di Maria Stefania Gelsomini
La lettera di Claudio Orazi sovrintendente e direttore artistico di MacerataOpera dal 1992 al 2002, pubblicata l’altro ieri su Cronache Maceratesi, continua ad alimentare il dibattito sul futuro, ma soprattutto le polemiche sul passato dello Sferisterio, innescate da alcune pungenti ma generiche dichiarazioni rilasciate questa estate da Francesco Micheli e da alcune più recenti del sindaco Romano Carancini.
La risposta del primo cittadino maceratese, chiamato in causa direttamente da Orazi, non si è fatta attendere. L’intento di Carancini, che si dice meravigliato dell’intervento dell’ex sovrintendente, è di fare chiarezza sulla questione una volta per tutte: rimanda le accuse al mittente e punta il dito “contro la pessima amministrazione dei favolosi anni Novanta”.
“Orazi fa lo smemorato di Collegno, credo che abbia perso un po’ di memoria e io provo a rinfrescargliela, senza volontà polemica ma attraverso i numeri. Il senso di questa sua lettera aperta è come un voler traslare alla politica dell’epoca la responsabilità di alcune attività di gestione, ma confonde un po’ i piani delle responsabilità, lui che è stato sovrintendente e direttore artistico insieme”. Insomma, Orazi gestiva lo Sferisterio di concerto con il consiglio d’amministrazione e, contemporaneamente, attuava gli indirizzi e compiva le scelte artistiche. Quindi, afferma Carancini senza mezzi termini, “c’è una doppia responsabilità di Orazi”.
E a dimostrazione di quella che chiama “incapacità di controllo della spesa”, sciorina tutti numeri della gestione Orazi: “delle dieci stagioni dal 1993 al 2002, sette chiudono il conto economico in perdita, e tre in attivo. Il saldo negativo delle perdite di queste sette stagioni ammonta a 9 miliardi 205milioni e 218 mila lire, con punte di 3 miliardi 437milioni 956mila nel 2001, 2 miliardi 027milioni 759mila lire nel 2000, 1 miliardo 921milioni 869mila lire nel 1996, 1 miliardo 129milioni 022mila lire nel 1995. I lati positivi riguardano la stagione 1993 (213milioni e 238mila lire), la 1999 (96 milioni768mila lire) e l’ultima del 2002 dopo il famoso mutuo (60 milioni di lire), per un totale di 370 milioni di lire. Il saldo porta 8 miliardi 835milioni 212mila lire.”
Carancini alla conferenza di fine stagione dello Sferisterio con il presidente Provincia Antonio Pettinari, il direttore artistico Maurizio Micheli,
Carancini chiarisce che le sue considerazioni non erano un attacco contro Orazi ma, “partendo dal presupposto che oggi abbiamo una serie di problemi di equilibrio rispetto alle entrate, perché sono diminuite, ho detto che se noi avessimo potuto utilizzare alcune risorse che oggi vengono sottratte, drenate dentro al passato, non avremmo le preoccupazioni che abbiamo.”
Al sindaco quei “favolosi anni Novanta” e dintorni (che comprendono anche una parte degli anni Ottanta e i primi anni Duemila) segnati da un “assoluto non controllo della spesa” proprio non vanno giù. “La memoria di Orazi avrebbe dovuto ricondursi alla storia di quegli anni – insiste – nei quali lo Sferisterio ha perso in 10 stagioni 10 miliardi di lire, circa 1 miliardo di lire di media. Questo va al di là del contesto degli investimenti. La politica avrebbe accettato di perdere 10 miliardi? Penso che questo voler deresponsabilizzarsi che viene attribuito a me lo fa lui. Le perdite sono originate in gran parte dalla incapacità di controllo della spesa, non dei ricavi, non delle entrate che si sono a un certo punto stabilizzate”.
E giù ancora numeri: nel 2000 la differenza fra previsione e consuntivo di spese risulta di 2miliardi e 300milioni di lire, nel 2001 in cui si perdono 3,5 miliardi, lo sbaglio fra previsione e consuntivo è di 2miliardi e 800milioni circa. “Tutto ciò – commenta Carancini – è una pessima amministrazione che va imputata a chi amministrava, perché pur ammesso ma non concesso che la politica avesse condiviso una serie di scelte (scenografie, ecc.), non si può pensare che su un bilancio di 10 miliardi vi sia un terzo di errore sulla previsione di spesa, è una cosa grave. Allora io capisco lo sforamento, ma non il tentativo di Orazi di indignarsi perché qualcuno ha detto che stiamo pagando il passato. Se lui si indigna per questo, allora chi oggi subisce gli effetti di quei “favolosi anni Novanta” che deve fare? Quale dovrebbe essere il sentimento di chi si trova ancora oggi a pagare 9 miliardi di perdite in dieci anni precedenti, oltre allo scempio gestionale della Ricciarelli? Orazi ha operato in un contesto storico di risorse crescenti, perché l’amministrazione comunale dava più soldi, perché vi sono stati aumenti di contributi della Provincia, della Camera di commercio, Fondazione Carima, e del FUS. Noi oggi ci troviamo all’opposto. E allora è lui che vuole sottrarsi alle sue responsabilità, che sono anche positive rispetto ad alcune cose, perché non metto in dubbio che Orazi nella sua attività decennale abbia anche operato scelte importanti e ottenuto grandi risultati (penso alla Traviata), ma anche grandi fiaschi”.
