Le gabbionate sulla strada per Macchie
di Federica Nardi
Poco meno di tre chilometri di strada comunale, 3,5 milioni di lavori. Ma gli operai, ancora una volta, non sono stati pagati. Succede a Castelsantangelo, nella strada che collega il borgo alla frazione di Macchie dove è in corso il cantiere Anas per sistemare i danni del terremoto. Già finita nel mirino della Fillea Cgil sempre per lo stesso motivo: mancati pagamenti. A maggio alcuni operai della ditta Siar, subappalto di Anas tramite il consorzio Vitruvio, si erano rivolti anche a Cronache Maceratesi sempre per lo stesso problema. I pagamenti allora erano arrivati nell’immediato con tanto di lettera di scuse del consorzio. Ma finito il polverone, la storia si ripete.
Massimo De Luca
«La Siar non paga gli stipendi da giugno, né gli accantonamenti alla Cassa Edile da maggio compreso – spiega Massimo De Luca, segretario della Fillea -. Stiamo predisponendo di nuovo una richiesta di responsabilità solidale verso Anas la quale fino a oggi, dopo l’ennesima richiesta di incontro, non ha mai ritenuto opportuno incontrarci né chiederci come si era risolta la situazione di maggio. Ricordiamo che Anas è un soggetto pubblico che lavora con soldi pubblici e avrebbe l’obbligo, se sollecitato, di rispondere. Visto anche il protocollo degli anni passati stipulato tra Anas e parti sociali». E oltre al danno, c’è anche la beffa: «Oggi si registra tutto quello che dicevamo tempo fa. Alcuni operai che hanno avuto il coraggio di parlare sono stati prima ricontrattualizzati e poi, a scadenza, mandati via. Sono giorni che agli operai viene promesso, ogni giorno, il pagamento di quanto dovuto. E ad alcuni di loro è stato chiesto per l’ennesima volta l’Iban, giusto per prendere altro tempo».
La preoccupazione va anche al di là della questione stipendi: «Da un controllo in cassa edile risulta che le maestranze impiegate hanno per la maggior parte livelli da manovale. Come si può mettere in opera quel progetto con la stragrande maggioranza di manovali? Le opere sono fatte a regola d’arte? – domanda De Luca -. Gli operai a cui non è stato rinnovato il contratto si occupavano della realizzazione dei gabbioni. Oltre alla vertenza sindacale che nasce perché è inaccettabile non essere pagati dopo aver lavorato, dalla verifica dei livelli delle maestranze abbiamo grossi dubbi sulla lavorazione. Sarebbe opportuno che qualcuno facesse le dovute verifiche». Le lavorazioni in questione sono appunto le gabbionate apparse ai lati della strada sia a valle che a monte. Parallelepipedi di ferro pieni di pietre, tracce di terra e sfilze di selci tagliate dagli alberi di un campo poco distante. I lavori di questa strada erano finiti anche sotto l’occhio del geologo Emanuele Tondi, che insieme ad altri 130 scienziati, rilevando i danni del sisma nella zona, aveva sollevato dubbi sulla reale portata del danno e quindi dei lavori milionari. Dubbi contro cui però l’Anas ha ampiamente replicato, sostenendo che lo studio svolto per l’intervento era di natura diversa e più approfondita di quello a cui aveva partecipato Tondi. Sui lavori Anas relativi alle strade della zona è stata aperta anche un’indagine dalla Corte dei Conti.
Alcune delle piante tagliate
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De Luca controllateli tutti uscite nei cantieri con gli ispettori del lavoro tutti i giorni,quando i cantieri erano di piccole imprese italiane con veri muratori carpentieri e manovali italiani alla fine hanno dovuto chiudere eravate sempre lì a istruire le truppe sui diritti e no i doveri ora chiacchiere chiacchiere e omertà.!!!!!
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Il paradosso del “ladro di una mela “rimane ancora e forse lo sarà per sempre irrisolvibile.
purtroppo la manovalanza impiegata di solito in questo genere di lavoro, senza offesa per nessuno, non da troppa importanza a quelli che sono i propri diritti, o meglio, non è proprio nelle condizioni di pretendere niente neanche quello che sarebbe legittimo mentre le imprese hanno la possibilita di fare tutto cio che vogliono, anche quello che legittimo non è ..