di Gianluca Ginella
«A Genova? Penso si siano girati dall’altra parte. Spesso non si vogliono avere rogne con i cittadini, a me hanno minacciato cause e di farmi pagare rimborsi e risarcimenti quando ho deciso di chiudere il ponte di Castreccioni. C’erano difetti di costruzione ma qualcuno ha cercato di mascherare i difetti con dell’intonaco. Se io all’inizio non fossi andato a controllare perché c’erano delle crepe, non so se sarebbe successo anche qui quello che è accaduto a Genova». A dirlo è il sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, che per anni ha portato avanti la sua battaglia per arrivare alla sistemazione del viadotto che va a Moscosi.
«Appena sono diventato sindaco, apprendo di questo difetto perché il direttore dei lavori mi scrive una lettera, dicendo che si erano manifestate queste crepe. Mi comincio a preoccupare, vado a fare una verifica sul posto, ma nessuno mi diceva quale fosse il difetto – racconta Saltamartini –. Allora incarichiamo l’Università di Ancona, che fa dei carotaggi. Ma ancora non si capisce quale sia il difetto. Quindi sono disperato, perché molte delle crepe erano sott’acqua e anche i costi per accertare i difetti erano molto alti. Con degli amici iniziamo, grazie a dei sub e a dei volontari, ad indagare sotto l’acqua. E iniziamo a vedere che le crepe esistevano già da tempo e in particolare erano state occultate con un intonaco sopra le crepe che poi si era spaccato». Saltamartini contatta enti, scrive ma nessuno si vuole occupare del ponte «Mi dicevano: “E’ comunale, provvedi tu”. Significava che il Comune doveva prendersi cura di 4 viadotti come quello di Genova. Il Comune non poteva avere né struttura tecnica né risorse per intervenire su questi 4 ponti. Poi nel 2012 chiedo alla Protezione civile se era possibile avere una consulenza su questo viadotto.
La mia esperienza professionale mi aveva portato a conoscere Franco Gabrielli, e questo ha fatto sì che mandasse a Cingoli uno dei massimi esperti in fatto di ponti. Che è venuto gratuitamente. Dopo 6 mesi di indagini viene fatto un rapporto in cui ci viene detto di chiudere il ponte per dei difetti strutturali. Con questo rapporto comincio a battere tutte le strade, da protezione civile, a Regione, Governo ma nessuno mi dà retta». Gli anni passano, poi il 24 agosto del 2016 c’è il terremoto. «Mi precipito a vedere se il ponte era ancora in piedi – racconta Saltamartini –. Il giorno seguente partecipo a una riunione a Castelsantangelo con tutti gli altri sindaci. Faccio parlare tutti i sindaci e poi intervengo io e chiedo di venire a verificare il viadotto di Moscosi. Spuri (all’epoca capo della protezione civile regionale, ndr) mi risponde che il ponte è del Comune, “provvedi tu”.
Uno dei dispersori sismici sui quali il ponte si appoggia ai piloni. La loro errata installazione ai tempi della costruzione del viadotto aveva causato una particolare distribuzione dei pesi che ha lesionato tre piloni
A quel punto ho cominciato a scatenare social e contattato gli organi di informazione e alla fine fanno venire dei tecnici, insieme ad altri nominati da noi, per verificare la stabilità del ponte e fanno una fotografia molto precisa. Il ponte, già in pericolo le 2012, si è aggravato nel 2016. Seguono una serie di riunioni, ma ancora niente, addirittura mi minacciano di denunciarmi per procurato allarme. Arriva la scossa del 26 ottobre e lì naturalmente adotto provvedimento di chiusura. Intervengono i tecnici della Protezione civile nazionale, accertiamo che i piloni danneggiati erano 4». Il problema al ponte di Castreccioni «era in sede di costruzione. C’erano 12 travi che erano state montate al rovescio e scaricavano tutto il peso sul pilone numero 12 che poteva collassare in qualsiasi momento. Un errore fatto perché chi doveva vigilare non l’ha fatto. La cosa grave è che qualcuno, prima che la diga venisse riempita con l’acqua, aveva fatto un intonaco per mascherare i difetti» dice Saltamartini.
