L’incontro del Comitato delle partite iva di Moscosi nel circolo Acli della frazione cingolana
di Leonardo Giorgi
«Il fatto che il Comune di Cingoli abbia rifiutato la proprietà del viadotto ci è apparso come un modo da parte dell’amministrazione di lavarsi le mani dalla questione». Sono le parole della portavoce del “Comitato delle partite iva di Moscosi”, Barbara Rombi, sull’emergenza ponte al lago di Castreccioni. In seguito al sisma del 26 ottobre, il viadotto danneggiato è rimasto chiuso al transito dei veicoli, isolando la frazione di Moscosi di Cingoli dalla strada provinciale. Questo ha scatenato la rabbia degli imprenditori del posto, che nelle scorse settimane si sono uniti in un’associazione con lo scopo di tutelare i diritti dei cittadini della zona. Nell’ultimo consiglio comunale, l’amministrazione di Cingoli ha votato all’unanimità per la rinuncia alla proprietà della struttura lesionata. «Ieri sera – continua la portavoce – ci siamo incontrati ancora una volta con i legali Alberto Rossi e Fabrizio Panzavuota. Abbiamo discusso di come il Comune abbia letteralmente “tagliato i ponti” con Moscosi e va sottolineato come questo abbia scatenato il malcontento della popolazione del posto. Chiediamo di incontrare nei prossimi giorni il sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, il presidente del Consorzio di bonifica, Claudio Netti, e il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli».
Gli avvocati Alberto Rossi e Fabrizio Panzavuota
Il sindaco Saltamartini risponde che la rinuncia del Comune riguarda «cinque ponti (i viadotti che fanno parte della diga di Castreccioni, ndr) che devono andare di proprietà ad un ente. Nessun comune in Italia possiede ponti del genere. Avere questi beni significa fare manutenzioni che il comune di Cingoli non si può permettere con le sue finanze. Non solo non ce ne siamo lavati le mani – spiega il primo cittadino -, in realtà abbiamo accelerato le procedure per risolvere il problema, anche tramite i mezzi d’informazione nazionali. Siamo d’accordo con la Regione e il Consorzio per l’avvio di un progetto di ristrutturazione». L’incontro con i cittadini di Moscosi avverrà «quando tutta la situazione sarà chiara – sottolinea Saltamartini -. Cingoli è un comune terremotato con 1.500 case danneggiate già accertate. I cittadini di Moscosi non dovrebbero prendersela con il Comune, ma rivendicare i propri diritti nei confronti della Regione o dello Stato. Inoltre – conclude in riferimento al comitato – quando ci si presenta, bisogna capire chi sono le persone, chi compone l’associazione, da chi è stata eletta ed esattamente da chi è formata». Nei prossimi giorni, è previsto un nuovo incontro tra i tecnici del Consorzio di bonifica e quelli del Comune di Cingoli per discutere l’avvio dei lavori di messa in sicurezza del ponte.
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