Unimc, un protocollo per ripartire
«Chiediamo alla città
di sostenere il suo ateneo»

MACERATA - L'università sta studiando le mosse in vista di settembre, giovedì primo incontro con studenti, Erdis e associazioni di affittuari in vista della stipula di un documento condiviso. Il direttore generale Giustozzi: «La nostra è una comunità in presenza e vogliamo tornare ad esserlo il prima possibile. Per questo ci siamo fatti parte attiva con il Comune per discutere un piano di interventi sinergico ed unitario»

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Da sinistra: il direttore generale Mauro Giustozzi e il rettore Francesco Adornato

 

di Luca Patrassi

Presenza, online: la partita del coronavirus si gioca anche sul campo della formazione universitaria con ripercussioni pesanti sulla didattica e sull’economia del territorio. Unimc ha messo in campo da mesi tutto il possibile in tema di didattica a distanza, di smart working e di rispetto delle regole di sicurezza. Uscita dal lockdown e dal ricorso forzato alle piattaforme, l’ateneo è entrato con prudenza nella Fase 2 e programma la ripartenza di settembre. Il rettore Francesco Adornato ha sempre sottolineato la volontà di tornare ad essere una comunità in presenza e non a distanza ed ha anche chiesto ripetutamente di affrontare la questione del progetto di città con tutti gli attori.

Mauro Giustozzi, direttore generale di Unimc, illustri la situazione e le prossime mosse.

«Il nostro è un Ateneo in presenza e vogliamo tornare ad esserlo il prima possibile – ribadisce – Certo rimarrà una parte di didattica online, ma stiamo studiando tutti gli accorgimenti possibili per tornare alla situazione tradizionale. Per questo ci siamo fatti parte attiva con il Comune e con le varie associazioni, per discutere un piano di interventi sinergico ed unitario che tenga conto delle varie questioni legate agli alloggi, ai trasporti, ai contratti di affitto» .

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La giornata di orientamento prima dell’emergenza Covid

Ad oggi come vi state muovendo?

«L’approccio alla fase 2 è molto prudente da parte nostra, del resto le disposizioni governative non prevedono il ritorno all’erogazione dei servizi fondamentali in presenza che sono lezioni, esami e lauree. Abbiamo riaperto tutte le biblioteche per i prestiti librari, il Casb anche per la consultazione su prenotazione per i laureandi, per i dottorandi, per i prof e per i ricercatori. Abbiamo dato ai docenti la possibilità di rientrare nei loro studi, dei 280 dipendenti 230 sono in smart working mentre gli altri assicurano i servizi “essenziali e indifferibili” in presenza. Da oggi lo faranno per tre giorni alla settimana, dal martedì al giovedì» .

Per il futuro?

«Andremo avanti con l’online fino a luglio. A settembre affronteremo la fase 3: non ci sono ancora decisioni ufficiali da parte del ministero e degli atenei perché il quadro epidemiologico non lo consente. Se le regole del distanziamento non cambieranno, gli attuali 5.000 posti-banco di cui Unimc è dotata si ridurrebbero a 1800, numeri che ci stanno facendo pensare all’ottimizzazione degli spazi disponibili e al reperimento di nuovi per le lezioni in presenza, perché nelle corde di Unimc c’è lo studente che incontra il prof, che ha la possibilità di vivere in una comunità su misura, un campus cittadino. Stiamo facendo un piano di interventi che prevede appunto il reperimento di nuovi spazi, la sistemazione degli impianti di areazione delle varie sedi, investimenti ulteriori sulla piattaforma online, maggiori spese per i tutoraggi, le misure di sicurezza per i dipendenti: il tutto con una previsione di spesa importante. Ci organizziamo, pur nella speranza che a settembre il quadro sanitario e normativo porti a rivedere le misure del distanziamento sociale, nella speranza appunto che la riduzione dei posti non sia così pesante come si ipotizza ora».

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Mauro Giustozzi

Prossimo appuntamento?

«Giovedì ci sarà il primo incontro per arrivare alla stipula di un protocollo proposto dal rettore Adornato. Il Comune ha risposto prontamente all’invito convocando un tavolo che vedrà presenti oltre a noi anche i rappresentanti degli studenti, l’Erdis e le associazioni che si occupano degli affitti. L’augurio è che si possa arrivare a un piano condiviso, interessante per i vari attori, dagli Enti pubblici ai privati proprietari delle case. Prima il terremoto ed ora il covid hanno ribadito la rilevanza di Unimc nel territorio, in queste occasioni la città ha definitivamente compreso quanto sia importante Unimc per Macerata. Ma è vero anche il reciproco e quindi noi chiediamo alla città di sostenere la sua università». Sul fronte pubblico i rappresentanti degli studenti hanno chiesto alla Regione un adeguamento dei fondi destinati al diritto allo studio.



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