L’abitazione di Lamberto Sbardellati, ad Aschio (Visso)
Lamberto Sbardellati nella sua proprietà ad Aschio, colpita dal terremoto
di Marina Verdenelli
(Foto Lucrezia Benfatto)
Senza casa e senza stalla per le sue cento mucche. Ora rischia di perdere anche quelle. Aschio, frazione di Visso, sono rimasti in poco più di dieci ad abitare nel piccolo borgo ferito dal sisma e tra i residenti c’è anche un allevatore che fino a pochi giorni fa dormiva in tenda, accanto alla sua casa distrutta dal terremoto per non lasciare il suo bestiame. «Perché è tutto quello che ho – racconta Lamberto Sbardellati, 67 anni – chiedo solo un riparo per le mie bestie. Per il resto mi sento fortunato, ho salva la pelle».
I danni nella piccola frazione sono ingenti. E’ crollata anche la chiesa. Chi resiste dorme in casette di legno che sono lì dal sisma del 1997. Tra loro anche un 91enne, Francesco Benedetti, per il paese “Checco”.
L’ALLEVATORE. Da fuori la sua casa sembra quasi intatta ma dentro è l’apocalisse. Muri distrutti, mobili danneggiati, tutto l’arredo in frantumi. «E’ da agosto che non entro dentro casa – dice Sbardellati – sono rimasto qui con mia moglie, in tenda. Freddo? Non lo sento. Da pochi giorni ci hanno trovato una roulotte, dormiamo lì».
La tenda dove dormiva l’allevatore fino a pochi giorni fa
La sua famiglia vive della vendita del latte (lo vende a Colfiorito e diventa formaggi e derivati), quello che munge tutte le mattine dalle sue mucche, e della vendita della carne, sempre di bovino, che ora stanno al pascolo senza più una stalla. «La mia è inagibile – prosegue l’allevatore – è a rischio crollo dopo la scossa grossa del 30 ottobre. Le mucche lì non le posso tenere. Una parte le ho riparate in una stalla di legno che avevo dopo il terremoto del 1997, a pochi chilometri, dove vado ogni giorno con difficoltà perché non c’è una vera strada che ci arriva, l’ho ricavata io. Servirebbe un altro rifugio per quelle al pascolo, prima che arrivino il freddo vero e la neve».
Le mucche da latte che hanno trovato riparo in una vecchia stalla di legno, non sufficiente ad ospitare anche le mucche da carne
L’allevatore si è rivolto alle associazioni di categoria, tutte impegnate per l’emergenza bestiame dei comuni colpiti dal sisma. «L’unica soluzione che mi è stata proposta è stata quella di portare le mucche fuori da Visso – continua Sbardellati – in altri allevamenti, con il rischio che non saprò più quali saranno le mie. Non posso accettare. Da loro non mi separo. E’ tutto quello che ho, non le lascio. Cerco di non lamentarmi, sbrigo le cose che posso da solo ma mi manca il mio lavoro». Anche il magazzino è andato distrutto.
LA FRAZIONE. Dieci casette di legno ricompongono il piccolo borgo. «Le uniche dove possiamo stare – dice Francesco Benedetti, il più anziano di Aschio – quella casa è la mia villetta ora. Vorremmo che il sindaco ci venga a trovare». Con lui sono rimasti altri pochi abitanti, quasi tutti anziani.
Il 91enne Francesco Benedetti, “Checco”
L’abitazione dell’allevatore
Una delle case crollate ad Aschio, prima era una vecchia scuola
Le casette di legno
La stalla a rischio crollo, deserta
Il magazzino inagibile
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Forza Lamberto …ad Aschio siete tosti ce la farete. …un abbraccio a tutti .
Fate come la Valsugana, Adotta una mucca.
Non di aiuta con le parole ma con i fatti !!!!Brava Silvia !!!!
Ci sono stalle abbamdonate magari un po piu a valle perche non fare come per alberghi
Forza
Ke dolore …..ke tristezza