di Maria Cristina Pasquali
Mentre l’europeismo è al palo e la disaffezione verso Bruxelles comincia ad essere veramente elevata, l’Unione Europea non è ben vista dai paesi più ricchi, auspicata invece dai più poveri e l’insofferenza alle regole europee sempre piu diffusa, Mirko Lombardi ci parla della sua esperienza di vita e lavoro a Bruxelles offrendoci la sua visione della capitale d’ Europa da maceratese di adozione.
«Sono nato in Ancona nell’ottobre del 1982 , ma ho vissuto 6 anni a Macerata avendo frequentato la facoltà di scienze Politiche. Me ne sono andato nel 2012 per un alcuni mesi in Australia ed ora mi sono stabilito a Bruxelles da diversi mesi con un contratto che mi permetterà di rimanere un anno»
Quale è stata la tua vita precedente?
Dopo la laurea triennale in Scienze Politiche a Macerata, sono stato impiegato come vigile del fuoco al comando di Ancona per 6 anni.
Di che cosa ti occupi ora?
Prevalentemente svolgo attività di euro-progettazione affiancandola ad attività di ricerca ed analisi economica e valutazione delle politiche pubbliche. E mi trovo molto bene in una città internazionale come Bruxelles.
Perchè non ti piaceva l’Italia ?
Dal mio punto di vista l’Italia è un paese molto conservativo, rigido, lento e sempre alla ricerca di scuse esterne per giustificare la propria condizione di declino economico e sociale, la mia natura invece è pragmatica e decisionista. La società italiana è incapace di cambiare, questa situazione si riscontra ovunque: dalla politica nazionale, agli amministratori locali, agli imprenditori, alle famiglie e purtroppo non mi fa credere ad una possibilità di ripresa. Questo atteggiamento è riscontrabile anche nei giovani. Rispetto ad altri paesi, l’Italia rimane estremamente intollerante e scarsamente informata nei confronti di omosessuali e migranti.
Com’è il carattere e la vita della gente nella nazione in cui vivi’?
In realtà è molto difficile per me valutare in quanto a Bruxelles sono poco a contatto con i locali, piuttosto lavoro e socializzo con professionisti e tirocinanti di tutta Europa. In generale gli abitanti di Bruxelles sono persone, abituate a vivere in contesti multiculturali e convivere con le contraddizioni della capitale belga che ingloba quartieri problematici e relativamente poveri e con «The Bubble», cioè il quartiere delle istituzioni europee. Per entrare in contatto vero con i belgi occorre andare nelle municipalità limitrofe di Bruxelles oppure in altre città come Bruges, Anversa, Namur, città che ho visitato. I belgi sono tendenzialmente più restii a socializzare ma hanno un elevato senso civico, sono educati e culturalmente più attivi degli italiani.
Dove abiti? Come vivi la nuova città? Abito a St. Catherine, una zona di Bruxelles città, un quartiere pulito, molto vivo e frequentato da giovani. Vivo la città soprattutto in bicicletta che si può tranquillamente utilizzare in appositi spazi gratuitamente. In caso di maltempo uso i servizi pubblici (metropolitana, bus, taxi) che sono molto efficienti. Grandi parchi pubblici dove passare i pomeriggi ed eventi culturali (musei, vernissage, mostre) non mancano di certo così come le birrerie che sono la mia meta preferita per rilassarmi ed assaggiare l’ottima birra belga. La vita notturna non è come in Italia, si esce presto e raramente i locali sono aperti fino alle 4 di mattina, ma la cosa che mi piace di più è l’assenza delle «classiche» discoteche italiane, per lo più si frequentano locali con pub con musica dal vivo che non prevedono costi d’ingresso.
Capita di viaggiare per lavoro, ma sempre in paesi europei, a volte devo tornare in Italia proprio per lavoro. Ho viaggiato molto, sia per piacere che per studio e per lavoro. Sono un’amante dei paesi nordici e degli Usa, quindi è naturale che li trovi, rispetto all’Italia, molto più organizzati ed efficienti.
