di Laura Boccanera
Riunire tutte le civiche moderate, da Ghio a Morresi includendo anche La nuova città di Piero Gismondi e Libera di Corallini. Questo l’obiettivo di Fernanda Recchi, ex consigliere comunale di Forza Italia che sabato mattina presenterà la sua lista civica “Cantiere Lavoro”. La Recchi si fa portavoce di un progetto politico alternativo: creare un grande centro, un terzo polo moderato che riunisca tutte le civiche, da Insieme per Civitanova del candidato Claudio Morresi alle due civiche di Stefano Ghio “Civitanova vera” e “Civitanova cambia” passando per Libera di Giovanni Corallini e La nuova Città di Piero Gismondi. «Il progetto è più importante delle ambizioni personali – ha detto la Recchi – e potremmo trovare la strada per mettere insieme un polo moderato». Se l’idea però non dovesse prendere il largo la Recchi confluirà verso uno dei due candidati moderati, o Morresi o Ghio. Mai con Fabrizio Ciarapica nè con il Pd. Il veto sul candidato di Vince Civitanova è dovuto anche alla presenza nella coalizione della Forza Italia di Remigio Ceroni: «intanto la coalizione di Ciarapica non è di centrodestra, ma di destra – commenta la Recchi – e poi mai tornerei ad allearmi con chi a Civitanova ha distrutto il partito. Parlo da ex forzista, a Civitanova il partito ho contribuito io a crearlo e poi me ne sono andata per il comportamento di Ceroni che ha distrutto Forza Italia, basti guardare quanto fatto a Tolentino dove ha sconfessato gli accordi presi localmente intervenendo a gamba tesa».
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RECCHI ALLE PRESE CON “L’UOVO DI COLOMBO”
L’idea di Fernanda Recchi (ex assessore comunale, non solo consigliere come scrive Boccanera) è – dal suo punto di vista – interessante. Un “grande centro” che sa tanto di “casiniana” memoria – il riferimento è ovviamente a Casini – senza che il partito di quel leader (orientato ad allearsi come in Regione con il Pd) vi partecipi. Come dimenticare la magistrale imitazione del nostro Marcorè di “Pierferdi e il grande centro”. L’intenzione è quella di tagliare le ali estreme di destra (Ciarapica che era partito con un disegno “civico” ed ora accoglie i vecchi leader forzisti) e di sinistra (con Corvatta che nessuno vuole ma per la pochezza politica del Pd ma sarà candidato). Il limite del progetto della Recchi (non si parla di programma, solo di candidati Sindaco) è che arriva troppo tardi, doveva partire l’anno passato. Uno dei candidati primo cittadino, per esempio, Morresi ha atteso a lungo prima di annunciare la “discesa in campo”. Attendeva probabilmente riscontri che non ha avuto, la Recchi non aveva ancora partorito la “brillante” intuizione. L’altro candidato a cui l’ex forzista si riferisce, Ghio, era già partito in estate. Ha effettuato un primo “giro di consultazioni”, ora magari si appresta (alla maniera del presidente della Repubblica) ad effettuarne un secondo, tempo ne ha. La dimostrazione che la sua proposta non sfonda, la da il fatto che le liste di appoggio si sono bloccate a due, non si parla più della terza e della quarta. Sarebbe come un “affronto” chiedere a Ghio di fare un “passo indietro” su una candidatura a cui tiene tanto e per cui lavora da tempo. Ardua anche l’intenzione della Recchi di riunire “sotto lo stesso tetto” figure dal percorso politico molto diverso, come Corallini e il “temporeggiatore” Gismondi. Quest’ultimo come il romano Fabio Massimo cerca cerca ma ancora non trova una giusta collocazine per le amministrative. Improbabile, quindi, che i due aspiranti sindaco, indispensabili alla formazione del “grande centro” – che hanno ormai ufficilizzato la candidatura – si ritirino. La Recchi dovrà sceglierne uno (nelle dichiarazioni sembrano posti a pari livello) da appoggiare. La proposta dell’ex assessore forzista non chiarisce se a “rinunciare” dovrebbe essere Morresi o Ghio oppure entrambi. In quest’ultimo caso si dovrebbe avanzare una candidatura alternativa (non facile da individuare di questi tempi, vedi le “acrobazie” del Pd). Nelle intenzioni, magari, avrebbe potuto essere quella della Recchi stessa, fautrice della proposta di “grande centro”. Probabile che, come quello di Casini, nemmeno a Civitanova il progetto “centrista” avrà fortuna.