«Fondi europei per il sisma
usati come bancomat»
Sotto accusa la Giunta Ceriscioli

IL CASO - Patrizia Terzoni, deputata del Movimento 5 stelle, dopo l'inchiesta di Cronache Maceratesi, chiede a palazzo Raffaello di «modificare tutte le delibere con cui usa in maniera del tutto o parzialmente scorretta i finanziamenti comunitari destinati alle aree del terremoto». L'assessore Angelo Sciapichetti apprezza l'iniziativa di alcuni Comuni che hanno chiesto esplicitamente l'investimento sulle ciclabili con i soldi Ue

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Luca Ceriscioli e Anna Casini, presidente e vice della giunta regionale

 

di Federica Nardi

«Quanto emerso è solo una parte dell’uso spregiudicato a forma di “bancomat” dei fondi destinati dall’Europa al cratere sismico da parte della Giunta Ceriscioli. Infatti se almeno per le ciclovie almeno formalmente i fondi andavano per un intervento in comuni del cratere, sul turismo la giunta regionale ha letteralmente dirottato i fondi destinati a risollevare il turismo nelle aree colpite dal terremoto a tutt’altro scopo, per finanziare i programmi generali di promozione turistica di tutta la regione e addirittura eventi da centinaia di migliaia di euro in aree al di fuori del cratere». I fondi europei aggiuntivi per il terremoto e come la Regione li sta spendendo finiscono nel mirino del Movimento 5 stelle. A intervenire è la parlamentare Patrizia Terzoni, dopo l’inchiesta di Cronache Maceratesi sui fondi europei per il sisma confluiti nel cosiddetto Asse 8 del Piano operativo regionale (leggi l’articolo).

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Angelo Sciapichetti

Dalla Regione nessuna replica alle inchieste. L’assessore regionale Angelo Sciapichetti si limita ad apprezzare «molto l’iniziativa dei quattordici sindaci del cratere che hanno sottoscritto il documento per la mobilità dolce come fattore per creare le condizioni di sviluppo post sisma dei territori per supportare iniziative che vivono di turismo e rilanciare l’economia». I Comuni che hanno chiesto di investire sulle ciclabili sono Castelraimondo, Cerreto d”Esi, Corridonia, Esanatoglia, Fabriano, Macerata, Matelica, Mogliano, Petriolo, Pollenza, San Severino, Sarnano, Tolentino e Urbisaglia. Quasi tutti quelli già coinvolti nel progetto delle ciclabili (mancano alla firma solo Camerino e Treia). «Un’opportunità specifica alle aree colpite dagli eventi sismici –  dicono i Comuni -, sfruttando anche la leva del turismo sostenibile per rilanciare le nostre splendide aree interne. Oltre a premere l’acceleratore sulla ricostruzione si devono portare avanti tutte le possibili misure di crescita e di sviluppo per chi sul territorio quotidianamente vive, investe con le proprie attività, in un concetto di sviluppo economico che valorizzi e preservi le ricchezze del territorio».

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Patrizia Terzoni, deputata dei 5 Stelle

In seguito alla prima segnalazione dei comitati dei terremotati che lamentavano l’uso di 10 milioni di euro per un progetto di piste ciclabili già presentato prima del terremoto, Cronache Maceratesi ha raccontato la destinazione di un’altra parte dei fondi: quelli per gli edifici pubblici (circa 26 milioni di euro finiscono tra Ancona e Urbino) e poi quella per la promozione turistica (leggi l’articolo). Altri 7,7 milioni di euro di cui, al momento, ne è già stato speso oltre un milione per eventi che non hanno niente a che vedere con i paesi più colpiti dal terremoto. A questi si aggiungono anche i 2,5 milioni di euro per la Via Lauretana, un progetto che aveva già finanziamenti propri e che ha attinto anche a quelli per il terremoto destinati allo sviluppo e alla messa in sicurezza delle aree colpite. Terzoni chiede due cose alla giunta regionale: «Modificare tutte le delibere con cui usa in maniera del tutto o parzialmente scorretta i fondi comunitari destinati alle aree del sisma, attivando iniziative esclusive per le aree del sisma senza destinarli su altri territori e, in generale, sostenendo interventi privilegiando le zone più colpite» e «riprogrammare le risorse esistenti e future, assicurando una vera partecipazione, trasparente, aperta e dal basso per dare a tutti pari opportunità di accesso ai fondi comunitari già disponibili o che devono arrivare». Terzoni approfondisce poi l’uso dei fondi e l’iter che ha portato all’approvazione dei progetti. «Credo si sia fatta molta confusione, utilizzando anche slogan di facile presa che però rischiano di distogliere l’attenzione da quelle che sono due necessità assolute per l’area del cratere: non distogliere i fondi europei destinati specificatamente alle aree colpite dal sisma usandole in maniera strumentale per poter spendere altrove i denari e affiancare all’opera di ricostruzione di abitazioni, infrastrutture e opifici interventi di promozione dell’economia, turismo compreso, di nuova infrastrutturazione e di servizi per il territorio e le persone».

