Parlare di extracomunitari suscita sempre reazioni, è un tema caldo. E’ successo anche dopo le dichiarazioni del sindaco di Castelsantangelo, Mauro Falcucci, che si è detto pronto ad aprire a giovani coppie di immigrati che vogliono lavorare in paese (leggi). Quando poi una notizia entra nei social si attivano spesso commentatori che inveiscono a torto o a ragione in difesa della nazionalità. Quando si tratta di critiche rimane il diritto indiscutibile di scrivere, sul web o altrove, in alcuni casi più che di critiche si tratta di insulti e le cose cambiano. Icona scatenatrice di reazioni veementi su questo tema è la presidente della Camera Laura Boldrini. Anche su Cronache Maceratesi il solo nominarla scatena record di commenti spesso lapidari sulla sua posizione sul tema in questione. Tornando all’ultimo caso che riguarda invece il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, puntuali i commenti di diverso tenore, critiche e plausi, ma anche insulti direttamente all’indirizzo del sindaco che a tal proposito ha voluto precisare: “Confermo le mie dichiarazioni, che non significano ovviamente mettere in contrapposizione italiani e stranieri. Qualsiasi forma di critica è sempre benvoluta purché sia costruttiva. L’invito lo rinnovo anche a tutti gli italiani che vogliono venire a lavorare qui, abbiamo bisogno di tutti, anche dei numerosi commentatori che sarebbero già sufficienti a coprire la nostra forza lavoro, con esclusione degli ineducati che si esprimono con insulti coperti dietro un nickname”.
C’è da ricostruire, c’è bisogno di unire le forze di donne e uomini, di qualunque colore, con in comune tanta buona volontà.
(g.c.)
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Il sindaco dovrebbe spiegare bene a chi critica il motivo delle scelte, invece di reagire con frasi generiche.
Bravo sindaco
Buona fortuna con la sua missione.
certo,..poi quando Castelsantangelo sarà ben ristrutturato con i soldi degli italiani chi verrà a visitare le bellezze medioevali italiane si ritroverà un fachiro dietro l’angolo hahah
Veramente, non sono altri che devono venire a stabilirsi a Castelsantangelo, in questa fase. Per cominciare, bisognerebbe pensare ai residenti attuali e alle loro attività, per cui non si è nemmeno provveduto a uno straccio di container e che al momento sono sfollati a cento chilometri di distanza (nemmeno nelle casette dopo Colfiorito, li hanno ospitati: ma lì ci sono già i profughi africani). Però già sindacati di sinistra e sindaco ex-statale guardano oltre, pensano all’ingegneria sociale.
Gli auspici del sindaco sono frutto di una discussione con la cittadinanza? O sono parole d’ordine ricevute alla riunione con i sindacati? La cittadinanza sarebbe d’accordo, ha avuto tempo di pensare, oltre che al proprio futuro, a quello delle coppie di immigrati, alle “forze fresche”? L’estate scorsa si paventava l’arrivo di una cinquantina di “profughi” a Ussita, e nel giro di poche settimane si raccolsero quasi settecento firme per scongiurare un colpo del genere al turismo, anima della zona.
Ma i migranti individuati da Falcucci potrebbero davvero portare forze fresche. Ad esempio, immagino che, tra i nuovi arrivati dall’Africa (perché non nascondiamocelo: di questo stiamo parlando) ci saranno sicuramente pastori esperti, buoni conoscitori delle tecniche della lavorazione delle carni, della preparazione degli insaccati; cuochi provetti, bravi boscaioli, o esperti maestri di sci, che porteranno una rivoluzione nelle tecniche dell’area.
Alla proposta del sindaco Falcucci ne oppongo un’altra, scaturita da una discussione con amici vissani. Perché non trasformare i Sibillini in un’area ad alta tecnologia, in cui invitare a vivere giovani laureati alla ricerca di un ambiente bello, moderno, poco costoso, in cui far crescere in tranquillità e in un ambiente salubre una famiglia?
Esaminiamo l’area circostante. Fabriano è una capitale della meccanica, che ha bisogno di elettronica e software. Il fermano ha fabbriche ad automazione sempre crescente. La zona della farmaceutica di Ascoli, e quella dell’alimentare di San Benedetto con le sue aste a scala geografica, richiedono software sempre più moderni. A Camerino c’è una facoltà di Informatica. Una cittadella del software sui Sibillini non sarebbe per nulla fuori luogo.
