Le lunghe notti nella tendopoli:
“Vogliamo vivere a Castelsantangelo”

TERREMOTATI - Il comune maceratese, duramente colpito dal sisma, si prepara alla seconda nottata nel campo in cui sono stati predisposti 96 posti letto. "Non ho più casa mia, ma resto qui. Se non arrivano aiuti rischia di diventare una città fantasma" dice Valeria Lucernoni. Il sindaco Mauro Falcucci: "Non vogliamo essere dimenticati, la cittadina è stata uno degli epicentri"

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La tendopoli di Castelsantangelo sul Nera

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A sinistra Valeria Lucernoni

 

di Monia Orazi

Dodici tende blu accolgono le vite sospese degli sfollati di Castelsantangelo sul Nera che si prepara alla seconda lunga notte nel campo allestito dalla Protezione civile.  A vegliare sui terremotati  molti volontari, che nella mattinata di ieri hanno predisposto i novantasei posti letto pronti ad accogliere i tanti che hanno paura e chi ha perso la casa. La vita nel campo è scandita dai momenti quotidiani, la sveglia e l’incalzare delle scosse, determinano un andirivieni continuo. Al momento di mangiare ci si ritrova tutti insieme, intorno ai lunghi tavoli bianchi, una chiacchierata per passare il tempo e guardare al domani.  «Non ho più casa mia, a Nocelleto – racconta Valeria Lucernoni, romana di 54 anni da tre residente in paese – non finiva più, la casa non mi è crollata addosso ma è inagibile. Parlo come residente ed ex turista, venivo qui per la villeggiatura poi mi sono trasferita. Per fortuna martedì riprendiamo a lavorare, così riesco a non pensare. Voglio continuare a vivere qui, c’è tutta la mia vita».

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Valeria lavora alla Svila, l’azienda vissana di proprietà americana che produce pizza surgelata, una realtà produttiva rimasta lievemente danneggiata, ma che da martedì tornerà a produrre a tempo pieno, lunedì i dipendenti si ritroveranno per pulire. Qui lavorano in tanti, molti di Castelsantangelo e Visso, altri da Camerino, San Severino e Pieve Torina, è uno dei pochi presidi attivi nella zona. «Per fortuna siamo vivi, ma non vorremmo morire in futuro, senza aiuti il paese rischia di diventare un deserto», spiega un collega della donna, anche lui costretto a vivere nella tendopoli.

«Il danno non è soltanto quello delle nostre case, in tanti hanno già sborsato per riparare i danni del sisma del 1997, una mia parente ha dovuto mettere sessantamila euro – prosegue Lucernoni – quanti avranno la forza economica di investire di nuovo per riparare le case? I tanti turisti che sono stati sorpresi dalla scossa non se la dimenticheranno, per diverso tempo non torneranno. Cosa faremo? Qui c’è stato un fuggi fuggi generale, se non arrivano aiuti concreti rischiamo di diventare un paese fantasma». Una signora insieme al marito ha raccolto le cose più importanti in alcune buste, scuote la testa. «Speriamo che finisca» e scompare nel buio della sera, iniziando a sistemare la nuova casa dalle pareti blu, che vibrano col vento fresco.

Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera

Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera

«Non vogliamo essere dimenticati, Castelsantangelo è stato un epicentro del sisma» dice il sindaco Mauro Falcucci. Il Comune non rientra tra quelli che hanno ottenuto l’esenzione dei tributi (leggi). «Sono state danneggiate oltre 85 prime case – continua Falcucci –, tante seconde case, è stato distrutto il turismo, ho il timore che si spenga l’attenzione e che qui diventi il deserto». La priorità per il sindaco è ricostruire la casa di riposo, per non far perdere le radici ai venticinque nonnini che ora sono al sicuro in altre strutture ed i posti di lavoro delle donne che li assistono.

È stato aperto il conto corrente su cui fare donazioni per la ricostruzione: Iban IT 68O0605568850000000000817 con causale casa di riposo per Castelsantangelo. Duramente colpite anche Ussita e Visso. Sono una cinquantina le persone che la scorsa notte si sono presentate nel punto di accoglienza alla sede Cri di Visso. «Da noi vengono molte persone che hanno paura per le scosse continue – spiega il presidente Giovanni Casoni della Cri di Visso – facciamo di tutto, dal fornire un posto letto, ad un pasto a chi ha bisogno, all’assistenza socio sanitaria a chi ha ansia ed attacchi di panico, abbiamo tre ambulanze pronte per l’emergenza ed una quarta reperibile, siamo a disposizione».

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