La palazzina sventrata a rione Mazzini si trova sulla strada che da San Severino porta a Serrapetrona
di Leonardo Giorgi
Crolli, macerie e tantissime auto riversate nei parcheggi dei punti di accoglienza. San Severino si presenta così, a poche ore dal devastante sisma di magnitudo 6.5 di questa mattina. Così come Tolentino e Camerino, anche il territorio settempedano è uno dei più devastati della provincia oltre ai comuni più vicini all’epicentro. Se gli edifici del centro storico non hanno presentato crolli particolari, sono tante le macerie in altre zone, come il rione Mazzini, il rione Dicontro e soprattutto lungo la strada provinciale 502 in direzione di Serrapetrona. Tratto di strada momentaneamente chiuso al traffico. Proprio qui, sono decine le abitazioni ormai inagibili per evidenti crolli strutturali interni ed esterni. Non ci sono però feriti, neanche nel condominio a poche centinaia di metri dal palazzetto Ciarapica convertito in punto di accoglienza per centinaia di sfollati. Metà della palazzina è stata sventrata, con termosifoni dondolanti nel vuoto e pavimenti praticamente scomparsi lungo tutti i piani. L’edificio era stato però già dichiarato inagibile in seguito alle scosse degli ultimi giorni. “Ho sentito tanti terremoti, ma non avevo mai visto una cosa del genere – racconta Gabriela Lampa, consigliere comunale di San Severino, in attesa dei controlli di agibilità sulla sua casa in centro. – Come tanti, questa mattina sono scappata di casa senza neanche rendermi conto delle condizioni in cui l’ho lasciata. La situazione è drammatica sotto tutti i punti di vista”.
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