La ricostruzione stessa richiede software nuovo: calcolo strutturale, rilievi, simulazioni sismiche. Lo stesso database dell’Ingv sembra usare software obsoleto (provate a cercare un cartina topografica…), che potrebbe essere il caso di aggiornare.
L’università di Camerino potrebbe, unendo le forze di due delle sue facoltà, sperimentare qualcosa di nuovo: Informatica applicata al restauro architettonico. Il rettore mi sembra molto intenzionato a non voler lasciar morire, anzi a voler rilanciare e dare una ragione nuova al suo bell’ateneo.
Un laboratorio di ricerca privato ha difficoltà a vivere in Italia, perché le ricadute degli investimenti in questo settore sono a lungo termine. Se in zona si attuasse una defiscalizzazione, come mi sembra che si stia pensando di fare, l’investimento avrebbe tempo di ammortizzarsi, prima di cominciare a produrre utili. Sarebbe un investimento interessante. E lo stesso settore pubblico sarebbe molto interessato al frutto di queste ricerche, contribuendo a finanziarlo.
Ad Apiro c’è la cittadella della geologia di Alessandro Montanari. Vi passano i più importanti geologi del mondo. Potrebbero essere un ponte tra Marche e Silicon Valley: partendo dalla geologia, che in questo momento è al centro dell’attenzione, per estendersi all’ingegneria civile, all’architettura e all’informatica. Marche e Bay Area hanno in comune sia l’interesse per la sismologia, sia quello per l’alta tecnologia (qualcuno definì la zona attorno Ancona, per la sua vocazione all’elettronica e alla meccanica, “Ancona Valley”). Non saranno mica solo i monaci benedettini di Norcia, gli unici americani interessati ai Sibillini? La Svila dimostra come gli investimenti dall’estero sulla qualità possano arrivare.
Questa strategia porterebbe personale qualificato, attivo, dal buon reddito. Gente in grado di investire e muovere l’economia locale. Non, come magari qualcuno sta già pensando, qualche nullafacente mantenuto a suon di sussidi, che in mezzo a gente che da generazioni si spacca di fatica sarebbero un insulto. Il luogo che ha rienventato l’Europa (sì, anche con l’aiuto di immigrati competenti, in quel caso siriani), ha cominciato l’avventura della chirurgia, ha saputo generare i prodromi del Rinascimento, ha nutrito l’anima di Enrico Mattei, non si trasformi in un campo di elemosine, ma continui a rimanere scrigno delle idee.
effettivamente quest’idea mi sembra molto alla Don Chisciotte ..
Sig. Paolo Tramannoni lei sta mentendo sapendo di mentire. Nelle casette post Colfiorito non ci sono profughi africani. SI INFORMI MEGLIO E FACCIA MENO FIGURACCE. Le casette post Colfiorito in parte sono state acquistate da Italiani per le vacanze e qualcuno le ha date in concessione ai terremotati. In parte sono di associazioni e ci sono persone di Pievebovigliana o Piavetorina…che mi sembra siano
in Italia non in Africa!
Per la proposta sono d’accordo!
Niente da aggiungere all’eloquente e documentatissimo post di Tramannoni. Lungi da sindaci di codesto calibro come questo, non fatico ad immaginare che sia del PD, pensare con la propria testa e con questa lungimiranza.
Perché non comincia a far capire di cosa ha bisogno?
Il territorio è PARTE DEI CITTADINI DEL LUOGO!!
http://web-news24.com/2016/12/23/amatrice-sindaco-sfida-politici-italiani-un-deputato-partito-venga-dormire-notte-container-cosi-capirete-cosa-significa-terremotati/
Martello, lei dovrebbe essere molto cauto quando da del bugiardo a qualcuno. Ed eviti cortesemente di dire fregnacce.
http://www.perugiatoday.it/cronaca/foligno-lite-immigrati-rifugiati-casette-legno.html
Per essere più precisi, i “rifugiati” delle casette di Colfiorito sono gestiti dall’Arci, sempre di area PD e SEL. È chiaro che hanno subito fiutato l’affare anche con lo spazio che verrà a crearsi nell’area del nuovo terremoto.
http://www.rgunotizie.it/articoli/cronaca/integrazione-al-centro-foligno-la-citta-benvenuto-ai-profughi