di Giancarlo Liuti
L’altra notte, dopo una sostanziosa cena fra amici, mi sono sognato che i destini non soltanto di Macerata ma dell’intera Italia ce li aveva in pugno un’unica persona: Luigi Di Maio, un ragazzo trentunenne ma già leader nazionale di un grande partito, il Movimento Cinque Stelle (e cinque sono poche, giacché lui, nella sua ben nota modestia, si sente una costellazione e addirittura un firmamento ). E in quel sogno accadeva che siccome non c’era nessun altro “di mejo”, questo Di Maio era giunto al potere assoluto e aveva radicalmente cambiato l’Italia trasformandola da repubblica in monarchia, lui sul trono di re ed ai suoi piedi una corte di personaggi di minore statura civile, quali, se ben ricordo, l’ex capo dello Stato Sergio Mattarella e l’ex premier del governo Paolo Gentiloni. Mi sono svegliato con la fronte imperlata da un gelido sudore per la paura – anzi, il terrore – che quel sogno aveva suscitato dentro di me e mi sono affrettato ad accendere la tv e a leggere i giornali per avere il conforto che la realtà dell’Italia era ben diversa da quella del sogno. Diversa? Magari! Con un profondo abbattimento morale, infatti, ho dovuto constatare che fra sogno e realtà non c’era alcuna differenza, nel senso che ormai l’Italia la governava una monarchia come quella di tanti anni fa, quando il re si chiamava Vittorio Emanuele III mentre adesso porta il nome di Luigi Di Maio I. Quale futuro, allora, per Macerata? Come minimo le sarebbe stato tolto l’appellativo di “Civitas Mariae” sostituito da quello di “Civitas Di Maj”, con effetti pratici – intendo dire nelle cose quotidiane – che anzitutto sarebbero consistiti nell’obbligare gli attuali allevatori di cavalli a non possedere un’unica stalla ma, in coerenza col dogma di “Cinque Stalle”, ad averne cinque ciascuno. Si sarà capito che stavolta sto giocando la carta dell’umorismo satirico, una maniera molto seria d’intendere e interpretare l’operato di coloro cui dobbiamo il nostro domani. E, visto che non c’è nient’altro “di mejo”, a Di Maio vadano una sincera ammirazione e gli auguri d’una lunga e felice vita politica.
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forse sarebbe sta bello vivere quel sogno ed avere la conferma che le cose potevano veramente cambiare in meglio
la carta vincente è sempre stata quella scoperta, quella trasparente e tutto il resto è sempre stato un mazzo di scartine.
E’ vero, c’è mejo di Di Maio, ma c’è anche pejo di Di Maio.
Al meglio e al peggio non c’è mai limite….
Finora abbiamo provato e constatato tutto ciò che il “peggio” ha prodotto e applicato… credo sia giunto il momento di provare qualcosa di diverso, di nuovo, di diametralmente opposto a quanto finora ci è stato offerto.
Che poi si chiami Di Maio o turiddu, poco importa…. quel che è certo è che ci siamo steafracellati i maroni dei soliti fantocci…
Abbiamo bisogno di una ventata di aria nuova e fresca e se questo per qualcuno rappresenta un ostacolo alla democrazia, beh credo che si debba rivedere bene il vero significato del sostantivo “democrazia” perché a parer mio, finora, poca se ne vista (sic!)
https://twitter.com/giorgiameCOloni
quel gelido sudore potrebbe anche non essere stato causato dalla paura…
E visto che anche qui non c’è niente altro di mejo -anche a Liuti vadano una sincera ammirazione e gli auguri per una ancor più lunga e felice vita giornalistica
Tranquillo Liuti! Siamo nella ‘popò’ fino al naso. Speriamo in Di Maio (che non ha nulla di “Sciaboletta”) altrimenti il livello potrebbe ancora … salire!!
Roberto Fico si è laureato con una tesi su “Identità sociale e linguistica nella canzone neomelodica napoletana”.
LIuti….forse sono le ultime scorie notturne…delle notti insonni passate a causa di renzi e dei suoi sodali???
Allora canteremo tutti ” O sole Mio “, tra mandolini e spaghetti, da veri italiani, con vino de Frascati, cannoli siciliani, salumi calabresi, pandoro e panettone e tante altre specialità italiane. E quando ce saremo magnato tutto, come diceva nonna ” Chi vole cristo se lo prega “.
None, Micucci, la canzone neomelodica napoletana non è o sole mio, la canzone neomelodica napoletana è questa qui:https://www.youtube.com/watch?v=niv4IaVwYoE
Vedo avvicinarsi una monarchia diversa da quelle storicamente sperimentate e che si nasconde dietro la proclamazione della democrazia diretta : quella digitale,che ai miei occhi appare piena di insidie in quanto difficile da controllare.E non è Di Maio a gestirla.A me pare consigliabile tenere gli occhi aperti per non cadere dalla padella di oggi,che brucia,nella brace di domani,che brucia di più.
Ah ma allora Pavoni deve essere stata una tesi molto impegnativa. Speriamo che non l’abbia assorbito troppo visto l’importante incarico a cui è stato chiamato. Senza pensare che ci deve fare dimenticare la Boldrini. Però, non capisco una cosa: “Perché pur essendo la terza carica dello Stato, la Boldrini diceva che non contava niente e che le leggi non le faceva lei e che quindi non era responsabile di niente “. Quindi per contare qualcosa bisogna essere almeno la quarta carica dello stato che credo sia il capo del governo. Un Renzi, tanto per capirci, la cui utilità pero mi è sempre sfuggita.
Ricordo, dalla fisica quasi classica, tre cariche: protone (carica positiva), elettrone (carica negativa) e neutrone (carica netta pari a zero). Siccome Boldrini dice che non conta nulla allora è un neutrone. Neutrone sì, ma non neutrale, infatti pende per gli immigrati (e non si sa perché).
Dorma sonni tranquilli Dr.Liuti perché da quello che ha scritto sembra che lei abbia mangiato la peperonata. Le ricordiamo che 8 milioni di persone sono state ridotte in povertà dal suo amico Renzi e non possono neanche immaginare la cena della quale lei parla.
La sua penna di solito raffinata ha scritto cose aberranti su un giovane leader del quale ancora non si conoscono le scelte, ed associarlo alla monarchia è irrispettoso degli 11 milioni di italiani che hanno votato il Movimento 5 stelle. Le ricordo che se ci sono stati di recente atti che ricordano la monarchia sono i provvedimenti a pioggia passati con la “fiducia” anziché col percorso democratico dal suo amichetto “pinocchietto Renzi”.
Abbia per cortesia rispetto di un Movimento che quanto meno presenta in Parlamento dei non condannati, sempre a differenza del suo amichetto Renzi, ed ha candidato le migliori eccellenze di ogni territorio all’uninominale.
Lei può continuare ad ironizzare fintamente, ma la prossima volta la invitiamo a sognare Denis Verdini che le potrà aprire scenari migliori o l’amico Silvio che firmò il patto del Nazzareno.
Con ironia..
La vita e la storia è un cambiamento continuo, che non deve metterci paura. C’è chi ha paura, si vorrebbe fermare. Sarebbe la fine di ogni speranza. La storia è una continua lotta tra la vita e la morte. Sono convinto che questa metamorfosi che stiamo vivendo è necessaria per un mondo che arriverà alla vera Pace. Credo che la Vita è più forte della Morte e vincerà.
Per Meschini. Per la specie (umana, animale e vegetale) la vita è più forte della morte, invece per i singoli individui è vero il contrario, la morte vince la vita. Un equilibrio meraviglioso, come se esistesse un Dio che dispone.