Fallimento Tombolini, i sindaci di Urbisaglia e Colmurano: «il provvedimento del Tribunale per i nostri comuni è dirompente. E’ come se alla scossa del 30 ottobre ne fosse seguita una più forte». Ornella Formica, primo cittadino di Colmurano e Paolo Francesco Giubileo (Urbisaglia) sono preoccupati dopo che il tribunale di Macerata ha dichiarato il fallimento della storica azienda (leggi l’articolo), che nei due comuni è fonte di lavoro per molte persone. Il fallimento è stato dichiarato in seguito ad una istanza presentata dall’Inps. L’azienda però aveva già raggiunto l’accordo per la rateizzazione del debito con Equitalia e presenterà ricorso. Intanto però a Urbisaglia e Colmurano c’è preoccupazione. «L’azienda è profondamente radicata al nostro territorio, dove opera da più di cinquant’anni, è la principale fonte di occupazione, in particolare femminile della nostra realtà, è un imprescindibile cardine dell’intera valle del Fiastra – scrivono i sindaci –. La decisione del tribunale ha comportato l’immediata sospensione del lavoro per i centocinquanta dipendenti. Ognuno può immaginare cosa significhi per loro e per le loro famiglie». I sindaci sottolineano i sacrifici accettati in questi anni dai dipendenti per via delle difficoltà economiche dell’azienda «che sono state affrontate anche facendo ricorso alla disponibilità delle maestranze: per non compromettere il proprio futuro i lavoratori hanno sottoscritto contratti di solidarietà, hanno accettato ferie forzate, hanno sopportato ritardi nei pagamenti dello stipendio» continuano i due primi cittadini.
Ora con il fallimento dell’azienda «il futuro dei lavoratori, delle loro famiglie, del nostro territorio potrebbe essere irreparabilmente compromesso – scrivono i sindaci –. Tanto più in questo momento dopo la distruzione operata dal terremoto. E’ come se alla scossa del 30 ottobre ne fosse seguita una più forte, che non ha colpito gli edifici ma le persone, i loro progetti vita, le aspirazioni, i sogni. La dichiarazione di fallimento è stata una scossa di terremoto di magnitudo molto grande per la vita di molti nostri concittadini. Non possiamo accettare che i nostri comuni così duramente colpiti dal sisma subiscano un’ulteriore calamità. Se vogliamo ricostruire non possiamo riferirci solo agli edifici ma al tessuto economico e sociale». I sindaci sono vicini all’azienda e ai lavoratori «non faremo mai mancare il nostro sostegno. Ci adopereremo perché questa situazione possa cambiare, saremo sempre al loro fianco. In questo momento riteniamo importantissima una ripresa della produzione. Invitiamo tutti a dare la più grande disponibilità per consentire che a brevissimo possa ripartire l’attività. Sarebbe un segnale di speranza per tutti» concludono Formica e Giubileo.
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Ora non ci voleva anche questo.dispiacere grande.
l’Inps cioè un ramo dello stato…un padre che dovrebbe aiutare chi è in difficoltà….sempre peggio
Paragone inappropriato e inopportuno. Ditelo a chi per il terremoto ha perso il lavoro e casa. Tacete per cortesia e usate altri paragoni più consoni alla vostra intelligenza.