In centinaia per l’addio a Lele
«Questo non è un funerale
ma la festa per i tuoi 18 anni»

MACERATA - Grande dolore e tanti ricordi per il 17enne di Montecassiano Emanuelle Alessandro Pandele morto lo scorso martedì. Il papà e la mamma: «Ci mancherai per tutta la vita, ma per sempre sarai nel nostro cuore. Il giorno in cui sei nato la terra ha ricevuto un dono straordinario, quando sei morto il cielo ha avuto un angelo molto speciale». Gli amici: «Ora nuota tra le nuvole». I compagni dell’Ipsia Corridoni di Corridonia: «travolti e smarriti, a scuola c’è un vuoto assordante. I muri si sono riempiti di scritte col tuo nome»
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Il lancio di palloncini bianchi fuori dalla chiesa

di Gianluca Ginella (foto Fabio Falcioni)

Tra le braccia Michaela tiene la foto del figlio, incorniciata, e ripete «amore di mamma, amore di mamma», seguendo, stretta al marito Irinel, il feretro di suo figlio Alessandro Emanuelle Pandele. Il papà si rivolge a Dio, dicendo «ti ringrazio per quello che mi hai dato e tolto, ti ringrazio che hai preso un angelo, mio figlio mi ha dato grandi soddisfazioni».

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Alessandro Emanuelle Pandele

Con queste scene di dolore immenso, è iniziato, questa mattina alle 10, il funerale del 17enne morto martedì all’ospedale di Torrette di Ancona in seguito ad una malattia (aveva anche contratto il Covid).

Tantissimi i ragazzi presenti, cinquecento, forse seicento persone hanno partecipato alla funzione celebrata da don Carlos Munoz nella chiesa Santa Madre di Dio, a Macerata. «Questo non è un funerale, ma la festa per il tuo diciottesimo compleanno», hanno detto i genitori in una parte del messaggio letto da una cugina di Lele (come lo chiamavano gli amici). «Il giorno in cui sei nato la terra ha ricevuto un dono straordinario – queste le parole dei genitori lette in chiesa – il giorno in cui sei morto il cielo ha ricevuto un angelo molto speciale. Da quando ci hai lasciato la vita non è più la stessa. Ci mancherai per tutta la vita ma nel cuore ci sarai sempre, l’amore per un figlio è eterno.

Gli angeli sono fortunati ad averti tra le loro braccia, nessun genitore vorrebbe mai dire addio al proprio figlio. Non è facile vivere senza di te. Divertiti dove sei ora e diverti gli altri come tu hai saputo sempre fare».

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Uno degli striscioni preparati dagli amici di Lele

Di fianco alla cugina, di fronte all’altare, il feretro bianco, ricoperto di fiori e con due fotografie di Lele. E poi poco più in là un grande cartello pieno di foto del 17enne e la scritta (per tanti anni ha fatto nuoto agonistico): «Ora nuota tra le nuvole». All’Ipsia Corridoni di Corridonia, la scuola che Emanuelle frequentava partendo ogni mattina da Montecassiano, dove abitava con i genitori, per andare a seguire le lezioni, i compagni e gli insegnanti respirano «un’aria molto triste, nessuno è rimasto indifferente a quello che è successo. Siamo stati travolti – dice la vicepreside dell’istituto, Roberta Campolungo – da una ondata di emozioni forti, ci siamo persi, smarriti. Non abbiamo ancora capito in pieno quello che stiamo vivendo. Quel banco vuoto è sempre lì a ricordarci della tua assenza. E’ un vuoto assordante». Sul 17enne aggiunge: «Quanto abbiamo faticato a contenere la tua vitalità, le tue polemiche la tua estrosità, eppure è proprio questo ciò che più ci manca. La scuola si è popolata di scritte col tuo nome, online abbiamo letto tanti pensieri belli per te. Ti promettiamo che il tuo ricordo rimarrà sempre vivo in tutti noi. Grazie per essere stato con noi, per aver ravvivato le nostre giornate». C’è chi Lele l’aveva conosciuto in modo semplice «mi disse sei romeno? Sì. Hai una bicicletta? Sì. Allora andiamo a fare un giro – ricorda un suo amico – Avevamo un motto e una frase che ci dicevamo sempre: “La vita è una e va vissuta al massimo”. E lui l’ha vissuta al massimo. Per me lui sarà sempre con noi». «Fratello mio, ti porto sempre nel mio cuore non voglio rassegnarmi ma voglio continuare a parlarti. Perché lo so che da lassù mi puoi sentire» ha detto un altro amico.

Funerale_AlessandroPandele_FF_4-650x434«Sono stati i 9-10 anni più belli della mia vita, tutti i giorni a uscire insieme – ha ricordato un terzo amico di Lele -. Vorrei ringraziare i genitori per averci dato uno dei regali più belli, il pezzo del puzzle della mia adolescenza. Ringrazio lui per esserci sempre stato. Avevamo progetti per ogni anno eravamo arrivati a scriverci la vita fino alla fine, dicendo anche quando andremo al funerale dell’altro tra tanti tanti anni… non pensavo di arrivarci molto prima. Ogni volta che ci trovavamo a piangere ci prendevamo in giro, tanto che siamo arrivati a dirci la prossima volta che piangi ti prendi due sberle. Allora cerco di non prendermele anche se l’abbiamo presa tutti».

Anche i ragazzi di Macerata nuoto, dove Lele è stato iscritto fino all’inizio dello scorso anno lo hanno ricordato, tra loro Virginia: «Sei stato il mio primo amore, il mio primo bacio, ti ringrazio di avermi fatto capire cosa vuol dire essere amato, promettimi che continuerai a portare il tuo sorriso tra gli angeli e a nuotare tra le nuvole».

funerale-emanuelle-pandele-alessandroFrancesco, sempre di Macerata nuoto, ha letto sia il suo messaggio («So che non sarà un addio perché sentiremo ogni giorno la tua presenza nelle nostre giornate. Col tuo sorriso ci rallegravi») che quello di Serena (che non poteva essere presente): «Sarà dura non rivedere più quel tuo sorriso che illuminava la stanza e quegli occhi sinceri. Sei stato l’esempio di come vivere senza paura o rimpianti». Don Carlos ha fatto leggere tutti i messaggi prima della funzione, nella sua omelia ha detto: «vi auguro di mantenere il suo ricordo, deve essere intenso ma deve esserci sempre, ricordarsi continuamente di ciò che ha fatto per ognuno di voi, e deve essere uno stimolo a migliorare e a crescere».

Alla fine del funerale ha voluto lasciare il suo ricordo anche una zia di Lele: «Sei stato il mio campione, nello sport e nella vita. Non piangete, continuate a portarlo nel cuore».

Il feretro alla fine della funzione lo hanno atteso in centinaia di persone (alcuni hanno seguito la messa da un grande schermo allestito nei locali dell’oratorio). Sono stati liberati al cielo palloncini bianchi e colombe. In tanti indossavano una maglietta con la foto di Emanuelle e la scritta «un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda».

Poi il corteo verso il cimitero e i clacson suonati come in segno di festa. Una cosa singolare, forse un modo per andare oltre ad un funerale, come hanno detto i genitori «è la festa per il tuo 18esimo compleanno».

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Una bacheca di cuori e messaggi per ricordare il sorriso di Lele Venerdì l’ultimo saluto al 17enne

Covid, è morto il 17enne ricoverato in terapia intensiva «Ciao Lele, l’amico di tutti»

 

 

 



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