di Maurizio Verdenelli
“Venti minuti da Sfercia a Foligno! Capisce!”. E’ ancora incredulo Dario Conti, già sindaco di Camerino (consegnò la fascia al prefetto alla chiusura del Palazzo di Giustizia) ed assessore provinciale ai Lavori Pubblici, dopo lo ‘stress test’ sulla mare-monti in una domenica di calura bestiale. “E’ una rivoluzione!” fa il dirigente socialista che tiene ancora (abbastanza) alta la bandiera del Psi nel Maceratese. C’era giovedì scorso anche Riccardo Nencini, segretario nazionale del partito e soprattutto vice di Graziano Delrio, il ministro dei Trasporti, all’inaugurazione della nuova Valdichienti. Lui, nonostante le sollecitazioni di Antonio Pettinari, no. “Per carità, volevo esserci: non ero tuttavia perfettamente in forma per affrontare la Palude. In ogni caso non mi sono perso la cerimonia in diretta web…”.
Ed allora? “Allora dico che sono trasecolato, ma leggermente (per carità, siamo in Italia dove tutti corrono in soccorso del vincitore, come disse il ‘camerinese’ Ennio Flaiano)… “.
Perché? “Trasecolato nell’osservare amministratori ex Ds in prima fila a festeggiare, quando furono loro per questioni di parte contro Mario Baldassarri, viceministro An, ad ostacolare il progetto cui tutti ora sperticatamente plaudono. Lo dico pure da uomo di sinistra, da socialista autentico. Aggiungo pure che tra le autorità ne mancava una: nessuno credo l’abbia invitato”.
Chi? “L’ex presidente della Provincia, Sauro Pigliapoco al quale si deve l’intelligente apertura ad un’opera che questo territorio aspettava da tantissimo”.
E che altro? “Guardi, ricordo forse nel 2002, una riunione nella sede romana della Quadrilatero, presidente Pieralisi, vice Pupo, io assessore provinciale, dove l’allora sindaco di Macerata, Giorgio Meschini chiese lo stralcio dal progetto della ‘bretella Mattei-La Pieve’. Fu naturalmente accontentato. Ora di quell’opera tutti attendono la conclusione e soprattutto i soldi (9 miliardi). Fa benissimo Carancini ad affannarsi e a non demordere: però che occasione perduta allora! O no?”.
Parliamo del futuro, le è piaciuto il percorso? “Davvero molto: ora all’interno delle gallerie si viaggia come sul velluto, rispetto a prima. Ho notato inoltre che le pareti sono tutte in cemento. Un accorgimento tecnico per evitare nel caso di incendio (tocca ferro) lo sprigionarsi di gas venefici. Una superstrada all’avanguardia, un gioiello. Camerino, il turismo e le istituzioni a cominciare dall’università finalmente agganciate ad Umbria, Lazio e Toscana. L’appennino non ci fa più paura! Una strada che in una prospettiva non lontana potrebbe avvicinare Adriatico e Tirreno ovvero Civitanova e Civitavecchia con possibilità di sviluppo dei due porti”
Che ricordi ha, ad opera conclusa? “La legge Obiettivo, la cd “Quadrilatero”, nata da un’intuizione di Mario Baldassarri, ricalca la proposta sulla viabilità emersa da una conferenza del Psi nell’86, e fatta propria dall’allora presidente della provincia Nicola Mancioli. La necessità di quest’arteria che terminava a Sfercia, fu chiara quando la SS 77 rimase chiusa dopo il terremoto del ‘97”.
Ci furono battute d’arresto in questo lungo iter? “Non sto qui a soffermarmi sulle questioni tecniche e finanziarie per trovare i fondi necessari. La cattura di valore è stata poca cosa; dovevano essere realizzate aree leader al fine di catturare risorse per lo sviluppo di quei comuni che costeggiano la superstrada, e che potrebbero risentire di qualche difficoltà”.
C’è ancora da fare molto.. “Nella Quadrilatero è previsto l’ammodernamento di due intersezioni: la Sarnano-Sforzacosta; la San Severino – Tolentino ed inoltre la Pedemontana. Gli amministratori regionali, provinciali e comunali, specie quelli del camerinese, dovranno far sentire la propria voce affinché inizino i lavori del tratto pedemontano Fabriano – Camerino/Sfercia-Muccia. Il primo segmento fino a Castelraimondo è stato anche finanziato. La Pedemontana è essenziale per mettere insieme i territori della Vallesina, della Valdichienti e per esercitare sino in fondo la capacità di attrazione turistica ed economica dell’intera area”.
