Macerata, il centro è un deserto
Gli universitari hanno fatto le valigie:
«Si respira ansia»

EMERGENZA - Questa mattina quasi nessuno in giro. Valerio, Maria e Alessia, studenti fabrianesi, che sono rimasti in città: «Sfruttiamo questi giorni per prepararci agli esami. L'unico dato negativo è che c'è un allarmismo diffuso». In piazza della Libertà quattro donne argentine: «Le lezioni sono state sospese, facciamo le turiste»

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Piazza della Libertà a Macerata questa mattina

 

di Elisabetta Pugliese (foto di Fabio Falcioni)

Tre studenti del Fabrianese e un gruppetto di donne argentine in visita a Macerata. A parte questo, stamattina il centro storico cittadino si è mostrato desolatamente vuoto rispetto ad un qualunque altro giovedì. C’è da dire che le opinioni della cittadinanza in merito al Coronavirus si dividono: c’è chi è molto spaventato e chi, invece, la prende con filosofia e resta calmo. In seguito all’ordinanza firmata dal governatore Luca Ceriscioli, che tra le altre cose sancisce la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, compresa l’università, i giovani  non popolano più biblioteche e sedi dell’ateneo maceratese: molti fuori sede sono tornati nelle loro città, altri hanno scelto di restare a Macerata, come Valerio, Maria e Alessia: «Noi siamo originari della zona di Fabriano, abbiamo casa qui e non siamo rientrati, ma non per paura del contagio. L’università è chiusa, è vero – hanno commentato – ma alla fine non è successo nulla, rimaniamo in casa senza problemi. Se torniamo dalle nostre famiglie, non riusciamo a rendere molto nello studio, quindi approfittiamo della sospensione delle lezioni per prepararci agli esami. L’unico lato negativo è un po’ il clima di allarmismo diffuso: si respira ansia, molti compagni sono tornati a casa». I tre studenti, tuttavia, ammettono che dal loro punto di vista la questione è fin troppo esagerata: «C’è da dire che ormai si parla sempre e solo del Coronavirus – hanno precisato – vorremmo anche affrontare altri argomenti oltre a questo, senza doverci pensare costantemente». 

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Le studentesse-turiste argentine, Jessica Junyent, Ileana Rios, Maria Martinez e Graziela Terrone

C’è anche chi viene da più lontano, come Jessica Junyent, Ileana Rios, Maria Martinez e Graziela Terrone, quattro donne argentine che in questo periodo si trovano in una scuola privata di Recanati per imparare la lingua italiana. «Le lezioni sono state sospese, quindi oggi approfittiamo per fare le turiste e visitare Macerata. A Recanati siamo nel centro storico, in cui in realtà non ci sono molte persone, ma il clima è molto tranquillo – hanno raccontato – Il territorio è abbastanza ridotto, quindi le persone non si allarmano più di tanto. Siamo state anche a Roma, personalmente crediamo che lì la situazione possa essere ben peggiore rispetto a questa zona d’Italia. Noi siamo tranquille – hanno concluso – da quanto abbiamo potuto vedere, qui il clima è più da “niente panico”».

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