul sito del Cosmari.
Ripeto quanto scritto sopra: possibile che nessuno intervenga, che il cda, il collegio sindacale, l’autorità di vigilanza, il comitato di controllo analogo, non si accorgano di simili bestialità giuridiche? Possibile che, a fronte di tanta sudditanza, nessuno spedisca a casa, insieme al protagonista di un siffatto abuso di potere, tutti quelli che non vedono, non sentono e non parlano?
Buffo, sia per il Cosmari che per il Pnrr presentato da Saltamartini tacciono o latitano i grandi comuni. E’ tutta una monnezza o è la sanità ridotta ad una monnezza?
dott. Iesari, purtroppo la situazione è ben più complessa di come viene dipinta. E’ vero che il Cosmari al 2021 continua a raccogliere il 74% circa di RD su tutto il bacino ma dovremmo fare un bagno di realtà guardando alla qualità di ciò di che raccogliamo, in riferimento soprattutto al rifiuto organico. A breve sarà aggiornato il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti ed il metodo di calcolo del riciclo sarà incentrato sul conteggio degli scarti in uscita (e ripeto in uscita) dagli impianti e non più su ciò che viene raccolto in maniera differenziata. Tradotto, c’è da fare le cose bene e mettersi al lavoro da subito anche su versante delle raccolte per individuare nuovi sistemi altamente performanti. Anche l’ecotassa regionale, che ad oggi garantisce il riconoscimento di un tributo ridotto su ciò che va in discarica ma entra in impianto come RD, verrà adeguato al nuovo metodo di calcolo, per cui gli effetti ci saranno anche dal punto di vista finanziario. Adeguare i sistemi di raccolta è complesso e richiede tempo ma ciò che più preoccupa sono le recenti scelte del Cosmari in tema – sto parlando degli investimenti per gli Eco-Point – che, per quello che in Italia può essere considerata la letteratura di riferimento (le Linee Guida di Ifel, fondazione di ANCI, sulla tariffazione puntuale che censiscono tutte le esperienze italiane di tariffazione puntuale), risultano essere totalmente inadeguati a garantire un cambiamento efficace sia in termini di qualità nel settore-raccolte che in termini di una più avanzata gestione della TARI. Quest’ultimo aspetto, l’introduzione di modifiche che vadano verso il tributo/corrispettivo prestato sui reali servizi offerti, la tariffa puntuale, è da anni presente in tutti gli interventi pubblici ma se in una decade non si è arrivati ad azioni concrete bisognerebbe farsi una domanda. In qualsiasi contesto per introdurre una tariffa puntuale servono 6 mesi, lavorando bene, ma i risultati sono evidenti e immediati e lo si può fare per singolo Comune.
Gentile sig.Cappello, che la realtà di un sistema come quello del Cosmari sia più complessa di quella che noi riusciamo a descrivere in un semplice post è nelle cose. Comunque i temi da lei proposti credo che confermino sostanzialmente le mie considerazioni. Negli ultimi anni il sistema Cosmari, che pure rimane un valore del nostro territorio che va preservato, non è riuscito ad introdurre quelle innovazioni tecnologiche ed organizzative necessarie a mantenere la posizione di eccellenza che si era giustamente guadagnata. A tale proposito dovremmo ricordare anche il necessario coinvolgimento dei cittadini, la cui consapevolezza e conseguente comportamento, è indispensabile per raggiungere quella qualità di cui lei giustamente parla