Nel futuro pensi di tornare in Italia?
Per il momento no. Della mia vita all’estero non mi piace il dovere affrontare la continua instabilità non solo lavorativa ma anche logistica. I contratti sono spesso di breve durata quindi occorre cambiare casa spesso, perdendo tempo nella ricerca e nei traslochi. Spero e penso che con il tempo questa situazione si stabilizzerà e comunque in Italia non ho trovato una condizione molto migliore.
Ti senti adeguatamente remunerato?
Purtroppo non ancora, ma devo accettare il fatto di essere un’ospite di questa società e quindi soffrire più di un cittadino belga della mia età. La difficoltà della lingua è l’ostacolo maggiore per esprimere le proprie capacità ed ottenere un impiego adeguato e per questo ci vuole tempo. Il costo della vita è sicuramente inferiore all’Italia. Pago la stessa somma che spendevo per vivere in centro a Macerata, ma ora vivo nel centro della capitale Europea. Per intenderci è come vivere a 2 minuti a piedi dal Colosseo. Anche il cibo e la ristorazione hanno prezzi più bassi sebbene la qualità sia più bassa rispetto all’Italia. Non saprei paragonare i prezzi dei servizi pubblici in quanto in Italia ero automunito. Tendenzialmente penso che i costi siano uguali, ma la qualità del servizio è migliore.
Quali tipi di lavoro si trovano a Bruxelles?
Bruxelles è sia capitale delle istituzioni europee che capitale belga. Si può trovare di tutto nel campo delle politiche europee e della ricerca. Non mancano certamente lavori come cuoco, lavapiatti e camerieri dove gli italiani sono apprezzati e trovano facilmente lavoro. C’è da dire che Bruxelles, dopo Washington, è la città che ospita più tirocinanti al mondo, di conseguenza la competizione è altissima e occorre molta pazienza, insistenza e a volte faccia tosta per trovare un impiego. Non sarei onesto dicendo che dove c’è molta mobilità internazionale, soprattutto giovanile, si nasconde spesso lo spettro dello sfruttamento con lavori in nero e sottopagati. Gli italiani sono ovunque, penso che gli abitanti di seconda generazione o comunque emigrati a Bruxelles rappresentino il 10% della popolazione. Esistono club e centri culturali dove si organizzano eventi, ma soprattutto nei social network dove ci si scambiano opinioni e consigli. E’ pieno di «risto» italiani, sprattutto nella zona turistica, ma evito sempre di andare a mangiare italiano.
Rimpiangi qualcosa dell’Italia o delle Marche?
L’odore e la vista del mare e la possibilità di raggiungerlo in 2 minuti di moto.
Quale è stata l’esperienza più bella o le esperienze che hai fatto da quando sei fuori ?
Stare in mezzo alla Grand Place, il centro di Bruxelles, in una fredda notte durante le festività natalizie e guardare la proiezione di fasci di luce colorati che partivano dalla torre principale con musica epica come sottofondo e stringendo immancabilmente una bottiglia di ottima birra belga. Ho provato un senso di libertà e realizzazione. Inoltre, ricordo con molto piacere la settimana trascorsa in un centro culturale immerso nella foresta di Namur (a sud di Bruxelles) durante uno scambio giovanile con ragazzi provenienti da Italia, Belgio, Germania, Austria, Bosnia e Albania. La cosa che ti rende più soddisfatto è quando arrivano nuovi ragazzi e tirocinanti e rivedendo te stesso in loro un anno fa, cerchi di aiutarli in tutti in modi. Ciò ti fa sentire importante e padrone della città, in grado di aiutare chi come te deve affrontare un’esperienza nuova e dura. Molti di loro si sorprendono dell’aiuto disinteressato che ricevono, non capendo dove sia il trucco! Scopriranno che non c’è trucco dopo pochi mesi.
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