La chiusura del ponte aveva provocato «Reazioni violente anche da parte di miei concittadini, qualcuno ha buttato in acqua i blocchi posti sul ponte, per cercare di passare lo stesso». Alla fine i lavori sono partiti «Li abbiamo seguiti io e l’ingegnere comunale ogni giorno. L’opera è stata completata nei tempi stabiliti (il taglio del nastro è dello scorso 29 giugno, ndr) con un risparmio del 10 percento» dice il primo cittadino. Saltamartini dice che si è trattato di «buonsenso. Ma rilevo che sono stato molto solo, senza aiuti da nessuno. Addirittura c’erano avvocati che volevano farmi causa. Uno mi ha minacciato di portarmi via tutti i beni per risarcimento. Spesso le autorità politiche si girano dall’altra parte perché non vogliono avere rogne con i cittadini. Ci sono persone che oggi non mi parlano più. Ma bisogna fare ciò che è interesse della comunità. Non ci dobbiamo girare dall’altra parte e i cittadini devono pretendere che ci siano controlli e assunzioni di responsabilità». E il crollo del ponte dell’A10 a Genova, dove ieri hanno perso la vita 39 persone? «Si sono girati dall’altra parte. C’erano infiltrazioni alla base di questo ponte, probabilmente l’acqua ha eroso l’armatura interna del cemento armato e questo ha provocato il collasso. Quei difetti nessuno li ha controllati» dice Saltamartini.
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Purtroppo questo accade quando c'è negligenza e menefreghismo. In Italia ci si intasca i soldi statali e chi se visto se visto poi si piange vite umane quando arrivano le tragedie.
Devo dire che il nostro sindaco ha fatto una dura battaglia .....ma alla fine guarda caso i soldi si sono trovati e il ponte è stato sistemato !!!
Perché nn conveniva notarli!! Noi dibbiamo sempre aspettare che muoiano persone per intervenire e cominciare dibattiti inutili sui media ...l'italia crolla e tutti parlano ...anche questa volta sarà tutto insabbiato come succede sempre!!Povera Italia come ti hanno ridotto...con la nostra complicità facendo finta di niente!!
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In Italia queste cose succedono troppo spesso xche’ c’e’ tantissima negligenza e troppa burocrazia.
L’ho sempre detto, ci vorrebbero più Saltamartini.
ho letto che un parlamentare di 5 Stelle fece una interrogazione al ministro Del Rio, ma non ricevette neanche una risposta. Adesso, si dovrà andare a fondo con le responsabilità… Fino in fondo. Non vorrei che ci fossero altri Traini…
Guarda, guarda là,
guarda la città,
quante cose che
sembrano più grandi,
sembrano pesanti
guarda quante verità,
quante, tutte qua,
quante, quanti che
corrono felici,
guarda nei prati,
Cosa non farei,
io non voglio correre
e tu non riderai,
cosa non darei,
per stare su una nuvola.
Grande la città, grande,
guarda là.
Grandi novità
macchine veloci, genti più capaci
guarda quante società
quante non si sa
quanti vincono, altri muoiono
io non lo so
Cosa non farei
io non voglio perdere
non ridere
cosa non darei
per vivere su un’isola.
Cosa non farei, io non voglio perdere
non ridere
cosa non darei
per vivere una favola.
Giocare di sponda con la tragedia di Genova…
Grazie Sindaco Saltamartinrtini.
Una cosa piacerebbe sapere quando verrà punito, se lo sarà, chi ha preso denaro per controllare i lavori e non ha controllato? Non è il caso di incominciare a sanzionare in maniera esemplare, considerando reato, il mancato o superficiaciale controllo da parte del tecnico predisposto al controllo sulla efficacia dei lavori pubblici e privati (penso anche a quelli condominiali nel restauro e rimaneggiameamento dei palazzi).
Il parlamentare che fece l interrogazione era di Scelta Civica, il partito di Mario Monti, che il 98×100 degli italiani vorrebbe vedere sparire, non dei 5S:questo signore lo hanno deriso tutti. Detto questo la responsabilità di Del Rio è abbastanza grave, come penso quella di tutta la politica e di tutte le Istituzioni nessuno escluso. L’unico che ha parlato di ricucire un paese e di fare opere di consolidamento e ammodernamento di tutte le infrastrutture nazionali è stato Guido Bertolaso, prima del crollo del ponte, anzi lo dice da anni. Io, da cittadino, mi aspetto maggiore responsabilità di tutti e rispetto. Se possibile.