di Federica Nardi
L’area vasta 3 pagherà le cure di Simone ma i tempi di consegna delle creme restano incerti. Il 12 dicembre Simone, il bambino gravemente ferito in seguito a un incidente domestico, sarà ricoverato in “day hospital”, la procedura riservata ai pazienti che non hanno bisogno di assistenza continuativa. Un metodo che consentirà al medico di Simone, di mese in mese, di ordinare tramite la farmacia ospedaliera anche le creme di cui il piccolo ha bisogno per guarire dalle gravi lesioni riportate in seguito all’incidente. Creme che però non figurano nella lista di farmaci finanziati dal sistema sanitario pubblico e che, per questo motivo, a oggi gravano interamente sulle spalle della famiglia del bambino. Simone ha bisogno di centinaia di tubetti di Dermatix, questo il nome della crema, per sperare di guarire, con un costo quasi impossibile da sostenere per la sua famiglia. Anche se, al momento, non si sa quanto passerà dalla visita all’effettiva consegna delle creme. Oltre all’ingente spesa che dovrà affrontare l’area vasta, la ditta che produce Dermatix non è ancora accreditata correttamente nel sistema informatico dell’ospedale. Un intoppo burocratico, temporaneo ma reale, che non scoraggia il direttore dell’area vasta 3 Alessandro Maccioni. «La nostra volontà è ferma – ribadisce Maccioni – vogliamo che la famiglia di Simone abbia le creme prima di Natale». Da mesi un team di esperti ha preso a cuore la vicenda, tentando ogni via per garantire assistenza gratuita al bambino. Un primo risultato era stato quello di fornire gratuitamente la maschera con il gel in pellicola che Simone deve indossare per molte ore al giorno. La vicenda è stata portata il mese scorso all’attenzione del Parlamento (leggi l’articolo). Anche il programma televisivo Le Iene aveva visitato la famiglia di Simone e l’ufficio di Maccioni per spingere verso una soluzione rapida (leggi l’articolo).
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