Il sindaco Romano Carancini taglia il nastro. In foto, da sinistra, l’assessore Stefania Monteverde, il direttore artistico di Musicultura, Ezio Nannipieri, Paola Promisqui, vedova di Piero Cesanelli, il candidato sindaco del centro sinistra Narciso Ricotta e Ettore Rosato
di Giulia Mencarelli (Foto di Fabio Falcioni)
Taglio del nastro a quattro mani per il nuovo percorso museale dello Sferisterio. Il sindaco Romano Carancini, insieme a Paola Promisqui vedova di Piero Cesanelli, patron di Musicultura scomparso lo scorso anno al quale è dedicata la nuova Gran sala in arena, oggi alle 18 hanno inaugurato gli spazi. E anche la data scelta non è stata un caso: oggi sarebbe stato il compleanno di Cesanelli. La nuova Gran Sala è stata rivisitata elegantemente nello stile, nel nuovo stemma dello Sferisterio e nell’apposizione di una light box.
«Lo Sferisterio tutto l’anno, è il titolo di una storia che racconta come un sogno che dura da mezzo secolo, possa, finalmente, diventare realtà. Luogo inteso come patrimonio collettivo – ha spiegato il sindaco Carancini -. Quando dieci anni fa abbiamo preso in mano le sorti della città, lo Sferisterio si ritrovava in uno spazio di tempo e di azione troppo ristretto, nel rischio di dover interrompere il suo cammino. Lì, grazie al coraggio degli operatori, il rinnovo nella sua organizzazione tutta lo ha trasformato in un palco di élite su scala internazionale». All’inaugurazione era presente anche il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato (Italia Viva): «I maceratesi sono stati straordinari nel trasformare questo luogo, nato con spirito sportivo, in un luogo di cultura. Un totale vanto per la città che si differenza dai molti, altri teatri dove invece è stata preclusa qualsiasi tipo di manifestazione».
Ettore Rosato
Assente il governatore Luca Ceriscioli, che però ha partecipato con un messaggio, letto da Carancini. Ha sottolineato la «versatilità dello Sferisterio che si rispecchia soprattutto nel territorio inteso come esempio di evoluzione, trasformazione, capacità di adeguamento. Un vero simbolo delle Marche che la Regione vuole sostenere». Inevitabile, poi, il ricordo a Piero Cesanelli quale «ideatore ed innovatore denso di tradizione culturale a cui il comune di Macerata ha giustamente dedicato la Gran Sala». Luogo di cultura esaltato dal suo assessorato, nella figura di Stefania Monteverde che ha ripercorso la storia dell’arena, dall’iniziativa dei Cento Consorti alla sua inaugurazione con lo scoccare dei quindici colpi di cannone e quindi alla prima realizzazione, l’Aida, che nel 1921 portò settantamila spettatori. «Oggi, chi entra in questo nuovo percorso museale, si immerge in 201 anni di storia – ha detto Monteverde –. Lo Sferisterio diventa a tutti gli effetti uno ‘spazio democratico’, uno spazio collettivo, che vanterà un apertura di 365 giorni e un’illuminazione dedicata».
Il sindaco Romano Carancini consegna una targa a Paola Promisqui (Foto di Andrea Petinari)
Una memoria intima di Piero è quella pronunciata dalla moglie, Paola Promisqui: «Pensando a lui e proprio al suo carattere, immagino che avrebbe rinunciato a questa intitolazione, esclamando “E il gusto dov’è?”. Con autorevolezza, ci allieterà della sua presenza da dietro le quinte, come sempre, ma ci sarà». Alla moglie di Cesanelli è stato poi consegnato un omaggio, quale legame alla città di Macerata. In ogni intervento c’è stato un ricordo a Piero Cesanelli, soprattutto con le parole del direttore artistico del festival, Ezio Nannipieri: «Sono rimasto profondamente colpito dall’organizzazione della cerimonia e dall’elenco di cose realizzate dall’amministrazione che mi portano a definire Macerata una ‘città poco italiana’, dove le cose si pensano, si discutono e si realizzano. Credo che Piero avrebbe gradito molto questa “collocazione”, in qualche modo, questa, è casa sua». Sulle annotazioni tecniche è intervenuto il direttore area Marche Società Cooperativa di Sistema Museo, Silvano Straccini, che assieme all’architetto Bruno Mariotti hanno realizzato il progetto: «Perché l’apertura tutto l’anno? A risposta, in primis volevamo evidenziare il legame indissolubile tra la comunità e lo Sferisterio, che ha visto nascere. Lo Sferisterio, inteso poi, come unicum in tutti i suoi aspetti. E ancora, una completa rivisitazione organizzativa della struttura al fine di renderlo sempre più accogliente ai turisti».
Il sindaco Romano Carancini con Paola Promisqui (Foto di Andrea Petinari)
Al centro Narciso Ricotta
L’ex rettore di Unicam, Flavio Corradini (a sinistra) con Ezio Nannipieri
L’assessore Stefania Monteverde con il sindaco di Recanati, Antonio Bravi
L’assessore del comune di Recanati, Francesco Fiordomo
L’assessore regionale Angelo Sciapichetti
Foto di Andrea Petinari
Bello come i rappresentanti delle istituzioni ci mostrano il corretto utilizzo della mascherina...
Manolo Pic infatti
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Solo 2 brevissime osservazioni.
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Molte foto di persone piuttosto vicine, senza mascherine.
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“…Palco di élite su scala internazionale…” significa non sapere assolutamente di cosa si stia parlando
La foto più bella, per me, ovviamente,è quella di quell’uomo che è posto davanti alla Romcaffè. L’amico Enzo Gironella , un gran lavoratore, un professionista, dagli antichi “amici” chiamato ” Enzo acqua minerale, passando poi ad altri prodotti. Iniziò così, fin da bimbo, la sua carriera, il suo lavoro, fino al caffè e sommelier. Guido
p.s. Saluto e abbraccio anche la mia collega Paola Promisqui.
Per il signor Cerasi. Per palco internazionale forse si vuole intendere Macerata Comune e la sua provincia.
L’età dell’oro della Stagione Lirica maceratese è finita da un pezzo.
Una volta giocavamo in Champion’s League, con tanto di articoli sulle maggiori testate specialistiche a livello internazionale, oggi parliamo di teorica (moooolto teorica) “Grandeur” ma in realtà giochiamo in serie cadetta, tra l’altro che finiamo sempre a centro classifica senza alcuna possibilità di passare in serie A.
Però sono almeno 10 anni, se non di più, che ogni anno ci dicono che il prossimo campionato verranno a giocare da noi Maradona, Messi, Ronaldo, Van Basten, Zoff, Rivera, Mazzola e Baresi e poi, gli undici che scendono in campo, sono sconosciuti…
Stanno trasformando Macerata in un museo, mai una iniziativa a favore dei maceratesi. Manchiamo di posti di ritrovo che una volta veniva svolto dai circoli enal, acli ecc.