ciclovia-bicicletta-ciclabileLe Marche, spiega Terzoni, come le altre Regioni, avevano già canali di finanziamento europei pre sisma per progetti di sviluppo, come poteva essere quello delle ciclabili. Nel dettaglio «un programma di spesa a valere sul Por Fesr, per un ammontare di 337 milioni di euro su 7 assi (in realtà il settimo è l’assistenza tecnica). A seguito del sisma, sono stati assegnati altri 248 milioni di euro, che sono confluiti su un asse creato ad hoc nel Programma, il numero 8, le cui risorse, appunto, devono essere impiegate per azioni per favorire lo sviluppo del cratere». Sull’iter che ha portato alla scelta dei progetti, Terzoni spiega che «era possibile esprimere osservazioni» ma non sono arrivate per cui l’iter è proseguito fino all’approvazione del 28 dicembre 2017.  «È vero anche che bisogna abituarsi a partecipare e reclamare se vi sono indicazioni che non convincono – prosegue Terzoni -. Però è assolutamente inaccettabile e del tutto scorretto usare questi fondi a mo’ di bancomat usandoli per iniziative che, quando va bene, hanno una ricaduta indiretta e assolutamente parziale sulle aree colpite dal sisma».

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La firma del protocollo per il Patto per la ricostruzione e lo sviluppo, lo scorso agosto

Terzoni esprime dubbi anche sull’iter per il Patto per la ricostruzione, concertato da Regione, Istao insieme a diversi attori sociali, economici e culturali. «Hanno partecipato associazioni di comuni e province, quelle datoriali, le Università, il parco dei Sibillini e la Regione ecclesiastica. Il Patto risulta essere stato siglato a dicembre 2018. Sono state anche fatte interviste ai sindaci. Da questo tavolo sono emerse 135 proposte progettuali, poi ridotte a 130, per un valore complessivo di 1,7 miliardi. Moltissime proposte riguardano i servizi alle persone, dagli oratori all’accesso ai servizi. Altre riguardano le infrastrutture e il miglioramento ambientale oppure progetti di sviluppo industriale e agricolo (filiere della canapa, dell’olio e del legno, ad esempio) oppure il turismo e l’energia (con impianti eolici e fotovoltaici). L’iniziativa da un lato è sicuramente utile per iniziare a parlare con i portatori d’interesse di progetti veri e propri», dice Terzoni, che però rimarca la pecca di «aver escluso le realtà di base, i comitati, le associazioni di tutela ambientale, la miriade di soggetti che vogliono essere protagonisti della ricostruzione. Anche il fatto che le proposte potessero venire solo da questi portatori d’interesse a mio avviso è un grosso limite con il rischio ulteriore che si creino o si rafforzino grumi di potere che non aiutano una serena discussione sulle reali necessità e le migliori strategie da implementare. Ovviamente la gran parte degli attori è sicuramente titolato ma non è esaustivo e non esaurisce la ricchezza che si può trovare nelle realtà sociali marchigiane. Sarebbe stato più utile, ad esempio, agire con “call” e con sistemi di selezione e meccanismi di controllo a feedback dal basso con un’ampia partecipazione e percorsi partecipativi aperti alle realtà auto-organizzate, a partire dai comitati di cittadini».



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