Giovedì scorso, Matteo Renzi sull’onda inarrestabile dell’ottimismo della volontà che l’avvio delle due nuove statali (77 e 318) aveva generato, s’è lanciato in una professione di fede che faceva (certo, involontariamente) pendant con il bello slogan, coniugato a Leopardi e alla sua lirica immortale, presente sulla cartellonistica autostradale nel territorio maceratese: “Questo paese non è finito, ma infinito”. Ed infinito è il carnet de dolèances di Antonio Pettinari, presidente in scadenza della Provincia. Lui è notoriamente sin degli 80, l’uomo delle ‘strade’, dei ponti e pure della ‘vallata perdente’. Quella del Potenza. Una sconfitta sancita dal fallimento del Cornello il cui traforo ‘sigillato’ fu anche oggetto di una puntata di ‘Striscia’, con il campione di byke Vittorio Brumotti a saltabeccare irridente tra un cordolo e l’altro di cemento, abbandonati nel verde onnivoro. Tonino ‘la peste’ intanto si gode insieme con il sindaco Mario Baroni addirittura esultante giovedì scorso, il meritato successo al fotofinish dell’attracco a Muccia, l’ultima opera ‘strappata’ alla Quadrilatero seppur in ‘via provvisoria’.
“Perdere questa chance sarebbe stato inaccettabile, mortificante, provocatorio”. E in segno di ‘gratias’, il primo invito da parte di Pettinari allo Sferisterio è stato per il comprensivo ed amicale presidente della Quadrilatero, Guido Perosino. “Ma non può bastare!” dice Pettinari. “Se negli anni 80/90 l’Anas decise di privilegiare la via del Chienti, resta ancora intatta ed insoddisfatta l’esigenza delle popolazioni del Potenza bloccate sul ‘muro’ del Cornello. Il primo passo insieme con tutte le opere che Dario Conti ha ben elencato, sarà proprio verso l’ammodernamento della Valpotenza. Perché non ci sia più quella che i giornali definirono a suo tempo, la ‘guerra delle due vallate’, tra popolazioni storicamente svantaggiate. E quanto lo fossero, svantaggiate, lo si desume dal senso di liberazione che tutti hanno nel percorrere a tempi record la strada che ci libera dall’isolamento, lasciando i tratturi che furono di armate in guerra, di Casanova, di Leopardi e di tutti i viaggiatori in diligenza. Spesso ‘costrette’ a tornarsene indietro, attaccati in senso inverso i cavalli, qualora sbucasse dalla …corsia opposta un’altra carrozza sulla direttrice Roma-Marche. “Il problema chiave resta quella di trasformare in opportunità e ricchezza l’enorme opportunità rappresentata da questa infrastruttura: l’inerzia dovrà essere bandita” dichiara Pettinari. Intanto nell’attesa dello svincolo maceratese e del ‘terminal’ civitanovese, la ‘palla’ passa a Luca Ceriscioli per una grande area Marche che sia vetrina e sosta all’ingresso della ‘regione al plurale’ della Strada per Roma: frutto della volontà di una popolazione, storicamente al margine della modernità, di correre verso il proprio futuro.
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DI CHE SI VUOLE MERAVIGLIARE SIG. CONTI…….ANCHE LEI E’ UNA VITA NELLA POLITICA E NON SA CHE QUANDO C’E’ DA SALIRE SUL CARRO DEI VINCITORI TUTTI SALGONO……….ANCHE CHI A SUO TEMPO OSTACOLAVA LA REALIZZAZIONE, QUESTA E’ L’ITALIA, DI CHE COSA CI MERAVIGLIAMO, ORAMAI LA FACCIA O IL C… SONO LA STESSA COSA……ARRIVEDERCI ALL’INAUGURAZIONE DELLA QUADRILATERO
Non sono mai salito sul carro dei vincitori. Sono stato sempre sul mio carro sia quando vinceva sia quando perdeva.Ho sempre diffidato di coloro che salivano o salgono sul carro dei vincitori,anche perché alla fine risultano sempre inaffidabili.