Un Carancini determinato, e orgoglioso del rigore di bilancio, “le nostre responsabilità abbiamo dimostrato di essercele prese, perché dal 2011 i nostri conti economici sono perfettamente rispettati, abbiamo ridotto il budget, abbiamo ridotto la produzione e continuano le persone a venire, anzi aumentano. Eh sì io sono orgoglioso di avere fin qui bilanci rigorosi, che Orazi richiama con molta ironia ”.
E difende a spada tratta Francesco Micheli: “Orazi è eccessivamente ironico nei confronti di questa gestione artistica mentre avrebbe dovuto averne rispetto, perché ha saputo continuare a riportare pubblico a Macerata e coinvolgere i giovani, e non avrebbe dovuto porsi sul piedistallo perché la sua è una storia almeno contraddittoria.”
E il discorso torna sui costi del passato che ancora gravano sul povero groppone dello Sferisterio, e che dipendono principalmente dalla cattiva amministrazione, ovvero da ammortamenti definiti drammatici ereditati sempre dai “favolosi anni Novanta, e Ottanta e i primi anni del Duemila” (Carancini cita ad esempio intere scenografie), dagli interessi sul famoso mutuo che vanno a influire sul conto economico del bilancio, e al mutuo stesso, che costa tra i 100 e i 120 mila euro all’anno: “Abbiamo preso un mutuo ventennale di 10 miliardi di lire nel dicembre 2001 alla fine della gestione Orazi – specifica Carancini – a seguito del dramma della stagione 2001 in cui abbiamo perso 3,5 miliardi. Un mutuo assunto per metà dal Comune e metà dalla Provincia, ma mentre questa aveva soldi liquidi e ha conferito la somma direttamente, il Comune per far fronte ai 5 miliardi ha dovuto accendere un mutuo ”.
L’ultima stoccata va al cenno di Orazi alla commissione mista Comune-Provincia: “ho l’impressione che sia una foglia di fico che si voglia mettere ai favolosi anni Novanta che hanno prodotto ottime opere ma pure circa 10 miliardi di perdite secche. Come se noi oggi ogni anno perdessimo 1 milione, 1 milione e mezzo di euro ogni stagione”.
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Data la qualità delle rappresentazioni, delle scenografie, delle regie, ecc. degli ultimi anni, gioco forza, ci si è rivolti sempre più ad un pubblico locale che internazionale
Tanto che oramai, salvo rarissime eccccccezzzzzzzioni, tutta la pubblicità per gli spettacoli è locale/regionale
Anche le comparsate, che ogni anni si fanno, sia alle manifestazioni italiane che all’estero (perfino negli States siamo stati: mica pizza e fichi!!!!), hanno un ritorno di pubblico non rilevante, ma probabilmente servono come immagine (da dare in pasto alla città), per far vedere che ci si agita un pò (e si fa finta che, a livello internazionale, lo Sferisterio conti più del 2 di coppe quando briscola è denari)
Pertanto sono “decollate” delle manifestazioni di contorno (anche carine ed interessanti, ma che con la Lirica ci azzeccano poco), per cercare di nascondere la qualità della portata principale, che ultimamente non è proprio da 5 stelle…
Non potendo più (per una serie di molteplici motivi: economici, sociali, di programmazione, pubblicitari, ecc. ecc.) puntare molto in alto si cerca (con gli avvenimenti collaterali) di darsi un tono ed un ampio respiro… Anche se questo respiro, spesso, è un rantolo ed il tono sembra quello del trucco, di una sessantenne, che vorrebbe dimostare 25 anni, con il risultato di apparire ridicolo…
Se le carte da giocare sono queste (perchè al momento altre non si hanno) sarebbe stato più logico, coerente e intelligente evitare di fingere di avere in mano quali incredibili scale reali e provare a barare…
Sarebbe stato più logico coivolgere la cittadinanza e spiegare chiaramente che, in attesa di tempi migliori (e con la speranza che possano arrivare presto), la Stagione (negli ultimi anni… e nei prossimi) la si sarebbe fatta al risparmio.
Al risparmio per non buttare via tanti decenni di storia, per non buttare via il nome, per non affossare tutto. per non gettare all’ortiche il gran lavoro fatto 10 o 20 o 30 anni fa….
Quindi delle stagoni “in tono minore”, ma comunque importanti, valutando meglio dove e come pubblicizzare gli eventi, valutando meglio le opere in scena, valutando meglio che “il controno” non poteva supplire alla mancanza di una grande portata principale….
Incommentabile. Ci vorrebbe un saggio su Macerata e i Maceratesi, ma purtroppo Dante Cecchi è mancato.