di Giancarlo Liuti
Ultimamente Genova è stata ferita da un brutto destino con crolli e danni gravi, ma accanto alla nostra solidarietà, che le esprimiamo di cuore, continua la nostra gratitudine per ciò che questa città ha significato negli anni a sostegno della canzone italiana grazie ad autorevoli parolieri e cantautori come Paolo Conte (“Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima d’andare a Genova”), Fabrizio De Andrè nella canzone “Città vecchia”, ossia Genova, e Ivano Fossati nella canzone “Chi guarda Genova”. Ovviamente non mi rivolgo ai giovani di oggi e ancor meno ai loro nonni, ma semmai ai loro padri, che di quell’epoca – anni 70/80 – sono stati, nel bene e nel male, i diretti testimoni.
E Macerata che c’entra? Caspita, se c’entra! Grazie a Jimmy Fontana – Enrico Sbriccoli, un caro amico purtroppo scomparso – che per anni è stato, in Italia, l’interprete di canzoni – “Il Mondo”, la più famosa – anche composte da lui e grazie, su altri livelli, allo scenografo Dante Ferretti – tre Premi Oscar – che da noi curò spettacoli allo Sferisterio e al Lauro Rossi con dentro anche brani di musica leggera (continuo a chiamarla “leggera” ma insisto nel distinguerla da quella cosiddetta “leggera” di oggi, che talvolta, col fracasso delle note e delle voci, è invece molto “pesante”). Sta comunque di fatto che la vera canzone ha avuto un’epoca felice ma adesso sta perdendo terreno. Peccato! E mi piace ricordare, sempre per il Maceratese, il bel programma di Gianpietro Pettinari “Canzoni e colori” che durò a lungo su Radio Nuova. Del resto, fino a non molto tempo fa, camminavamo per strada canticchiando o fischiettando canzoni. Adesso non più. Non sarà che ci sono cose più serie e più gravi alle quali badare, in silenzio e con l’animo intristito dalle preoccupazioni? Può darsi. Ma mi sembra – sbaglio? – che la vita di ieri sia stata assai più generosa nel darci l’amicizia di quello spiritello chiamato “simpatia”.
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Giancarlo non so se comprendi in quale periodo siamo a meno che non ti sei perso negli anni settanta, mi dici perché un compositore debba parlare d’amore
di poesia e di futuro quando tutt’attorno il futuro sta’ tutto sotto i piedi! hai mai parlato con un neo laureato che nel mondo del lavoro guadagna quanto uno che raccoglie pomodori! in che cosa bisogna essere allegri!
E Bruno Lauzi (Asmara 8/8/1937 – Peschiera Borromeo 24/10/2006)?:
https://www.youtube.com/watch?v=TQhLWaXJSB8
Le risate der Papa
Er Papa ride? Male, amico! È sseggno
c’a mmomenti er zu’ popolo ha da piaggne.
Le risatine de sto bbon padreggno
pe nnoi fijjastri sò ssempre compaggne.
Ste facciacce che pporteno er trireggno
s’assomijjeno tutte a le castaggne:
bbelle de fora, eppoi, pe ddi.o de leggno,
muffe de drento e ppiene de magaggne.
Er Papa ghiggna? Sce sò gguai per aria:
tanto ppiú cch’er zu’ ride de sti tempi
nun me pare una cosa nescessaria.
Fijji mii cari, state bbene attenti.
Sovrani in alegria sò bbrutti esempi.
Chi rride cosa fa? Mmostra li denti.
17 novembre 1834
Boh! Non ho proprio capito che ci vuol comunicare ,o dettare, come il buonumore ” in un mondo che, prigioniero è” come cantava la buonanima di Lucio Battisti: ma dove vive , in quale realtà vive, Giancarlo Liuti? solo in quella delle sue pagine qui nel week end?