Il cda del Cosmari replica all’articolo di Giuseppe Bommarito (pubblicato il 9 febbraio) che aveva parlato di una serie di questioni sull’azienda e critiche sulla gestione. Il cda ha inviato una risposta (che pubblichiamo integralmente) punto su punto in merito a quanto scritto dal legale, che nei prossimi giorni intende a sua volta puntualizzare su ciò che il Cosmari contesta del suo articolo. Preliminarmente nella replica del Consorzio si legge che «tutte le “notizie” elencate dall’articolista, riportate quale esempio di chissà quale mala amministrazione, risultano false e tendenziose».
Il primo aspetto sottolineato dal Cda riguarda le cariche, questione di cui molto si è parlato e discusso. «La presunta incompatibilità alla carica di presidente e vice presidente della società di Giuseppe Pezzanesi, attuale sindaco del comune di Tolentino, e Giuseppe Giampaoli, attuale direttore generale della società, appare destituita di fondamento. I richiami normativi citati da Bommarito risultano assolutamente fuori luogo, posto che la compatibilità delle nomine deliberate dall’Assemblea dei soci è stata suffragata da autorevole parere legale e valutata positivamente dall’Anac». E ancora, punto due: «L’asserita incompatibilità del presidente Pezzanesi per la pendenza di un contenzioso tra Cosmari srl ed il comune di Tolentino avente ad oggetto la discarica presente nella cittadina tolentinate è infondata: il contenzioso menzionato dall’articolista vede, infatti, coinvolti la società, da un lato, e la ditta esecutrice dei lavori ed i progettisti, dall’altro».
Il terzo aspetto riguarda: «la proroga dell’incarico del direttore Giampaoli sino al 30 giugno 20220 a titolo gratuito e in attesa dell’espletamento del concorso per la copertura del posto – e alla sua nomina a vicepresidente della società, si evidenzia che le stesse sono state motivate e deliberate all’unanimità dall’Assemblea dei Comuni soci e risultano perfettamente conformi alla vigente normativa». Il quarto aspetto riguarda il bando «del concorso pubblico per la nomina del nuovo direttore generale, si ribadisce che la scelta di procedere ad una revisione della procedura è stata proposta dal Cda e approvata a larga maggioranza dall’assemblea dei soci, con il pieno e convinto supporto anche dei maggiori Comuni (vedi Macerata e Civitanova)». Quinto punto l’accordo con il comune di Cingoli per continuare a conferire i rifiuti nella discarica: «L’accordo con Cingoli costituisce, contrariamente a quanto affermato, un’azione importante nell’interesse di tutta la popolazione della provincia. Infatti, in assenza di accordo con il comune di Cingoli, la società dal mese corrente avrebbe dovuto conferire gli scarti di trattamento in una discarica fuori provincia a prezzi almeno triplicati, con conseguente aumento esponenziale delle tariffe a carico degli utenti, già pesantemente colpiti dai rincari “energetici” che caratterizzano questo periodo. La società, su delibera dell’assemblea dei Comuni soci, ha, quindi, agito per il bene della popolazione, in un rapporto leale con il comune di Cingoli che si è fatto carico di una situazione di emergenza grave». Altra questione quella del biodigestore: «sui costi si evidenzia che l’importo di massima ipotizzato nel bilancio di previsione non teneva conto del progetto definitivo, in cui sono state inserite nuove opere necessarie, come il revamping di tutto l’impianto di compostaggio esistente e del trattamento della Fos. Il progetto in esame, confezionato anche per essere presentato nelle proposte di finanziamento del Pnrr, dovrà subire tutta una serie di passaggi e validazioni fino all’approvazione da parte della Provincia di Macerata, alla verifica nazionale del nucleo di valutazione del Pnrr e, infine, verrà appaltato con gara europea». Settimo punto: «Quando si asserisce in maniera pretestuosa che il direttore nomina le Commissioni di gara e si nomina Rup, si omette di chiarire che lo stesso, negli atti assunti dalla società precedentemente al suo ingresso nel Consiglio di amministrazione, era già stato indicato quale Rup e come presidente dei seggi di gara. Ne consegue che la presenza del direttore in Cda non inficia affatto le delibere di scelta delle Commissioni giudicatrici, solitamente composte in maggioranza da componenti esterni di provata capacità, per la valutazione, ad esempio, delle offerte economicamente più vantaggiose. Ad ulteriore suffragio della strumentalità delle affermazioni dell’articolista, si evidenzia come lo stesso, nell’enfatizzare i procedimenti penali a carico del direttore, ometta di riferire il parere dell’Anac che si è pronunciata sulla correttezza dell’operato dell’ingegnere Giampaoli ed il tutto sempre fermo ed impregiudicato il principio costituzionale d’innocenza dell’imputato sino alla condanna definitiva da parte della magistratura».
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Nei prossimi giorni la risposta dell’avvocato Giuseppe Bommarito, autore dell’articolo.
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Ma, al di là di ciò che dice Anac (che, peraltro, esprime pareri rispetto a ciò che gli viene rappresentato), esiste anche il giudizio di opportunità…e su questo è meglio stendere un velo pietoso.