Lo stabilimento “Da Gigetta” dove vanno i bambini della colonia che sono stati male dopo aver fatto il bagno
di Marina Verdenelli e Laura Boccanera
Sono stati male solo i bambini che hanno fatto il bagno in mare. Oltre a loro anche sei operatori, che hanno partecipato ai tuffi, hanno accusato gli stessi sintomi. Un legame quindi con l’acqua inquinata. Il giorno dopo l’ordinanza emessa dal sindaco Tommaso Corvatta, che ha vietato la balneazione su un tratto del lungomare sud (leggi l’articolo), si fa chiarezza sulla colonia estiva dell’Unione Montana Marca di Camerino (che riunisce 13 comuni dell’alto Maceratese) dove 40 bambini sono stati male dopo la giornata trascorsa in spiaggia a Civitanova allo stabilimento “Da Gigetta” (leggi l’articolo). A fornirla è la responsabile dell’Unione Montana che si occupa dei centri estivi organizzati puntualmente ogni anno per chi ha un’età compresa tra gli 8 e i 14 anni. «E’ stato escluso il cibo – spiega Elisabetta Valeri – infatti chi non è stato male aveva mangiato alla stessa mensa ma non aveva fatto il bagno. Per questo pensiamo che il problema sia stato il mare. Purtroppo gli operatori non potevano saperlo perché l’ordinanza è arrivata solo dopo i malori accusati dai bambini. Alcuni pediatri hanno avvisato direttamente il Comune di Civitanova che si è poi scusato».
Su 100 iscritti ai centri estivi i malori sono stati accertati per circa 40 ragazzini con vomito intenso e febbre a partire già da martedì sera. La colonia era stata al mare lunedì, giorno dei primi prelievi dell’Arpam sul tratto della zona definita ex Sefa (preferita da chi fa kitesurf). Prelievi programmati e fatti, stando al direttore dell’agenzia per la protezione ambientale Gianni Corvatta, con cadenze fisse e non connessi ai malori riscontrati nei bambini. «Oggi la colonia è ripartita per il mare – continua Valeri – un solo pullman con una cinquantina di ragazzini. Non faranno il bagno anche se nel tratto dello stabilimento non c’è il divieto di balneazione. Una precauzione che abbiamo voluto adottare anche perché il centro estivo non è fare i tuffi ma fare aggregazione, socializzare e respirare lo iodio». Questa mattina il gruppetto era di nuovo “Da Gigetta” a giocare a pallone e sulla sabbia. Lo chalet si trova lontano dall’area nel quale il divieto di balneazione è in vigore.
Per l’Arpam l’inquinamento potrebbe essere arrivato dal fiume. Le mareggiate con il maltempo dei giorni scorsi lo avrebbe esteso in mare. Il vento da sud potrebbe aver condotto la contaminazione più a nord, anche a ridosso degli chalet dove i bambini hanno fatto il bagno lunedì. Oltre alla colonia estiva non risultano altri malori e nessuno è finito al pronto soccorso. «Il mare lunedì era piuttosto agitato e reso sporco dalla mareggiata – commenta Claudio Pini, responsabile Abat e titolare dello chalet Lido Cristallo – non aveva un bell’aspetto e io stesso ho fatto issare la bandiera rossa per il potenziale pericolo, non credo siano stati in molti a farsi il bagno in quel giorno. Occorre ricordare che i concessionari di spiaggia non sono interessati dal divieto di balneazione visto che riguarda solo un fazzoletto di litorale di fronte al largo Melvin Jones. Domani (27 giugno) comunque tutti i campioni prelevati forniranno informazioni dalla costa fino a metà lungomare». Il divieto di balneazione è prorogato fino a questa data (leggi l’articolo).
La titolare dello chalet “Da Gigetta”, Gina Patrascu, ha cercato subito una spiegazione al malore dei bambini. «Abbiamo servito quel giorno penne al pomodoro e ad alcuni bambini penne in bianco e cotoletta – spiega la titolare – quando sono andati via da qui, verso le 16 e hanno ripreso l’autobus stavano bene. Poi abbiamo saputo dei malori. Così ho chiamato la dottoressa della Asl Caterina Severini per far analizzare e controllare i resti del cibo servito. Siamo in attesa dei risultati per stare più tranquilli, ma la differenza fra i malori registrati è legata a chi ha fatto il bagno e chi invece è rimasto a riva». Polemiche però sono sorte sulla mancata tempestività di affissione dei divieti di balneazione nel tratto interessato. Solo stamattina, dopo le 11 sono comparsi i cartelli che avvisavano i bagnanti dell’ordinanza che è stata firmata dal sindaco già mercoledì pomeriggio.
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bandiera blu!!!
I comuni che insistono lungo il corso del Chienti hanno tutti i depuratori ???
Controlli continui sono necessari anche per le attività produttive.
Il ns. Comune deve necessariamente pretendere dalla Regione la sicurezza delle acque.
…E pensare che si voleva istituire ..qualche anno fà il Parco Fluviale del Chienti !!!
e ora che provvedimenti intende assumere l’ARPAM?
ritiene doveroso prelevare ed analizzare tutti i depuratori di tutti i comuni che sversano sul fiume (un prelievo costa 100 euro) o pensa che sia stata solo una mega-defecata singola occasionale?
Secondo me e’necessario dopo fatto il bagno, subito farsi una bella doccia calda se possibile altrimenti gelata pee i piu’ forti.