Lavori in corso da Gualdo a Spina di Gualdo
di Federica Nardi
«L’andamento dei lavori è inaccettabile. Basta. È un danno incredibile al territorio, una mortificazione dei cittadini ed è inaccettabile anche sotto il profilo etico e morale». Antonio Pettinari, presidente della Provincia, tuona contro il mega ritardo che si sta accumulando su uno dei cantieri più importanti e costosi del dopo terremoto: quello sulla strada che collega le Marche all’Umbria passando da Castelsantangelo a Castelluccio. La strada Pian Perduto.
La strada nel 2016, dopo le scosse
Sei i lotti affidati da Anas ormai due anni fa. A essere al momento bloccato è quello più rilevante, che riguarda il tratto che va dall’albergo La Fiorita (inagibile dopo il sisma) e prosegue verso la Madonna della Cona. Il danno della strada, mezza franata dopo le scosse del 2016, è diventato uno dei simboli del terremoto del Centro Italia.
In questo specifico tratto sono in programma circa 700 micropali. Una variante approvata dopo un tira e molla con la Regione, che ha voluto ridimensionare molti dei progetti stradali di Anas. La Pian Perduto, ad esempio, nel complesso è passata da un investimento di 45 milioni a 16,2 milioni di euro. La ditta che installa i pali ha cominciato da poco, ma dopo un centinaio di pali il macchinario che li installa si è rotto e per il momento quindi non si avanza. Tra l’altro, racconta un operaio che lavora lì ma preferisce rimanere anonimo perché teme ripercussioni, «se va bene ne istallano tre al giorno» e azzarda anche che «si poteva fare diversamente. Primo: mi devi spiegare che metti a fare dei micropali sulla roccia. Avrebbe avuto senso fare una paratia con micropali a valle e allargare un po’ la strada a monte».
L’inizio del tratto di cantiere che parte da La Fiorita e prosegue verso la Madonna della Cona
L’Anas nelle ultime settimane è stata più volte presente in cantiere per pressare la ditta, che avrebbe dovuto già da tempo comprare il macchinario (invece sembra lo abbia affittato) e che comunque almeno fino a ieri era assente in cantiere. Già è stato inviato un sollecito e ora ne arriverà un altro. Il rischio concreto è che si arrivi a rescindere il contratto, con tutte le conseguenze del caso: ricorsi, nuova gara. Tradotto: ancora più ritardo. Che rischia anche di interferire con i lavori del braccio stradale che porta agli impianti sciistici di Monte Prata (illesi ma al momento inaccessibili), e che Anas vorrebbe rendere fruibili per il prossimo inverno. Anas non è stata sollecitata solo da Pettinari ma anche dalle proteste della popolazione locale, che da sempre ha vissuto anche di quel turismo che si affacciava alla fioritura di Castelluccio di Norcia godendosi prima le specialità del posto, da Visso in su. Un turismo che adesso non passa e un cantiere che, con tutte le lungaggini del caso, ha trasformato zone di passaggio in zone di frontiera, dove transitano solo pochi residenti delle soluzioni abitative d’emergenza (le ultime sono nella frazione di Gualdo), gli operai, qualche allevatore. Le Marche, su questo versante, si interrompono sui cancelli rossi del cantiere della Pian Perduto.
I container dove dormono gli operai vicino alla Fiorita inagibile
Chi lavora sulla strada racconta anche che «in cantiere in quel tratto ci sono cinque, massimo sei operai». Poche maestranze insomma che oltre a vivere in condizioni difficili (dormono nei container che circondano i resti della Fiorita e con i primi servizi a 14 chilometri di distanza), non hanno nemmeno lo strumento che serve per finire il lavoro. Il lavoratore sottolinea anche che «ci comincia a essere troppa pressione, troppo movimento, troppa gente che si lamenta. Se continua così rischia che queste zone si svuotano completamente».
Massimo De Luca, della Fillea Cgil, spiega che «sono due anni che come Fillea Cgil Macerata e anche a livello nazionale tentiamo di incontrarci con Anas per lavorare in modo concreto e serio rispetto ai cantieri aperti del cratere sismico. In particolare tentammo quando fu aperto il cantiere della strada Valnerina e abbiamo tentato anche per quello della Pian Perduto. A oggi non abbiamo mai avuto riscontro da parte di Anas. Abbiamo riscontrato irregolarità nelle buste paga, negli orari di lavoro, nella sistemazione dei lavoratori stessi (basti pensare alle maestranze dell’ultimo lotto verso Castelluccio). Dopo l’ultimo caso, cioè la vertenza Siar prontamente risolta, pare che il compartimento Marche sia disposto a trovare il tempo per incontrare il sindacato. Nel cratere le stazioni appaltanti qualche accordo preventivo lo hanno fatto. Con Anas nulla. Ricordiamo anche che nel 2015 Anas sottoscrisse a livello nazionale un protocollo per i propri cantieri in cui si dà molta importanza sia al tavolo nazionale che ai tavoli territoriali. Perché proprio questi ultimi permettono di controllare e tentare di conciliare sia i tempi di realizzazione che la sicurezza e i diritti dei lavoratori. Tutto questo purtroppo nei cantieri del sisma non è avvenuto. E guarda caso, nella Pian Perduto, siamo in un ritardo ormai preoccupante. Quello che ci raccontano i pochi lavoratori impiegati è che non basta un altro anno se tutto va bene. Anzi, parlano già di circa un anno e mezzo».
Lo striscione alla protesta a Roma
La prima protesta per i ritardi fu dell’associazione “Un aiuto concreto per Castelsantangelo sul Nera” e risale addirittura al 5 maggio 2017. Il 31 gennaio 2018 Anas, in un comunicato ufficiale, aggiornava la situazione spiegando che si prevedeva di affidare i lavori «entro febbraio» e che sarebbero stati completati «in dodici mesi» prevedendo una fase intermedia per far passare le auto in fasce orarie e con limitazioni. Ma febbraio del 2019, i famosi dodici mesi, sono passati ormai da un pezzo. Gli altri lotti, meteo e slittamenti per neve permettendo, vanno comunque avanti spediti. Quello del tratto precedente, ad esempio, potrebbe addirittura consegnare i lavori in anticipo sul cronoprogramma aggiornato, che indica la fine a luglio. Il tratto fino alla Madonna della Cona doveva finire a ottobre di quest’anno ma di questo passo rischia di slittare di quasi un altro anno (senza contare gli stop invernali per il maltempo). Anche i castellucciani durante la manifestazione dei terremotati di sabato scorso a Roma, hanno ricordato con uno striscione in rima dialettale (in pieno stile locale, dato che le rime sui muri del borgo erano famose quasi quanto la fioritura) che “senza strada da le Marche Castelluccio no reparte“.
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La burocrazia li affoga! Manca la volontà....!!!!
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Vergogna! Solo questo mi viene da dire